Si riapre il caso dell’ex trader Jerome Kerviel, condannato a 5 anni di prigione per aver provocato nel 2008 una perdita da quasi 5 miliardi di euro alla banca per cui lavorava, Société Générale, con operazioni spericolate in strumenti derivati. L’avvocato difensore di Kerviel, che si è consegnato alla polizia un anno fa dopo la conferma della condanna (arrivata durante il suo “pellegrinaggio” da Roma a Parigi), ha chiesto che il verdetto del processo penale sia rivisto alla luce delle novità emerse in un nuovo filone del processo, nato da una denuncia di Kerviel per frode processuale contro la stessa banca francese. L’ufficiale di polizia che ha condotto le indagini, Nathalie Le Roy, ha infatti rivelato nel corso di un’udienza davanti al giudice istruttore che i superiori dell’uomo e i vertici della banca “non potevano ignorare” che cosa stesse facendo. Testimonianza che avvalora la tesi da sempre sostenuta da Kerviel che ne aveva a lungo parlato in colloquio con ilfattoquotidiano.it dell’aprile 2014: “All’epoca ero trader junior, non erano previsti dei guadagni extra, ma i miei capi ci hanno guadagnato, la banca ci ha guadagnato e si è congratulata”, aveva raccontato l’ex trader. “Il denaro non è mai stato il motore di quello che facevo: ero in una bolla con dei capi che mi incoraggiavano”.
Un mese fa la Le Roy, come ha scritto domenica 17 maggio il sito francese Mediapart, ha raccontato di essere arrivata alla stessa conclusione. Alla chiusura delle indagini era convinta della colpevolezza del trader e del fatto che avesse agito da solo, ma un successivo supplemento di indagine condotto nel 2012 le ha fatto cambiare idea. “In occasione delle diverse udienze e con i numerosi documenti che ho potuto esaminare ho avuto la sensazione e poi la certezza che i superiori di Jerome Kerviel non potessero ignorare le posizioni prese da quest’ultimo”.
La Le Roy ha anche detto di aver avuto “l’impressione che i vertici di Société Générale mi dessero soltanto le prove che volevano darmi, non hanno mai risposto neanche alla mia richiesta di rogatoria. Mi hanno portato i testimoni che volevano loro. Hanno stabilito da soli le condizioni della mia indagine”. A conferma delle sue parole, stando a quanto ha riportato il quotidiano francese online, l’ufficiale ha citato anche una mail inviata da un altro dipendente della banca a un gruppo di dirigenti, in cui li avvertiva dei rischi che potevano comportare alcune scelte di Kerviel. Dal canto suo Société Générale si è detta stupita dalle nuove rivelazioni.
Resta ora da vedere se la richiesta di revisione presentata dall’avvocato David Koubbi sarà accolta. L’ex trader, intervistato dal settimanale L’Express, auspica la “riapertura del caso” con “lo svolgimento di una vera inchiesta a carico e a discolpa” e “una vera perizia finanziaria indipendente sulle perdite della banca”. Secondo Kerviel la rivelazione dell’ufficiale di polizia “è una bomba, perché non solo questa testimonianza fa saltare la banca smascherando la sua versione ufficiale, ma proviene dalla persona più al corrente sulla vicenda”. “Per me, questo ha il valore di una riabilitazione“, ha concluso.