Il mondo FQ

Wi-fi dallo spazio, il pericolo planetario?

Icona dei commenti Commenti

Quando la realtà supera l’immaginazione: satelliti, droni, laser e palloni in alta quota, tutto sopra le nostre teste. Una flotta di oltre 200.000 unità nello spazio fino a 750 miglia, ognuno in orbita continua per cinque anni a cominciare (forse) già dal 2018. Per garantire una connessione internet permanente, una copertura di rete ineludibile e ubiquitaria. Non è la trama dell’ultimo Guerre Stellari né visionaria fantascienza, ma l’obiettivo del piano di sviluppo a copertura globale di wi-fi ad alta velocità proveniente dallo spazio a cui stanno lavorando cinque multinazionali, tra cui i colossi del web Google e Facebook.

[youtuber youtube=’




Senza informare la popolazione sui temibili rischi: ambiente e salute pubblica sempre più nel collasso elettromagnetico?

La denuncia arriva da Guards, l’Unione Globale per bloccare lo Sviluppo di Radiazioni dallo Spazio (Global Union Against Radiation Deployment from Space), un nuovo coordinamento internazionale di sigle e associazioni per “bloccare i piani di sviluppo del Wi-Fi globale, che costituirebbero una sperimentazione non consensuale sugli esseri umani e, dunque, una violazione dei diritti umani secondo il Codice di Norimberga”.

L’incubo planetario, principalmente, si prefigurerebbe per ozono e vita sulla terra, uomo compreso. Secondo Guards, il wi-fi dal cielo contribuirebbe a cambiamenti climatici, mettendo in pericolo lo stato di ozono per via del gas di scarico delle migliaia di razzi contenenti cloro, sparati in aria. Per non parlare poi delle radiazioni a microonde che colpirebbero (mettendoli Ko) foreste, rane, pipistrelli, api e Dna umano (danni già scientificamente provati da ricercatori indipendenti!).

Proprio sul wi-fi, lo scorso anno il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti ha dichiarato che “gli standard di sicurezza per le radiazioni elettromagnetiche della Federal Communications Commission (Fcc) continuano a basarsi solo sugli effetti termici, che rappresentano un criterio ormai vecchio di quasi 30 anni e oggi inapplicabile“.

Coi ripetitori di internet nello spazio, gettato alle ortiche il Principio di Precauzione, finiremo tutti dentro un grosso forno a microonde mondiale per la ‘comodità’ del wi-fi globale? Come trovare vie di scampo? Come ci difenderemo? Ci vorranno armature schermanti al piombo per proteggerci dalla radiofrequenze spaziali, in una sorta di Medioevo da Terzo Millennio? Trovando riparo nelle grotte o dentro le caverne come nella Preistoria?

Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano L'amato strillone del Fatto

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione