Il 27 è giorno di busta paga. Notizia, almeno questa, che tutti i lavoratori conoscono bene. Quando, tuttavia, si tenta di leggere questo documento per scoprire quanti giorni di ferie si sono maturati o se siano state pagate tutte le ore di straordinario, allora la situazione cambia. Tra detrazioni, trattenute, imponibile Irpef, assegni familiari, superminimi, addizionali e Rol (Riduzione dell’orario di lavoro), la confusione regna sovrana. E non si tratta solo di una sensazione.
L’Italia, infatti, vanta il poco lusinghiero primato di avere le buste paga più complesse al mondo. A certificarlo è il “Payroll complexity index”, elaborato da Nga, multinazionale inglese specializzata nella consulenza e nei servizi per le risorse umane. Una maglia nera che il BelPaese si è facilmente conquistata, scalzando Francia e Germania che lo scorso anno erano davanti, “perché ha una normativa fiscale e contributiva molto complessa e in continua evoluzione”.
“La complessità della lettura di una busta paga – spiega Rosario De Luca, presidente Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – non è altro che il riflesso del sistema giuslavoristico italiano. Nella busta paga sono, infatti, presenti ben 80 leggi tra circolari, commi, combinati disposti e innumerevoli fonti che trasformano un modello semplificato che serve a riepilogare quanto e come si è lavorato in una giungla di acronimi, codici e sigle”. E’ il caso, ad esempio, delle ex festività soppresse che compaiono tra gli elementi della retribuzione, vicino alle voci dei progressivi delle ferie e dei permessi residui. Per il 2015, nella maggior parte dei contratti collettivi, spetta il pagamento di 32 ore. Non c’è, però, da stupirsi se molti lavoratori non lo riceveranno. Uno dei più importanti paletti nella comprensione delle buste paga è, infatti, rappresentato dall’applicazione dello stesso Contratto collettivo nazionale del lavoro. “A rivendicare differenze sulla sua applicazione – sottolinea Luciana Mastrocola della Filcams Cgil – concorrono altri elementi: ci può essere una modifica applicata dai contratti integrativi di secondo livello stipulati dai sindacati e dalle Associazioni di categoria che, tuttavia, possono sempre riferirsi anche a norme di ambito regionale e comunale. Oltre a eventuali accordi sindacali aziendali”. Con il chiaro risultato che la busta diventa sempre meno leggibile e trasparente.
Del resto, in un semplice formato A4 in cui deve essere obbligatoriamente riportata l’indicazione della retribuzione e delle trattenute relative alle imposte e agli enti previdenziali, è impossibile non utilizzare delle abbreviazioni per riuscire a spiegare allo stesso operaio che vive a Roma, perché lo scorso anno abbia guadagnato di meno rispetto al suo collega di Aosta. È tutto racchiuso nel prelievo imposto dai Comuni che grava sulle buste paga e che fa lievitare il conto delle tasse locali: l’addizionale Irpef. Si tratta di un’imposta, istituita nel 1998 e modificata tra il 1999 e il 2007, che prevede la fissazione opzionale di un’aliquota aggiuntiva all’Irpef da parte dei singoli Comuni, il cui introito finisce direttamente nelle loro casse. Tanto che la mini stangata che c’è stata la scorsa primavera sulle addizionali regionali e comunali imposte dagli enti locali ha avuto una conseguenza evidente: nella busta paga di maggio, quando per la prima volta gli italiani hanno avuto il bonus di 80 euro, a conti fatti se lo sono visto detrarre nella riga successiva, dove è stato conteggiato il prelievo delle nuove addizionali.
E se già questo non fosse abbastanza complicato, meglio ricordare che proprio l’introduzione del bonus ha aggravato la situazione non solo perché le aziende hanno dovuto supportare costi aggiuntivi per aggiornare le procedure (secondo Nga per mille addetti la spesa extra è di 6.200 euro), ma soprattutto perché quella novità è stata recepita e applicata in 350 contratti di lavoro diversi. A tanto ammontano, infatti, in Italia le tipologie contrattuali ramificate poi attraverso le diverse circolari interpretative.
Diversi e articolati anche gli elementi che compongono la retribuzione. Questa parte è formata da alcuni elementi fissi, come ad esempio la paga base (cioè la paga minima stabilita nei contratti collettivi nazionali di lavoro), gli scatti di anzianità (gli aumenti che vengono corrisposti man mano che gli anni di lavoro passano), le indennità varie previste dai contratti collettivi e l’eventuale Edr (Elemento distinto della retribuzione) che corrisponde a una somma mensile di 10,33 euro per tredici mensilità, fissa per tutti i lavoratori del settore privato senza distinzione di qualifica o di contratto collettivo applicato.
Nella parte centrale del prospetto paga ci sono, invece, gli elementi variabili: le ore ordinarie, le straordinarie, i premi, le indennità, la trasferta e anche la cosiddetta retribuzione indiretta, vale a dire giorni di ferie goduti, permessi, festività, malattia, infortunio oppure maternità. E, in base a particolari periodi, possono essere indicate anche la tredicesima o la quattordicesima mensilità, gli anticipi sul Trattamento di fine rapporto e i premi di produttività.
L’ultima parte della busta paga è dedicata alle trattenute fiscali dell’Irpef, visto che la Costituzione Italiana all’art. 53 sancisce che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e che il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Le attuali aliquote sono: 23% per i redditi fino a 15mila euro, 27% da 15mila a 28mila, 38% da 28mila a 55mila, 41% da 55mila a 75mila e 43% per i redditi oltre 75mila euro. Ma dall’Irpef così calcolata, che è lorda, vengono tolte le detrazioni: da lavoro dipendente, per il coniuge e i figli minori a carico. Fermo restando che, per quanti ne hanno diritto, c’è anche l’applicazione dell’assegno familiare che cambia a seconda del reddito complessivo della famiglia, del numero e della tipologia dei componenti. Il sostegno, che di per sé non è certo elevato, diventa però sostanzioso per i nuclei che hanno redditi bassi o situazioni familiari disagiate per motivi legati allo stato di salute dei componenti. Entro ogni primo luglio vanno poi consegnate al datore di lavoro le richieste ed è compito dell’Inps pubblicare le tabelle nelle quali si trovano i limiti di reddito che servono per definire gli importi.
Ci sono poi i contributi previdenziali che il datore di lavoro deve versare all’Inps e all’Inail per garantire al dipendente la pensione di vecchiaia e di invalidità, i trattamenti economici in caso di malattia e di maternità, l’assicurazione in caso di disoccupazione e la Cassa integrazione e mobilità. Infine, viene indicata la somma trattenuta per l’accantonamento del Tfr che è pari, per ogni anno, all’importo della retribuzione annua diviso 13,5. Con una novità scattata nella busta paga dello scorso maggio che ha ospitato il Quir, ovvero la liquidazione anticipata del Tfr prevista dalla legge di Stabilità 2015.
Dulcis in fundo, la busta paga di dicembre in cui il datore di lavoro effettua il conguaglio fiscale di fine anno. Si tratta di operazioni di ricalcolo dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali. Ma se non si è mai riusciti a leggerla fino alla fine conviene sempre ricordare che si tratta della busta paga più complessa del mondo.
Usi & Consumi
Buste paga, come si leggono tra aliquote, ritenute e 80 leggi che le compongono
I cedolini italiani sono i più complessi al mondo. Primato poco lusinghiero che deriva dall'applicazione del sistema giuslavoristico tra un numero eccessivo di leggi e circolari, la competenza regionale in materia di lavoro e innumerevoli fonti. Ecco come si compongono
Il 27 è giorno di busta paga. Notizia, almeno questa, che tutti i lavoratori conoscono bene. Quando, tuttavia, si tenta di leggere questo documento per scoprire quanti giorni di ferie si sono maturati o se siano state pagate tutte le ore di straordinario, allora la situazione cambia. Tra detrazioni, trattenute, imponibile Irpef, assegni familiari, superminimi, addizionali e Rol (Riduzione dell’orario di lavoro), la confusione regna sovrana. E non si tratta solo di una sensazione.
L’Italia, infatti, vanta il poco lusinghiero primato di avere le buste paga più complesse al mondo. A certificarlo è il “Payroll complexity index”, elaborato da Nga, multinazionale inglese specializzata nella consulenza e nei servizi per le risorse umane. Una maglia nera che il BelPaese si è facilmente conquistata, scalzando Francia e Germania che lo scorso anno erano davanti, “perché ha una normativa fiscale e contributiva molto complessa e in continua evoluzione”.
“La complessità della lettura di una busta paga – spiega Rosario De Luca, presidente Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – non è altro che il riflesso del sistema giuslavoristico italiano. Nella busta paga sono, infatti, presenti ben 80 leggi tra circolari, commi, combinati disposti e innumerevoli fonti che trasformano un modello semplificato che serve a riepilogare quanto e come si è lavorato in una giungla di acronimi, codici e sigle”. E’ il caso, ad esempio, delle ex festività soppresse che compaiono tra gli elementi della retribuzione, vicino alle voci dei progressivi delle ferie e dei permessi residui. Per il 2015, nella maggior parte dei contratti collettivi, spetta il pagamento di 32 ore. Non c’è, però, da stupirsi se molti lavoratori non lo riceveranno. Uno dei più importanti paletti nella comprensione delle buste paga è, infatti, rappresentato dall’applicazione dello stesso Contratto collettivo nazionale del lavoro. “A rivendicare differenze sulla sua applicazione – sottolinea Luciana Mastrocola della Filcams Cgil – concorrono altri elementi: ci può essere una modifica applicata dai contratti integrativi di secondo livello stipulati dai sindacati e dalle Associazioni di categoria che, tuttavia, possono sempre riferirsi anche a norme di ambito regionale e comunale. Oltre a eventuali accordi sindacali aziendali”. Con il chiaro risultato che la busta diventa sempre meno leggibile e trasparente.
Del resto, in un semplice formato A4 in cui deve essere obbligatoriamente riportata l’indicazione della retribuzione e delle trattenute relative alle imposte e agli enti previdenziali, è impossibile non utilizzare delle abbreviazioni per riuscire a spiegare allo stesso operaio che vive a Roma, perché lo scorso anno abbia guadagnato di meno rispetto al suo collega di Aosta. È tutto racchiuso nel prelievo imposto dai Comuni che grava sulle buste paga e che fa lievitare il conto delle tasse locali: l’addizionale Irpef. Si tratta di un’imposta, istituita nel 1998 e modificata tra il 1999 e il 2007, che prevede la fissazione opzionale di un’aliquota aggiuntiva all’Irpef da parte dei singoli Comuni, il cui introito finisce direttamente nelle loro casse. Tanto che la mini stangata che c’è stata la scorsa primavera sulle addizionali regionali e comunali imposte dagli enti locali ha avuto una conseguenza evidente: nella busta paga di maggio, quando per la prima volta gli italiani hanno avuto il bonus di 80 euro, a conti fatti se lo sono visto detrarre nella riga successiva, dove è stato conteggiato il prelievo delle nuove addizionali.
E se già questo non fosse abbastanza complicato, meglio ricordare che proprio l’introduzione del bonus ha aggravato la situazione non solo perché le aziende hanno dovuto supportare costi aggiuntivi per aggiornare le procedure (secondo Nga per mille addetti la spesa extra è di 6.200 euro), ma soprattutto perché quella novità è stata recepita e applicata in 350 contratti di lavoro diversi. A tanto ammontano, infatti, in Italia le tipologie contrattuali ramificate poi attraverso le diverse circolari interpretative.
Diversi e articolati anche gli elementi che compongono la retribuzione. Questa parte è formata da alcuni elementi fissi, come ad esempio la paga base (cioè la paga minima stabilita nei contratti collettivi nazionali di lavoro), gli scatti di anzianità (gli aumenti che vengono corrisposti man mano che gli anni di lavoro passano), le indennità varie previste dai contratti collettivi e l’eventuale Edr (Elemento distinto della retribuzione) che corrisponde a una somma mensile di 10,33 euro per tredici mensilità, fissa per tutti i lavoratori del settore privato senza distinzione di qualifica o di contratto collettivo applicato.
Nella parte centrale del prospetto paga ci sono, invece, gli elementi variabili: le ore ordinarie, le straordinarie, i premi, le indennità, la trasferta e anche la cosiddetta retribuzione indiretta, vale a dire giorni di ferie goduti, permessi, festività, malattia, infortunio oppure maternità. E, in base a particolari periodi, possono essere indicate anche la tredicesima o la quattordicesima mensilità, gli anticipi sul Trattamento di fine rapporto e i premi di produttività.
L’ultima parte della busta paga è dedicata alle trattenute fiscali dell’Irpef, visto che la Costituzione Italiana all’art. 53 sancisce che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e che il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Le attuali aliquote sono: 23% per i redditi fino a 15mila euro, 27% da 15mila a 28mila, 38% da 28mila a 55mila, 41% da 55mila a 75mila e 43% per i redditi oltre 75mila euro. Ma dall’Irpef così calcolata, che è lorda, vengono tolte le detrazioni: da lavoro dipendente, per il coniuge e i figli minori a carico. Fermo restando che, per quanti ne hanno diritto, c’è anche l’applicazione dell’assegno familiare che cambia a seconda del reddito complessivo della famiglia, del numero e della tipologia dei componenti. Il sostegno, che di per sé non è certo elevato, diventa però sostanzioso per i nuclei che hanno redditi bassi o situazioni familiari disagiate per motivi legati allo stato di salute dei componenti. Entro ogni primo luglio vanno poi consegnate al datore di lavoro le richieste ed è compito dell’Inps pubblicare le tabelle nelle quali si trovano i limiti di reddito che servono per definire gli importi.
Ci sono poi i contributi previdenziali che il datore di lavoro deve versare all’Inps e all’Inail per garantire al dipendente la pensione di vecchiaia e di invalidità, i trattamenti economici in caso di malattia e di maternità, l’assicurazione in caso di disoccupazione e la Cassa integrazione e mobilità. Infine, viene indicata la somma trattenuta per l’accantonamento del Tfr che è pari, per ogni anno, all’importo della retribuzione annua diviso 13,5. Con una novità scattata nella busta paga dello scorso maggio che ha ospitato il Quir, ovvero la liquidazione anticipata del Tfr prevista dalla legge di Stabilità 2015.
Dulcis in fundo, la busta paga di dicembre in cui il datore di lavoro effettua il conguaglio fiscale di fine anno. Si tratta di operazioni di ricalcolo dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali. Ma se non si è mai riusciti a leggerla fino alla fine conviene sempre ricordare che si tratta della busta paga più complessa del mondo.
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Gaza, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che un dipendente straniero delle Nazioni Unite è stato ucciso e altri cinque sono rimasti gravemente feriti in un attacco israeliano al loro quartier generale. I feriti sono stati trasportati nell'ospedale dei martiri di Al Aqsa.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Quando arte, design e tecnologia si incontrano, nasce una nuova e straordinaria dimensione. glo, brand di punta di Bat Italia per i dispositivi scalda stick per consumatori adulti, consolida il suo ruolo di mecenate e nell’ambito del progetto “glo for art” presenta Hyper Portal in occasione della Milano Design Week 2025: un’esperienza sensoriale unica, dove arte, tecnologia e creatività si intrecciano in un viaggio straordinario. Firmata dall’artista Michela Picchi, nota per il suo approccio surrealista e pop, Hyper Portal, interpreta perfettamente il tema del Fuorisalone 2025 “Mondi Connessi”, integrando la filosofia del brand che promuove la positività attraverso la condivisione e la convivialità. L’opera è una sinfonia di luci, colori e forme che abbatte le barriere tra spettatore e arte, invitando il pubblico a partecipare attivamente. Dal 7 al 13 aprile, Hyper Portal sarà il cuore pulsante del glo Creative Hub, situato in Palazzo Moscova 18, nel Brera District, uno degli spazi più iconici e frequentati del Fuorisalone.
La Milano Design Week sarà inoltre l’occasione per raccontare un nuovo e inedito incontro: quello di glo con il mondo della moda. Nel segno dell’innovazione, glo presenterà una collezione in collaborazione con Suns, il brand che ha rivoluzionato il concetto di daywear tecnico e sporty-chic. In un'era in cui tecnologia e lifestyle si intrecciano sempre di più, glo e Suns danno vita a una collaborazione innovativa, capace di fondere insieme moda e design hi-tech.
Hyper portal di glo è un’esperienza sensoriale che sfida i confini tra arte e tecnologia. Creata da Michela Picchi, l'installazione esplora l'idea di un futuro connesso, un universo in continua evoluzione, dove ogni gesto, ogni movimento, contribuisce a trasformare e plasmare lo spazio. Il portale d’ingresso, simbolo di apertura e connessione, diventa il punto di partenza di un viaggio immersivo che invita lo spettatore a vivere l'arte come co-creatore attivo dell’opera stessa. Con il suo approccio surrealista e pop, Picchi esplora la fluidità dei mondi che si intrecciano attraverso forme dinamiche e colori vibranti, che evolvono in tempo reale, dando vita a un paesaggio in costante mutamento. Ogni interazione, tocco dopo tocco, fa crescere l’opera, trasformandola in un'entità viva, che si modella al ritmo delle azioni del pubblico. Le forme iconiche dei dispositivi glo Hyper pro si riflettono nell'ambiente circostante, richiamando l’incontro tra arte e innovazione tecnologica.
(segue)
Il viaggio proposto da Hyper portal è anche un'esplorazione dell'interconnessione tra l'individuo e la collettività, tra l'io e il noi e invita a riflettere sul nostro ruolo nel creare connessioni, dove ogni movimento e decisione, pur nascendo dall’individualità, plasmano l’esperienza collettiva. Il risultato è un'esperienza che non solo stimola i sensi, ma invita anche alla condivisione, incarnando perfettamente la visione positiva e inclusiva di glo.
"Con Hyper portal e Michela Picchi, Bat Italia unisce arte, design e tecnologia per creare un'esperienza immersiva che va oltre l'intrattenimento, rendendo l'arte più accessibile e interattiva, in linea con il nostro progetto artistico itinerante “glo for art” - commenta Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di Bat Italia. Questo riflette il nostro impegno per un domani migliore, dove la nostra vision A Better Tomorrow™ si realizza attraverso la sinergia di sostenibilità, innovazione e accessibilità. Una promessa concreta che ci spinge a implementare costantemente le nostre pratiche aziendali, a investire in nuove tecnologie e a esplorare soluzioni che possano ridurre l'impatto ambientale. Essere pionieri nell'offrire un portafoglio completo di nuove categorie ci permette di anticipare le sfide future, contribuendo così a un cambiamento positivo e sostenibile per le generazioni a venire”.
“Un’esplosione di colori, linee sinuose e un’esperienza pop e surrealista insieme a tecnologia e design: Hyper portal, è un viaggio immersivo in cui lo spettatore, tocco dopo tocco, crea mondi interconnessi e diventa co-protagonista dell’opera attraverso la condivisione e la positività, perfettamente in sinergia con lo spirito di glo", commenta l’artista Michela Picchi. glo debutta nel mondo del fashion con una collaborazione inedita con Suns. Da questa sinergia nasce una collezione esclusiva che anticipa l’estate e che si nutre dei valori condivisi tra i due brand: innovazione, self-expression, funzionalità, ottimismo e uno stile distintivo. La collezione in edizione limitata, sarà svelata in occasione della Milano Design Week 2025.
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Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - "Sul caso Paragon non posso esprimere un giudizio troppo preciso perché gli elementi non sono stati ancora resi noti: ritengo che la libertà di stampa sia qualcosa di assolutamente fondamentale, che va rispettato nella sua pluralità, anche perché attraverso essa si garantiscono le libertà dei cittadini". Così il Procuratore generale militare della Corte di Cassazione Maurizio Block a margine del quinto forum internazionale 'Pace, prosperità e sicurezza' a Palermo. "Qualunque iniziativa dovesse porsi in contrasto o in ostilità alla libertà di stampa la vedo in senso negativo, ma sul caso specifico non ho elementi sufficienti per esprimere una valutazione - dice Block- Siamo in un contesto politico complesso, ci vuole molto equilibrio nel trarre conseguenze e conclusioni: io sono molto prudente in questo senso, dunque invito alla prudenza e ad attenersi agli oggettivi riscontri dei fatti, cercando di essere quanto più aderenti alla realtà. La priorità rimane comunque che i cittadini conoscano la verità e sussista un pluralismo di idee".
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Sull'Ucraina non ho mia usato la parola vittoria, ho sempre detto che quello che dovevamo fare era garantire la deterrenza necessaria ad arrivare alla pace". Lo ha detto in aula alla Camera Giorgia Meloni.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Avrei ascoltato volentieri proposte dal M5s in tempi così difficili, anche stavolta ho sentito improperi, insulti. Cosa volete che vi dica? Mi spiace per voi che non avete proposte da fare. Capisco che, quando eravate al governo, l'Italia aveva dei problemi. Non ho tempo per la vostra lotta nel fango, gli italiani valuteranno come comportarsi e la discrasia che esiste tra le posizioni che tenete dall'opposizione e quelle che avevate quando eravate al governo". Lo ha detto in aula alla Camera Giorgia Meloni.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "I dazi per noi sono un problema, non c'è dubbio. Siamo una nazione esportatrice, la quarta al mondo. Il tema che cerco di porre è quale sia la reazione migliore, non ho certezze. Abbiamo un surplus commerciale con gli Stati Uniti nei beni e gli Stati Uniti nei nostri confronti nei servizi. Questo si deve tenere in considerazione per una soluzione che eviti una guerra commerciale. Bisogna fare attenzione a non trovare soluzioni che possono penalizzarci ancora di più". Lo ha detto Giorgia Meloni in aula alla Camera.
Washington, 19 mar.(Adnkronos) - Sono stati resi pubblici, ma con molte censure, i documenti legali relativi alla richiesta di visto per gli Stati Uniti che il principe Harry presentò nel 2020. Il giudice che si è occupato del caso ha dichiarato che non è di interesse pubblico divulgare informazioni sullo status di immigrazione del Duca del Sussex. La Heritage Foundation, influente think tank conservatore con sede a Washington, aveva avviato una causa legale per ottenere la pubblicazione dei documenti. Lo scopo era quello di capire se Harry, nella sua application, avesse mentito rispondendo alla domanda sull'uso di stupefacenti.
Il giudice ha motivato la sua decisione, sostenendo che Harry potrebbe essere soggetto a "danni sotto forma di molestie" e a "contatti indesiderati" da parte dei media. Gran parte del testo è stata oscurata e restano ancora molte domande senza risposta, in particolare se il principe abbia ammesso nei suoi moduli di aver assunto droghe. Uno degli avvocati che hanno insistito per la divulgazione delle informazioni ha dichiarato a Sky News che continueranno a seguire il caso e che ci saranno altri procedimenti nel prossimo futuro.