Il pentimento postumo dell’agente Tortosa conta poco o nulla. Ancora meno lo sbandierato voto al Pd, quasi fosse un attestato di buona condotta. Le sue parole erano e sono inequivocabili, anche perché arrivate a qualche ora dalla clamorosa condanna pronunciata dalla Corte dei diritti umani che ha definito “tortura” quello che è accaduto alla Diaz e dintorni.
Le parole dell’agente, che ha sostanzialmente rivendicato l’irruzione di quella notte, non possono trovare giustificazione, sono incompatibili con la divisa e con l’impegno a servire la Repubblica e ad onorare la Costituzione. Sarebbe tuttavia sbagliato fare di lui il capro espiatorio, dimenticando la sostanziale immunità di cui hanno goduto e godono i suoi superiori e chi, quella notte, ha voluto e ispirato una brutale carica accompagnata da inni e slogan fascisti, e questo mentre per la prima volta, nella cabina di regia del governo e di Genova, sedevano, alla destra di Silvio, gli eredi non pentiti del ventennio in camicia nera. Di recente Gianfranco Fini ha pronunciato parole non banali sugli avvenimenti e sulle responsabilità di allora.
I mandanti politici, e molti degli esecutori materiali, continuano a godere di immunità e di impunità, al di là delle sentenze dei tribunali. Per questo ha ragione chi continua a chiedere una commissione di inchiesta che ricostruisca le vicende di quei giorni, il contesto politico ed istituzionale, le provocazioni organizzate con l’obiettivo di imprimere una svolta autoritaria e di stroncare sul nascere nuove forme di opposizione politica, sociale e civile. L’agente Tortosa ha sbagliato e deve pagare, ma non cadiamo nella trappola di chi vorrebbe scaricare le ultime ruote del carro per continuare a salvare i cocchieri ed il cocchio.
Quella notte a Genova, tra i silenzi e le complicità di molti, fu sospesa la Costituzione e sino a quando non saranno stati individuati i responsabili e i mandanti, la vicenda non potrà e non dovrà essere considerata conclusa, Tortosa o non Tortosa!
Beppe Giulietti
Giornalista
Giustizia & Impunità - 16 Aprile 2015
Diaz, non facciamo di Tortosa un capro espiatorio
Il pentimento postumo dell’agente Tortosa conta poco o nulla. Ancora meno lo sbandierato voto al Pd, quasi fosse un attestato di buona condotta. Le sue parole erano e sono inequivocabili, anche perché arrivate a qualche ora dalla clamorosa condanna pronunciata dalla Corte dei diritti umani che ha definito “tortura” quello che è accaduto alla Diaz e dintorni.
Le parole dell’agente, che ha sostanzialmente rivendicato l’irruzione di quella notte, non possono trovare giustificazione, sono incompatibili con la divisa e con l’impegno a servire la Repubblica e ad onorare la Costituzione. Sarebbe tuttavia sbagliato fare di lui il capro espiatorio, dimenticando la sostanziale immunità di cui hanno goduto e godono i suoi superiori e chi, quella notte, ha voluto e ispirato una brutale carica accompagnata da inni e slogan fascisti, e questo mentre per la prima volta, nella cabina di regia del governo e di Genova, sedevano, alla destra di Silvio, gli eredi non pentiti del ventennio in camicia nera. Di recente Gianfranco Fini ha pronunciato parole non banali sugli avvenimenti e sulle responsabilità di allora.
I mandanti politici, e molti degli esecutori materiali, continuano a godere di immunità e di impunità, al di là delle sentenze dei tribunali. Per questo ha ragione chi continua a chiedere una commissione di inchiesta che ricostruisca le vicende di quei giorni, il contesto politico ed istituzionale, le provocazioni organizzate con l’obiettivo di imprimere una svolta autoritaria e di stroncare sul nascere nuove forme di opposizione politica, sociale e civile. L’agente Tortosa ha sbagliato e deve pagare, ma non cadiamo nella trappola di chi vorrebbe scaricare le ultime ruote del carro per continuare a salvare i cocchieri ed il cocchio.
Quella notte a Genova, tra i silenzi e le complicità di molti, fu sospesa la Costituzione e sino a quando non saranno stati individuati i responsabili e i mandanti, la vicenda non potrà e non dovrà essere considerata conclusa, Tortosa o non Tortosa!
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.