Alla fondazione Icsa del sottosegretario Minniti i soldi con l’obiettivo “di occuparci dell’efficientamento energetico dei grattacieli di Abudabi”, alla fondazione Italianieuropei invece semplicemente “perché è un comunista come noi”. Per uno è un’operazione di lobbying, per gli altri è un semplice regalo. Queste le due versioni che, secondo il Mattino, Roberto Caseari, ex presidente della cooperativa Cpl Concordia arrestato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti a Ischia, ha dato ai pm. In un’ora e mezza di interrogatorio, l’ex patron ha spiegato la sua versione dei fatti sull’affidamento degli impianti per il metano sull’isola, ma anche le ragioni per cui molti dei finanziamenti sarebbero andati anche ai politici.
D’Alema sarà anche stato “comunista”, come ha detto Caseari, ma nelle intercettazioni dell’inchiesta le motivazioni che i manager danno per le donazioni vanno oltre. “È molto più utile investire negli Italianieuropei dove D’Alema sta per diventare commissario europeo capito…”, dice il consulente Francesco Simone al telefono. E poi ancora: “D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose”. Secondo il Gip infatti, Cpl Concordia ha gestito un vero e proprio “sistema affaristico” grazie al contatto con “l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa cooperativa, ovvero l’onorevole Massimo D’Alema”.
Caseari durante l’interrogatorio ha dato una spiegazione diversa: “E’ un comunista come noi”, ha detto il manager, “con lui abbiamo sempre avuto un buon rapporto”. Tutto sarebbe cominciato nel 2011, quando il politico ha partecipato all’assemblea annuale della Concordia, per poi consolidarsi nel periodo del terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012 quando l’esponente Pd dimostrò la sua solidarietà alla cooperativa. “Alla fondazione Italianieuropei”, ha continuato, “abbiamo riservato quote annue”. E la spiegazione ufficiale sarebbe stata quella di “adesione culturale“.
Tutta un’altra storia con la fondazione Icsa, sostiene Caseari, alla quale avrebbero dato i fondi per motivi lobbistici con un gruppo che fa riferimento al sottosegretario con delega ai servizi segreti: “Avevo rapporti con Santilli”, ha precisato l’ex presidente della coop, “puntavamo a occuparci dell’efficientamento energetico dei grattacieli di Abudabi, ma non se ne fece nulla. Abbiamo offerto un contributo anche alla Icsa”.