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Rovigo, ragazzo gay aggredito in centro storico: “Stava baciando il fidanzato”

Un uomo ha scagliato un bicchiere in faccia al giovane fuori da un locale in Corso del Popolo. Matteo Pegoraro, consigliere comunale ed esponente della comunità gay: "Polesine terra di omofobia. Stima per non aver abbassato la testa"
Rovigo, ragazzo gay aggredito in centro storico: “Stava baciando il fidanzato”
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Stava baciando il suo compagno davanti a un bar del centro storico di Rovigo quando un uomo gli ha lanciato un bicchiere ferendolo in pieno volto. L’episodio di omofobia è successo la sera di sabato 18 aprile a un ragazzo gay che stava passando la serata in corso del Popolo in compagnia del fidanzato. “Alla coppia di ragazzi va tutta la mia vicinanza in un momento così difficile – si legge in una nota di Matteo Pegoraro, consigliere comunale di Solesino ed esponente della comunità gay – ma anche la stima e l’ammirazione per non aver abbassato la testa e aver vissuto il proprio amore alla luce del sole, seppure in un territorio dove spesso tutto ciò che si discosta dal comune modo di vivere viene guardato con diffidenza e sospetto”. Un amore “più coraggioso di mille cortei”, l’ha definito Pegoraro, che candidandosi a sindaco nel 2013 era stato a sua volta accusato da un sacerdote di “commettere peccato mortale e rovinare il nome del paese perché gay”.

Una buona occasione questa, secondo il consigliere, per tornare sul ruolo delle autorità nel campo dei diritti civili. L’accaduto”dimostra quanto poco le istituzioni locali, specie nella zona del Polesine e della bassa padovana, abbiano fatto e stiano facendo per educare i cittadini e le famiglie alle differenze, al rispetto dell’altro, alla lotta contro omofobia e transfobia – continua il consigliere – una politica omertosa che spesso finisce per tutelare solo le opinioni di chi si batte il petto in difesa della famiglia tradizionale additando i gay come malati e fomentando l’intolleranza”.

“Mi auguro che le autorità identifichino al più presto il colpevole di questo gesto vile, frutto di ignoranza e paure – conclude Pegoraro – ma soprattutto spero che la città di Rovigo e i comuni vicini si stringano attorno ai due ragazzi dimostrando loro solidarietà ma soprattutto sostenendo una battaglia di civiltà in cui ognuno, e la politica in primis, deve necessariamente fare la sua parte”.

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