Si alzerà lunedì il velo sulle sorti di Zucchi, il gruppo tessile controllato dal portiere della Nazionale e della Juve Gigi Buffon, e le cui difficoltà finanziarie mettono in apprensione 1.000 dipendenti, indotto escluso. In mancanza di un’intesa con le banche, a marzo la società aveva dovuto rinviare l’assemblea dei soci al 20 aprile, lunedì prossimo appunto. Da allora tutto tace, salvo solo una schiarita il 7 aprile, quando ai 350 dipendenti della controllata Mascioni di Cuggiono (Varese) sono stati versati gli stipendi con anche parte degli arretrati di febbraio.
Un nuovo accordo di ristrutturazione del debito per Zucchi, dopo quello del marzo 2013 infranto a dicembre con il mancato pagamento di una rata di rimborso e la violazione di alcuni obblighi finanziari (covenants), permetterebbe alla società di non dover trarre conseguenze estreme. I negoziati con gli istituti sono proseguiti anche in queste settimane, e con un’intesa Zucchi potrebbe chiedere in particolare l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione. In caso contrario finirebbe in concordato con riserva, col bisogno di cercare forzatamente nuovi soci o magari mettere in vendita il patrimonio immobiliare. La società ha già predisposto con l’advisor At Kearney un nuovo piano industriale propedeutico all’intesa con le banche. Ma a fine marzo ha anche dato mandato a Ernst & Young di cercare soggetti finanziari o industriali interessati a investire nel gruppo accollandosi un aumento di capitale. La decisione, ha spiegato, “è stata assunta anche per contribuire al rafforzamento patrimoniale e finanziario della società ed eventualmente agevolare la negoziazione con le banche finanziatrici”.
“Siamo fortemente preoccupati”, spiega così Giovanni Sartini della Filctem Cgil. “Non ci hanno ancora detto nulla. E’ fuori dubbio che al problema finanziario debba venir data una risposta, che tipo di risposta sia lo scopriremo lunedì”. Un incontro dei rappresentanti sindacali con l’ad Giovanni Vacchi, comunque, è previsto per il pomeriggio di giovedì 23 aprile. Se lunedì si finisse con un nuovo rinvio, per quella data almeno ai rappresentanti dei lavoratori verrà detto qualcosa. A fine marzo le tre sigle coinvolte, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec avevano lanciato un allarme nel “timore del completo disastro finanziario e la perdita di circa 1.000 posti di lavoro se non si interviene in tempi brevissimi”. Oltre a Cuggiono, Zucchi e Bassetti hanno circa 650 dipendenti tra Rescaldina (Milano) e i punti di distribuzione in giro per l’Italia. Le banche creditrici sono Unicredit, Bnl, Banco Popolare e Ubi, con Unicredit che è anche azionista(4,7%), assieme a Intesa (3,4%) e Bpm (2,5%). Buffon ha il 56% del capitale.