“Magari hanno ragione loro e dovrei tornare a vendere lavatrici”. Oscar Farinetti risponde a Bernardo Caprotti che, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, si era espresso sul patron di Eataly – presente a Expo 2015 – definendolo un “chiacchierone formidabile che vuole insegnare cos’è il food” e aveva ricordato che, a differenza di Eataly e Coop, Esselunga è stata esclusa dall’esposizione universale. Le parole di Caprotti non sono passate inosservate e Farinetti in conferenza stampa ha detto: “Manca un mese, siamo in tempo. A Caprotti dico: ‘Se vuol venire venga, facciamo qualcosa insieme nel padiglione di Eataly’. Sarei onorato di fare qualcosa con il maestro della distribuzione italiana, il numero uno. Loro e le Coop sono i migliori”. Dai vertici di Eataly provengono critiche: “Io in questo clima italiano di livori, di incazzature, di parolacce, di imprecisioni, ho deciso di protestare, parlando bene di tutti”.
A margine della presentazione dei contenuti per Expo nel megastore di Milano, Farinetti ha voluto spiegare il motivo per cui Eataly non ha sostenuto una gara d’appalto: “Non sono io che decido, Expo ha deciso di non farla non solo per Eataly ma anche per altre quattro o cinque situazioni che ritiene di unicità assoluta al mondo”. Caprotti nell’intervista ha espresso la sua disapprovazione sull’operato di Eataly, sostenendo la necessità di avere una sede centrale e dei punti-vendita, piuttosto che aprire negozi in tutto il mondo. Anche su questo Farinetti ha replicato: “Expo aveva bisogno di accogliere i visitatori in una certa maniera e ha chiesto a Eataly di farlo. Avremmo preferito non essere chiamati, almeno ci apriamo i negozi all’estero, ma abbiamo deciso di farlo volentieri per l’Italia”.
Nel frattempo, all’Eataly Smeraldo di Milano, Vittorio Sgarbi ha lanciato parole durissime sul Padiglione Italia “che, finito o non finito, sarebbe meglio bombardare subito”. Farinetti si è però dissociato da queste critiche: “Mi è piaciuto da matti”, ha detto.