Renzi con il Jobs Act, la legge elettorale, la riforma costituzionale e la riforma della scuola, ha messo in campo un organico disegno politico di destra, antidemocratico e confindustriale. Parallelamente, i passaggi parlamentari – ed in particolare l’approvazione della legge elettorale – oltre al loro valore politico generale hanno anche trasformato nei fatti il Pd in Partito della Nazione, in un partito di destra liberale. Sia l’arroganza espressa nei confronti degli insegnanti e degli studenti in sciopero che la composizione delle liste e la scelta delle alleanze per le elezioni regionali, confermano questo indirizzo.
Ovviamente le ricette di Renzi sono fallimentari e solo una propaganda mediatica degna di un regime può cercare di nascondere i disastri di una politica economica in cui la disoccupazione di massa degli under 40 è diventato un fatto stabile, strutturale, normale ed è previsto che così sia anche negli anni a venire.
A questo punto – a sinistra – dovrebbe essere chiaro che non ha alcun senso lamentarsi di Renzi, il quale procede con chiarezza e determinazione degna di miglior causa. L’unico quesito sensato da porsi a sinistra riguarda il quando e il come costruire una alternativa politica, culturale e sociale a Renzi, al suo governo e al suo partito.
E’ infatti del tutto evidente che oggi a sinistra esistono vari partiti, organizzazioni, comitati, ma non esiste nemmeno lontanamente una proposta politica credibile che sia un grado di delineare una alternativa, che sia in grado di intercettare l’enorme disagio sociale presente nel paese e che si esprime in ogni manifestazione, come ha positivamente e gioiosamente sottolineato anche l’ultima enorme mobilitazione del popolo della scuola.
In assenza di una chiara proposta alternativa che contenda il governo a Renzi da sinistra, il paese è destinato ad imbarbarirsi e ad essere fagocitato da un teatrino politico quasi interamente occupato da Renzi e da Salvini: le due destre.
A me pare che sarebbe criminale non prendere atto di questa situazione e continuare nel solito tran tran. Criminale per il paese e criminale per i destini della sinistra nel nostro paese. Come ci mostra l’esperienza di Syriza, l’unico modo per contrastare le politiche neoliberiste e sconfiggere le forze politiche che le sostengono, l’unico modo per sconfiggere le destre razziste e fascistoidi, è quello di costruire una alternativa popolare e di sinistra.
Per questo credo che sia necessario dare vita in tempi brevissimi ad una costituente della sinistra che abbia l’obiettivo esplicito di dar vita ad un nuova soggetto politico della sinistra antiliberista, che delinei una strada di uscita dalla crisi.
Il tempo è ora non solo perché i problemi del paese non possono aspettare. Il tempo è ora perché ora Renzi ha abusato fino in fondo del suo potere e questo abuso deve essere rovesciato – ora – in una capacità di reazione e di costruzione alternativa. Se non si risponde ora, dell’abuso di Renzi resterà solo il senso di impotenza nella società e l’aurea di onnipotenza per vincitore. Il sovrano va sfidato nel momento della sua vittoria perché il servo è tale solo se non ha il coraggio di guardare negli occhi il signore.
E’ necessario oggi aprire il processo costituente di un nuovo soggetto politico unitario della sinistra antiliberista. Un processo unitario e partecipato, uno spazio pubblico di sinistra, che permetta a tutti e tutte coloro che in mille modi diversi oggi si stanno battendo contro la rivoluzione conservatrice di Renzi, di esserne soci fondatori e protagonisti. Dobbiamo costruire uno spazio di partecipazione a sinistra in cui non vi siano ospiti o soluzioni già predefinite.
Affinché un processo costituente sia tale è necessario che sia unitario. A tal fine l’unità di intenti di tutti e tutte coloro che si collocano a sinistra del Pd, a partire dall’esperienza dell’Altra Europa per Tispras, dai compagni e dalle compagne che non si riconoscono più nel Pd, a Sel, a Rifondazione Comunista, è condizione necessaria per dar vita a questo processo. Necessaria ma non sufficiente. L’unità della sinistra “reale” non è il fine ma il presupposto della costruzione di un processo costituente della sinistra di cui possano essere protagonisti quelle centinaia di migliaia di persone che sono di sinistra, che lottano, ma che non fanno parte di alcuna organizzazione politica. L’unità come strumento del processo costituente della sinistra antiliberista, intrecciando critica dell’economia politica e critica della politica, come ci hanno insegnato Syriza e Podemos.
Questo mi pare è necessario oggi. Non proseguo oltre perché i processi unitari o si fanno insieme o non si fanno e oggi servono i fatti, non altre parole.
Se non ora quando?