Un referendum consultivo per bloccare la riorganizzazione dei servizi educativi di Parma messa in atto dalla giunta di Federico Pizzarotti. Dopo le proteste in piazza, gli incontri e i sit-in consiglio comunale, i genitori delle scuole per l’infanzia di Parma hanno deciso di combattere l’amministrazione Cinque stelle con le sue stesse armi. Più di cinquanta persone riunite nel comitato “AttivarSi per l’infanzia”, che fa riferimento alla scuola materna Tartaruga, hanno depositato l’istanza per la proposta di un referendum per interrogare i cittadini sulle politiche che il Comune sta adottando, che dal prossimo anno porteranno all’esternalizzazione e alla dismissione di alcune strutture. “Volete voi che il Comune di Parma mantenga la gestione diretta di tutte le scuole dell’infanzia comunali che il Comune stesso ha gestito direttamente nell’anno scolastico 2014/2015, adottando tutte le azioni e gli atti a tal fine necessari?”, recita il testo della proposta referendaria, che ora dovrà essere sottoposta all’esame di una commissione comunale che valuterà se la richiesta sia ammissibile o meno. In caso di via libera, il comitato avrebbe poi 90 giorni di tempo per raccogliere 5mila firme per far passare il referendum.
“Nel programma del Movimento 5 stelle per le ultime elezioni amministrative di Parma era indicata la volontà di iniziare un processo di reinternalizzazione dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali – hanno spiegato Diego Arneodo e Luigi Serinelli del comitato – La volontà manifestata nelle ultime settimane va in direzione opposta. Per questo riteniamo che questa giunta non abbia la legittimazione politica per procedere all’esternalizzazione dei servizi educativi”. La volontà è quella di ridare la parola ai cittadini affinché si esprimano sul tema. E per farlo, il comitato ha scelto uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle, il referendum, che proprio il sindaco Pizzarotti, all’indomani dell’accensione dell’inceneritore, aveva portato come esempio per criticare le precedenti amministrazioni che in passato avevano negato la consultazione dal basso sull’opera di Ugozzolo.
“L’amministrazione più volte ha espresso l’intenzione di coinvolgere i cittadini anche ascoltando le loro proposte – ha continuato Marilena Caramazza – Ora siamo qui per proporre un referendum contro delle decisioni non condivise che vogliono cancellare la storia dei servizi educativi di Parma. Non si può avere una visione aziendalistica in questo settore”. Per l’amministrazione la razionalizzazione è necessaria per ridurre i costi e ottimizzare le risorse, anche a fronte di un calo di iscrizioni che si è registrato negli ultimi anni. Il risparmio però, fanno notare i genitori, sarebbe di 600mila euro sui costi dell’intero servizio, pari a circa l’1,7 per cento su un totale di 35 milioni. E se si restringe il campo al Tartaruga, dove è nata la rivoluzione dei genitori, si parla di 45mila euro. Per questo con il referendum il comitato chiede, invece dei tagli e del piano di razionalizzazione, il mantenimento della gestione diretta delle scuole dell’infanzia comunali, la conservazione del patrimonio culturale, la continuità didattica e il potenziamento dei servizi educativi. “I cittadini non accetteranno le scuse dell’amministrazione sui tempi stretti per un cambiamento. Da mesi si parla di servizi educativi – hanno concluso i genitori – ed è ora che i cittadini esprimano la propria volontà”.