L’Egitto vieta l’ingresso nel Paese ai gay e riconosce alla polizia l’autorità di espellere gli stranieri omosessuali. Lo riferisce la versione online del quotidiano egiziano Al Ahram citando l’esito di un ricorso amministrativo.
Il Tribunale civile del Cairo ha respinto un ricorso presentato contro la decisione del ministero degli Interni di espellere un cittadino libico accusato dalla polizia in merito al suo orientamento sessuale. La Corte ha invece riconosciuto legittimo il diritto del ministero a espellere cittadini stranieri gay e vietarne l’ingresso in Egitto. L’obiettivo del Tribunale è “tutelare l’interesse pubblico, i valori religiosi e sociali e prevenire la diffusione del ‘vizio’ e dell’immoralità nella società.
Sebbene l’omosessualità non sia esplicitamente fuori legge in Egitto, le persone accusate di comportamenti o attività gay sono spesso punite secondo le leggi che criminalizzano “dissolutezza” o la corruzione della morale pubblica. I sostenitori dei diritti omosessuali sostengono che arresti e persecuzioni legati all’orientamento sessuale sono aumentati drammaticamente negli ultimi mesi. A novembre 2014 otto ragazzi egiziani che avevano postato su Facebook il video di un matrimonio gay a cui avevano partecipato erano stati condannati dal tribunale del Cairo a 3 anni di carcere per “incitamento alla dissolutezza” e “pubblicazione di immagini indecenti“. Nel corso del processo il procuratore aveva ordinato che i giovani fossero sottoposti a “ispezione fisica” per verificare la loro omosessualità, facendo insorgere le organizzazioni per i diritti umani.