Dopodomani, al quartier generale della Fifa di Zurigo si terrà il 65mo Congresso per eleggere il presidente. Favoritissimo è lo svizzero Sepp Blatter, padre padrone del calcio mondiale, vincitore di quattro mandati consecutivi dal 1998 che alla veneranda età di 79 anni si appresta a ottenere il quinto. Ma c’è un problema. Il quartier generale della Fifa dista meno di dieci minuti in macchina dal hotel Baur Au Lac, dove questa mattina l’Fbi e l’Ufficio federale di Giustizia svizzero hanno arrestato una decina di persone. Gli inquirenti hanno parlato di “corruzione istituzionalizzata in seno alla Fifa” per l’indagine che ha portato a una retata clamorosa e senza precedenti, che per la prima volta nella storia rischia di sconvolgere l’architettura di potere del calcio.
Nella conferenza stampa seguita agli arresti, il portavoce della Fifa Walter de Gregorio ha dichiarato: “Il presidente Blatter non sta certo ballando nel suo ufficio, ma non è indagato né coinvolto in alcun modo. Le elezioni si terranno regolarmente, e come previsto, questo venerdì”. Per vincere, alla prima votazione ci vogliono i due terzi (140 voti) dei membri aventi diritto di voto, ovvero tutte e 209 le federazioni nazionali affiliate alla Fifa: con la curiosa situazione per cui il voto delle piccole Isole Cayman vale quanto quello del Brasile. Che le Isole Cayman, prese a esempio non a caso, negli ultimi anni abbiano ricevuto oltre 2milioni di dollari dalla Fifa in aiuti per lo sviluppo del gioco del pallone potrebbe essere una curiosa coincidenza. Ma anche no. Poi, dalla seconda votazione, basterà avere la maggioranza dei voti per essere eletti.
Queste elezioni dovevano essere quelle del regicidio di Michael Platini. L’ex delfino di Blatter e attuale presidente della Uefa aveva optato prima una successione concordata, poi ha scelto la sfida, ed è scivolato clamorosamente sull’affaire Qatar, da cui Blatter è finora uscito indenne, e si è dovuto ritirare. Anche se la nuova inchiesta parallela a quella del Fbi, aperta oggi dalla Procura di Zurigo, potrebbe riaprire nuovi fronti. Come candidati si sono quindi presentati a gennaio Sepp Blatter, il principe di Giordania a e vicepresidente Fifa Ali bin al-Hussein, l’ex presidente dell’Ajax Michael van Praag e il fuoriclasse portoghese Luis Figo, ex di Barcellona, Real Madrid e Inter. Gli ultimi due si sono ritirati pochi giorni fa, non mancando di lanciare le ultime stilettate a Blatter e esplicitando il loro appoggio a Hussein.
Anche Platini è intervenuto nei giorni scorsi sostenendo che una Fifa in mano a Blatter sarà sempre “meno credibile” e appoggiando Hussein, che da par suo proprio ieri ha denunciato di essere stato avvicinato da un intermediario che gli avrebbe offerto un pacchetto di 47 voti. A dimostrazione di quanto nelle elezioni della Fifa a ogni paese non corrisponda un voto, ma un prezzo. Questo è emerso fin dalle prime inchieste sulle elezioni del 1998 in cui Blatter, delfino dell’ex presidente Joao Havelange, sconfigge a sorpresa il favorito Lennart Johansson, allora presidente della Uefa. E poi di nuovo nel 2002 e nel 2011. Ma tra le mille accuse di corruzione, tangenti, conflitti d’interessi – il nipote Philippe Blatter siede nel board di Match, società che si occupa della gestione e vendita di biglietti, viaggi e alberghi per ogni manifestazione della Fifa, e di Infront, potentissima società che gestisce i diritti tv – Sepp Blatter è sempre riuscito a uscire pulito.
Per questo con tutta probabilità anche l’ultima inchiesta, nella quale Blatter non risulta indagato, non riuscirà a spostare voti. E’ vero che qualche delegato potrebbe spaventarsi a votare Blatter, pensando, così facendo, di dichiarare la sua appartenenza a un sistema corrotto. Ma questo sistema, come dimostra l’indagine del Fbi, va indietro di almeno vent’anni: nessuno sarebbe in grado di uscirne pulito e profumato con un voto contrario. Ma c’è di più. Durante il suo ventennio Blatter ha trasformato la Fifa in un’immensa macchina da soldi, procurandosi così molti più alleati di quanti siano disposti ad ammetterlo. Il fatturato della Fifa, che è un’organizzazione senza scopo di lucro, nell’ultimo anno è stato di 1,7 miliardi di dollari, le riserve ammontano a 1,5 miliardi. Dal quadriennio 2010-2014 concluso con i Mondiali brasiliani la Fifa ha fatturato quasi 6 miliardi di dollari tra sponsor e diritti tv. E che per il i Mondiali 2014 siano stati un affare per la Fifa e una catastrofe per il Brasile non è un problema della multinazionale di Zurigo.
Il calcio sono soldi e potere. E tra le gratifiche milionarie ai delegati, la costruzione di alberghi, stadi e centri sportivi di super lusso nelle zone più remote del pianeta – casualmente in località controllate politicamente da funzionari e membri della Fifa – il sistema Blatter fa sì che il suo potere si estenda ben oltre tangibili prove di corruzione. Venerdì Blatter potrà quindi contare su una solida maggioranza composta dalla Caf (Africa, 56 voti), dalla Concacaf (Centro e Nord America, 41 voti) e dal Conmebol (Sud America, 10 voti). Oltre a buona parte dei voti europei della Uefa (54 membri) provenienti soprattutto dall’Est e da alcuni paesi allineati come l’Italia: il paese di Tavecchio, Galliani, Lotito e di quella Infront – di cui è dirigente il nipote di Blatter – che gestisce il potere attraverso i diritti tv della Serie A. Non è certo un caso che le indagini del Fbi che hanno portato ai clamorosi arresti di stamane siano arrivate a due giorni dalle elezioni e si concentrino soprattutto sullo storico bacino di utenza di Blatter. Ma, a meno di clamorose sorprese, per un calcio pulito (o meno sporco) sarà necessario ripassare tra quattro anni.
Twitter @ellepuntopi
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Fifa, al congresso di venerdì Blatter resta favorito. Nonostante inchieste e arresti
Il boss svizzero del calcio mondiali vicinissimo al quinto mandato consecutivo da presidente. Nell'assemblea elettiva del 29 gli effetti delle indagini della Fbi e della giustizia elvetica per corruzione e tangenti avranno un peso relativo: ecco perché
Dopodomani, al quartier generale della Fifa di Zurigo si terrà il 65mo Congresso per eleggere il presidente. Favoritissimo è lo svizzero Sepp Blatter, padre padrone del calcio mondiale, vincitore di quattro mandati consecutivi dal 1998 che alla veneranda età di 79 anni si appresta a ottenere il quinto. Ma c’è un problema. Il quartier generale della Fifa dista meno di dieci minuti in macchina dal hotel Baur Au Lac, dove questa mattina l’Fbi e l’Ufficio federale di Giustizia svizzero hanno arrestato una decina di persone. Gli inquirenti hanno parlato di “corruzione istituzionalizzata in seno alla Fifa” per l’indagine che ha portato a una retata clamorosa e senza precedenti, che per la prima volta nella storia rischia di sconvolgere l’architettura di potere del calcio.
Nella conferenza stampa seguita agli arresti, il portavoce della Fifa Walter de Gregorio ha dichiarato: “Il presidente Blatter non sta certo ballando nel suo ufficio, ma non è indagato né coinvolto in alcun modo. Le elezioni si terranno regolarmente, e come previsto, questo venerdì”. Per vincere, alla prima votazione ci vogliono i due terzi (140 voti) dei membri aventi diritto di voto, ovvero tutte e 209 le federazioni nazionali affiliate alla Fifa: con la curiosa situazione per cui il voto delle piccole Isole Cayman vale quanto quello del Brasile. Che le Isole Cayman, prese a esempio non a caso, negli ultimi anni abbiano ricevuto oltre 2milioni di dollari dalla Fifa in aiuti per lo sviluppo del gioco del pallone potrebbe essere una curiosa coincidenza. Ma anche no. Poi, dalla seconda votazione, basterà avere la maggioranza dei voti per essere eletti.
Queste elezioni dovevano essere quelle del regicidio di Michael Platini. L’ex delfino di Blatter e attuale presidente della Uefa aveva optato prima una successione concordata, poi ha scelto la sfida, ed è scivolato clamorosamente sull’affaire Qatar, da cui Blatter è finora uscito indenne, e si è dovuto ritirare. Anche se la nuova inchiesta parallela a quella del Fbi, aperta oggi dalla Procura di Zurigo, potrebbe riaprire nuovi fronti. Come candidati si sono quindi presentati a gennaio Sepp Blatter, il principe di Giordania a e vicepresidente Fifa Ali bin al-Hussein, l’ex presidente dell’Ajax Michael van Praag e il fuoriclasse portoghese Luis Figo, ex di Barcellona, Real Madrid e Inter. Gli ultimi due si sono ritirati pochi giorni fa, non mancando di lanciare le ultime stilettate a Blatter e esplicitando il loro appoggio a Hussein.
Anche Platini è intervenuto nei giorni scorsi sostenendo che una Fifa in mano a Blatter sarà sempre “meno credibile” e appoggiando Hussein, che da par suo proprio ieri ha denunciato di essere stato avvicinato da un intermediario che gli avrebbe offerto un pacchetto di 47 voti. A dimostrazione di quanto nelle elezioni della Fifa a ogni paese non corrisponda un voto, ma un prezzo. Questo è emerso fin dalle prime inchieste sulle elezioni del 1998 in cui Blatter, delfino dell’ex presidente Joao Havelange, sconfigge a sorpresa il favorito Lennart Johansson, allora presidente della Uefa. E poi di nuovo nel 2002 e nel 2011. Ma tra le mille accuse di corruzione, tangenti, conflitti d’interessi – il nipote Philippe Blatter siede nel board di Match, società che si occupa della gestione e vendita di biglietti, viaggi e alberghi per ogni manifestazione della Fifa, e di Infront, potentissima società che gestisce i diritti tv – Sepp Blatter è sempre riuscito a uscire pulito.
Per questo con tutta probabilità anche l’ultima inchiesta, nella quale Blatter non risulta indagato, non riuscirà a spostare voti. E’ vero che qualche delegato potrebbe spaventarsi a votare Blatter, pensando, così facendo, di dichiarare la sua appartenenza a un sistema corrotto. Ma questo sistema, come dimostra l’indagine del Fbi, va indietro di almeno vent’anni: nessuno sarebbe in grado di uscirne pulito e profumato con un voto contrario. Ma c’è di più. Durante il suo ventennio Blatter ha trasformato la Fifa in un’immensa macchina da soldi, procurandosi così molti più alleati di quanti siano disposti ad ammetterlo. Il fatturato della Fifa, che è un’organizzazione senza scopo di lucro, nell’ultimo anno è stato di 1,7 miliardi di dollari, le riserve ammontano a 1,5 miliardi. Dal quadriennio 2010-2014 concluso con i Mondiali brasiliani la Fifa ha fatturato quasi 6 miliardi di dollari tra sponsor e diritti tv. E che per il i Mondiali 2014 siano stati un affare per la Fifa e una catastrofe per il Brasile non è un problema della multinazionale di Zurigo.
Il calcio sono soldi e potere. E tra le gratifiche milionarie ai delegati, la costruzione di alberghi, stadi e centri sportivi di super lusso nelle zone più remote del pianeta – casualmente in località controllate politicamente da funzionari e membri della Fifa – il sistema Blatter fa sì che il suo potere si estenda ben oltre tangibili prove di corruzione. Venerdì Blatter potrà quindi contare su una solida maggioranza composta dalla Caf (Africa, 56 voti), dalla Concacaf (Centro e Nord America, 41 voti) e dal Conmebol (Sud America, 10 voti). Oltre a buona parte dei voti europei della Uefa (54 membri) provenienti soprattutto dall’Est e da alcuni paesi allineati come l’Italia: il paese di Tavecchio, Galliani, Lotito e di quella Infront – di cui è dirigente il nipote di Blatter – che gestisce il potere attraverso i diritti tv della Serie A. Non è certo un caso che le indagini del Fbi che hanno portato ai clamorosi arresti di stamane siano arrivate a due giorni dalle elezioni e si concentrino soprattutto sullo storico bacino di utenza di Blatter. Ma, a meno di clamorose sorprese, per un calcio pulito (o meno sporco) sarà necessario ripassare tra quattro anni.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - "Per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e Nova Gorica soprattutto nel contesto di Go 2025", il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello emerito della Slovenia, Borut Pahor, verranno insigniti domani, con una cerimonia in programma alle 11.30 al Teatro comunale Giuseppe Verdi, del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia'. Un nuovo riconoscimento per i due statisti ai quali nell'aprile scorso fu attribuita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università di Trieste, a conferma di un impegno comune per rimarginare le ferite della storia e mantenere vivi un'amicizia e un legame tra due i popoli, saldando un rapporto anche sul piano personale.
Numerose le occasioni di incontro e i gesti simbolici. A partire dal 26 ottobre 2016, quando i due presidenti parteciparono alla cerimonia sul tema "L'Europa luogo di superamento dei conflitti", nel centenario dell'unione di Gorizia all'Italia. Fu quella l'occasione per la deposizione di due corone d'alloro sul monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 a Doberdò del Lago, mentre in precedenza il Capo dello Stato italiano, al Parco della Rimembranza di Gorizia, aveva reso omaggio al monumento ai caduti della Prima guerra mondiale e al lapidario che ricorda i deportati goriziani.
Ma fu soprattutto il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020 particolarmente denso di significati. Mattarella e Pahor resero omaggio, mano nella mano, alla Foiba di Basovizza e al Monumento ai caduti sloveni antifascisti Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojzij Valencic, condannati a morte nel 1930. Quindi i due presidenti conferirono a Boris Pahor, scrittore sloveno naturalizzato italiano, rispettivamente l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e l’Ordine per Meriti eccezionali. Fu quindi firmato il protocollo di restituzione del Narodni Dom, l'edificio che ospitava le associazioni culturali slovene distrutto dalla violenza nazionalista dello squadrismo fascista nel 1920.
"La storia –disse Mattarella in quella occasione- non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro".
"Al di qua e al di là della frontiera -il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea -sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste -con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor- segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa". Concetti ribaditi nell’incontro del 21 ottobre 2021, per celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica 'Capitale europea della Cultura 2025 con il progetto 'Go! Borderless'. “Un meraviglioso esempio della costruzione di un futuro comune nell’Unione europea".
L'avvicendamento alla guida della Slovenia, con l'elezione della presidente Nataša Pirc Musar, ha visto proseguire le iniziative di collaborazione e dialogo tra i vertici istituzionali dei due Paesi. Mattarella nell'aprile dello scorso anno partecipò alle celebrazioni per il ventennale dell'adesione della Slovenia all'Ue e con l'omologa Pirc Musar ha inaugurato a febbraio di quest'anno Go 2025, Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale.
"Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala".
Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire".
Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Ho apprezzato molto la posizione di Elly Schlein quando ha detto no al piano di riarmo. Una buona premessa per impostare un progetto di alternativa a questo governo". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Se ci dobbiamo ritrovare con una alternativa che segue la Meloni e sottoscrive la politica estera disastrosa della Meloni è un disastro, che alternativa puoi presentare agli italiani se ti trovi a votare con la Meloni per l'escalation militare? Per non parlare di Gaza", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere un partito troppo plurale, lo dico con una battuta. Ci sono dei momenti di sintesi e quando il tuo leader prende una posizione così chiara, qualche chiarimento adesso andrebbe operato. Ma il problema non riguarda me ma un'altra forza politica". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
Roma, 14 mag (Adnkronos) - "Oggi scopriamo che ci sono i proprietari delle reti che vogliono dettare le condizioni, vogliono utilizzare gli algoritmi per condizionare il dibattito, usare gli algoritmi per condizionare le elezioni. Ci dobbiamo svegliare". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Il problema vero è che sono monopolisti, come Starlink per i satelliti a bassa quota. Che garanzia di sicurezza abbiamo che domani, come per l'Ucraina, Musk non si svegli e dica chiudo l'interruttore? L'Europa è l'unico contesto sovranazionale che cerca di dettare regole su questo fronte. E' un problema serio da affrontare", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".