Lo scorso 12 maggio hanno “boicottato” per protesta il test-Invalsi e ora sono stati puniti con un’ammonizione scritta del preside e due ore di lezione sui diritti e doveri degli studenti. A essere coinvolti nella vicenda sono circa 25 studenti al secondo anno dell’istituto tecnico Santoni di Pisa. Nelle ore scorse si era diffusa la notizia che il preside Marco Salardi avrebbe voluto sospenderli e così erano iniziate le polemiche. I rappresentanti locali della “Rete degli studenti medi” parlavano infatti di “grave episodio repressivo” a fronte di “un atto di protesta innocuo” ma il dirigente scolastico – interpellato nel primo pomeriggio da ilfattoquotidiano.it – aveva rispedito al mittente tutte le accuse (“Questa è solo una strumentalizzazione: non c’è alcuna volontà di punire chi contesta il test Invalsi”), precisando che non era ancora stata ufficializzata alcuna sospensione (“deciderà tra poche ore il consiglio di classe”). Alla fine è stato deciso di tenere una linea più morbida: “Il consiglio di classe – ha dichiarato il preside al Tirreno – non ha sanzionato la mancata partecipazione ai test degli studenti ma la vandalizzazione del modulo (era stato cancellato il numero di matricola) con un’ammonizione scritta del preside e due ore di lezione sui diritti e doveri degli studenti”.
“Nessuna rappresaglia, ho proposto un provvedimento disciplinare non per colpire chi contesta il test Invalsi – ha spiegato il dirigente scolastico al Fattoquotidiano.it – bensì per punire quegli alunni che hanno vandalizzato il codice identificativo del questionario, rendendolo non più leggibile. In altre classi il questionario è stato lasciato in bianco o riempito a casaccio: nei confronti di questi ragazzi non è stato preso alcun provvedimento”. Il dirigente aggiunge: “Il test Invalsi alla fine è una prova come tutte le altre: se gli alunni avessero danneggiato alla stessa maniera un compito di matematica mi sarei comportato esattamente alla stessa maniera. Ribadisco, evitiamo strumentalizzazioni: chi ha voluto contestare il test Invalsi senza danneggiare il documento lo ha potuto fare tranquillamente senza incorrere in provvedimenti”. I rappresentanti degli studenti sostengono invece che “la cancellazione del codice della prova non comporta alcun danno economico o fisico”, e ribadiscono inoltre tutta la loro contrarietà nei confronti di un metodo di valutazione “inutile” che favorirebbe “l’appiattimento e l’omologazione delle diverse doti e qualità”. Lo scorso 12 maggio era stata la stessa “Rete degli studenti medi” di Pisa a ufficializzare l’adesione alla protesta nazionale nei confronti dei test Invalsi: “Lasciare le prove in bianco e rifiutarsi di essere valutati per delle crocette”.
Il caso scoppiato a Pisa sta facendo discutere il mondo della politica. Nelle ore scorse a sostegno degli studenti è intervenuto il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni: “Gli studenti – scrive l’esponente vendoliano su Facebook – sono accusati di danno alla proprietà pubblica per aver cancellato il codice identificativo sui fogli delle prove: il vero danno alla proprietà pubblica lo sta facendo il governo Renzi con il disegno di legge sulla scuola. Il suo governo andrebbe sospeso”. Stesso ritornello da parte del gruppo consiliare pisano “Una città in comune – Prc” (Ciccio Auletta e Marco Ricci) e dalla “Lista Si – Toscana a sinistra” (Andrea Corti e Tiziana Nadalutti) candidata alle prossime elezioni Regionali: nella nota congiunta si parla di “azione repressiva” degna “di istituzioni antidemocratiche”. Dito puntato inoltre contro un clima “sempre più autoritario che il governo Renzi, riprendendo le politiche di Berlusconi, sta alimentando nel Paese anche con la riforma della ‘cattiva scuola’”. Definito “pretestuoso e quasi comico” la motivazione del provvedimento: “L’unico danno lo stanno facendo coloro che con tagli e riforme classiste stanno distruggendo la scuola pubblica”.
Scuola
Test Invalsi, studenti boicottano le prove: scuola ne sanziona 25. “E’ vandalismo”
Gli alunni sono stati puniti con un'ammonizione scritta e due ore di lezione sui diritti e doveri degli studenti. Ma il preside: "No alle strumentalizzazioni. Hanno cancellato il numero di matricola, se avessero fatto così con un altro compito in classe mi sarei comportato nella stessa maniera"
Lo scorso 12 maggio hanno “boicottato” per protesta il test-Invalsi e ora sono stati puniti con un’ammonizione scritta del preside e due ore di lezione sui diritti e doveri degli studenti. A essere coinvolti nella vicenda sono circa 25 studenti al secondo anno dell’istituto tecnico Santoni di Pisa. Nelle ore scorse si era diffusa la notizia che il preside Marco Salardi avrebbe voluto sospenderli e così erano iniziate le polemiche. I rappresentanti locali della “Rete degli studenti medi” parlavano infatti di “grave episodio repressivo” a fronte di “un atto di protesta innocuo” ma il dirigente scolastico – interpellato nel primo pomeriggio da ilfattoquotidiano.it – aveva rispedito al mittente tutte le accuse (“Questa è solo una strumentalizzazione: non c’è alcuna volontà di punire chi contesta il test Invalsi”), precisando che non era ancora stata ufficializzata alcuna sospensione (“deciderà tra poche ore il consiglio di classe”). Alla fine è stato deciso di tenere una linea più morbida: “Il consiglio di classe – ha dichiarato il preside al Tirreno – non ha sanzionato la mancata partecipazione ai test degli studenti ma la vandalizzazione del modulo (era stato cancellato il numero di matricola) con un’ammonizione scritta del preside e due ore di lezione sui diritti e doveri degli studenti”.
“Nessuna rappresaglia, ho proposto un provvedimento disciplinare non per colpire chi contesta il test Invalsi – ha spiegato il dirigente scolastico al Fattoquotidiano.it – bensì per punire quegli alunni che hanno vandalizzato il codice identificativo del questionario, rendendolo non più leggibile. In altre classi il questionario è stato lasciato in bianco o riempito a casaccio: nei confronti di questi ragazzi non è stato preso alcun provvedimento”. Il dirigente aggiunge: “Il test Invalsi alla fine è una prova come tutte le altre: se gli alunni avessero danneggiato alla stessa maniera un compito di matematica mi sarei comportato esattamente alla stessa maniera. Ribadisco, evitiamo strumentalizzazioni: chi ha voluto contestare il test Invalsi senza danneggiare il documento lo ha potuto fare tranquillamente senza incorrere in provvedimenti”. I rappresentanti degli studenti sostengono invece che “la cancellazione del codice della prova non comporta alcun danno economico o fisico”, e ribadiscono inoltre tutta la loro contrarietà nei confronti di un metodo di valutazione “inutile” che favorirebbe “l’appiattimento e l’omologazione delle diverse doti e qualità”. Lo scorso 12 maggio era stata la stessa “Rete degli studenti medi” di Pisa a ufficializzare l’adesione alla protesta nazionale nei confronti dei test Invalsi: “Lasciare le prove in bianco e rifiutarsi di essere valutati per delle crocette”.
Il caso scoppiato a Pisa sta facendo discutere il mondo della politica. Nelle ore scorse a sostegno degli studenti è intervenuto il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni: “Gli studenti – scrive l’esponente vendoliano su Facebook – sono accusati di danno alla proprietà pubblica per aver cancellato il codice identificativo sui fogli delle prove: il vero danno alla proprietà pubblica lo sta facendo il governo Renzi con il disegno di legge sulla scuola. Il suo governo andrebbe sospeso”. Stesso ritornello da parte del gruppo consiliare pisano “Una città in comune – Prc” (Ciccio Auletta e Marco Ricci) e dalla “Lista Si – Toscana a sinistra” (Andrea Corti e Tiziana Nadalutti) candidata alle prossime elezioni Regionali: nella nota congiunta si parla di “azione repressiva” degna “di istituzioni antidemocratiche”. Dito puntato inoltre contro un clima “sempre più autoritario che il governo Renzi, riprendendo le politiche di Berlusconi, sta alimentando nel Paese anche con la riforma della ‘cattiva scuola’”. Definito “pretestuoso e quasi comico” la motivazione del provvedimento: “L’unico danno lo stanno facendo coloro che con tagli e riforme classiste stanno distruggendo la scuola pubblica”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".