Quasi un milione e mezzo di telespettatori (5,63% di share) per il ritorno su Rete4 del Maurizio Costanzo Show, il talk show più famoso nella storia della televisione italiana. La formula è sempre la stessa, immutabile da più di trent’anni: tanti ospiti, chiacchiere in libertà, un clima divertente e divertito. Nella televisione dei format complicatissimi, il Costanzo Show sembra un alieno. Il programma è invecchiato, e si vede, ma in fondo funziona ancora.
Sul palco, ospiti delle grandi occasioni per il ritorno in tv: Maria De Filippi, Mara Venier, Sabrina Ferilli accompagnata dal padre, Rocco Siffredi e la moglie Rosa, le vedove di Gianfranco Funari, Corrado e Nino Manfredi e poi due ritorni che rappresentano due diverse fasi della storia del programma: Enzo Iacchetti e Marina La Rosa.
Iacchetti, chitarra in mano, ha riproposto le canzoni bonsai che lo avevano lanciato proprio al Costanzo Show, mentre Marina La Rosa, la “gatta morta” del primo Grande Fratello, rappresenta l’ultima fase del programma, quando Costanzo aveva deciso di cavalcare l’onda del padre di tutti i reality. Il giornalista romano non si muove più tra gli ospiti, trascinando lo sgabello, come faceva anni fa. È anche questo un segno dell’invecchiamento del programma, ma l‘operazione nostalgia non ha comunque prodotto un effetto patetico, come ad esempio sta succedendo con il “nuovo” Karaoke di Angelo Pintus.
Merito di Maurizio Costanzo, che ovviamente ha mestiere da vendere, ma in fondo, alla fine della puntata, la domanda che ti ronza nella testa è solo una: “Perché questo ritorno?”. La storia del programma non ne esce intaccata, ma l’effetto è quello di un vecchio signore che guarda le foto della sua giovinezza. Scatta un mix di nostalgia e rassegnazione. Nostalgia di quello che è stato, rassegnazione per quello che inevitabilmente è.
Il Maurizio Costanzo Show ha segnato quasi tre decenni di storia televisiva italiana: dalle puntate antimafia agli “Uno contro tutti” di Carmelo Bene, dai tanti comici lanciati dal palco del Parioli alla deriva forse troppo “caciarona” degli ultimi anni prima della chiusura. E ora, per quattro prime serate, Costanzo offre al pubblico una petite madeleine che provoca in chi ha visto il programma negli scorsi decenni, tanta tenerezza. È l’evidenza dei segni del tempo sul programma, su Costanzo, sugli ospiti, su noi stessi. E quando Enzo Iacchetti parte con le canzoni bonsai che un tempo ti facevano ridere e ora invece ti lasciano perplesso, capisci che la tv è cambiata, tu pure. Iacchetti no, e forse è questo il problema.