Consolidamento: è questa la nuova parole d’ordine di Sergio Marchionne, che sta provocando i suoi colleghi su un tema molto delicato perché comporta la condivisione delle tecnologie. Marchionne aveva approfittato della presentazione dei risultati trimestrali per esporre agli azionisti – attraverso una presentazione chiamata “Confessioni di un malato di capitale” – la sua teoria, riassumibile, semplificando, così: il consolidamento rafforza la redditività. Se invece di sperperare valore per condurre in parallelo lo sviluppo di componenti simili, i costruttori condividessero i costi per la progettazione delle parti più onerose, come i motori e le tecnologie avanzate, potrebbero aumentare i ricavi.
Qualcuno lo considera un grido d’aiuto da parte di un gruppo che ha bisogno di aumentare i margini, e finora gli amministratori delegati e i presidenti degli altri gruppi automobilistici non hanno dato appoggio alla tesi di Marchionne, né hanno prospettato collaborazioni. Ma il manager italo-canadese non demorde. “Dobbiamo trovare il modo di farlo”, ha detto Marchionne ai giornalisti sabato, in occasione dell’inaugurazione di un concessionario Alfa Romeo e Maserati a Oakville, in Canada, secondo quando riportato dall’agenzia Bloomberg. “Se qualcuno pensa che questi commenti mi scoraggino, si sbaglia: rafforzano la mia convinzione”. Marchionne ha poi detto di capire i timori dei suoi colleghi: “Potrei fare una lista di ragioni per cui fa paura fare il passo”, ha detto. “Ma bisogna saper assumere la leadership e prendere decisioni da soli, è per questo che ci pagano, per condurre, non per seguire”.
Marchionne sta guardando nuove collaborazioni extra settoriali. Già in occasione delle “Confessioni”, aveva ipotizzato l’apertura del’industria dell’auto nei confronti di alcuni “outsider”, come Google e Apple, nel caso in cui il resto dell’industria dell’auto si fosse dimostrata refrattaria al suo appello. Detto fatto, sabato Marchionne ha detto ai cronisti di avere già incontrato, durante il suo recente viaggio in California, sia l’amministratore delegato della Apple, Tim Cook, sia il numero uno della Tesla, Elon Musk, e di aver pure viaggiato per 45 minuti sulla Google car (nella foto sopra) a guida autonoma.
Visite non casuali, tre aziende interessante più o meno direttamente al mondo dell’auto, e più o meno alla ricerca di partner che abbiano capacità produttive e industriali già installate: Apple ha sviluppato un sistema chiamato CarPlay che permette al sistema di infotainment della macchina di dialogare con l’iPhone, e pare abbia intenzione di entrare più direttamente nell’industria con un veicolo elettrico sviluppato internamente; Google ha già mostrato i primi prototipi di auto a guida autonoma, che (oltre ai radar) sfruttano la mole di dati raccolti su strada con Google Maps e St; Tesla, infine, ha provocato scompiglio nel settore con le sue sportive elettriche, e porta avanti una campagna di condivisione dei brevetti per favorire lo sviluppo delle batterie. Marchionne ha rifiutato di descrivere più nello specifico gli incontri, ma – come riporta l’agenzia Reuters – ha detto di essere rimasto “incredibilmente impressionato da quello che il ragazzo”, riferito a Elon Musk, “è riuscito a fare”.