Bombe carta scagliate verso la tifoseria del Torino, sassi e bottiglie contro il pullman della Juventus, un contatto tra le due tifoserie prima dell’inizia della gara evitato solo per l’intervento delle forze dell’ordine. E’ stato un derby della Mole all’insegna di scontri e tensioni. Una bomba carta è esplosa all’interno dello Stadio Olimpico durante il primo tempo della gara tra i granata e i bianconeri (finita con il risultato di 2-1 per la squadra di Giampiero Ventura), causando 9 feriti (11 secondo alcune fonti d’agenzia). E’ accaduto tutto nei minuti iniziali. Non appena le squadre sono entrate in campo, dalla curva Primavera del Torino è iniziato un lancio di oggetti e fumogeni verso i tifosi del settore juventino. Questi ultimi hanno risposto lanciando la bomba carta: l’ordigno è partito in direzione dello spicchio del primo anello – contiguo al settore ospiti – dove negli ultimi anni prendono posto i vecchi ultras del Torino. Caduto proprio in mezzo ai tifosi, il petardo è esploso e ha causato il ferimento di nove di loro. Otto sono ricoverati all’ospedale Le Molinette. Uno è stato trasportato in codice giallo all’ospedale Mauriziano.

Per l’accaduto la polizia ha arrestato due tifosi juventini e uno granata. Un altro supporter bianconero è stato fermato invece per resistenza a pubblico ufficiale e lancio di oggetti pericolosi durante le tensioni di questa mattina in piazza San Gabriele da Gorizia dove la polizia per dividere le tifoserie ha operato due cariche di alleggerimento. Un quinto tifoso, juventino, è stato invece arrestato dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale all’ingresso dello stadio poco prima dell’inizio della gara. La polizia infine ha identificato dai filmati e denuncerà per di danneggiamento aggravato uno dei granata che ha partecipato all’assalto del bus della Juve durante il quale un sasso ha infranto un vetro.  

Sassi contro il pullman della Juventus: paura e un vetro infranto
La giornata del derby (primo match point scudetto per gli uomini di Massimiliano Allegri in caso di vittoria e di sconfitta per la Lazio) era cominciata sotto cattivi auspici, quando attorno alle 13,30 un gruppo di circa 300 ultrà granata avevano scagliato sassi, bottiglie di birra, bombe carta e uova contro il pullman della Juve che transitava diretto allo stadio in corso Agnelli, poco prima di girare in via Filadelfia, dove c’è l’ingresso degli spogliatoi. Il più esterno dei due vetri della fiancata sinistra (il mezzo è dotato di doppi vetri) è andato in frantumi, mentre per fortuna dei giocatori il secondo ha resistito agli urti. Negli stessi istanti alcuni ultrà hanno lanciato un paio di bombe carte sotto al pullman, mentre un centinaio di altri provavano a sbarrargli la strada: l’autista ha accelerato e i tifosi si sono scansati, colpendo a calci e pugni il veicolo. Poco più tardi, gli stessi gruppi della tifoseria granata hanno salutato il pullman del Torino che arrivava allo stadio al grido: “Uccideteli“.

Tensione tra gruppi ultrà, interviene la polizia
In mattinata attorno alle 11.30, prima di questo episodio, si era verificato un tentativo di contatto nei pressi dello stadio torinese, in piazza San Gabriele da Gorizia, fra le due tifoserie opposte. Sono intervenuti gli agenti della polizia di Torino, frapponendosi ai tifosi, prima che la situazione potesse degenerare.

Alfano: “Nessuna clemenza verso i teppisti”
Nessuna clemenza verso i nemici dello sport: questo sono i teppisti che vorrebbero rovinare una passione, allontanando le famiglie, la gente, gli sportivi dagli stadi”, il commento del ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Ci aspettiamo – ha detto ancora il capo del Viminale – che tutti prendano le distanze da questi gravissimi e irresponsabili comportamenti”.

Juventus: “Condanna, ma ci sia pari trattamento nella valutazione”
La prima presa di distanza dall’accaduto arriva dalla Juventus, che in una nota sul suo sito internet “condanna ogni forma di violenza sia essa proveniente dai propri tifosi o da quelli avversari ed esige pari trattamento nella valutazione di essi in sede di giustizia sportiva o di commento. I fatti odierni richiedono una profonda riflessione da parte del calcio, ma anche delle istituzioni e dei media, che di questo spettacolo sono protagonisti importanti”.

Coccia (Pd): “Sospendere il campionato”
Anche dalla politica si levano voci di condanna. “Dopo ennesimo episodio violenza stadi sarebbe opportuno pensare di sospendere il campionato. Qst nn è sport”, è il messaggio inviato da Laura Coccia, deputato del PD ed ex-atleta disabile, sul suo profilo Twitter. “La violenza negli stadi va punita severamente – commenta Stefano Pedica, del partito Democratico – dopo gli incidenti del derby della Mole, bisogna mandare un segnale forte ai tifosi violenti facendo giocare ad entrambe le squadre tutte le partite a Torino a porte chiuse fino alla fine del campionato”.

Marotta: “Colpa dei giornalisti che ci danno dei ‘ladri'”
“Sicuramente si è trattato di un fatto di grave violenza”, ha commentato Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, “deplorevole, secondo me preventivabile, frutto anche di alcuni giornalisti che spesso usano un linguaggio contro di noi, non valutando quelli che sono invece i meriti sportivi”. “E’ normale che poi la conseguenza della gente sia questa”, ha continuato il dirigente ai microfoni di Sky Sport. “La speranza è che non si arrivi veramente a un fatto grave di cui poi tutti noi dovremo pentircene”. Marotta ha chiarito poi l’oggetto della sua polemica: “Basta leggere un pezzo di stamattina su un autorevole quotidiano sportivo in cui veniamo tacciati di essere dei ladri“.

Allegri: “Nessuno prende provvedimenti”
“Sono dispiaciuto per gli incidenti – il commento di Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus – purtroppo in Italia siamo ancora indietro e finché chi di dovere non prenderà provvedimenti sarà così. Ne va del calcio ma anche del Paese – ha aggiunto il tecnico bianconero ai microfoni di Sky – dobbiamo migliorare per riportare la gente allo stadio e i bambini in primis visto che portarli con quello che succede oggi sarebbe da folli”.

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