Gaffeur, trasformisti, vip e amici degli amici. Tra razzisti, indipendentisti incalliti, fascisti di ritorno, omofobi in ordine sparso e professionisti della carega, in Veneto le liste sono un caleidoscopio di facce da bar sport, infarcite di “ex” in cerca di conferme e new entry a caccia di promozioni. Così scorrere l’elenco dei quasi 1100 nomi dei candidati, divisi in 19 liste, può diventare un’impresa tragicomica.
Tosi e il corso popolare con chi vuole i mitra con i migranti
Il candidato di rottura Flavio Tosi, il sindaco di Verona che si è ribellato a Salvini proponendosi a capo di una coalizione di 6 liste (venetiste ma di osservanza costituzionale, di destra ma moderate), ha imbarcato una marea di suoi fedelissimi. Sindaci, assessori, presidenti di provincia, consiglieri e addirittura un paio di assessori regionali della giunta Zaia che, abbagliati dai fari, hanno scelto di abbandonare il Carroccio.
Nella lista Tosi per il Veneto troviamo candidato niente meno che Daniele Stival, assessore regionale alla Caccia e all’Identità di ferrea fede leghista fino a poche settimane fa. Nel corso della sua carriera politica ha collezionato una serie non indifferente di perle, passando agevolmente dalla bestemmia in aula (udita da molti, ma non dai microfoni istituzionali) alle offese rivolte all’ex ministro Kyenge: sul profilo facebook aveva condiviso un post nel quale si affermava che fosse “vergognoso paragonare un povero animale indifeso come l’orango a un ministro congolese” (salvo poi smentire di condividerne il messaggio). Ma non è tutto: durante una trasmissione di una tv locale ha invitato ad “usare il mitra” contro gli immigrati, senza dimenticare quella volta in cui citò il “teatro Petruzzelli di Napoli”.
Un altro ex assessore (titolare della Cultura nella giunta Galan all’inizio dello scorso decennio) è Ermanno Serrajotto, candidato con Tosi a Treviso. Al suo attivo ha la proposta di spostare a Venezia il festival di Sanremo e una firma in calce alla delibera di acquisto di un affresco del Veronese. Affresco acquistato da un misterioso privato per una cifra superiore ai 200mila euro, sulla cui paternità (e quindi sul suo valore) negli anni successivi è stato sollevato più di un dubbio.
Con Tosi ex Fi, ex Udc, perfino ex Pd
A Treviso Tosi candida anche Maria Gomierato, ex sindaco di Castelfranco, in trattativa fino all’ultimo con la Moretti,e Diego Bottacin, consigliere regionale uscente del Pd che ha lasciato “perché andava troppo a sinistra”. Capolista a Treviso, dopo un lungo tira e molla, è Leonardo Muraro, che resta leghista in Provincia (lui è presidente), ma sfila nelle truppe tosiane per la Regione. A Belluno troviamo il consigliere uscente Matteo Toscani (ex leghista), l’ex segretario provinciale del Carroccio Diego Vello e Daniela Templari, che da assessore provinciale nel 2010 si era autosospesa per via del coinvolgimento del figlio in una questione di droga: un anno dopo, quando chiese il reintegro, le venne negata la poltrona. In provincia di Venezia si candida con Tosi anche Francesco Piccolo, consigliere uscente ex Forza Italia. A conferma delle ambizioni di Tosi è da segnalare la presenza in lista di Luciano Finesso, nel direttivo nazionale dell’associazione Democrazia Cristiana. Infine il sindaco s’è portato dietro mezza amministrazione: c’è il vicesindaco Stefano Casali, l’assessore Luigi Pisa, le consigliere Antonia Pavesi e Barbara Tosi, che con il fratello-primo cittadino condivide anche la condanna definitiva a due mesi per aver propagandato idee razziste contro Rom e Sinti.
Razza Piave e il consigliere che incontrò Karadzic
Tra le liste che sostengono Tosi non ne manca una di ispirazione apertamente indipendentista: Razza Piave-Veneto Stato, un nome un programma. Tra i candidati di questa lista anche Luciano Fior, una delle anime del movimento Noi Veneto Indipendente. Nella lista Unione Nord Est c’è invece Adriano Bertaso, leghista delle origini che, nelle vesti di consigliere regionale, incontrò nientemeno che Radovan Karadzic, leader serbo-bosniaco poi ricercato dal 1996 per crimini di guerra dal tribunale penale internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia. Immortalato in una foto pubblicata da Sette che nel 1997 costrinse la Liga Veneta a prendere pubblicamente le distanze da Bertaso.
Con Zaia la cugina di Putin e l’assessore che saluta romano
Se Tosi ha fatto il pieno di leghisti, non badando troppo ai loro trascorsi, alla corte di Luca Zaia le cose non vanno molto diversamente. Tra le liste di sostegno al governatore uscente, la più prolifica sembra essere quella di Fratelli d’Italia. Partendo da Venezia, il primo nome in cui ci si imbatte è quello di Raffaele Speranzon che nel 2011 da assessore provinciale alla Cultura mise al bando dalle biblioteche le opere dei letterati che nel 2004 firmarono l’appello per la scarcerazione di Cesare Battisti, chiedendo di ritirare le loro opere dagli scaffali e di non promuoverne la presentazione.
Il compagno di lista Nicola Boscolo Pecchie nel 2010 è passato agli onori delle cronache per aver proposto, quando era assessore alla Cultura di Chioggia, di apporre una lapide in ricordo dei gerarchi fascisti Gennaro Boscolo Marchi e Mario Manlio nel luogo in cui i due furono impiccati il 22 maggio del 1945. In provincia di Vicenza Adelina Luigia Putin, che vanta parentele con il più noto Vladimir: “Amo questo cognome – ha dichiarato – in Italia ci vorrebbero sette Vladimir” e si fa ritrarre mentre imbraccia un fucile di precisione.
Ma non è sola in lista, con lei c’è l’ormai noto sindaco Joe Formaggio che con tempismo veneto ha emanato un’ordinanza anti-rom a due mesi dalle elezioni regionali in cui sarebbe stato candidato. In quel di Padova c’è Raffaele Zanon, l’ex assessore regionale protagonista di un noto spot omofobo pubblicato nel 2013 si era già fatto pizzicare ad una cena fascistissima, mentre se ne stava con le mani in tasca accanto ad un gruppo di amici intenti fare un saluto fascista davanti ad una croce celtica.
Il candidato Zaia: “Tosiani? Se li vedo li prendo a calci in bocca”
Anche le altre liste che sostengono Zaia non hanno voluto farsi mancare nulla. Un pieno di sindaci, assessori e consiglieri comunali e provinciali in cerca di una ribalta regionale. Tra i tanti candidati si è distinto ad esempio Fulvio Pettenà che nei giorni della rottura con Tosi ha sconsigliato pubblicamente al sindaco scissionista e alla sua compagna, la senatrice Patrizia Bisinella, di palesarsi a Treviso: “Se li vedo li prendo a calci in bocca”. In provincia di Padova, invece, è il vulcanico Roberto Marcato a prendersi la scena, dall’invito ad “evadere di più” al consiglio rivolto ai padovani di non accogliere profughi perché “se avrete problemi vi arrangiate” per arrivare alla “militarizzazione della città”.
Il sindaco di Cittadella e i lager
Il sindaco di Cittadella Giuseppe Pan, degno erede di Massimo Bitonci, rischia di fargli ombra. Un cittadino su Facebook lo invitava ad agire contro gli accampamenti abusivi di Rom lungo il Brenta e Pan non ha tardato a rispondere: “Sono sempre gli stessi rom che continuamente sgombriamo. Non hanno una dimora e vagano disseminandosi nel territorio. Visto che i lager non ci sono e tanto meno i campi rom, se vuoi provare tu!”. Attaccato dalle opposizioni si è difeso nel più classico dei modi: “Travisate le mie parole”.
Lo “spot” del vescovo alla candidata leghista
La Lista Zaia ha fatto parlare nelle ultime ore per via di una email inviata da don Domenico Consolini, direttore dell’ufficio scuole della curia di Verona, a tutti gli insegnanti di religione della diocesi. Allegata alla missiva elettronica una lettera del vescovo scaligero Giuseppe Zenti nella quale si elogiava il programma e l’operato di Monica Lavarini e si invitava a diffondere l’informazione. Poi un mezzo passo indietro dei prelati, che si professano “al di sopra delle parti”. Per restare in area popolare nella lista Zaia Presidente c’è anche Stefano Valdegamberi, eletto nel 2010 con l’Udc. Ex tosiano, cattolico integralista, che ha scelto la via di Zaia è anche il consigliere comunale veronese Alberto Zelger. Nei mesi passati si è distinto per prese di posizione intransigenti sui temi dell’omosessualità ma non solo: durante un dibattito, racconta il Corriere Veneto, assicurò che il cervello delle donne è “diverso da quello degli uomini”, d’altra parte – ha spiegato poi – “basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto“.
Le “candidature imbarazzanti” della Moretti
Spazio a qualche funambolo della politica anche tra le liste che sostengono Alessandra Moretti. Nel firmamento democratico c’è una stella che brilla più di tutte, è quella della lista Progetto Veneto Autonomo che ha portato alla corte della candidata renziana una schiera di candidati che non sembrano aderire all’ortodossia classica del Pd. Su tutti Santino Bozza, ex consigliere regionale leghista (espulso nel 2013), convinto che gli omosessuali sono “sbullonati” che “non devono farsi vedere in giro“. Con lui c’è anche Gianluca Panto, che nel 2010 è stato candidato presidente con il Partito Nasional Veneto, poi confluito in Veneto Stato. Altro leader autonomista nel listone morettiano è Bortolino “Bobo” Sarotre a cui si riconoscono posizioni contrarie alle unioni civili e al riconoscimento della famiglia anagrafica (sostenuta invece dal Pd): “Non sarà che vogliono annientare la famiglia tradizionale svuotandola di significato dall’interno?”.
Indipendentisti die hard
Tra le fila di Indipendenza Veneta spiccano invece i nomi di Fabio Padovan e Lucio Chiavegato. Il primo è il fondatore della LiFe, il movimento degli imprenditori federalisti che si battono contro l’oppressione fiscale, è stato in Parlamento con la Lega Nord dal 1992 al 1994. L’amore per il Carroccio è finito quando la Lega di Bossi ha preso le distanze dai Serenissimi che lui, al contrario, ha sempre sostenuto (anche economicamente) definendoli degli “eroi” . Da allora è sempre stato un uomo d’azione, pronto a scendere in piazza anche a rischio di prenderle (come nel 1997, quando la manifestazione davanti al tribunale di Venezia contro il processo agli otto Serenissimi finì a botte, sassate e lacrimogeni tra autonomisti, autonomi e polizia). Il suo animo barricadero, anticasta e antiromano non gli ha impedito però di schierarsi contro il taglio ai vitalizi, che ha spiegato dicendo di essere “contro alla riforma delle pensioni”. Da imprenditore Padovan viene ricordato per due episodi: il regalo di 500 euro a testa ai suoi 150 dipendenti in occasione del suo matrimonio e il viaggio con i dipendenti a Medjugorje, per scongiurare una crisi che poi non lo ha risparmiato.
Lucio Chiavegato è l’altro nome forte del sodalizio autonomista. In prima fila con il movimento dei Forconi che ha paralizzato il Veneto nel 2013, Chiavegato si è fatto sentire parecchio negli ultimi anni, il suo nome figurava anche tra i 24 arrestati su mandato della procura di Brescia nell’inchiesta sul presunto terrorismo armato veneto.
Elezioni 2015
Regionali Veneto, gaffe e professionisti della carega: è la patria del trasformismo
Razzisti, indipendentisti incalliti ovunque, fascisti di ritorno, omofobi in ordine sparso: le liste venete sono un caleidoscopio di facce da bar sport, infarcite di ex e new entry a caccia di promozione. Tra i quasi 1100 nomi chi voleva usare i mitra con i migranti, l'assessore che "saluta romano" e perfino la cugina di Putin
Gaffeur, trasformisti, vip e amici degli amici. Tra razzisti, indipendentisti incalliti, fascisti di ritorno, omofobi in ordine sparso e professionisti della carega, in Veneto le liste sono un caleidoscopio di facce da bar sport, infarcite di “ex” in cerca di conferme e new entry a caccia di promozioni. Così scorrere l’elenco dei quasi 1100 nomi dei candidati, divisi in 19 liste, può diventare un’impresa tragicomica.
Tosi e il corso popolare con chi vuole i mitra con i migranti
Il candidato di rottura Flavio Tosi, il sindaco di Verona che si è ribellato a Salvini proponendosi a capo di una coalizione di 6 liste (venetiste ma di osservanza costituzionale, di destra ma moderate), ha imbarcato una marea di suoi fedelissimi. Sindaci, assessori, presidenti di provincia, consiglieri e addirittura un paio di assessori regionali della giunta Zaia che, abbagliati dai fari, hanno scelto di abbandonare il Carroccio.
Nella lista Tosi per il Veneto troviamo candidato niente meno che Daniele Stival, assessore regionale alla Caccia e all’Identità di ferrea fede leghista fino a poche settimane fa. Nel corso della sua carriera politica ha collezionato una serie non indifferente di perle, passando agevolmente dalla bestemmia in aula (udita da molti, ma non dai microfoni istituzionali) alle offese rivolte all’ex ministro Kyenge: sul profilo facebook aveva condiviso un post nel quale si affermava che fosse “vergognoso paragonare un povero animale indifeso come l’orango a un ministro congolese” (salvo poi smentire di condividerne il messaggio). Ma non è tutto: durante una trasmissione di una tv locale ha invitato ad “usare il mitra” contro gli immigrati, senza dimenticare quella volta in cui citò il “teatro Petruzzelli di Napoli”.
Un altro ex assessore (titolare della Cultura nella giunta Galan all’inizio dello scorso decennio) è Ermanno Serrajotto, candidato con Tosi a Treviso. Al suo attivo ha la proposta di spostare a Venezia il festival di Sanremo e una firma in calce alla delibera di acquisto di un affresco del Veronese. Affresco acquistato da un misterioso privato per una cifra superiore ai 200mila euro, sulla cui paternità (e quindi sul suo valore) negli anni successivi è stato sollevato più di un dubbio.
Con Tosi ex Fi, ex Udc, perfino ex Pd
A Treviso Tosi candida anche Maria Gomierato, ex sindaco di Castelfranco, in trattativa fino all’ultimo con la Moretti,e Diego Bottacin, consigliere regionale uscente del Pd che ha lasciato “perché andava troppo a sinistra”. Capolista a Treviso, dopo un lungo tira e molla, è Leonardo Muraro, che resta leghista in Provincia (lui è presidente), ma sfila nelle truppe tosiane per la Regione. A Belluno troviamo il consigliere uscente Matteo Toscani (ex leghista), l’ex segretario provinciale del Carroccio Diego Vello e Daniela Templari, che da assessore provinciale nel 2010 si era autosospesa per via del coinvolgimento del figlio in una questione di droga: un anno dopo, quando chiese il reintegro, le venne negata la poltrona. In provincia di Venezia si candida con Tosi anche Francesco Piccolo, consigliere uscente ex Forza Italia. A conferma delle ambizioni di Tosi è da segnalare la presenza in lista di Luciano Finesso, nel direttivo nazionale dell’associazione Democrazia Cristiana. Infine il sindaco s’è portato dietro mezza amministrazione: c’è il vicesindaco Stefano Casali, l’assessore Luigi Pisa, le consigliere Antonia Pavesi e Barbara Tosi, che con il fratello-primo cittadino condivide anche la condanna definitiva a due mesi per aver propagandato idee razziste contro Rom e Sinti.
Razza Piave e il consigliere che incontrò Karadzic
Tra le liste che sostengono Tosi non ne manca una di ispirazione apertamente indipendentista: Razza Piave-Veneto Stato, un nome un programma. Tra i candidati di questa lista anche Luciano Fior, una delle anime del movimento Noi Veneto Indipendente. Nella lista Unione Nord Est c’è invece Adriano Bertaso, leghista delle origini che, nelle vesti di consigliere regionale, incontrò nientemeno che Radovan Karadzic, leader serbo-bosniaco poi ricercato dal 1996 per crimini di guerra dal tribunale penale internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia. Immortalato in una foto pubblicata da Sette che nel 1997 costrinse la Liga Veneta a prendere pubblicamente le distanze da Bertaso.
Con Zaia la cugina di Putin e l’assessore che saluta romano
Se Tosi ha fatto il pieno di leghisti, non badando troppo ai loro trascorsi, alla corte di Luca Zaia le cose non vanno molto diversamente. Tra le liste di sostegno al governatore uscente, la più prolifica sembra essere quella di Fratelli d’Italia. Partendo da Venezia, il primo nome in cui ci si imbatte è quello di Raffaele Speranzon che nel 2011 da assessore provinciale alla Cultura mise al bando dalle biblioteche le opere dei letterati che nel 2004 firmarono l’appello per la scarcerazione di Cesare Battisti, chiedendo di ritirare le loro opere dagli scaffali e di non promuoverne la presentazione.
Il candidato Zaia: “Tosiani? Se li vedo li prendo a calci in bocca”
Anche le altre liste che sostengono Zaia non hanno voluto farsi mancare nulla. Un pieno di sindaci, assessori e consiglieri comunali e provinciali in cerca di una ribalta regionale. Tra i tanti candidati si è distinto ad esempio Fulvio Pettenà che nei giorni della rottura con Tosi ha sconsigliato pubblicamente al sindaco scissionista e alla sua compagna, la senatrice Patrizia Bisinella, di palesarsi a Treviso: “Se li vedo li prendo a calci in bocca”. In provincia di Padova, invece, è il vulcanico Roberto Marcato a prendersi la scena, dall’invito ad “evadere di più” al consiglio rivolto ai padovani di non accogliere profughi perché “se avrete problemi vi arrangiate” per arrivare alla “militarizzazione della città”.
Il sindaco di Cittadella e i lager
Il sindaco di Cittadella Giuseppe Pan, degno erede di Massimo Bitonci, rischia di fargli ombra. Un cittadino su Facebook lo invitava ad agire contro gli accampamenti abusivi di Rom lungo il Brenta e Pan non ha tardato a rispondere: “Sono sempre gli stessi rom che continuamente sgombriamo. Non hanno una dimora e vagano disseminandosi nel territorio. Visto che i lager non ci sono e tanto meno i campi rom, se vuoi provare tu!”. Attaccato dalle opposizioni si è difeso nel più classico dei modi: “Travisate le mie parole”.
Lo “spot” del vescovo alla candidata leghista
La Lista Zaia ha fatto parlare nelle ultime ore per via di una email inviata da don Domenico Consolini, direttore dell’ufficio scuole della curia di Verona, a tutti gli insegnanti di religione della diocesi. Allegata alla missiva elettronica una lettera del vescovo scaligero Giuseppe Zenti nella quale si elogiava il programma e l’operato di Monica Lavarini e si invitava a diffondere l’informazione. Poi un mezzo passo indietro dei prelati, che si professano “al di sopra delle parti”. Per restare in area popolare nella lista Zaia Presidente c’è anche Stefano Valdegamberi, eletto nel 2010 con l’Udc. Ex tosiano, cattolico integralista, che ha scelto la via di Zaia è anche il consigliere comunale veronese Alberto Zelger. Nei mesi passati si è distinto per prese di posizione intransigenti sui temi dell’omosessualità ma non solo: durante un dibattito, racconta il Corriere Veneto, assicurò che il cervello delle donne è “diverso da quello degli uomini”, d’altra parte – ha spiegato poi – “basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto“.
Le “candidature imbarazzanti” della Moretti
Spazio a qualche funambolo della politica anche tra le liste che sostengono Alessandra Moretti. Nel firmamento democratico c’è una stella che brilla più di tutte, è quella della lista Progetto Veneto Autonomo che ha portato alla corte della candidata renziana una schiera di candidati che non sembrano aderire all’ortodossia classica del Pd. Su tutti Santino Bozza, ex consigliere regionale leghista (espulso nel 2013), convinto che gli omosessuali sono “sbullonati” che “non devono farsi vedere in giro“. Con lui c’è anche Gianluca Panto, che nel 2010 è stato candidato presidente con il Partito Nasional Veneto, poi confluito in Veneto Stato. Altro leader autonomista nel listone morettiano è Bortolino “Bobo” Sarotre a cui si riconoscono posizioni contrarie alle unioni civili e al riconoscimento della famiglia anagrafica (sostenuta invece dal Pd): “Non sarà che vogliono annientare la famiglia tradizionale svuotandola di significato dall’interno?”.
Indipendentisti die hard
Tra le fila di Indipendenza Veneta spiccano invece i nomi di Fabio Padovan e Lucio Chiavegato. Il primo è il fondatore della LiFe, il movimento degli imprenditori federalisti che si battono contro l’oppressione fiscale, è stato in Parlamento con la Lega Nord dal 1992 al 1994. L’amore per il Carroccio è finito quando la Lega di Bossi ha preso le distanze dai Serenissimi che lui, al contrario, ha sempre sostenuto (anche economicamente) definendoli degli “eroi” . Da allora è sempre stato un uomo d’azione, pronto a scendere in piazza anche a rischio di prenderle (come nel 1997, quando la manifestazione davanti al tribunale di Venezia contro il processo agli otto Serenissimi finì a botte, sassate e lacrimogeni tra autonomisti, autonomi e polizia). Il suo animo barricadero, anticasta e antiromano non gli ha impedito però di schierarsi contro il taglio ai vitalizi, che ha spiegato dicendo di essere “contro alla riforma delle pensioni”. Da imprenditore Padovan viene ricordato per due episodi: il regalo di 500 euro a testa ai suoi 150 dipendenti in occasione del suo matrimonio e il viaggio con i dipendenti a Medjugorje, per scongiurare una crisi che poi non lo ha risparmiato.
Lucio Chiavegato è l’altro nome forte del sodalizio autonomista. In prima fila con il movimento dei Forconi che ha paralizzato il Veneto nel 2013, Chiavegato si è fatto sentire parecchio negli ultimi anni, il suo nome figurava anche tra i 24 arrestati su mandato della procura di Brescia nell’inchiesta sul presunto terrorismo armato veneto.
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Trump mette alla porta Zelensky: incontro finito dopo venti minuti. “Giochi con la terza guerra mondiale. Torna quando sei pronto per la pace” | Testo integrale
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Meloni: “Vertice Usa-Ue-alleati per parlare di sfide come l’Ucraina”. Salvini: “Forza Trump”. Da Tusk a Macron, i leader europei con Kiev
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La rottura – Zelensky chiede agli Usa garanzie di sicurezza per Kiev: salta l’accordo sulle materie prime
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il bullismo di Stato di Trump&Vance nei confronti di Zelensky rappresenta il punto più basso della storia degli Usa. Il mondo libero e l’Europa agiscano senza tentennamenti: non è più tempo di giocare a nascondino e anche per Giorgia Meloni è il momento di dire da che parte sta". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, sui social.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".
Roma, 28 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Btm 2025 si conclude con una conferma del successo della manifestazione, che ha ribadito la sua centralità nel panorama turistico nazionale. Oltre 500 gli espositori, inclusi comuni, associazioni di categoria e aziende dei vari segmenti, su 16mila metri quadrati di area espositiva, la partecipazione di 80 buyer nazionali e internazionali, più di 100 eventi e 400 relatori hanno animato tre giorni intensi di incontri, approfondimenti e opportunità di business che hanno visto 49.950 ingressi alla Fiera del Levante di Bari, con numeri in leggero aumento rispetto al 2024.
Il tema di questa edizione, 'Il viaggio nel viaggio', ha riscosso grande interesse, portando alla luce nuove prospettive sul concetto stesso di viaggio e sulle trasformazioni che stanno investendo il settore. Mary Rossi, responsabile eventi Btm, ha sottolineato il valore di questa riflessione: "Da Btm 2025 ci portiamo a casa tante interessanti riflessioni. Uno degli aspetti chiave che volevamo far emergere con il tema 'Il viaggio nel viaggio' è il percorso verso la destinazione scelta, perché crediamo che sia proprio il cammino a generare emozioni, sensazioni e pensieri che ci fanno crescere. Abbiamo affrontato il tema in molteplici declinazioni, spingendoci anche oltre i confini terrestri con il turismo spaziale. Btm è stata un’occasione di confronto che ha arricchito operatori e professionisti con nuovi strumenti da applicare nel loro lavoro".
L’edizione 2025 ha messo al centro argomenti chiave come digitalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, turismo esperienziale, extralberghiero e wedding tourism. Tra i momenti più apprezzati, i panel su smart destination, big data per il turismo, nuove strategie di marketing e il ruolo della narrazione nella scelta delle destinazioni. Numerosi gli interventi istituzionali e dei principali protagonisti del settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha aperto la manifestazione con un intervento in streaming sulle strategie nazionali per la crescita del turismo, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità per il futuro del settore. Tra i tanti interventi, l’onorevole Gianluca Caramanna, il senatore Gianmarco Centinaio, la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com, Antonio Laveneziana,Territory Manager Italy di Airbnb, Valentina Sumini, Architetta dello spazio e Roberta Milano, marketing strategist.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il focus sul turismo extralberghiero, che ha visto una grande partecipazione da parte di operatori e property manager, e il T-Trade, ampliato con un’area business dedicata al turismo organizzato e alle destinazioni internazionali che ha visto ampia vivacità durante i tre giorni grazie alla presenza di espositori di spicco come Msc Crociere, Azemar, Croazia, Malta, Polonia, Seychelles, Visit Brussels e Repubblica Ceca. Confermata l’ottima accoglienza per le sezioni Btm Gusto, che ha valorizzato il turismo enogastronomico, e Btm Say Yes, dedicato al wedding tourism, con un proprio programma buyer. Grande fermento anche per l’Apulia Tourism Investment, che ha ospitato il Forum della Tornanza, un momento di confronto sulle nuove opportunità di investimento e sviluppo per il turismo in Puglia.
Nevio D’Arpa, Ceo & founder di Btm, ha espresso soddisfazione per il successo dell’evento e ha voluto ringraziare le istituzioni: "Un plauso particolare va all’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, per il supporto che ha dato alla manifestazione e per la visione strategica sul futuro del turismo in Puglia. La differenza che rende Btm unica è il nostro investimento nei contenuti: qui non ci limitiamo a mettere in mostra prodotti e destinazioni, ma costruiamo un dibattito di qualità che aiuta gli operatori a comprendere e anticipare i cambiamenti del settore. Il Comitato scientifico di Btm ha lavorato con grande attenzione per costruire un programma ricco di spunti e soluzioni. I numeri ci vedono in una leggera ma costante crescita, segno che il format funziona e che BtmM continua a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del Sud Italia".
Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha sottolineato il valore strategico dell’evento: "La grande partecipazione e l’alta qualità degli operatori presenti hanno ribadito l’importanza di questa manifestazione".
L’assessore al turismo di Regione Puglia, Gianfranco Lopane, ha aggiunto: “I progressi fatti da Btm negli anni sono sotto gli occhi di tutti, già oggi è uno dei più importanti eventi fieristici del turismo e ci auguriamo che questa crescita prosegua in futuro per il bene del turismo e della Puglia”
Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, ha evidenziato il valore della collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo turistico della regione: "La proficua sinergia tra gli operatori del turismo realizzata a Btm, in collaborazione con il Buy Puglia Meet & Connect a cura di Pugliapromozione, rappresenta una solida base per la crescita qualitativa del turismo in Puglia. E per questo motivo la collaborazione tra pubblico e privato resta essenziale".
Dopo il successo di questa edizione, l’organizzazione di Btm è già al lavoro per l’edizione 2026, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’evento e offrire nuovi spunti di riflessione sul turismo del futuro.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Bulli che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli Usa oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così. #StandWithUkraine oggi e sempre". Lo scrive Carlo Calenda.