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Jackie Basehart, addio al figlio di Valentina Cortese. Il dolore muto di una madre

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Nella morte, a volte, esiste una grandezza che cancella l’orrore della morte stessa, una teatralità quando cala il sipario terreno. Così è stato per Jackie Basehart, figlio unico di Valentina Cortese, attrice icona del nostro teatro. Nato a Hollywood, ha diviso la culla con Romina Power, ricordava sornione, spentosi a 64 anni a Milano. Attore anche lui, una vaga somiglianza con il gattopardiano Clark Gable, baffetto malandrino, fin da subito è stato istrionico, eccentrico, un dandy per eccellenza. Personaggio sopra le righe, quando solo in pochi osavano esserlo. Di una genuina simpatia, si faceva amare dal più umile al più glamour. E di celebrità sotto il suo sguardo ne sono passate, Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Liza Minelli, Frank Sinatra e Vittorio De Sica  erano  praticamente di casa.

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Ha studiato al Le Rosey, collegio esclusivo in Svizzera, parlava 12 lingue, dal russo allo scozzese, con le diverse inflessioni dialettali, timbro di voce da tenore, cantava O sole mio meglio di Pavarotti, ballava il valzer che tutte le debuttanti si gettavano ai suoi piedi. Invece, si fidanzò con Luisa Beccaria, ventenne e stilista in erba. Lui non viaggiava, esplorava nuovi mondi e nuovi modi. Comprò uno di quei vecchi taxi capresi anni ’50 per non farlo rottamare. Da tempo aveva riposto il set di bauli fatti su misura per lui da un vecchio artigiano, una lunga e odiosa malattia lo aveva alienato dalla vita.

Jackie ha recitato nel Un tè con Mussolini di Zeffirelli dove la costumista di scena ha utilizzato il suo guardaroba, tutto fatto di abiti sartoriali, panciotti e pantaloni con le pences, ispirati agli anni ’30. Collezionista di cravatte Marinella ante litteram. In fondo recitava se stesso, ha ricordato il suo amico di sempre Alessandro Di Carpegna.

Valentina, 92 anni, piange senza lacrime. Un figlio strappato alla vita le ha lasciato un supplizio muto, perforante. Da una famiglia di origine contadina a grande diva, forse, l’ultima, dello stesso calibro della Garbo e della Bergman. Di Marilyn Moonre che tenne Jackie bambino sulle ginocchia diceva che sembrava fatta di panna montata.

Raggomitolata nel suo letto a baldacchino nella casa milanese “Il Conventino”, nascosto da un mare di edera, inseparabile dal suo foulard annodato in testa, si stringe a Tatiana, moglie di Jackie, formidabile compagna di vita, soprattutto negli anni segnati dalla malattia. Il dolore le rende ancora più minute, più fragili, più unite. Insieme scelgono le canzoni anni ’70 cantate da Jackie per accompagnarlo in chiesa. E’ arrivata da Barcellona Antonia Del Latte, testimonial di Armani e fidanzata di Jackie.

Solo chi ha vissuto da GRANDE lascia a chi rimane il ricordo di ciò che è stato e di ciò che ha rappresentato.

Valentina non parla, sussurra: “Non è mio figlio che è morto… Lui è volato via. Vita, ancora un ultimo giro di clessidra e lo raggiungo…”.

Vi abbraccio entrambe.

twitter @januariapiromal 

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