All’alba. Con tanto di manette a favore di telecamera. Come per una qualsiasi operazione antimafia. E invece si tratta di calcio. Ai massimi livelli mondiali. Perché a finire nella rete dell’Fbi statunitensi c’è mezza Fifa, compreso il presidente Joseph Blatter. Che è indagato, ma non nel filone d’inchiesta che ha portato al blitz di stamattina. Dove? A Zurigo, precisamente al Baur au Lac hotel, albergo extra-lusso dove i leader dell’organismo che governa il sistema calcio globale sono riuniti per il loro meeting annuale. Dopo essersi fatti consegnare le chiavi gli agenti sono saliti nelle camere del lussuoso albergo e hanno cominciato ad eseguire gli arresti. Nelle stesse ore, inoltre, le autorità statunitensi hanno perquisito a Miami gli uffici della Concacaf, la federazione calcistica del Nord e Centro America e Caraibi. Le accuse nei confronti di arrestati e indagati? Soldi, un mare di soldi in mazzette. Per cosa? Tornei da organizzare, marketing, favori, diritti tv. In pratica, tutto quello che ruota attorno al mondo dorato del pallone.
LE ACCUSE: MAZZETTE PER I TORNEI IN AMERICA LATINA
Le forze dell’ordine svizzere hanno messo le manette ai polsi di sette responsabili Fifa (ma le persone coinvolte sono molte di più, almeno 9 ma c’è chi dice 14) che saranno estradati negli Usa dove dovranno rispondere dell’accusa di corruzione. Non solo. L’ufficio federale svizzero di Giutizia ha anche reso noto di aver bloccato diversi conti bancari nel Paese “in banche attraverso le quali passavano le tangenti”. La notizia della ‘retata’ è stata riportata dal New York Times. Le accuse mosse dalle autorità americane coprono l’ultimo ventennio, e riguardano le gare per aggiudicarsi varie manifestazioni calcistiche, molte in Sud America ma anche campionati mondiali, così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione guidata da Sepp Blatter ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar (escluse dall’indagine Fbi, ma su cui verte un’inchiesta parallela in Svizzera). Lo stesso presidente Blatter risulta indagato dall’Fbi: il numero uno della Fifa non è però tra i responsabili del calcio mondiale messi in stato d’accusa dal dipartimento di Stato americano. Blatter, 79 anni, dovrebbe essere rieletto venerdì prossimo per la quinta volta consecutiva presidente della Fifa. Guida il governo del calcio mondiale dal giugno del 1998, quando successe a Joao Havelange. E’ stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011.
I NOMI DEGLI ARRESTATI. BLOCCATI CONTI CORRENTI
Secondo il New York Times, che cita fonti proprie vicine alle indagini, le accuse includono frode, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro e sono dirette contro “membri del potente comitato esecutivo della Fifa, che raccoglie un potere enorme e porta a termine i suoi affari in gran parte in segreto”. L’operazione del dipartimento della Giustizia Usa coinvolge molti dirigenti del calcio mondiale, ma non tutti questi si trovano a Zurigo per il Congresso della Fifa. Sette sono stati arrestati e sono attualmente detenuti in attesa di estradizione: si tratta di Jeffrey Webb (cittadino britannico, presidente della Confederazione di calcio del Nord, Centro America e Caraibi – Concacaf – e vicepresidente della Fifa), di Eugenio Figueredo dell’Uruguay (anche lui vicepresidente e fino al 2014 presidente di CONMEBOL, cioè la Confederazione sudamericana del calcio), di Eduardo Li (presidente della federcalcio della Costa Rica – Fedefutbol – e funzionario della Fifa), di Jose Maria Marin (brasiliano, membro esecutivo della federcalcio sudamericana Conmebol), di Julio Rocha (cittadino nicaraguegno, ex presidente della federazione di calcio del Nicaragua e funzionario della Fifa), di Costas Takkas (cittadino britannico, ex segretario generale della federcalcio delle Isole Cayman), di Rafael Esquivel (venezuelano, presidente della Federcalcio del Venezuela – Fvf – e membro esecutivo della Federcalcio sudamericana Conmebol). Nel mirino anche di Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro fra il 1990 e il 2011 del comitato e presidente della CONCACAF, cioè della Confederazione del calcio di Nord e Centro-America e Caraibi.
Quanto alla estradizione degli arrestati negli Stati Uniti, spiegano le autorità svizzere, la decisione potrebbe arrivare immediatamente. “La polizia cantonale di Zurigo interrogherà i fermati oggi a proposito della richiesta Usa di arresto”, si legge in una nota dell’Ufficio federale di Giustizia elvetico (Foj). “Una procedura semplificata sarà applicata alle persone ricercate che acconsentono all’estradizione immediata. Il Foj potrà approvare immediatamente la loro estradizione in Usa e ordinare l’esecuzione dell’estradizione stessa”, spiega l’ufficio svizzero. Se invece una persona ricercata si opporrà all’estradizione, “il Foj inviterà gli Usa a presentare una richiesta formale di estradizione entro la scadenza dei 40 giorni prevista dal trattato bilaterale di estradizione“.
“CORRUZIONE RAMPANTE E SISTEMICA. MOLTE LE VITTIME”
“I sospettati di corruzione – si legge ancora nella nota – sarebbero stati coinvolti in schemi per pagare i funzionari del calcio – delegati della Fifa e altri funzionari di sotto-organizzazioni Fifa – per un totale di oltre 100 milioni di dollari Usa. In cambio si crede che abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei di calcio in America Latina”. Secondo la richiesta Usa, spiega l’ufficio svizzero, questi reati sono stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sono stati effettuati tramite banche Usa”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore nel corso di una conferenza stampa a New York del ministro della giustizia Loretta Lynch e del capo dell’Fbi, James Comey. Ad imprimere un’accelerazione alle indagini – spiegano i media Usa – la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia che ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. I vertici della Fifa hanno sempre respinto ogni addebito di corruzione, ma evidentemente questa non è stata la conclusione delle indagini.
Durissime le parole di Loretta Lynch, che ha parlato di “corruzione rampante, sistemica e radicata all’estero e negli Stati Uniti”. Non solo. Il sistema “si estende su almeno due generazioni di funzionari del calcio che, come sostenuto, hanno abusato della loro posizione di fiducia per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle”. Accuse nero su bianco, tutte contenute nella lunga e articolata nota diffusa dal Dipartimento della giustizia. Nello stesso documento si legge che il sistema “ha profondamente danneggiato un gran numero di vittime, dai campionati giovanili ai Paesi in via di sviluppo che dovrebbero beneficiare dei ricavi generati dai diritti commerciali che queste organizzazioni detengono, fino ai tifosi a casa e in tutto il mondo coloro il cui supporto per il gioco rende preziosi questi diritti”. “Le azioni di oggi – è stata la conclusione di Loretta Lynch – mettono in chiaro che questo dipartimento di Giustizia intende porre fine a queste pratiche corruttive, sradicare ogni comportamento illecito e portare di fronte alla giustizia i trasgressori. Siamo ansiosi di continuare a lavorare con altri Paesi a questo proposito”.
DIRETTORE FBI: “CULTURA DI CORRUZIONE E AVIDITA'”
Anche il direttore dell’Fbi, James Comey, ha parlato in conferenza stampa. “Come affermato nell’indagine, i sospettati hanno incoraggiato una cultura di corruzione e avidità che ha creato un campo di gioco iniquo nello sport più grande del mondo” ha detto. “Pagamenti segreti e illeciti, tangenti e mazzette sono diventate il modo di fare affari nella Fifa” ha aggiunto Comey, affermando che “quando i leader di un’organizzazione arrivano a ingannare gli stessi membri che dicono di rappresentare, allora devono rispondere” delle loro azioni. Comey ha infine sottolineato come l’indagine non riguardi solo lo sport, ma la legalità. “Questo caso non si basa sul calcio, ma sull’equità e sul rispetto delle leggi” ha sottolineato il direttore dell’Fbi. Che poi ha concluso il suo intervento con parole emblematiche: “I tifosi, i giocatori e gli sponsor che nel mondo amano questo gioco non dovrebbero preoccuparsi di funzionari che corrompono il loro sport”.
Calcio
Fifa, vertici del calcio sotto accusa per corruzione: Fbi ordina arresti a Zurigo
Retata nell'albergo che ospita il meeting annuale. Sei persone arrestate, almeno altre otto ricercate. Sotto indagine anche il numero uno Sepp Blatter, che la settimana prossima punta alla quinta rielezione consecutiva
All’alba. Con tanto di manette a favore di telecamera. Come per una qualsiasi operazione antimafia. E invece si tratta di calcio. Ai massimi livelli mondiali. Perché a finire nella rete dell’Fbi statunitensi c’è mezza Fifa, compreso il presidente Joseph Blatter. Che è indagato, ma non nel filone d’inchiesta che ha portato al blitz di stamattina. Dove? A Zurigo, precisamente al Baur au Lac hotel, albergo extra-lusso dove i leader dell’organismo che governa il sistema calcio globale sono riuniti per il loro meeting annuale. Dopo essersi fatti consegnare le chiavi gli agenti sono saliti nelle camere del lussuoso albergo e hanno cominciato ad eseguire gli arresti. Nelle stesse ore, inoltre, le autorità statunitensi hanno perquisito a Miami gli uffici della Concacaf, la federazione calcistica del Nord e Centro America e Caraibi. Le accuse nei confronti di arrestati e indagati? Soldi, un mare di soldi in mazzette. Per cosa? Tornei da organizzare, marketing, favori, diritti tv. In pratica, tutto quello che ruota attorno al mondo dorato del pallone.
LE ACCUSE: MAZZETTE PER I TORNEI IN AMERICA LATINA
Le forze dell’ordine svizzere hanno messo le manette ai polsi di sette responsabili Fifa (ma le persone coinvolte sono molte di più, almeno 9 ma c’è chi dice 14) che saranno estradati negli Usa dove dovranno rispondere dell’accusa di corruzione. Non solo. L’ufficio federale svizzero di Giutizia ha anche reso noto di aver bloccato diversi conti bancari nel Paese “in banche attraverso le quali passavano le tangenti”. La notizia della ‘retata’ è stata riportata dal New York Times. Le accuse mosse dalle autorità americane coprono l’ultimo ventennio, e riguardano le gare per aggiudicarsi varie manifestazioni calcistiche, molte in Sud America ma anche campionati mondiali, così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione guidata da Sepp Blatter ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar (escluse dall’indagine Fbi, ma su cui verte un’inchiesta parallela in Svizzera). Lo stesso presidente Blatter risulta indagato dall’Fbi: il numero uno della Fifa non è però tra i responsabili del calcio mondiale messi in stato d’accusa dal dipartimento di Stato americano. Blatter, 79 anni, dovrebbe essere rieletto venerdì prossimo per la quinta volta consecutiva presidente della Fifa. Guida il governo del calcio mondiale dal giugno del 1998, quando successe a Joao Havelange. E’ stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011.
I NOMI DEGLI ARRESTATI. BLOCCATI CONTI CORRENTI
Secondo il New York Times, che cita fonti proprie vicine alle indagini, le accuse includono frode, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro e sono dirette contro “membri del potente comitato esecutivo della Fifa, che raccoglie un potere enorme e porta a termine i suoi affari in gran parte in segreto”. L’operazione del dipartimento della Giustizia Usa coinvolge molti dirigenti del calcio mondiale, ma non tutti questi si trovano a Zurigo per il Congresso della Fifa. Sette sono stati arrestati e sono attualmente detenuti in attesa di estradizione: si tratta di Jeffrey Webb (cittadino britannico, presidente della Confederazione di calcio del Nord, Centro America e Caraibi – Concacaf – e vicepresidente della Fifa), di Eugenio Figueredo dell’Uruguay (anche lui vicepresidente e fino al 2014 presidente di CONMEBOL, cioè la Confederazione sudamericana del calcio), di Eduardo Li (presidente della federcalcio della Costa Rica – Fedefutbol – e funzionario della Fifa), di Jose Maria Marin (brasiliano, membro esecutivo della federcalcio sudamericana Conmebol), di Julio Rocha (cittadino nicaraguegno, ex presidente della federazione di calcio del Nicaragua e funzionario della Fifa), di Costas Takkas (cittadino britannico, ex segretario generale della federcalcio delle Isole Cayman), di Rafael Esquivel (venezuelano, presidente della Federcalcio del Venezuela – Fvf – e membro esecutivo della Federcalcio sudamericana Conmebol). Nel mirino anche di Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro fra il 1990 e il 2011 del comitato e presidente della CONCACAF, cioè della Confederazione del calcio di Nord e Centro-America e Caraibi.
Quanto alla estradizione degli arrestati negli Stati Uniti, spiegano le autorità svizzere, la decisione potrebbe arrivare immediatamente. “La polizia cantonale di Zurigo interrogherà i fermati oggi a proposito della richiesta Usa di arresto”, si legge in una nota dell’Ufficio federale di Giustizia elvetico (Foj). “Una procedura semplificata sarà applicata alle persone ricercate che acconsentono all’estradizione immediata. Il Foj potrà approvare immediatamente la loro estradizione in Usa e ordinare l’esecuzione dell’estradizione stessa”, spiega l’ufficio svizzero. Se invece una persona ricercata si opporrà all’estradizione, “il Foj inviterà gli Usa a presentare una richiesta formale di estradizione entro la scadenza dei 40 giorni prevista dal trattato bilaterale di estradizione“.
“CORRUZIONE RAMPANTE E SISTEMICA. MOLTE LE VITTIME”
“I sospettati di corruzione – si legge ancora nella nota – sarebbero stati coinvolti in schemi per pagare i funzionari del calcio – delegati della Fifa e altri funzionari di sotto-organizzazioni Fifa – per un totale di oltre 100 milioni di dollari Usa. In cambio si crede che abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei di calcio in America Latina”. Secondo la richiesta Usa, spiega l’ufficio svizzero, questi reati sono stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sono stati effettuati tramite banche Usa”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore nel corso di una conferenza stampa a New York del ministro della giustizia Loretta Lynch e del capo dell’Fbi, James Comey. Ad imprimere un’accelerazione alle indagini – spiegano i media Usa – la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia che ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. I vertici della Fifa hanno sempre respinto ogni addebito di corruzione, ma evidentemente questa non è stata la conclusione delle indagini.
Durissime le parole di Loretta Lynch, che ha parlato di “corruzione rampante, sistemica e radicata all’estero e negli Stati Uniti”. Non solo. Il sistema “si estende su almeno due generazioni di funzionari del calcio che, come sostenuto, hanno abusato della loro posizione di fiducia per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle”. Accuse nero su bianco, tutte contenute nella lunga e articolata nota diffusa dal Dipartimento della giustizia. Nello stesso documento si legge che il sistema “ha profondamente danneggiato un gran numero di vittime, dai campionati giovanili ai Paesi in via di sviluppo che dovrebbero beneficiare dei ricavi generati dai diritti commerciali che queste organizzazioni detengono, fino ai tifosi a casa e in tutto il mondo coloro il cui supporto per il gioco rende preziosi questi diritti”. “Le azioni di oggi – è stata la conclusione di Loretta Lynch – mettono in chiaro che questo dipartimento di Giustizia intende porre fine a queste pratiche corruttive, sradicare ogni comportamento illecito e portare di fronte alla giustizia i trasgressori. Siamo ansiosi di continuare a lavorare con altri Paesi a questo proposito”.
DIRETTORE FBI: “CULTURA DI CORRUZIONE E AVIDITA'”
Anche il direttore dell’Fbi, James Comey, ha parlato in conferenza stampa. “Come affermato nell’indagine, i sospettati hanno incoraggiato una cultura di corruzione e avidità che ha creato un campo di gioco iniquo nello sport più grande del mondo” ha detto. “Pagamenti segreti e illeciti, tangenti e mazzette sono diventate il modo di fare affari nella Fifa” ha aggiunto Comey, affermando che “quando i leader di un’organizzazione arrivano a ingannare gli stessi membri che dicono di rappresentare, allora devono rispondere” delle loro azioni. Comey ha infine sottolineato come l’indagine non riguardi solo lo sport, ma la legalità. “Questo caso non si basa sul calcio, ma sull’equità e sul rispetto delle leggi” ha sottolineato il direttore dell’Fbi. Che poi ha concluso il suo intervento con parole emblematiche: “I tifosi, i giocatori e gli sponsor che nel mondo amano questo gioco non dovrebbero preoccuparsi di funzionari che corrompono il loro sport”.
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Fifa, a Zurigo inchiesta parallela su assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022
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Fifa, al congresso di venerdì Blatter resta favorito. Nonostante inchieste e arresti
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - "Per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e Nova Gorica soprattutto nel contesto di Go 2025", il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello emerito della Slovenia, Borut Pahor, verranno insigniti domani, con una cerimonia in programma alle 11.30 al Teatro comunale Giuseppe Verdi, del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia'. Un nuovo riconoscimento per i due statisti ai quali nell'aprile scorso fu attribuita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università di Trieste, a conferma di un impegno comune per rimarginare le ferite della storia e mantenere vivi un'amicizia e un legame tra due i popoli, saldando un rapporto anche sul piano personale.
Numerose le occasioni di incontro e i gesti simbolici. A partire dal 26 ottobre 2016, quando i due presidenti parteciparono alla cerimonia sul tema "L'Europa luogo di superamento dei conflitti", nel centenario dell'unione di Gorizia all'Italia. Fu quella l'occasione per la deposizione di due corone d'alloro sul monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 a Doberdò del Lago, mentre in precedenza il Capo dello Stato italiano, al Parco della Rimembranza di Gorizia, aveva reso omaggio al monumento ai caduti della Prima guerra mondiale e al lapidario che ricorda i deportati goriziani.
Ma fu soprattutto il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020 particolarmente denso di significati. Mattarella e Pahor resero omaggio, mano nella mano, alla Foiba di Basovizza e al Monumento ai caduti sloveni antifascisti Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojzij Valencic, condannati a morte nel 1930. Quindi i due presidenti conferirono a Boris Pahor, scrittore sloveno naturalizzato italiano, rispettivamente l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e l’Ordine per Meriti eccezionali. Fu quindi firmato il protocollo di restituzione del Narodni Dom, l'edificio che ospitava le associazioni culturali slovene distrutto dalla violenza nazionalista dello squadrismo fascista nel 1920.
"La storia –disse Mattarella in quella occasione- non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro".
"Al di qua e al di là della frontiera -il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea -sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste -con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor- segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa". Concetti ribaditi nell’incontro del 21 ottobre 2021, per celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica 'Capitale europea della Cultura 2025 con il progetto 'Go! Borderless'. “Un meraviglioso esempio della costruzione di un futuro comune nell’Unione europea".
L'avvicendamento alla guida della Slovenia, con l'elezione della presidente Nataša Pirc Musar, ha visto proseguire le iniziative di collaborazione e dialogo tra i vertici istituzionali dei due Paesi. Mattarella nell'aprile dello scorso anno partecipò alle celebrazioni per il ventennale dell'adesione della Slovenia all'Ue e con l'omologa Pirc Musar ha inaugurato a febbraio di quest'anno Go 2025, Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale.
"Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala".
Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire".
Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Ho apprezzato molto la posizione di Elly Schlein quando ha detto no al piano di riarmo. Una buona premessa per impostare un progetto di alternativa a questo governo". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Se ci dobbiamo ritrovare con una alternativa che segue la Meloni e sottoscrive la politica estera disastrosa della Meloni è un disastro, che alternativa puoi presentare agli italiani se ti trovi a votare con la Meloni per l'escalation militare? Per non parlare di Gaza", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere un partito troppo plurale, lo dico con una battuta. Ci sono dei momenti di sintesi e quando il tuo leader prende una posizione così chiara, qualche chiarimento adesso andrebbe operato. Ma il problema non riguarda me ma un'altra forza politica". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
Roma, 14 mag (Adnkronos) - "Oggi scopriamo che ci sono i proprietari delle reti che vogliono dettare le condizioni, vogliono utilizzare gli algoritmi per condizionare il dibattito, usare gli algoritmi per condizionare le elezioni. Ci dobbiamo svegliare". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Il problema vero è che sono monopolisti, come Starlink per i satelliti a bassa quota. Che garanzia di sicurezza abbiamo che domani, come per l'Ucraina, Musk non si svegli e dica chiudo l'interruttore? L'Europa è l'unico contesto sovranazionale che cerca di dettare regole su questo fronte. E' un problema serio da affrontare", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".