E così Obama ha autorizzato le trivelle nell’Artico, per la gioia della Shell. Trivelle che secondo i suoi stessi report governativi hanno possibilità del 75% di un “major oil spill”. La zona che verrà trivellata è il Burger Prospect: la Shell vuole iniziare le operazioni in estate, trivellando sei pozzi, quando il ghiaccio è più sottile. Già le navi sono in viaggio verso Seattle, porto che la Shell vuole usare come base di supporto logistico.
Ma che razza di presidente è uno che un giorno dice una cosa e un giorno ne fa un altra? Uno che solo pochi mesi fa aveva vietato le trivelle sia nell’Arctic National Wildlife Refuge che nel Beaufort e Chukchi Sea d’Alaska per un totale di quasi nove milioni di ettari, ed in principio per rispetto dell’ambiente? Non si sa. Certo non un presidente coerente, né tantomeno un presidente che veramente crede alla necessità di fermare i cambiamenti climatici, nonostante tutti i suoi proclami.
E qui non si tratta semplicemente di trivellare l’intrivellabile, in condizioni estreme dove nessuno sa esattamente cosa fare in caso di incidente, quanto del fatto che veramente iniziare a trivellare a larga scala in Artico sarà un disastro annunciato per il pianeta, anche se tutto dovesse andare per il verso giusto. Perché dopo che si inizia non ci si ferma più. Quanto più ne estraiamo di petrolio, quanto più ne consumeremo, continuando con la spirale senza fine dei cambiamenti climatici.
Già venticinque anni fa – non ieri! – gli studiosi del clima avevano annunciato che l’uso continuato di fonti fossili sul pianeta Terra, avrebbe portato alla scomparsa dell’Artico. Ovviamente nessuno ha ascoltato questo allarme, nessun politico, nessun petroliere. E guarda un po’, dopo venticinque anni, l’Artico si scioglie a tassi impressionanti. Ci sono alcune località, come il NorthWest Passage, dove fino a pochi anni fa ci volevano macchinari apposta per sciogliere i ghiacci, e dove adesso il ghiaccio non c’è più e si progettano gare con gli yacht.
E no, non me lo invento io: il Noaa, il National Oceanic and Atmospheric Administration proprio una settimana fa ha annunciato che fra 25 anni se non facciamo niente, l’intero Artico sarà ice-free. Senza ghiacci. E’ qualcosa di impensabile, per tutti gli equilibri ecologici a livello planetario. Gli unici che ci guadagneranno saranno quelli che riusciranno a farci business.
La Shell è una di queste: sa e vede, ma invece di avere a cuore la situazione e di darsi un freno da sola, decide di sfruttare la situazione. Quanto più l’Artico si scioglie, ovviamente, meno difficile sarà estrarre petrolio, accentuando il disastro e ingrassando il portafoglio.
Anche Obama lo sa ma non gli importa. Obama è stato veramente fallimentare come presidente sul tema ambiente, secondo me. Per i primi quattro anni, nada. Adesso che non ha più niente da perdere politicamente, e’ ancora peggio, perche’ parla senza veramente agire, se non con posizioni di facciata. Non si sa bene perché e di cosa abbia paura, visto che alla fine, il contributo energetico del petrolio dell’Artico e’ poco, e’ pericoloso, trivellare il polo nord va contro ogni buonsenso e visto che alla fine e’ lui l’uomo piu’ potente del mondo.
Invece gioca a fare l’equilibrista.
Obama dice che sì, si devono fermare questi benedetti cambiamenti climatici, e che a un certo punto sarebbe bello diventare indipendenti dal petrolio, ma nel frattempo il petrolio ci serve e quindi… trivelliamo quanto di più delicato ci sia: l’Artico, finora non sfiorato dalla mano dell’uomo. Dice che vuole trivellare i mari d’Alaska perché se fatto “safely” è bene trivellare a casa nostra dove gli standard sono più elevati che altrove. Come se adesso che lui annuncia l’apertura alla Shell, magicamente in Arabia Saudita smetteranno di trivellare o trivelleranno un po’ meno! Come se fosse un problema da risolvere fra 100 anni e non adesso, subito.
E poi… i suoi stessi rapporti dicono che non c’è niente di safe nel trivellare l’Artico. Le prove della Shell nel 2012 sono state un disastro totale, con la piattaforma che si è staccata e che è andata a zonzo nell’oceano prima di infrangersi a riva, multe per inquinamento, e improvvisazioni di ogni genere. La piattaforma in questione, la Kulluk è ora in attesa di rottamazione in Cina.
L’unico in questa storia che ha un po di coraggio è stato il sindaco di Seattle Ed Murray che per ora cerca di rendere difficile la vita alla Shell, chiedendole certificati e test prima di lasciarle attraccare piattaforme e navi di supporto nel porto della città. Tantissime le dimostrazioni dei residenti.
Obama è un politico che vorrebbe avercele tutte: non nega i cambiamenti climatici, fa l’intellettuale e discorsi lunghi e strappalacrime sulla necessità di dare un pianeta migliore ai nostri figli. Però poi non riesce a fare il passo successivo logico, semplice e consequenziale. Visto che è l’uso delle fonti fossili a causare tutti questi stravolgimenti climatici, meglio lasciare il petrolio sottoterra. Meglio dire ai petrolieri: basta. Non ci riesce proprio a collegare, ad agire, in modo deciso, con autorevolezza. O forse capisce, ma da perfetto cuordileone aspetta il prossimo presidente a mettersi contro i petrolieri e le loro profonde tasche.
Un politico doc.
Qui le immagini dell’Artico che si scioglie e le proteste di Seattle
Maria Rita D'Orsogna
Fisico, docente universitario, attivista ambientale
Ambiente & Veleni - 15 Maggio 2015
Trivelle nell’Artico: Obama l’equilibrista ora dà il via libera alla Shell
E così Obama ha autorizzato le trivelle nell’Artico, per la gioia della Shell. Trivelle che secondo i suoi stessi report governativi hanno possibilità del 75% di un “major oil spill”. La zona che verrà trivellata è il Burger Prospect: la Shell vuole iniziare le operazioni in estate, trivellando sei pozzi, quando il ghiaccio è più sottile. Già le navi sono in viaggio verso Seattle, porto che la Shell vuole usare come base di supporto logistico.
Ma che razza di presidente è uno che un giorno dice una cosa e un giorno ne fa un altra? Uno che solo pochi mesi fa aveva vietato le trivelle sia nell’Arctic National Wildlife Refuge che nel Beaufort e Chukchi Sea d’Alaska per un totale di quasi nove milioni di ettari, ed in principio per rispetto dell’ambiente? Non si sa. Certo non un presidente coerente, né tantomeno un presidente che veramente crede alla necessità di fermare i cambiamenti climatici, nonostante tutti i suoi proclami.
E qui non si tratta semplicemente di trivellare l’intrivellabile, in condizioni estreme dove nessuno sa esattamente cosa fare in caso di incidente, quanto del fatto che veramente iniziare a trivellare a larga scala in Artico sarà un disastro annunciato per il pianeta, anche se tutto dovesse andare per il verso giusto. Perché dopo che si inizia non ci si ferma più. Quanto più ne estraiamo di petrolio, quanto più ne consumeremo, continuando con la spirale senza fine dei cambiamenti climatici.
Già venticinque anni fa – non ieri! – gli studiosi del clima avevano annunciato che l’uso continuato di fonti fossili sul pianeta Terra, avrebbe portato alla scomparsa dell’Artico. Ovviamente nessuno ha ascoltato questo allarme, nessun politico, nessun petroliere. E guarda un po’, dopo venticinque anni, l’Artico si scioglie a tassi impressionanti. Ci sono alcune località, come il NorthWest Passage, dove fino a pochi anni fa ci volevano macchinari apposta per sciogliere i ghiacci, e dove adesso il ghiaccio non c’è più e si progettano gare con gli yacht.
E no, non me lo invento io: il Noaa, il National Oceanic and Atmospheric Administration proprio una settimana fa ha annunciato che fra 25 anni se non facciamo niente, l’intero Artico sarà ice-free. Senza ghiacci. E’ qualcosa di impensabile, per tutti gli equilibri ecologici a livello planetario. Gli unici che ci guadagneranno saranno quelli che riusciranno a farci business.
La Shell è una di queste: sa e vede, ma invece di avere a cuore la situazione e di darsi un freno da sola, decide di sfruttare la situazione. Quanto più l’Artico si scioglie, ovviamente, meno difficile sarà estrarre petrolio, accentuando il disastro e ingrassando il portafoglio.
Anche Obama lo sa ma non gli importa. Obama è stato veramente fallimentare come presidente sul tema ambiente, secondo me. Per i primi quattro anni, nada. Adesso che non ha più niente da perdere politicamente, e’ ancora peggio, perche’ parla senza veramente agire, se non con posizioni di facciata. Non si sa bene perché e di cosa abbia paura, visto che alla fine, il contributo energetico del petrolio dell’Artico e’ poco, e’ pericoloso, trivellare il polo nord va contro ogni buonsenso e visto che alla fine e’ lui l’uomo piu’ potente del mondo.
Invece gioca a fare l’equilibrista.
Obama dice che sì, si devono fermare questi benedetti cambiamenti climatici, e che a un certo punto sarebbe bello diventare indipendenti dal petrolio, ma nel frattempo il petrolio ci serve e quindi… trivelliamo quanto di più delicato ci sia: l’Artico, finora non sfiorato dalla mano dell’uomo. Dice che vuole trivellare i mari d’Alaska perché se fatto “safely” è bene trivellare a casa nostra dove gli standard sono più elevati che altrove. Come se adesso che lui annuncia l’apertura alla Shell, magicamente in Arabia Saudita smetteranno di trivellare o trivelleranno un po’ meno! Come se fosse un problema da risolvere fra 100 anni e non adesso, subito.
E poi… i suoi stessi rapporti dicono che non c’è niente di safe nel trivellare l’Artico. Le prove della Shell nel 2012 sono state un disastro totale, con la piattaforma che si è staccata e che è andata a zonzo nell’oceano prima di infrangersi a riva, multe per inquinamento, e improvvisazioni di ogni genere. La piattaforma in questione, la Kulluk è ora in attesa di rottamazione in Cina.
L’unico in questa storia che ha un po di coraggio è stato il sindaco di Seattle Ed Murray che per ora cerca di rendere difficile la vita alla Shell, chiedendole certificati e test prima di lasciarle attraccare piattaforme e navi di supporto nel porto della città. Tantissime le dimostrazioni dei residenti.
Obama è un politico che vorrebbe avercele tutte: non nega i cambiamenti climatici, fa l’intellettuale e discorsi lunghi e strappalacrime sulla necessità di dare un pianeta migliore ai nostri figli. Però poi non riesce a fare il passo successivo logico, semplice e consequenziale. Visto che è l’uso delle fonti fossili a causare tutti questi stravolgimenti climatici, meglio lasciare il petrolio sottoterra. Meglio dire ai petrolieri: basta. Non ci riesce proprio a collegare, ad agire, in modo deciso, con autorevolezza. O forse capisce, ma da perfetto cuordileone aspetta il prossimo presidente a mettersi contro i petrolieri e le loro profonde tasche.
Un politico doc.
Qui le immagini dell’Artico che si scioglie e le proteste di Seattle
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Trump mette alla porta Zelensky: incontro finito dopo venti minuti. “Giochi con la terza guerra mondiale. Torna quando sei pronto per la pace” | Testo integrale
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Meloni: “Vertice Usa-Ue-alleati per parlare di sfide come l’Ucraina”. Salvini: “Forza Trump”. Da Tusk a Macron, i leader europei con Kiev
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La rottura – Zelensky chiede agli Usa garanzie di sicurezza per Kiev: salta l’accordo sulle materie prime
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".
Roma, 28 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Btm 2025 si conclude con una conferma del successo della manifestazione, che ha ribadito la sua centralità nel panorama turistico nazionale. Oltre 500 gli espositori, inclusi comuni, associazioni di categoria e aziende dei vari segmenti, su 16mila metri quadrati di area espositiva, la partecipazione di 80 buyer nazionali e internazionali, più di 100 eventi e 400 relatori hanno animato tre giorni intensi di incontri, approfondimenti e opportunità di business che hanno visto 49.950 ingressi alla Fiera del Levante di Bari, con numeri in leggero aumento rispetto al 2024.
Il tema di questa edizione, 'Il viaggio nel viaggio', ha riscosso grande interesse, portando alla luce nuove prospettive sul concetto stesso di viaggio e sulle trasformazioni che stanno investendo il settore. Mary Rossi, responsabile eventi Btm, ha sottolineato il valore di questa riflessione: "Da Btm 2025 ci portiamo a casa tante interessanti riflessioni. Uno degli aspetti chiave che volevamo far emergere con il tema 'Il viaggio nel viaggio' è il percorso verso la destinazione scelta, perché crediamo che sia proprio il cammino a generare emozioni, sensazioni e pensieri che ci fanno crescere. Abbiamo affrontato il tema in molteplici declinazioni, spingendoci anche oltre i confini terrestri con il turismo spaziale. Btm è stata un’occasione di confronto che ha arricchito operatori e professionisti con nuovi strumenti da applicare nel loro lavoro".
L’edizione 2025 ha messo al centro argomenti chiave come digitalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, turismo esperienziale, extralberghiero e wedding tourism. Tra i momenti più apprezzati, i panel su smart destination, big data per il turismo, nuove strategie di marketing e il ruolo della narrazione nella scelta delle destinazioni. Numerosi gli interventi istituzionali e dei principali protagonisti del settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha aperto la manifestazione con un intervento in streaming sulle strategie nazionali per la crescita del turismo, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità per il futuro del settore. Tra i tanti interventi, l’onorevole Gianluca Caramanna, il senatore Gianmarco Centinaio, la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com, Antonio Laveneziana,Territory Manager Italy di Airbnb, Valentina Sumini, Architetta dello spazio e Roberta Milano, marketing strategist.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il focus sul turismo extralberghiero, che ha visto una grande partecipazione da parte di operatori e property manager, e il T-Trade, ampliato con un’area business dedicata al turismo organizzato e alle destinazioni internazionali che ha visto ampia vivacità durante i tre giorni grazie alla presenza di espositori di spicco come Msc Crociere, Azemar, Croazia, Malta, Polonia, Seychelles, Visit Brussels e Repubblica Ceca. Confermata l’ottima accoglienza per le sezioni Btm Gusto, che ha valorizzato il turismo enogastronomico, e Btm Say Yes, dedicato al wedding tourism, con un proprio programma buyer. Grande fermento anche per l’Apulia Tourism Investment, che ha ospitato il Forum della Tornanza, un momento di confronto sulle nuove opportunità di investimento e sviluppo per il turismo in Puglia.
Nevio D’Arpa, Ceo & founder di Btm, ha espresso soddisfazione per il successo dell’evento e ha voluto ringraziare le istituzioni: "Un plauso particolare va all’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, per il supporto che ha dato alla manifestazione e per la visione strategica sul futuro del turismo in Puglia. La differenza che rende Btm unica è il nostro investimento nei contenuti: qui non ci limitiamo a mettere in mostra prodotti e destinazioni, ma costruiamo un dibattito di qualità che aiuta gli operatori a comprendere e anticipare i cambiamenti del settore. Il Comitato scientifico di Btm ha lavorato con grande attenzione per costruire un programma ricco di spunti e soluzioni. I numeri ci vedono in una leggera ma costante crescita, segno che il format funziona e che BtmM continua a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del Sud Italia".
Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha sottolineato il valore strategico dell’evento: "La grande partecipazione e l’alta qualità degli operatori presenti hanno ribadito l’importanza di questa manifestazione".
L’assessore al turismo di Regione Puglia, Gianfranco Lopane, ha aggiunto: “I progressi fatti da Btm negli anni sono sotto gli occhi di tutti, già oggi è uno dei più importanti eventi fieristici del turismo e ci auguriamo che questa crescita prosegua in futuro per il bene del turismo e della Puglia”
Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, ha evidenziato il valore della collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo turistico della regione: "La proficua sinergia tra gli operatori del turismo realizzata a Btm, in collaborazione con il Buy Puglia Meet & Connect a cura di Pugliapromozione, rappresenta una solida base per la crescita qualitativa del turismo in Puglia. E per questo motivo la collaborazione tra pubblico e privato resta essenziale".
Dopo il successo di questa edizione, l’organizzazione di Btm è già al lavoro per l’edizione 2026, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’evento e offrire nuovi spunti di riflessione sul turismo del futuro.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Bulli che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli Usa oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così. #StandWithUkraine oggi e sempre". Lo scrive Carlo Calenda.