Il figlio del giudice che ha condannato Silvio Berlusconi si candida nella coalizione che sostiene l’uomo di Silvio Berlusconi. Accade in Campania. In provincia di Napoli, per la precisione. Dario D’Isa, quarantenne avvocato di Sorrento, è tra i candidati di ‘Noi Sud’ per l’elezione in consiglio regionale ed è il figlio di Claudio D’Isa, magistrato di Cassazione componente della Sezione Feriale presieduta da Antonio Esposito che il 1 agosto 2013 rese definitiva la condanna del Cavaliere a 4 anni di reclusione per frode fiscale al termine del processo Mediaset. ‘Noi Sud’ è una lista fondata dal parlamentare campano Antonio Milo, originario di Agerola. E’ alleata di Forza Italia e fa parte della coalizione che appoggia il Governatore uscente, il berlusconiano Stefano Caldoro.
La candidatura di D’Isa jr. non è stata preceduta da indiscrezioni di stampa. E’ emersa solo al momento del deposito delle liste. L’avvocato quarantenne si affaccia alla tenzone elettorale con il fardello di alcune vicende giudiziarie dagli strascichi poco chiari. Nel 2013 la Procura di Torre Annunziata lo ha indagato per usura nell’ambito di un’inchiesta che ha riguardato 28 persone. Un’informativa dei carabinieri di Piano di Sorrento ha allegato le intercettazioni di nove telefonate di D’Isa jr. con il padre (non indagato). I due discutono di soldi, di cospicui bonifici, di un prestito che il figlio deve restituire al genitore. Ma ci sono altre telefonate nelle quali D’Isa jr., che non è avvocato cassazionista, ottiene un mandato legale per assistere il fratello di un imprenditore alberghiero di Agerola. L’uomo è imputato in Cassazione di una raffica di abusi edilizi, ha una sfilza di condanne che se diventano definitive ne comporterebbero l’incarcerazione. Le telefonate dimostrano che D’Isa jr. riceve 7000 euro in contanti. Agli atti ci sono anche conversazioni in cui l’avvocato chiede al padre magistrato di interessarsi di una causa in Cassazione, e le date coincidono con l’udienza di novembre che riguarda il fratello dell’imprenditore alberghiero.
La Cassazione conferma la condanna, e l’imprenditore pretende la restituzione dei 7000 euro. Viene accontentato. Le telefonate sono intercettate tra ottobre e dicembre 2013. Qualche mese dopo, il fratello dell’imprenditore viene tradotto in carcere a Poggioreale. Per scontare la condanna diventata esecutiva. Nei mesi scorsi il pm Silvio Pavia ha notificato le richieste di proroga delle indagini per usura, ma il nome di D’Isa jr. era stato depennato dall’elenco. Decisione che può far pensare a una richiesta di archiviazione. Oppure a uno stralcio. Risale invece ad aprile il rinvio a giudizio di Dario D’Isa per una rissa avvenuta nell’agosto 2013 in un night di Sorrento. La prima udienza del processo è stata fissata ad ottobre.