Nemmeno un mese dopo l’arresto di Florian Bauer, inviato della tv tedesca, e dei suoi tre collaboratori, il Qatar ha arrestato e sequestrato l’equipaggiamento di un’altra troupe televisiva che stava girando un’inchiesta sulle terribili condizioni prossime alla schiavitù cui vengono costretti i migranti che si occupano della costruzione degli stadi e delle infrastrutture per i Mondiali di Qatar 2022. In manette Mark Lobel (corrispondente della BBC Middle East), un cameramen, un autista e un traduttore. Come spiega lo stesso Lobel: “L’arresto è stato drammatico. Ci hanno circondato con almeno otto veicoli mentre ci trovavamo su una strada secondaria, preso di forza e trascinato in una stazione di polizia dove siamo stati interrogati separatamente da funzionari dell’intelligence (…) Non ci hanno accusato direttamente di nulla, salvo sostenere in seguito che la nostra detenzione era materia di sicurezza nazionale”.
Lobel ha poi spiegato che sono stati rilasciati ma tutto l’equipaggiamento e il materiale girato non è mai stato restituito, e intervenuto a un programma radio della BBC ha aggiunto che durante l’interrogatorio gli sono state mostrate fotografie che dimostravano come fosse stato seguito ogni momento dal suo ingresso nel paese. La troupe della BBC era stata invitata direttamente dal Qatar con la stampa internazionale per un tour nei cantieri degli stadi mondiali. Un’operazione governativa di washing dopo che erano emerse sia le tragiche condizioni di vita dei migranti – sottoposti alla legge kafala che ne fa dei servi della gleba della cui vita può disporre il datore di lavoro – sia le terribili statistiche sulle morti sul lavoro, che le Ong prevedono essere migliaia prima dell’apertura dei Mondiali. Una recente inchiesta del Guardian aveva stimato i decessi nell’ordine di due al giorno.
La colpa dei reporter della BBC è stata quella di non aspettare il tour governativo, e di andare giorni prima nei siti indicati dagli organizzatori, per poter così documentare anche cosa sarebbe cambiato rispetto a quando alle telecamere sarebbe stato permesso fare riprese. Finora silente, anche la Fifa ha annunciato di avere aperto un’inchiesta: non sulla condizione dei lavoratori ma almeno sulle violazioni della libertà di stampa per quanto concerne l’organizzazione del Mondiale. Il responsabile della comunicazione del Comitato Organizzatore di Qatar 2022 Saif al-Thani ha infatti rilasciato un durissimo comunicato in cui è scritto che la colpa dei giornalisti della BBC è stata di “non ottemperare alle istruzioni del Governo seguendo il tour programmato con il resto dei media ma, sapendo che alcuni permessi non sarebbero stati dati, fare di testa loro sconfinando dove non era permesso”.
Sempre Saif al-Thani ha poi aggiunto che sono stati arrestati per “violazione della proprietà privata”. Nicholas McGeehan, portavoce della sezione del Golfo Persico di Human Right Watch, che già aveva pubblicato durissimi documenti sulle condizioni lavorative dei migranti in Qatar e negli altri paesi del Golfo, ha detto: “Se invece di fare le riforme del lavoro da tempo promesse e mai realizzate si arriva a prendersela con la stampa e a sostenere che questo arresto sia stato legittimo, motivandolo poi con uno ‘sconfinamento non previsto nella proprietà privata’ è chiaro che abbiamo raggiunto il punto più basso di una clamorosa serie di errori nelle pubbliche relazioni del Qatar”.