Potrebbe essere un racconto dei racconti di Matteo Garrone, invece la storia di Guendalina detta Azzurrina, la bimba albina che il 21 giugno del 1375 sparì mentre si trovava nel nevaio del Castello di Montebello in provincia di Rimini, è diventato un docufilm. Una storia lontana nel tempo poi divenuta leggenda popolata di fantasmi, sparizioni e apparizioni, che ora diventa un horror venato anche di riprese documentarie proprio dentro le stanze dell’autentico castello romagnolo. Il film s’intitola Il Castello di Azzurrina, è diretto da Giacomo Franciosa, nipote del celebre attore hollywoodiano Anthony (La lunga estate calda, Un volto nella folla e Tenebre con Dario Argento) e pare uscirà nelle sale a fine 2015.
Protagonisti del film sono due neo-sposini che affrontano come fosse una goliardata la scommessa di passare una notte all’interno dell’antico castello per incontrare il fantasma. I ragazzi seguono la visita guidata nel maniero, poi all’ora di chiusura si nascondono dentro le mura e rimangono all’interno per una notte intera. Con loro rimangono chiusi dentro anche una coppia di esperti di fenomeni paranormali in cerca di prove decisive sulla presenza del fantasma nel celebre castello.
“Sarà un film nel film”, ha spiegato alla stampa riminese il regista. “La fiction si incrocerà con studi e rilevamenti che faranno parte dell’opera. Da quando ci siamo trasferiti a Montebello per gettare le basi del film, ogni singolo passaggio è stato ripreso da un nostro operatore e tutti gli eventi particolari che potrebbero avvenire saranno inseriti nella pellicola”. La particolarità della leggenda sorta attorno alla scomparsa della bimba, caduta lungo la scala che porta alla ghiacciaia del castello mentre giocava a palla e mai più ritrovata – né lei né la palla – è che in concomitanza con il solstizio d’estate ogni cinque anni Azzurrina tornerebbe a farsi sentire con quell’urlo che, secondo la leggenda tramandata da un parroco in una raccolta di racconti datata 1620, sarebbe stato l’ultimo segno di vita della bambina.
Navigando su Youtube Franciosa ha scoperto la storia della bimba scomparsa poi se ne è appassionato: “Trovo strano che in Italia sia poco conosciuta – ha raccontato al sito web riminitoday.it – Un po’ alla volta Azzurrina è entrata nella mia vita e in quella delle persone a me vicine, ha avvolto tutti noi di energia positiva. Questa bambina è un entità presente e non astratta”. Affascinati dalla scoperta del Castello del tempo i protagonisti del film si calano nel nevaio, scendendo la scala fino al gradino che ha inghiottito Azzurrina. “Qui secondo le credenze arcane – si legge nelle note esplicative del progetto – avviene lo squarcio del Tempo e si incontrano la ‘porta degli uomini‘ con la ‘porta degli Dei’”.
A seguire le riprese di finzione durate tre settimane nella rocca dalla Valmarecchia c’era anche una troupe di sensitivi, parapsicologi e di esperti del suono che altri non sono che i componenti del Laboratorio interdisciplinare di ricerca biopsicocibernetica di Bologna, da tempo sulle presunte tracce di fantasmi in antichi manieri italiani. L’apporto del gruppo di esperti di paranormale ha permesso a Franciosa di girare un altrettanto atteso backstage del film.
Il Castello di Azzurrina si presta anche ad una sorta di attesa comunicativa e pubblicitaria su modello di The Blair Witch Project, forse l’unico film assieme a Cannibal Holocaust ad essere riuscito a mantenere il più stretto riserbo attorno alla veridicità dei fatti narrati, tanto che Franciosa ha dichiarato, riferendosi agli attori del suo film: “Sono ragazzi che si sono già immedesimati nel ruolo e anche a loro sono già successe cose particolari, Azzurrina è già fra tutti noi”.
Durante le riprese molte testate locali hanno segnalato più volte strani infortuni sul set: prima il regista ha avuto un “inspiegabile” malore, poi l’attore Gianfranco Terrin, volto di Disney Channel, si è infortunato cadendo e battendo la fronte contro un grosso basamento del castello. Al Resto del Carlino di Rimini ha dichiarato che prima di cadere si è “come sentito sgambettato da qualcosa”, quando invece si trovava solo davanti alla macchina da presa.
A produrre il film c’è la Cabiria srl che già nel 2010 aveva prodotto il primo documentario di Franciosa, Il ribelle, protagonista Fabrizio Corona, seguito con la videocamera nelle settimane che ne hanno preceduto il verdetto di condanna; e nel 2013 Amorth, l’esorcista, documentario che ripercorre le gesta del 90enne prete esorcista modenese Gabriele Amorth che dal 1986 al 2007 avrebbe effettuato oltre 70mila casi di esorcismo.
Il trailer
Il backstage