Sabato di riunioni e nuovi tentativi di avvicinamento tra la Grecia e i creditori internazionali, dopo che durante il G7 di Dresda il ministro del Tesoro Usa Jack Lew ha chiesto alle parti in causa di non rinviare ulteriormente le decisioni perché si rischia un “incidente”. Cioè una drammatica uscita dal Paese dall’Eurozona. Il ministro dell’Interno di Atene Nikos Voutsis, colui che tre giorni fa aveva provocato il caos sui mercati dichiarando che Atene non ha i soldi per pagare le rate di rimborso dovute all’Fmi, ora a parole è fiducioso. “Crediamo di potere e dovere trovare una soluzione e un accordo entro una settimana”, ha affermato in un’intervista a Skai tv. “Alcune parti del nostro programma potrebbero essere posticipate di sei mesi, o forse di un anno”. Il riferimento è al programma anti austerità grazie al quale l’esecutivo Tsipras è stato eletto lo scorso gennaio.
Si profila dunque la possibilità che, dopo aver tirato la corda il più possibile, la Grecia sia ora disposta ad accettare un compromesso. Cedendo in parte alle richieste del Brussels group costituito da Commissione Ue, Fmi e Bce pur di ottenere un rinnovo del programma di assistenza finanziaria che altrimenti scadrà a fine giugno. Secondo Voutsis, Atene e i partner hanno già trovato un accordo su alcune questioni, come il surplus di bilancio da mettere a segno nei primi due anni, mentre resta divergenza di vedute sulla modifica delle aliquote Iva. Lunedì prossimo, giorno festivo in Grecia perché è Pentecoste, si potrebbe svolgere un’altra teleconferenza fra il premier Tsipras da Atene, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, dopo quella di giovedì scorso. Il giorno dopo, il 5 giugno, scade una rata da 305 milioni dovuta al Fondo, ma Atene ha l’opzione di chiedere di pagarla a fine mese insieme con le altre tre.
Nel corso della giornata, Tsipras si è riunito nel palazzo del governo con la squadra dei negoziatori ellenici impegnati nelle trattative per discutere con loro gli ultimi sviluppi. Intanto il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha ribadito di aver delineato un piano che permetterà alla Grecia di tornare a ottenere prestiti dai mercati. L’idea è di contrarre un prestito a basso tasso di interesse della durata di 30 anni con il Meccanismo Europeo di Stabilità per sostituire il debito attualmente detenuto dall’Eurotower. Il resto del debito ellenico dovrebbe poi essere ristrutturato.
Ma sabato in Grecia sono anche divampate le polemiche per una nomina pesante: quella dell’economista 35enne Eleni Panaritis, già delegata del ministro delle finanze ellenico per i negoziati con il Brussels group, come rappresentante del Paese presso il Fondo monetario. Cioè il creditore finora più rigido nei confronti di Atene. La scelta della ex deputata del Pasok ha subito suscitato dure critiche sia all’interno di Syriza sia fra le opposizioni. Il ministero delle Finanze, in un comunicato diffuso dall’agenzia Ana-Mpa, ha precisato che Panaritis è stata scelta dopo che erano stati esaminati i cv di vari aspiranti all’incarico e al termine di un’intervista condotta da una commissione non ufficiale presieduta dal ministro Varoufakis. Ma fonti vicine all’esecutivo hanno rivelato che il vice ministro degli Esteri Euclid Tsalalotos e molti parlamentari del partito di governo hanno duramente osteggiato la nomina.