Da sempre sostengo che, più ancora della democrazia diretta sarebbe importante promuovere nella società un’altra istanza, che io sono solito definire responsabilità diretta. Credo infatti che sia inutile e pericoloso trasferire direttamente nelle mani dei cittadini le leve che stabiliscono il destino della propria comunità, se quegli stessi cittadini non vengono preventivamente messi nella condizione di conoscere cosa è realmente importante per rifondare quel destino.
E’ un discorso che parte da molto lontano. Parte addirittura da Socrate e Platone i quali, persuasi com’erano che gli uomini “normali” non fossero in grado di autogovernarsi tramite le virtù, erano fortemente contrari alla polis democratica, affermando che fossero invece gli “esperti” gli unici a possedere la conoscenza necessaria per risolvere i problemi. I due filosofi, a cui si attribuisce erroneamente la paternità della democrazia, furono in realtà i pionieri della democrazia rappresentativa. Quindi, intermediata. Cioè, non diretta.
E’ solo tramite un efficace sistema di distribuzione orizzontale della conoscenza che si possono creare le precondizioni per instaurare una democrazia diretta che non rappresenti per la collettività un pericolo addirittura superiore alla concentrazione del potere nelle mani di pochi (presunti) saggi. E questa distribuzione orizzontale della conoscenza appare evidentemente impossibile, nonostante il crescente ruolo sociale del web, in un Paese che, come l’Italia, ogni anno sprofonda nelle classifiche della libertà di stampa.
Tutto questo mi è servito per dire che purtroppo la responsabilità non andrà mai molto di moda. E l’esempio più nauseante lo stiamo avendo proprio in queste ore, mentre impariamo che l’agente Tortosa viene (sacrosantamente) sospeso dal servizio, mentre il responsabile apicale di allora dell’incursione alla Diaz, non avendo “nulla da dire”, siede oggi ai vertici di Finmeccanica.
E’ una notizia che, se letta con gli occhiali dell’etica della responsabilità (per dirla con Max Weber), dà il voltastomaco. Non tanto per lo squallore delle scelte di allora e di oggi dei protagonisti (che non sono l’oggetto di questo mio breve intervento), quanto per i risvolti sociali che questo messaggio, ancora una volta, denuncia: a pagare sono sempre gli ultimi.
E in mezzo a tutto ciò, mentre continua indisturbato ad abbattere la Costituzione a colpi di scure, il nostro funambolo fiorentino ha naturalmente trovato il tempo per mettere il suo personalissimo bollino blu all’intera vicenda, garantendo piena fiducia a De Gennaro e, subito dopo, ostentando puntuale indignazione per l’uscita (idiota) di Tortosa e rivendicando “chiarezza”.
Ed eccola, dunque, la chiarezza: l’ultima ruota del carro sospesa dal servizio e il cocchiere trasferito su un veicolo più prestigioso. Le crune degli aghi, ormai lo sappiamo, sono sempre più larghe.