Svolta nell’inchiesta sulla strage di Sant’Anna di Stazzema: la procura di Amburgo ha archiviato il procedimento contro Gerhard Sommer, l’ex militare nazista di 93 anni, sulla cui posizione la giustizia tedesca aveva deciso di riaprire il procedimento. Lo ha detto all’agenzia ANSA l’avvocatessa Gabriele Heinecke. La Procura ritiene che Sommer, condannato in Italia all’ergastolo insieme ad altri 9 ex militari nazisti, non sia in condizione di affrontare il processo. Nel massacro, avvenuto il 12 agosto 1944, le SS con l’appoggio dei fascisti locali, sterminarono 560 civili, in gran parte donne e bambini.
La decisione di riaprire le indagini era arrivata nell’agosto 2014, proprio a pochi giorni dall’anniversario dell’eccidio. La Corte federale di Karlsruhe aveva annullato la decisione della procura generale di Stoccarda di non procedere contro l’imputato Sommer. Ad aprile scorso i magistrati di Amburgo avevano scritto al sindaco di Sant’Anna di Stazzema una lettera scoraggiando sulla possibilità di una soluzione in breve tempo: “Difficile dimostrare le colpe individuali, non illudetevi”.
L’avvocato Heinecke contesta il contenuto della perizia da cui nasce l’archiviazione definitiva: “Lo psichiatra che ha valutato le condizioni di Gerhard Sommer si è basato solo sulle dichiarazioni di Sommer e della figlia. Questo è l’errore della decisione. La procura ha però stabilito che Sommer sarebbe condannabile per omicidio, se fosse in grado di intendere e di volere. Un passo importante”.
Una brutta notizia secondo il procuratore militare di Roma Marco De Paolis, che in Italia istruì il processo conclusosi con la condanna all’ergastolo dello stesso Sommer e di altri 9 ex militari nazisti: “Questa decisione”, ha detto, “vista l’età dell’imputato, un po’ ce l’aspettavamo. Non mi stupisco di questo epilogo, ma mi dolgo del fatto che la giustizia tedesca non sia riuscita a raggiungere lo stesso risultato di quella italiana. Una sentenza che avesse riconosciuto la responsabilità di Sommer avrebbe avuto un valore molto importante, non solo da un punto di vista giudiziario e di ristoro morale per i parenti delle vittime, ma anche storico”. De Paolis a ilfatto.it aveva già segnalato la “difficoltà” della Germania di celebrare processi agli ex nazisti già condannati in Italia.