Ogni nuova tragedia riempie i tg spazzando via le altre notizie dai palinsesti televisivi e il problema più importante diventa di volta in volta: il terrorismo, le inondazioni, le centrali atomiche, la guerra, la criminalità, la corruzione, la droga, la violenza domestica.
Poi ci sono le notizie di secondo piano, quelle che non aumentano gli ascolti. Notizie che non sono sostenute da una bella schiera di cadaveri simultanei perché se i morti sono a rate non fanno notizia. Basti pensare che l’amianto in Italia ha fatto più morti di tutte le azioni terroristiche in Europa negli ultimi 40 anni. I barboni per strada, l’inquinamento, gli incidenti d’auto sono argomenti di contorno.
È una logica che funziona per vendere gli spazi pubblicitari ma porta alla difficoltà di comprendere in che mondo viviamo e come possiamo migliorarlo.
Il modo di pensare oggi dominante spezzetta i problemi. La salute di una persona viene vista come il prodotto del buon funzionamento degli organi. Se un organo si ammala lo si cura così da ristabilire l’equilibrio. A volte questo approccio funziona. Ma se il mio malanno ha cause complesse (stress, vita sedentaria, tristezza, alimentazione pessima, aria schifosa) ho difficoltà a risolvere qualche cosa curando l’organo malato senza cambiare la situazione che ha provocato la malattia. La visione globale della salute si diffonde lentamente non solo per colpa di certi medici. La maggioranza dei pazienti non vuole avere a che fare con dottori che ti dicono che devi cambiare modo di vivere (Sergio Caputo cantava: tu dici vai dal medico, ma che ci vado a fare, non voglio mica smettere di bere e di fumare).
Questa logica che vede i particolari e non l’insieme ha effetti disastrosi se la si applica alla società umana. Il nostro mondo è un organismo profondamente malato perché fondato sull’ingiustizia anziché sull’amore. Il primo passo per migliorare la nostra vita è comprendere che tutti i disastri sono collegati.
Le mille forme della violenza e della prevaricazione si sostengono l’una con l’altra: la mancanza d’amore, la violenza contro donne e bambini, la miseria, lo sfruttamento dei popoli, la guerra, la criminalità sono le facce dello stesso problema. Il barbone che dorme in strada, a quattro passi dal tuo appartamento confortevole è una silenziosa minaccia. Ti dice che se fai un passo falso la società non avrà nessuna pietà per te.
Nel grandioso film Bowling a Columbine, Michael Moore cerca di capire perché in Usa ci siano tanti morti ammazzati. Spesso si crede che la causa sia l’enorme quantità di armi in mano ai privati. Ma in Canada ci sono più armi in giro ma molti meno morti; e non solo rispetto agli Usa ma anche ai paesi europei dove le armi sono pochissime. Moore individua altri fattori determinanti come l’assistenza sanitaria gratuita che in Canada esiste e negli Usa no, la quantità di ore dedicate dalle tv agli omicidi, una cultura delle relazioni più aperta (la maggior parte dei canadesi non chiude a chiave la porta di casa).
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Per capire cosa sta succedendo dobbiamo rovesciare il punto di vista dominante: lo squilibrio della nostra società e il poco peso della cultura della solidarietà generano mostri.
Il politico che ruba e il pilota che porta alla morte 150 persone che neanche conosce sono solo sintomi diversi della stessa malattia che genera anche il pazzo tagliagole dell’Isis, il marines che si fa il selfie mentre tortura un iracheno e il mafioso che scioglie un bambino nell’acido. Sono manifestazioni della follia sociale. Certo dobbiamo combattere singolarmente ogni crimine in modo diverso. Ma è necessario comprendere che la madre di tutte le battaglie è contro le cause del male perché i sintomi si possono tenere a bada ma non eliminare se non si smette di alimentare la malattia.
Quando sento dire che possiamo fermare il terrorismo o debellare la criminalità opponendo soltanto la violenza alla violenza mi vien da ridere (o da piangere, se sono depresso).
Per fortuna si sente anche qualcuno, ogni tanto, che dice come stanno le cose. Il presidente Mattarella è il solito democristiano ma lo ha detto che il terrorismo si debella solo cancellando la miseria. E pure il Papa superstar lo ha detto. Il concetto comincia a farsi strada…
Difficile però far passare appieno l’idea nel suo insieme (c’è un rapporto tra la noia scolastica, l’assenza di vera educazione alla passione e al godimento per l’arte e il numero di rapine in banca…).
Difficile ma non impossibile. Anche perché il mondo va veloce e le soluzioni parziali ai problemi durano poco.
Alla fine degli anni ’80 il terrorismo delle Br che avevano una struttura stabile e centinaia di militanti, venne spazzato via. Insieme a pochi mi trovai a scrivere che avevano cancellato il terrorismo organizzato ma che avremmo dovuto poi fare i conti con terroristi meno organizzati e più sanguinari. È quello che vediamo adesso. Ma già si vede che cancellare questo terrorismo dei lupi solitari non potrà portare alla risoluzione del problema perché già avanza una nuova forma di terrore: un uomo solo che impazzisce e usa un aereo carico di passeggeri per fare strage e urlare che odia l’umanità.
Quel che prima o poi si dovrà ben capire è che la nostra società e enormemente complessa e che oggi un singolo pazzo può fare danni immensi.
Ed è essenziale che si capisca questo alla svelta e si inizi a mettere al primo posto la cultura della solidarietà.
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Movimento progressista mondiale: mettete dei sorrisi sulle vostre facce!
Rivoluzione: ti bacerò talmente forte che cadrà il governo!
Esiste una Coscienza Globale Planetaria?
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Jacopo Fo
Autore, attore e scrittore
Società - 1 Aprile 2015
Andreas Lubitz, tagliagole e lupi solitari: alla base delle tragedie c’è la follia sociale
Ogni nuova tragedia riempie i tg spazzando via le altre notizie dai palinsesti televisivi e il problema più importante diventa di volta in volta: il terrorismo, le inondazioni, le centrali atomiche, la guerra, la criminalità, la corruzione, la droga, la violenza domestica.
Poi ci sono le notizie di secondo piano, quelle che non aumentano gli ascolti. Notizie che non sono sostenute da una bella schiera di cadaveri simultanei perché se i morti sono a rate non fanno notizia. Basti pensare che l’amianto in Italia ha fatto più morti di tutte le azioni terroristiche in Europa negli ultimi 40 anni. I barboni per strada, l’inquinamento, gli incidenti d’auto sono argomenti di contorno.
È una logica che funziona per vendere gli spazi pubblicitari ma porta alla difficoltà di comprendere in che mondo viviamo e come possiamo migliorarlo.
Il modo di pensare oggi dominante spezzetta i problemi. La salute di una persona viene vista come il prodotto del buon funzionamento degli organi. Se un organo si ammala lo si cura così da ristabilire l’equilibrio. A volte questo approccio funziona. Ma se il mio malanno ha cause complesse (stress, vita sedentaria, tristezza, alimentazione pessima, aria schifosa) ho difficoltà a risolvere qualche cosa curando l’organo malato senza cambiare la situazione che ha provocato la malattia. La visione globale della salute si diffonde lentamente non solo per colpa di certi medici. La maggioranza dei pazienti non vuole avere a che fare con dottori che ti dicono che devi cambiare modo di vivere (Sergio Caputo cantava: tu dici vai dal medico, ma che ci vado a fare, non voglio mica smettere di bere e di fumare).
Questa logica che vede i particolari e non l’insieme ha effetti disastrosi se la si applica alla società umana. Il nostro mondo è un organismo profondamente malato perché fondato sull’ingiustizia anziché sull’amore. Il primo passo per migliorare la nostra vita è comprendere che tutti i disastri sono collegati.
Le mille forme della violenza e della prevaricazione si sostengono l’una con l’altra: la mancanza d’amore, la violenza contro donne e bambini, la miseria, lo sfruttamento dei popoli, la guerra, la criminalità sono le facce dello stesso problema. Il barbone che dorme in strada, a quattro passi dal tuo appartamento confortevole è una silenziosa minaccia. Ti dice che se fai un passo falso la società non avrà nessuna pietà per te.
Nel grandioso film Bowling a Columbine, Michael Moore cerca di capire perché in Usa ci siano tanti morti ammazzati. Spesso si crede che la causa sia l’enorme quantità di armi in mano ai privati. Ma in Canada ci sono più armi in giro ma molti meno morti; e non solo rispetto agli Usa ma anche ai paesi europei dove le armi sono pochissime. Moore individua altri fattori determinanti come l’assistenza sanitaria gratuita che in Canada esiste e negli Usa no, la quantità di ore dedicate dalle tv agli omicidi, una cultura delle relazioni più aperta (la maggior parte dei canadesi non chiude a chiave la porta di casa).
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Per capire cosa sta succedendo dobbiamo rovesciare il punto di vista dominante: lo squilibrio della nostra società e il poco peso della cultura della solidarietà generano mostri.
Il politico che ruba e il pilota che porta alla morte 150 persone che neanche conosce sono solo sintomi diversi della stessa malattia che genera anche il pazzo tagliagole dell’Isis, il marines che si fa il selfie mentre tortura un iracheno e il mafioso che scioglie un bambino nell’acido. Sono manifestazioni della follia sociale. Certo dobbiamo combattere singolarmente ogni crimine in modo diverso. Ma è necessario comprendere che la madre di tutte le battaglie è contro le cause del male perché i sintomi si possono tenere a bada ma non eliminare se non si smette di alimentare la malattia.
Quando sento dire che possiamo fermare il terrorismo o debellare la criminalità opponendo soltanto la violenza alla violenza mi vien da ridere (o da piangere, se sono depresso).
Per fortuna si sente anche qualcuno, ogni tanto, che dice come stanno le cose. Il presidente Mattarella è il solito democristiano ma lo ha detto che il terrorismo si debella solo cancellando la miseria. E pure il Papa superstar lo ha detto. Il concetto comincia a farsi strada…
Difficile però far passare appieno l’idea nel suo insieme (c’è un rapporto tra la noia scolastica, l’assenza di vera educazione alla passione e al godimento per l’arte e il numero di rapine in banca…).
Difficile ma non impossibile. Anche perché il mondo va veloce e le soluzioni parziali ai problemi durano poco.
Alla fine degli anni ’80 il terrorismo delle Br che avevano una struttura stabile e centinaia di militanti, venne spazzato via. Insieme a pochi mi trovai a scrivere che avevano cancellato il terrorismo organizzato ma che avremmo dovuto poi fare i conti con terroristi meno organizzati e più sanguinari. È quello che vediamo adesso. Ma già si vede che cancellare questo terrorismo dei lupi solitari non potrà portare alla risoluzione del problema perché già avanza una nuova forma di terrore: un uomo solo che impazzisce e usa un aereo carico di passeggeri per fare strage e urlare che odia l’umanità.
Quel che prima o poi si dovrà ben capire è che la nostra società e enormemente complessa e che oggi un singolo pazzo può fare danni immensi.
Ed è essenziale che si capisca questo alla svelta e si inizi a mettere al primo posto la cultura della solidarietà.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Proprio perché sono una patriota metterò questa nazione in sicurezza, perché come dice la nostra Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere del cittadino". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.