Il mondo FQ

Toyota Mirai, abbiamo guidato l’auto a idrogeno. Che, sorpresa, è molto normale

È una macchina rarissima. Sotto la carrozzeria nasconde una tecnologia che non prenderà piede prima di 15 o 20 anni. Eppure la Mirai non è una navicella spaziale: si guida facilmente, come qualunque automatica. Peccato che per ora, da noi, non si sappia dove fare rifornimento
Commenti

Fare il giro dell’isolato non è propriamente una prova su strada. Ma guidare un’auto a idrogeno, anche se per pochi minuti intorno al Javitz Center sede del Salone di New York, è comunque un’esperienza interessante. Non solo perché la Toyota Mirai è un’auto rarissima, di cui vengono prodotte artigianalmente soltanto 2-3 unità al giorno, in Giappone. Ma anche perché un giro a bordo del primo modello di serie a idrogeno della Toyota è un breve balzo in un futuro (diciamo almeno 2030) in cui, a detta della maggior parte dei costruttori, le automobili elettriche per le lunghe percorrenze produrranno la corrente direttamente bordo, a partire dall’idrogeno.

Toyota Mirau interno

Guidare la Mirai, però, per me ha avuto anche un altro significato: mi ha permesso di toccare con mano il fatto che la tecnologia delle celle a combustibile è pronta ad arrivare sulle nostre strade. Se quando pensate all’auto a idrogeno vi immaginate una specie di navicella spaziale su ruote, vi sbagliate: per quanto traspare al guidatore, la Mirai è un’auto normalissima. Ha un aspetto un po’ bizzarro, è vero, ma per il resto si avvia come una qualsiasi auto moderna (premendo un tasto) e si guida come qualunque automatica. È decisamente più silenziosa di un’auto a benzina, altrettanto scattante, ma un po’ meno spaziosa all’interno, perché su un’auto di cinque metri si sta comodi in quattro: colpa delle due grosse bombole d’idrogeno posizionate sotto i sedili posteriori e nella parte bassa del bagagliaio. A ridurre il volume utile ci sono anche il pacchetto delle fuel cell (nel pavimento) e una batteria posteriore, che serve ad accumulare l’elettricità prodotta in eccesso fino a quando non viene richiamata da un’accelerata decisa.

Toyota Mirai idrogeno schema

L’unico vero ostacolo alla messa in commercio delle auto a fuel cell, oggi, non è di tipo tecnico, ma infrastrutturale. La Mirai è già in vendita in Giappone, ed entro fine anno arriverà anche in CaliforniaEuropa, ma solo in zone selezionate – nel Vecchio Continente, alcune aree metropolitane di Regno Unito, Germania e Danimarca – in cui siano presenti i distributori d’idrogeno. Già, perché l’idrogeno sarà pure l’elemento più diffuso sulla Terra, ma per metterlo nel serbatoio servono molti passaggi: innanzitutto, bisogna separarlo dagli altri elementi cui si lega, e per farlo serve energia (idealmente, prodotta da fonti rinnovabili). Poi bisogna stoccarlo ad altissima pressione e distribuirlo alle vetture. Negli Stati Uniti, dove la Mirai andrà in vendita a un prezzo di 75.500 dollari, esistono 40 stazioni, di cui più della metà sono situate in California. Infatti, le due Mirai che giravano per Manhattan nei giorni del Salone sono arrivate con il pieno di idrogeno. E di fare rifornimento nella Grande Mela, come mi ha spiegato il tecnico Toyota che mi ha accompagnata nel mio breve test drive, non c’era speranza. “Ma stia tranquilla, abbiamo più di 300 miglia (480 km) di autonomia con un pieno”.

Toyota Mirai specchiata


Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano

L'amato strillone del Fatto

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione