Multa decisamente salata per Deutsche Bank che si prepara a chiudere i conti con lo scandalo della manipolazione del tasso interbancario Libor con una maxi transazione da 2,5 miliardi di dollari. I sette dipendenti coinvolti nella vicenda verranno inoltre licenziati: sei lavoravano nella filiale di Londra e uno in quella di Francoforte. I nomi di questi trader non sono stati resi noti, ma – spiega il Dipartimento dei servizi finanziari dello stato di New York (Dfs) – si tratta di un amministratore delegato, quattro direttori generali e due altri dirigenti. La stangata sul gruppo tedesco che in Italia è da poco indagato per i derivati di Mps, arriva tre anni dopo quella da 1,5 miliardi di dollari inflitta al gruppo svizzero Ubs sempre per la stessa vicenda. Un colpo non da poco, dunque, che lede immagine e bilanci della corazzata il cui quartier generale è a Francoforte. E i cui vertici esprimono “profondo rammarico”, pur parlando di “un ulteriore passo in avanti per ricostruire la fiducia di clienti e azionisti”.
L’atto di accusa dell’autorità finanziaria dello stato di New York è pesante: “dipendenti di Deutsche Bank hanno profuso un notevole sforzo teso a manipolare ad ampio raggio il tasso di riferimento con lo scopo di trarne profitto finanziario”. “I mercati – concludono i regolatori newyorkesi – non si manipolano da soli: serve un’azione illecita deliberata da parte di singole persone”. Dal 2005 al 2009 alcuni trader chiedevano di frequente che alcuni operatori proponessero tassi che sarebbero andati a beneficio delle loro posizioni di trading, invece che tassi in linea con la definizione dei tre tassi benchmark che nel loro insieme costituiscono il Libor.
Nel dettaglio, Deutsche Bank dovrà versare 775 milioni di dollari al Dipartimento alla giustizia americano, 800 milioni di dollari alla Us Commodity Futures Trading Commissione (l’autorità statunitense che regola il mercato dei futures), 600 milioni al New York State Department of Financial Services (Dfs) e 227 milioni alla Financial Conduct Authority britannica. “Nessun membro del Consiglio di Gestione di Deutsche Bank, attuale o passato, è coinvolto o era a conoscenza della condotta inappropriata dei trader”, è il commento della banca tedesca che spiega di aver messo in atto “provvedimenti disciplinari e licenziamenti nei confronti dei trader coinvolti nella vicenda, rafforzando significativamente i controlli e le procedure”. Il gigante bancario tedesco, quindi, assicura che effettuerà “accantonamenti per ulteriori 1,5 miliardi di euro” sul fronte delle spese legali ancora da sostenere. E mette in evidenza lo sforzo effettuato nell’indagine interna, “la più grande della sua storia che ha raccolto oltre 150 milioni di documenti elettronici e 850 mila file audio”, oltre alla revisione di più di 21 milioni di documenti elettronici e 320 mila file audio. L’istituto tedesco del resto non è nuovo a vicende di questo tipo. In Ue ha infatti chiuso un procedimento analogo per manipolazione dei tassi pagando 725 milioni di euro ed è tuttora sotto inchiesta per l’ipotesi di concorso in manipolazione dei mercati valutari.
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Manipolazione tassi, Deutsche Bank chiude caso Libor: multa da 2,5 miliardi
Multa decisamente salata per Deutsche Bank che si prepara a chiudere i conti con lo scandalo della manipolazione del tasso interbancario Libor con una maxi transazione da 2,5 miliardi di dollari. I sette dipendenti coinvolti nella vicenda verranno inoltre licenziati: sei lavoravano nella filiale di Londra e uno in quella di Francoforte. I nomi di questi trader non sono stati resi noti, ma – spiega il Dipartimento dei servizi finanziari dello stato di New York (Dfs) – si tratta di un amministratore delegato, quattro direttori generali e due altri dirigenti. La stangata sul gruppo tedesco che in Italia è da poco indagato per i derivati di Mps, arriva tre anni dopo quella da 1,5 miliardi di dollari inflitta al gruppo svizzero Ubs sempre per la stessa vicenda. Un colpo non da poco, dunque, che lede immagine e bilanci della corazzata il cui quartier generale è a Francoforte. E i cui vertici esprimono “profondo rammarico”, pur parlando di “un ulteriore passo in avanti per ricostruire la fiducia di clienti e azionisti”.
L’atto di accusa dell’autorità finanziaria dello stato di New York è pesante: “dipendenti di Deutsche Bank hanno profuso un notevole sforzo teso a manipolare ad ampio raggio il tasso di riferimento con lo scopo di trarne profitto finanziario”. “I mercati – concludono i regolatori newyorkesi – non si manipolano da soli: serve un’azione illecita deliberata da parte di singole persone”. Dal 2005 al 2009 alcuni trader chiedevano di frequente che alcuni operatori proponessero tassi che sarebbero andati a beneficio delle loro posizioni di trading, invece che tassi in linea con la definizione dei tre tassi benchmark che nel loro insieme costituiscono il Libor.
Nel dettaglio, Deutsche Bank dovrà versare 775 milioni di dollari al Dipartimento alla giustizia americano, 800 milioni di dollari alla Us Commodity Futures Trading Commissione (l’autorità statunitense che regola il mercato dei futures), 600 milioni al New York State Department of Financial Services (Dfs) e 227 milioni alla Financial Conduct Authority britannica. “Nessun membro del Consiglio di Gestione di Deutsche Bank, attuale o passato, è coinvolto o era a conoscenza della condotta inappropriata dei trader”, è il commento della banca tedesca che spiega di aver messo in atto “provvedimenti disciplinari e licenziamenti nei confronti dei trader coinvolti nella vicenda, rafforzando significativamente i controlli e le procedure”. Il gigante bancario tedesco, quindi, assicura che effettuerà “accantonamenti per ulteriori 1,5 miliardi di euro” sul fronte delle spese legali ancora da sostenere. E mette in evidenza lo sforzo effettuato nell’indagine interna, “la più grande della sua storia che ha raccolto oltre 150 milioni di documenti elettronici e 850 mila file audio”, oltre alla revisione di più di 21 milioni di documenti elettronici e 320 mila file audio. L’istituto tedesco del resto non è nuovo a vicende di questo tipo. In Ue ha infatti chiuso un procedimento analogo per manipolazione dei tassi pagando 725 milioni di euro ed è tuttora sotto inchiesta per l’ipotesi di concorso in manipolazione dei mercati valutari.
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb (Adnkronos) - Opposizioni compatte domani alla Camera per il doppio appuntamento con la sfiducia. Destinatari delle mozioni sono i ministri della Giustizia Carlo Nordio e del Turismo Daniela Santanchè. Solo nel secondo caso, però, l'aula di Montecitorio si esprimerà con un voto. Per un 'verdetto' su Nordio, salvo clamorosi (e inattesi) cambiamenti dell'ordine del giorno, questa settimana non se ne farà nulla.
La mozione contro il ministro della Giustizia nasce dalla vicenda Almasri e dalle 11 di domani è prevista solo la discussione generale. Politicamente (e anche formalmente) la sfiducia a Nordio ha una base ampia, pur se perimetrata al solo campo dell'opposizione. La mozione è stata presentata dalla capogruppo del Pd Chiara Braga ed è stata sottoscritta dai capigruppo M5s (Riccardo Ricciardi), Avs (Luana Zanella), Iv (Davide Faraone), +Europa (Riccardo Magi). Il leader di Azione Carlo Calenda si è invece detto più volte contrario alla sfiducia al ministro.
Diverso il discorso per la mozione Santanchè, legata alle vicende giudiziarie delle sue società. Nell'aula della Camera si è già svolta la discussione generale e per domani, dalle 15,30, è in programma il seguito della discussione. A partire dalla replica della ministra del Turismo attesa, salvo novità, in apertura di seduta. A seguire il voto. Anche qui il fronte delle opposizioni risulta compatto. La mozione Santanchè è del M5s, prima firma dell'ex capogruppo Francesco Silvestri, ed è stata sottoscritta dalle capogruppo del Pd (Braga) e di Avs (Zanella). Formalmente mancano all'atto le firme di +Europa e Azione, che però avrebbero assicurato il proprio supporto al momento del voto, e di Italia viva.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Un ente come Fondazione Bicocca è assolutamente innovativo perché apre totalmente al privato. Una formula coerente con le intenzioni del governo, che sta novellando le norme legate al partenariato pubblico-privato per un equilibrato rapporto tra gli interessi pubblici e l'interesse privato”. Così Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Bicocca, pertanto, sta facendo una bellissima esperienza: una start up all'interno della start up. Ci auguriamo, quindi, che il buon successo di questa iniziativa possa essere preso come esempio da molti altri. Il giusto e sano collegamento tra un'accademia, come questa l'università, e le imprese è una cosa buona e giusta che perseguiamo con grande attenzione”, conclude.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - "Oggi presentiamo Fondazione Bicocca a tutta la comunità e a tutti i nostri possibili stakeholders. Lo scopo della Fondazione è quello di mettere in relazione il territorio con l'università. È un facilitatore e quindi speriamo di ottenere dei grossi risultati. Oggi il primo evento di una lunga serie”. Così Marco Orlandi prorettore vicario dell'università Milano-Bicocca e presidente di Fondazione Bicocca durante l'evento "Connessioni per il futuro". Un incontro pensato per presentare Fondazione Bicocca, un nuovo ente in grado di supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’ateneo. “Siamo molto orgogliosi, siamo un'università giovane nata 26 anni fa, ma in questi 26 anni abbiamo ottenuto degli ottimi risultati e questo era il momento di dotarsi di un altro strumento per essere ancora più attrattivi per il territorio e per i nostri stakeholders" conclude Orlandi.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.