L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare mercoledì 27 maggio, durante una conferenza stampa del presidente del consiglio Matteo Renzi. Ma stando a Bloomberg, la notizia è certa: la futura Suv della Lamborghini sarà assemblata in Italia. Così, in cambio di 80 milioni di euro di incentivi, l’Audi dovrebbe creare 500 nuovi posti di lavoro e potrà continuare a vantare l’italianità dei prodotti del suo marchio più prestazionale, Lamborghini, appunto.
Il nuovo modello era stato anticipato dalla concept Urus, mostrata per la prima volta al Salone di Pechino del 2012 (nella fotogallery). Non è dato conoscere se questo sarà l’aspetto del modello definitivo, ma certamente il prototipo aiuta a immaginarlo: una vettura molto aggressiva, spigolosa, con altezza da terra regolabile e trazione integrale permanente. Lunga 5 metri, alta 1,66, a quattro posti, la Urus era stata immaginata con interni di fibra di carbonio e un motore da almeno 600 CV. La Urus sarebbe stata, a detta della Casa di Sant’Agata Bolognese, “il primo modello Lamborghini utilizzabile come auto per la famiglia”, una caratteristica che consentirebbe “di allargare enormemente la fascia dei clienti potenziali del marchio”.
Il volume di produzione immaginato all’epoca della presentazione della concept Urus, infatti, era di 3.000 unità l’anno, che se confermate raddoppierebbero gli attuali volumi del marchio, 2.530 auto nel 2014. Il terzo modello Lamborghini, sempre stando alla Casa, dovrebbe piacere soprattutto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Germania, Russia, Medio Oriente e Cina. Prezzo? Certamente costerà almeno 250.000 euro, visto che i due modelli attuali, Huracan e Aventador, partono da 209 e 329 mila euro rispettivamente.
La Lamborghini Urus non sarà sola nel neonato segmento delle “super Suv”, se così si possono definire le supercar alte da terra e a trazione integrale. Ormai quasi tutti i marchi di auto ad alte prestazioni si sta adeguando alle richieste di una clientela di ricchissimi che cercano un veicolo alla moda che non si fermi nemmeno di fronte alle condizioni disastrose in cui versano le strade di certi angoli del mondo. Ad eccezione della Ferrari, che continua a guardare con orrore alle Suv, gli altri marchi sono pronti: la Maserati produrrà la sua prima crossover Levante a partire dalla fine di quest’anno, l’Aston Martin ha confermato la DBX per il 2019, la Rolls-Royce lavora al “progetto Cullinan”.
E per restare in casa Volkswagen, la Bentley ha già confermato il nome della sua Suv, la Bentayga, attesa per il 2016 e costruita, come la Urus, sulla piattaforma della Porsche Cayenne e della nuova Audi Q7. A proposito, anche per questo modello, così come per la Lamborghini, sarà adottata una soluzione logistica costruttiva mista: parte della produzione avverrà in Slovacchia, ma poi l’assemblaggio definitivo sarà concesso alla madrepatria, Regno Unito e Italia che sia.
Auto & moto
Lamborghini Urus, ecco che cos’è la “super Suv” che nascerà in Italia – FOTO
L'annuncio dovrebbe arrivare domani: grazie agli incentivi dello Stato, la Lamborghini dovrebbe assemblare la sua Suv in Italia. Sarà un "mostro" da 600 CV, a 4 posti, che attirerà nuovi clienti per il marchio. Con 3.000 pezzi l'anno, dovrebbe più che raddoppiare le vendite della Casa del Toro
L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare mercoledì 27 maggio, durante una conferenza stampa del presidente del consiglio Matteo Renzi. Ma stando a Bloomberg, la notizia è certa: la futura Suv della Lamborghini sarà assemblata in Italia. Così, in cambio di 80 milioni di euro di incentivi, l’Audi dovrebbe creare 500 nuovi posti di lavoro e potrà continuare a vantare l’italianità dei prodotti del suo marchio più prestazionale, Lamborghini, appunto.
Il nuovo modello era stato anticipato dalla concept Urus, mostrata per la prima volta al Salone di Pechino del 2012 (nella fotogallery). Non è dato conoscere se questo sarà l’aspetto del modello definitivo, ma certamente il prototipo aiuta a immaginarlo: una vettura molto aggressiva, spigolosa, con altezza da terra regolabile e trazione integrale permanente. Lunga 5 metri, alta 1,66, a quattro posti, la Urus era stata immaginata con interni di fibra di carbonio e un motore da almeno 600 CV. La Urus sarebbe stata, a detta della Casa di Sant’Agata Bolognese, “il primo modello Lamborghini utilizzabile come auto per la famiglia”, una caratteristica che consentirebbe “di allargare enormemente la fascia dei clienti potenziali del marchio”.
Il volume di produzione immaginato all’epoca della presentazione della concept Urus, infatti, era di 3.000 unità l’anno, che se confermate raddoppierebbero gli attuali volumi del marchio, 2.530 auto nel 2014. Il terzo modello Lamborghini, sempre stando alla Casa, dovrebbe piacere soprattutto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Germania, Russia, Medio Oriente e Cina. Prezzo? Certamente costerà almeno 250.000 euro, visto che i due modelli attuali, Huracan e Aventador, partono da 209 e 329 mila euro rispettivamente.
La Lamborghini Urus non sarà sola nel neonato segmento delle “super Suv”, se così si possono definire le supercar alte da terra e a trazione integrale. Ormai quasi tutti i marchi di auto ad alte prestazioni si sta adeguando alle richieste di una clientela di ricchissimi che cercano un veicolo alla moda che non si fermi nemmeno di fronte alle condizioni disastrose in cui versano le strade di certi angoli del mondo. Ad eccezione della Ferrari, che continua a guardare con orrore alle Suv, gli altri marchi sono pronti: la Maserati produrrà la sua prima crossover Levante a partire dalla fine di quest’anno, l’Aston Martin ha confermato la DBX per il 2019, la Rolls-Royce lavora al “progetto Cullinan”.
E per restare in casa Volkswagen, la Bentley ha già confermato il nome della sua Suv, la Bentayga, attesa per il 2016 e costruita, come la Urus, sulla piattaforma della Porsche Cayenne e della nuova Audi Q7. A proposito, anche per questo modello, così come per la Lamborghini, sarà adottata una soluzione logistica costruttiva mista: parte della produzione avverrà in Slovacchia, ma poi l’assemblaggio definitivo sarà concesso alla madrepatria, Regno Unito e Italia che sia.
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.