Il motivo per cui i black bloc, che hanno messo a ferro e fuoco alcune vie di Milano, non sono stati attaccati lo ha spiegato già due giorni fa il capo della Polizia, Alessandro Pansa: “Evitare feriti”. Ma a quanto pare non tutti gli agenti sono d’accordo sulla gestione dell’ordine pubblico della giornata del Primo maggio. In una intervista al Quotidiano Nazionale, un poliziotto anonimo sostiene che le tute nere potevano essere fermate e di essere arrabbiato per questo: “Molte vetrine erano già state spaccate. Però li potevamo prendere subito, fermare”.
“Ci sono stati dei momenti in cui tutti noi sapevamo che si potevano prendere, fermare. Ma il funzionario ha detto no. Era un ordine e noi agli ordini dobbiamo obbedire. Ci sono alcuni funzionari che i gradi sembrano averli vinti con i punti delle merendine” afferma l’agente che sostiene di essere da 20 anni in Polizia. “A un certo punto li avevamo chiusi in una piazza. In quel momento i black bloc si potevano bloccare, se ne potevano fermare parecchi. Bastava spostare un po’ di uomini e si potevano chiudere del tutto. È vero che avremmo sguarnito il presidio verso la Scala che erano uno dei target principale dei violenti e che non è stata raggiunta dai black bloc), ma si poteva ridislocare solo una parte degli agenti”, racconta l’uomo, osservando che “già dalla vigilia si sapeva che l’orientamento era di evitare il contatto a tutti i costi“.
“Fa rabbia vedere la gente che piange perché ha il negozio distrutto. La gente che ti chiede perché non li hai fermati”, commenta l’agente. “Veniamo addestrati per fare queste cose, ma se poi non le dobbiamo fare perché ci addestriamo?”. L’agente ammette però: “Meglio auto e vetrine che personale ferito, però mi chiedo perché non si può cercare di salvare tutto?” e aggiunge che molti colleghi sono arrabbiati per Milano “ma anche per gli equipaggiamenti che ci danno. Pensi al collega colpito dalla molotov e che ha preso fuoco. I materiali dovrebbero essere ignifughi”. Il poliziotto, oltre che di agente lievemente ustionato parla anche di un collega con una frattura a un piede, ma il bollettino ufficiale parla di 11 contusi tra le forze dell’ordine che sono stati medicati e non ricoverati in ospedale. “Poteva andare peggio perché noi sappiamo che i black bloc a Milano volevano vendicare Genova“.
Sulla strategia delle tute nere infine aggiunge: “Si sono creati una cortina di fumo che impediva la vista e, dentro, si sono cambiati. Hanno lasciato tutto a terra e si sono mischiati al corteo. Ci si poteva organizzare meglio e ne avremmo fermati molti di più. Forse ci volevano più agenti, meno prudenza. Potevamo prenderli”.
Expo 2015
No Expo, un agente: “Potevamo fermare black bloc ma ordine era evitare contatti”
In una intervista al Quotidiano Nazionale, un poliziotto anonimo sostiene che le tute nere potevano essere fermate e di essere arrabbiato per questo: "Molte vetrine erano già state spaccate. Però li potevamo prendere subito, fermare". Sui feriti: "Poteva andare peggio perché noi sappiamo che a Milano volevano vendicare Genova"
Il motivo per cui i black bloc, che hanno messo a ferro e fuoco alcune vie di Milano, non sono stati attaccati lo ha spiegato già due giorni fa il capo della Polizia, Alessandro Pansa: “Evitare feriti”. Ma a quanto pare non tutti gli agenti sono d’accordo sulla gestione dell’ordine pubblico della giornata del Primo maggio. In una intervista al Quotidiano Nazionale, un poliziotto anonimo sostiene che le tute nere potevano essere fermate e di essere arrabbiato per questo: “Molte vetrine erano già state spaccate. Però li potevamo prendere subito, fermare”.
“Ci sono stati dei momenti in cui tutti noi sapevamo che si potevano prendere, fermare. Ma il funzionario ha detto no. Era un ordine e noi agli ordini dobbiamo obbedire. Ci sono alcuni funzionari che i gradi sembrano averli vinti con i punti delle merendine” afferma l’agente che sostiene di essere da 20 anni in Polizia. “A un certo punto li avevamo chiusi in una piazza. In quel momento i black bloc si potevano bloccare, se ne potevano fermare parecchi. Bastava spostare un po’ di uomini e si potevano chiudere del tutto. È vero che avremmo sguarnito il presidio verso la Scala che erano uno dei target principale dei violenti e che non è stata raggiunta dai black bloc), ma si poteva ridislocare solo una parte degli agenti”, racconta l’uomo, osservando che “già dalla vigilia si sapeva che l’orientamento era di evitare il contatto a tutti i costi“.
“Fa rabbia vedere la gente che piange perché ha il negozio distrutto. La gente che ti chiede perché non li hai fermati”, commenta l’agente. “Veniamo addestrati per fare queste cose, ma se poi non le dobbiamo fare perché ci addestriamo?”. L’agente ammette però: “Meglio auto e vetrine che personale ferito, però mi chiedo perché non si può cercare di salvare tutto?” e aggiunge che molti colleghi sono arrabbiati per Milano “ma anche per gli equipaggiamenti che ci danno. Pensi al collega colpito dalla molotov e che ha preso fuoco. I materiali dovrebbero essere ignifughi”. Il poliziotto, oltre che di agente lievemente ustionato parla anche di un collega con una frattura a un piede, ma il bollettino ufficiale parla di 11 contusi tra le forze dell’ordine che sono stati medicati e non ricoverati in ospedale. “Poteva andare peggio perché noi sappiamo che i black bloc a Milano volevano vendicare Genova“.
Sulla strategia delle tute nere infine aggiunge: “Si sono creati una cortina di fumo che impediva la vista e, dentro, si sono cambiati. Hanno lasciato tutto a terra e si sono mischiati al corteo. Ci si poteva organizzare meglio e ne avremmo fermati molti di più. Forse ci volevano più agenti, meno prudenza. Potevamo prenderli”.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
Expo 2015, la grande fiction
Articolo Successivo
No Expo, #NessunoTocchiFedez (e J-Ax)
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
Politica
Meloni: “Ucraina combatte contro un brutale aggressore. Con Trump raggiungeremo una pace giusta”
Politica
Renzi a Miami da Trump all’evento del fondo saudita. Calenda: “Mi vergogno di averlo fatto eleggere”
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Le parole di Meloni sull’Ucraina sono state nette e chiare in un contesto molto difficile. Le va riconosciuto". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, da Odessa.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Amiamo le nostre nazioni. Vogliamo confini sicuri. Preserviamo aziende e cittadini dalla follia della sinistra verde. Difendiamo la famiglia e la vita. Lottiamo contro il wokeismo. Proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e alla libertà di parola. E siamo dalla parte del buon senso. Quindi, in definitiva, la nostra lotta è dura. Ma la scelta è semplice. Ci arrenderemo al declino o combatteremo per invertirlo?". Lo ha detto Giorgia Meloni al Cpac.
"Lasceremo che la nostra civiltà svanisca? O ci alzeremo e la difenderemo? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vorremo che le nuove generazioni si vergognino delle loro radici? O recupereremo la consapevolezza e l'orgoglio di chi siamo e glielo insegneremo? Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e combatto ogni giorno per onorarla. E so che non sono solo in questa battaglia, che siete tutti al mio fianco, che siamo tutti uniti. E credetemi, questo fa tutta la differenza", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".