Parlava esplicitamente di “jihad per Allah” ed era pronto a raggiungere la Siria attraverso la Germania. È grazie alle intercettazioni telefoniche che un sospetto foreign fighter tunisino residente a Ravenna, Noussair Louati, 27 anni, è stato arrestato nella tarda serata del 22 aprile dalla polizia di Stato di Ravenna e Bologna. Il tunisino era di fatto un senza fissa dimora, da qualche mese talmente ossessionato dalla guerra santa da volersi arruolare nelle milizie dell’Isis. Secondo gli inquirenti, il giovane, seppur conosciuto per precedenti per spaccio di droga, si è evidenziato per la prima volta con profilo criminale ed era in procinto di partire per la Siria con obiettivi terroristici. L’indagine ha preso avvio nel febbraio 2015, quando la polizia ha acquisito informazioni riguardanti il possibile coinvolgimento di Louati nell’attività di arruolamento nelle fila dello Stato Islamico.
Nel periodo in cui è stato monitorato, Louati avrebbe intrattenuto rapporti via Facebook con combattenti jihadisti operativi in Siria, tra cui un palestinese che si faceva chiamare Abou Jihad Asba, operativo nel campo profughi di Yarmouk, alle porte di Damasco. È proprio a quest’ultimo che Louati avrebbe rivelato, tramite Facebook e Skype, di essere un buon fratello musulmano e di voler fare la jihad. In seguito, il tunisino era riuscito a organizzare il suo trasferimento in Siria (passando attraverso la Turchia) per potersi unire ai gruppi jihadisti dell’Isis già impegnati in azioni terroristiche. Il 21 marzo scorso, Louati aveva acquistato un biglietto aereo di sola andata, con partenza prevista per il 26 marzo dall’aereoporto di Bergamo, diretto all’ aeroporto di Sabiha Gokcen di Istanbul (Turchia), partenza poi rinviata a causa del mancato rilascio del passaporto da parte del consolato tunisino. Negli ultimi giorni la polizia ha registrato la continua attività dell’uomo che ha tentato di raggiungere la Germania per poi trasferirsi in Siria, reperendo i fondi necessari anche attraverso lo spaccio sempre più intenso di sostanze stupefacenti.
L’attività di indagine dei pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari diretta dal procuratore capo Roberto Alfonso e con il contributo della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione, ha condotto all’arresto in base al nuovo articolo del codice penale parte del pacchetto antiterrorismo: l’articolo 270 quater, che esplicita il reato di “arruolamento di terroristi per combattere in territorio straniero” viene così applicato per la prima volta in Italia.
Secondo la stima del ministro degli Esteri Gentiloni dopo il consiglio esteri Ue di gennaio scorso, sarebbero circa tra 3mila e 5mila i foreign fighters presenti in Europa. Tra i recenti arresti per terrorismo si ricorda quello del 44enne turco fermato a Mestre il 6 aprile, nei cui confronti era stato emesso dalla magistratura di Ankara un mandato di cattura internazionale. L’uomo era stato fermato in Italia con la moglie e i figli ed è un presunto reclutatore per conto della Dhkp-C del “Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo”, l’organizzazione terroristica che ha ucciso, il 31 marzo scorso, a Istanbul il pm Mehmet Selin Kiraz. A marzo invece l’operazione “Balkan Connection” ha portato all’arresto di due cittadini albanesi e di un ventenne di origini marocchine a Brescia. I primi due volevano reclutare miliziani da inviare in Siria e sono considerati gli autori del documento di propaganda dell’Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano apparso nel web. Con loro era stato fermato anche e un ventenne italiano di origini marocchine residente in provincia di Torino per apologia di delitti di terrorismo aggravata dall’uso di internet.
Emilia Romagna
Terrorismo, fermato a Ravenna sospetto foreign fighter: “Voglio fare la jihad”
L'uomo, un tunisino di 27 anni, voleva arruolarsi nelle forze jihadiste e sarebbe dovuto partire il 22 aprile per raggiungere la Siria passando dalla Turchia. Su Facebook si scambiava dei messaggi con un combattente palestinese: "Sto arrivando, se Allah lo vuole". A Venezia e Brescia gli ultimi arresti per terrorismo
Parlava esplicitamente di “jihad per Allah” ed era pronto a raggiungere la Siria attraverso la Germania. È grazie alle intercettazioni telefoniche che un sospetto foreign fighter tunisino residente a Ravenna, Noussair Louati, 27 anni, è stato arrestato nella tarda serata del 22 aprile dalla polizia di Stato di Ravenna e Bologna. Il tunisino era di fatto un senza fissa dimora, da qualche mese talmente ossessionato dalla guerra santa da volersi arruolare nelle milizie dell’Isis. Secondo gli inquirenti, il giovane, seppur conosciuto per precedenti per spaccio di droga, si è evidenziato per la prima volta con profilo criminale ed era in procinto di partire per la Siria con obiettivi terroristici. L’indagine ha preso avvio nel febbraio 2015, quando la polizia ha acquisito informazioni riguardanti il possibile coinvolgimento di Louati nell’attività di arruolamento nelle fila dello Stato Islamico.
Nel periodo in cui è stato monitorato, Louati avrebbe intrattenuto rapporti via Facebook con combattenti jihadisti operativi in Siria, tra cui un palestinese che si faceva chiamare Abou Jihad Asba, operativo nel campo profughi di Yarmouk, alle porte di Damasco. È proprio a quest’ultimo che Louati avrebbe rivelato, tramite Facebook e Skype, di essere un buon fratello musulmano e di voler fare la jihad. In seguito, il tunisino era riuscito a organizzare il suo trasferimento in Siria (passando attraverso la Turchia) per potersi unire ai gruppi jihadisti dell’Isis già impegnati in azioni terroristiche. Il 21 marzo scorso, Louati aveva acquistato un biglietto aereo di sola andata, con partenza prevista per il 26 marzo dall’aereoporto di Bergamo, diretto all’ aeroporto di Sabiha Gokcen di Istanbul (Turchia), partenza poi rinviata a causa del mancato rilascio del passaporto da parte del consolato tunisino. Negli ultimi giorni la polizia ha registrato la continua attività dell’uomo che ha tentato di raggiungere la Germania per poi trasferirsi in Siria, reperendo i fondi necessari anche attraverso lo spaccio sempre più intenso di sostanze stupefacenti.
L’attività di indagine dei pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari diretta dal procuratore capo Roberto Alfonso e con il contributo della Direzione centrale della Polizia di Prevenzione, ha condotto all’arresto in base al nuovo articolo del codice penale parte del pacchetto antiterrorismo: l’articolo 270 quater, che esplicita il reato di “arruolamento di terroristi per combattere in territorio straniero” viene così applicato per la prima volta in Italia.
Secondo la stima del ministro degli Esteri Gentiloni dopo il consiglio esteri Ue di gennaio scorso, sarebbero circa tra 3mila e 5mila i foreign fighters presenti in Europa. Tra i recenti arresti per terrorismo si ricorda quello del 44enne turco fermato a Mestre il 6 aprile, nei cui confronti era stato emesso dalla magistratura di Ankara un mandato di cattura internazionale. L’uomo era stato fermato in Italia con la moglie e i figli ed è un presunto reclutatore per conto della Dhkp-C del “Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo”, l’organizzazione terroristica che ha ucciso, il 31 marzo scorso, a Istanbul il pm Mehmet Selin Kiraz. A marzo invece l’operazione “Balkan Connection” ha portato all’arresto di due cittadini albanesi e di un ventenne di origini marocchine a Brescia. I primi due volevano reclutare miliziani da inviare in Siria e sono considerati gli autori del documento di propaganda dell’Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano apparso nel web. Con loro era stato fermato anche e un ventenne italiano di origini marocchine residente in provincia di Torino per apologia di delitti di terrorismo aggravata dall’uso di internet.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.