I deputati chiamati a votare Sì o No all’Italicum dovrebbero portarsi in aula due libriccini. Uno, piuttosto noto, s’intitola Costituzione della Repubblica Italiana ed è stato scritto fra il 1946 e il 1947 da un’Assemblea costituente appositamente eletta dai cittadini con il sistema elettorale più democratico che esista: il proporzionale. Il secondo, piuttosto ignoto, è il Discorso sulla servitù volontaria dello scrittore francese Etienne de la Boétie, che lo ultimò intorno al 1549 ma poté pubblicarlo clandestinamente, solo nel 1576, e con un altro titolo, Il Contra uno. E basta leggerne qualche riga per capire il perché: “Vorrei soltanto riuscire a comprendere – scrive De la Boétie – come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi”.
Il pensatore francese, che è un po’ il papà di tutti gli anarchici, sosteneva che il potere diventa tirannide non tanto per la prava volontà dei dittatori, quanto piuttosto per la supina condiscendenza dei cittadini che diventano sudditi senza neppure accorgersene. E incoraggiava tutti gli spiriti liberi alla resistenza passiva contro i regimi autoritari che li opprimevano, rassicurandoli sul fatto che non avrebbero dovuto versare neppure una goccia di sangue: bastava che non collaborassero. “Non c’è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù. Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla”. E tutto il suo enorme potere verrebbe giù come un castello di carte al primo soffio di vento. “Sono dunque i popoli stessi che si lasciano incatenare, perché se smettessero di servire, sarebbero liberi. È il popolo che si fa servo, si taglia la gola da solo e, potendo scegliere tra servitù e libertà, rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo: acconsente al proprio male, anzi lo persegue”.
Ovviamente Renzi non è un tiranno, anche se ogni tanto gli piacerebbe. Ma molti suoi oppositori – per non parlare di tanti cittadini anestetizzati da tv e stampa governative – si comportano come se lo fosse. Non per paura di repressioni, ci mancherebbe. Ma di piccole vendette di potere. Per una sorta di horror vacui da poltrone. Per quel naturale conformismo che rende più comodo e meno faticoso lasciar fare e lasciar passare tutto, che non contestare e mettersi di traverso su qualcosa. E anche per un generale senso di spossatezza che fa dire a tanti: ma sì, lasciamolo lavorare, ne abbiamo provati tanti, tentiamo anche questo, che poi peggio di chi l’ha preceduto non può essere.
Questo atteggiamento può persino esser comprensibile con le varie riformette ordinarie del governo. Ma oggi, in Parlamento, è in gioco ben altro: una legge elettorale che ci terremo per anni e che stravolge la democrazia parlamentare come l’abbiamo conosciuta fin qui molto più e peggio di come faceva il Porcellum.
Un gruppo di costituzionalisti e intellettuali ha lanciato un estremo appello per chiedere “a tutti i parlamentari di ritrovare la propria dignità e la forza di rappresentare davvero la Nazione senza vincolo di mandato, come la Costituzione loro garantisce ed impone”. Cioè di fermare questo scempio incostituzionale e dannoso per tutti i cittadini. I quali cittadini cominciano ad accorgersene, visto che – almeno quelli che dicono di conoscere l’Italicum – sono decisamente contrari.
Sappiamo bene quali sono i numeri alla Camera in questa che potrebbe essere l’ultima lettura, in mancanza di modifiche al testo licenziato dal Senato. Se è vero che neppure Verdini presterà il soccorso azzurro all’amico Renzi, la minoranza del Pd sarà più che mai decisiva. Ed è bene che tutti gli elettori democratici facciano sentire – con email, lettere, telefonate e messaggi sui social network – a Bersani, Cuperlo, Bindi & C. il peso della responsabilità che si assumerebbero votando Sì o anche non votando No all’Italicum (o alla fiducia al governo, se Renzi avrà la sfrontatezza di porla).
Le ragioni costituzionali – come ricorda l’appello – sono tutte dalla parte del No. Ma, se i peones della sinistra Pd imbullonati alla poltrona non vogliono farlo per noi, lo facciano almeno per se stessi. Le minacce di Renzi e dei suoi giannizzeri sono sparate con pistole a salve. Anzi, i peggiori rischi la minoranza interna li corre proprio se l’Italicum passa: a quel punto Renzi avrà buon gioco ad andare alle elezioni anticipate, prima di perdere altri consensi, e certamente spazzerà via i suoi oppositori escludendoli dall’elenco dei capilista bloccati con elezione assicurata. Se invece l’Italicum non passa, a Renzi non conviene più azzardare le urne (sempreché Mattarella gliele conceda) per un semplicissimo motivo: si voterebbe con il Consultellum, cioè col proporzionale puro. E, se son veri i sondaggi, lui prenderebbe il 35%, e il 15 mancante per governare dovrebbe andare a mendicarlo da B. per una riedizione delle larghe intese che gli sarebbe (a Renzi, non a B.) letale.
Quindi chi non vuole consegnare l’Italia a un uomo solo per chissà quanti anni, oggi sa quel che deve fare: bocciare l’Italicum e presentare subito un ddl che ripristini il Mattarellum. “Questo vostro padrone che vi domina – scriveva De la Boétie – ha solo due occhi, due mani, un corpo, niente di diverso da quanto possiede l’ultimo abitante delle vostre città, eccetto i mezzi per distruggervi che voi stessi gli fornite… Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi”.
Il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2015
Marco Travaglio
Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
Politica - 28 Aprile 2015
Italicum, ma che paura avete?
I deputati chiamati a votare Sì o No all’Italicum dovrebbero portarsi in aula due libriccini. Uno, piuttosto noto, s’intitola Costituzione della Repubblica Italiana ed è stato scritto fra il 1946 e il 1947 da un’Assemblea costituente appositamente eletta dai cittadini con il sistema elettorale più democratico che esista: il proporzionale. Il secondo, piuttosto ignoto, è il Discorso sulla servitù volontaria dello scrittore francese Etienne de la Boétie, che lo ultimò intorno al 1549 ma poté pubblicarlo clandestinamente, solo nel 1576, e con un altro titolo, Il Contra uno. E basta leggerne qualche riga per capire il perché: “Vorrei soltanto riuscire a comprendere – scrive De la Boétie – come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi”.
Il pensatore francese, che è un po’ il papà di tutti gli anarchici, sosteneva che il potere diventa tirannide non tanto per la prava volontà dei dittatori, quanto piuttosto per la supina condiscendenza dei cittadini che diventano sudditi senza neppure accorgersene. E incoraggiava tutti gli spiriti liberi alla resistenza passiva contro i regimi autoritari che li opprimevano, rassicurandoli sul fatto che non avrebbero dovuto versare neppure una goccia di sangue: bastava che non collaborassero. “Non c’è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù. Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla”. E tutto il suo enorme potere verrebbe giù come un castello di carte al primo soffio di vento. “Sono dunque i popoli stessi che si lasciano incatenare, perché se smettessero di servire, sarebbero liberi. È il popolo che si fa servo, si taglia la gola da solo e, potendo scegliere tra servitù e libertà, rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo: acconsente al proprio male, anzi lo persegue”.
Ovviamente Renzi non è un tiranno, anche se ogni tanto gli piacerebbe. Ma molti suoi oppositori – per non parlare di tanti cittadini anestetizzati da tv e stampa governative – si comportano come se lo fosse. Non per paura di repressioni, ci mancherebbe. Ma di piccole vendette di potere. Per una sorta di horror vacui da poltrone. Per quel naturale conformismo che rende più comodo e meno faticoso lasciar fare e lasciar passare tutto, che non contestare e mettersi di traverso su qualcosa. E anche per un generale senso di spossatezza che fa dire a tanti: ma sì, lasciamolo lavorare, ne abbiamo provati tanti, tentiamo anche questo, che poi peggio di chi l’ha preceduto non può essere.
Questo atteggiamento può persino esser comprensibile con le varie riformette ordinarie del governo. Ma oggi, in Parlamento, è in gioco ben altro: una legge elettorale che ci terremo per anni e che stravolge la democrazia parlamentare come l’abbiamo conosciuta fin qui molto più e peggio di come faceva il Porcellum.
Un gruppo di costituzionalisti e intellettuali ha lanciato un estremo appello per chiedere “a tutti i parlamentari di ritrovare la propria dignità e la forza di rappresentare davvero la Nazione senza vincolo di mandato, come la Costituzione loro garantisce ed impone”. Cioè di fermare questo scempio incostituzionale e dannoso per tutti i cittadini. I quali cittadini cominciano ad accorgersene, visto che – almeno quelli che dicono di conoscere l’Italicum – sono decisamente contrari.
Sappiamo bene quali sono i numeri alla Camera in questa che potrebbe essere l’ultima lettura, in mancanza di modifiche al testo licenziato dal Senato. Se è vero che neppure Verdini presterà il soccorso azzurro all’amico Renzi, la minoranza del Pd sarà più che mai decisiva. Ed è bene che tutti gli elettori democratici facciano sentire – con email, lettere, telefonate e messaggi sui social network – a Bersani, Cuperlo, Bindi & C. il peso della responsabilità che si assumerebbero votando Sì o anche non votando No all’Italicum (o alla fiducia al governo, se Renzi avrà la sfrontatezza di porla).
Le ragioni costituzionali – come ricorda l’appello – sono tutte dalla parte del No. Ma, se i peones della sinistra Pd imbullonati alla poltrona non vogliono farlo per noi, lo facciano almeno per se stessi. Le minacce di Renzi e dei suoi giannizzeri sono sparate con pistole a salve. Anzi, i peggiori rischi la minoranza interna li corre proprio se l’Italicum passa: a quel punto Renzi avrà buon gioco ad andare alle elezioni anticipate, prima di perdere altri consensi, e certamente spazzerà via i suoi oppositori escludendoli dall’elenco dei capilista bloccati con elezione assicurata. Se invece l’Italicum non passa, a Renzi non conviene più azzardare le urne (sempreché Mattarella gliele conceda) per un semplicissimo motivo: si voterebbe con il Consultellum, cioè col proporzionale puro. E, se son veri i sondaggi, lui prenderebbe il 35%, e il 15 mancante per governare dovrebbe andare a mendicarlo da B. per una riedizione delle larghe intese che gli sarebbe (a Renzi, non a B.) letale.
Quindi chi non vuole consegnare l’Italia a un uomo solo per chissà quanti anni, oggi sa quel che deve fare: bocciare l’Italicum e presentare subito un ddl che ripristini il Mattarellum. “Questo vostro padrone che vi domina – scriveva De la Boétie – ha solo due occhi, due mani, un corpo, niente di diverso da quanto possiede l’ultimo abitante delle vostre città, eccetto i mezzi per distruggervi che voi stessi gli fornite… Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi”.
Il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2015
PADRINI FONDATORI
di Marco Lillo e Marco Travaglio 15€ AcquistaArticolo Precedente
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Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il governo non risponde: sta coprendo qualcuno? Se lo sta facendo, ha l'obbligo di dirlo. Questa questione, sappia palazzo Chigi, se Meloni pensa di essere diventata come Trump che firma ordini esecutivi ed è Dio, patria e famiglia, se lo scordi. Il governo rischia di traballare su questa cosa. Noi riteniamo la premier responsabile in toto di questa cosa". Lo dice Angelo Bonelli rispondendo a una domanda sul caso Paragon durante una conferenza stampa di Avs sui referendum.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Abbiamo un sacco di interrogativi e il governo continua a non rispondere. E ci siamo posti anche questa domanda: la sera prima che Casarini" scoprisse lo spyware nel suo telefono, "io ero a cena Luca Casarini e c'erano anche altri parlamentare della Repubblica: mi hanno osservato? Mi hanno spiato?". Lo chiede Nicola Fratoianni nella conferenza stampa convocata da Avs alla Camera sui referendum rispondendo a una domanda su Paragon.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "E' un vero piacere dare il benvenuto a lei e alla delegazione che l'accompagna, la sua presenza a Roma è un onore per la Repubblica italiana e per me è un grande piacere accoglierla nuovamente al Quirinale a distanza di pochi mesi dal nostro ultimo incontro. Ed è una testimonianza delle eccellenti relazioni che vi sono tra Israele e Italia, anche attestate dalla frequenza degli incontri: sono state frequenti le missioni in Israele in questo periodo del ministro degli Esteri Tajani che è anche vicepresidente del Consiglio, a dimostrazione dell'intensità del nostro rapporto e della nostra amicizia". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog.
"E' un piacere averla qui, poter dialogare con lei -ha ribadito Mattarella- e scambiare le nostre opinioni con grande franchezza e amicizia e con grande intesa collaborativa".
Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.