Cavallo cambiato di corsa, e all’ultimo momento, vince lo stesso. Nel centro Sardegna, nel piccolo paese di Tonara, il primo cittadino è Flavia Loche: preside, 41 anni, poca esperienza politica, ma soprattutto moglie dell’ex primo cittadino. Un nome che si è rivelato di buon auspicio ed è stato scelto al posto di quello del consorte che avrebbe guidato la stessa lista civica, Po Tonara Sempere. Poi l’imprevisto: a fine aprile si è trovato implicato nella maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti pilotati in tutta l’Isola. Quindi l’arresto proprio a ridosso della data prevista per la presentazione delle liste, e la sostituzione. Dieci giorni dopo l’interessato, Pierpaolo Sau, è uscito dal carcere, si è dimesso e ha rinunciato alla candidatura, quindi ecco il via alla campagna elettorale tra i veleni e le ombre. Una certezza: rigettare tutte le accuse di malaffare, Sau ha infatti ammesso di aver avuto legami con quello che è ritenuto capo della presunta cupola, l’ingegnere Tore Pinna da Desulo, ma di aver agito per il bene del paese, senza alcun guadagno personale. Quel nome era il certificato di garanzia per ottenere i finanziamenti regionali.
Sullo sfondo, quindi, i cantieri e gli affidamenti considerati poco trasparenti. Poche parole di commento affidate a Facebook e sguardo in avanti per il neo-primo cittadino Loche che ha trionfato con il 53,23 per cento (appena 688 voti) sull’altra candidata Sebastiana Porru, alla guida di una lista civica di centrosinistra. In tutto il 3% di schede nulle. Ringrazia il paese il nuovo sindaco e aggiunge: “Ad Maiora”, seguono messaggi di sostegno. Un risultato arrivato già nel primo giorno di voto, uno scrutinio veloce con verdetto immediato. Al voto anche altri paesi, in Barbagia – nel Nuorese – travolti dalla stessa inchiesta ribattezzata dai giornali Sindacopoli, anche se la rete vastissima di indagati, è costituita soprattutto da amministratori a vario titolo e professionisti. Stesso copione a Belvì: arrestato il sindaco, già pronto per la corsa al bis, si candida il suo vice, e vince. In lista per un posto da consigliere anche il fratello dell’ex primo cittadino, Rinaldo Arangino (Forza Italia) – ora ai domiciliari- con alcuni incarichi anche in Regione.
Ce l’ha fatta anche il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu: è consigliere comunale, ma in quota minoranza. Ossia: niente da fare per la lista da lei sostenuta nel suo paese natale, Sorgono, sempre in provincia di Nuoro, ma il numero di preferenze raccolte – superiore al 20% – le permette di entrare nell’assemblea cittadina. Profilo riservato sui social network per l’ex eurodeputata del Pd: alle spalle polemiche furiose con chi le ha chiesto di farsi da parte in quanto indagata per peculato (insieme ad altre decine di ex o attuali Onorevoli) nell’ambito di un’inchiesta ai fondi ai gruppi in Consiglio regionale. Un avviso di garanzia che le costò la candidatura alle Regionali 2014, guadagnata con le primarie del centrosinistra.
Amministrative sarde chiuse, dunque – eccetto ballottaggi – tra l’inchiesta che ha scosso molte amministrazioni con l’accusa di associazione a delinquere e la piaga degli attentati ai rappresentanti pubblici. Nell’ultima settimana quasi un episodio al giorno: minacce di morte, ordigni e auto in fiamme. Non è un caso che in due micro Comuni tra Sassari e Nuoro arriverà il commissario: niente liste, niente elezioni. Succede ad Anela e Austis, nemmeno 1500 abitanti in due.
Elezioni 2015
Elezioni Sardegna, al candidato arrestato subentra la moglie. E diventa sindaco
Flavia Loche, consorte dell’ex primo cittadino implicato nella maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti pilotati, diventa sindaco di Tonara. Ce la fa anche Francesca Barracciu: il sottosegretario alla Cultura, indagata per peculato, viene eletta ma in minoranza, perché la sua lista ha perso
Cavallo cambiato di corsa, e all’ultimo momento, vince lo stesso. Nel centro Sardegna, nel piccolo paese di Tonara, il primo cittadino è Flavia Loche: preside, 41 anni, poca esperienza politica, ma soprattutto moglie dell’ex primo cittadino. Un nome che si è rivelato di buon auspicio ed è stato scelto al posto di quello del consorte che avrebbe guidato la stessa lista civica, Po Tonara Sempere. Poi l’imprevisto: a fine aprile si è trovato implicato nella maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti pilotati in tutta l’Isola. Quindi l’arresto proprio a ridosso della data prevista per la presentazione delle liste, e la sostituzione. Dieci giorni dopo l’interessato, Pierpaolo Sau, è uscito dal carcere, si è dimesso e ha rinunciato alla candidatura, quindi ecco il via alla campagna elettorale tra i veleni e le ombre. Una certezza: rigettare tutte le accuse di malaffare, Sau ha infatti ammesso di aver avuto legami con quello che è ritenuto capo della presunta cupola, l’ingegnere Tore Pinna da Desulo, ma di aver agito per il bene del paese, senza alcun guadagno personale. Quel nome era il certificato di garanzia per ottenere i finanziamenti regionali.
Sullo sfondo, quindi, i cantieri e gli affidamenti considerati poco trasparenti. Poche parole di commento affidate a Facebook e sguardo in avanti per il neo-primo cittadino Loche che ha trionfato con il 53,23 per cento (appena 688 voti) sull’altra candidata Sebastiana Porru, alla guida di una lista civica di centrosinistra. In tutto il 3% di schede nulle. Ringrazia il paese il nuovo sindaco e aggiunge: “Ad Maiora”, seguono messaggi di sostegno. Un risultato arrivato già nel primo giorno di voto, uno scrutinio veloce con verdetto immediato. Al voto anche altri paesi, in Barbagia – nel Nuorese – travolti dalla stessa inchiesta ribattezzata dai giornali Sindacopoli, anche se la rete vastissima di indagati, è costituita soprattutto da amministratori a vario titolo e professionisti. Stesso copione a Belvì: arrestato il sindaco, già pronto per la corsa al bis, si candida il suo vice, e vince. In lista per un posto da consigliere anche il fratello dell’ex primo cittadino, Rinaldo Arangino (Forza Italia) – ora ai domiciliari- con alcuni incarichi anche in Regione.
Ce l’ha fatta anche il sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu: è consigliere comunale, ma in quota minoranza. Ossia: niente da fare per la lista da lei sostenuta nel suo paese natale, Sorgono, sempre in provincia di Nuoro, ma il numero di preferenze raccolte – superiore al 20% – le permette di entrare nell’assemblea cittadina. Profilo riservato sui social network per l’ex eurodeputata del Pd: alle spalle polemiche furiose con chi le ha chiesto di farsi da parte in quanto indagata per peculato (insieme ad altre decine di ex o attuali Onorevoli) nell’ambito di un’inchiesta ai fondi ai gruppi in Consiglio regionale. Un avviso di garanzia che le costò la candidatura alle Regionali 2014, guadagnata con le primarie del centrosinistra.
Amministrative sarde chiuse, dunque – eccetto ballottaggi – tra l’inchiesta che ha scosso molte amministrazioni con l’accusa di associazione a delinquere e la piaga degli attentati ai rappresentanti pubblici. Nell’ultima settimana quasi un episodio al giorno: minacce di morte, ordigni e auto in fiamme. Non è un caso che in due micro Comuni tra Sassari e Nuoro arriverà il commissario: niente liste, niente elezioni. Succede ad Anela e Austis, nemmeno 1500 abitanti in due.
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Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Grazie Fulco per aver insegnato a intere generazioni la cura e la conservazione della natura. Fondatore del WWF, parlamentare, sempre attento a portare fuori dai recinti l'ambientalismo convinto che doveva vivere soprattutto nella società e nei comportamenti individuali e collettivo per cambiare anche la politica. In un mondo in grave crisi climatica la Sua saggezza e conoscenza divulgativa ci mancherà molto". Lo dice Paolo Cento, già parlamentare dei Verdi e direttore della rivista ambientalista 'Articolo 9'.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Giorgia Meloni non ha nulla da dire sulle parole dell’inviato speciale di Trump?". Lo scrive sui social al deputato di Iv Maria Elena Boschi, rilanciando il colloquio di Paolo Zampolli con il Foglio.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - A sedici anni dall'ultima presenza di un Capo dello Stato, in quel caso Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna in Giappone per una visita ufficiale in programma da lunedì 3 a domenica 9 marzo. Un appuntamento che suggella una fase di svolta nei rapporti tra l'Italia e il Paese del Sol Levante, visto che l'entrata in vigore nel 2023 del Partenariato strategico e il successivo Piano di azione siglato tra i rispettivi Governi l'estate scorsa in occasione del G7 a Borgo Egnazia segnano l'avvio di un rapporto caratterizzato da un nuovo dinamismo, che si preannuncia foriero di conseguenze positive e di prospettive da esplorare, che vanno ad inserirsi in una già collaudata comunanza di vedute e di interessi sul piano politico ed economico.
Basti pensare all'attenzione sempre crescente dell'Italia per le problematiche del Sud-est asiatico, con l'intensificazione di un dialogo a livello Nato e tra Unione europea e Giappone, per il quale il partenariato con gli Stati Uniti rappresenta un pilastro fondamentale, anche per la stabilità dell'Indo-pacifico. Con la necessità per il Paese del Sol Levante di trovare un equilibrio nei rapporti con la Cina, tra tensioni di carattere geopolitico da governare e interessi commerciali da salvaguardare.
Le circa 150 nostre aziende che operano in Giappone e le circa 380 giapponesi che sono nel nostro Paese, il Business-Forum in programma a Roma il prossimo 13 maggio, con la partecipazione di circa 200 imprese nipponiche e italiane, sono invece la dimostrazione di quanto sia rilevante e in crescita la partnership economica, che oltre alla presenza italiana nei tradizionali settori del design, della moda e dell'agroalimentare vede aumentare la collaborazione sul piano industriale e tecnologico. Si inserisce proprio in questo contesto il progetto Gcap per il caccia di sesta generazione basato sulla collaborazione tra Italia, Giappone e Regno Unito.
Si svilupperà quindi lungo questa direttrice il programma della visita di Mattarella, con impegni di carattere istituzionale, economico e culturale. Lunedì 3 marzo alle 19 ora locale (8 ore avanti il fuso orario rispetto all'Italia dove quindi saranno le 11), il Capo dello Stato vedrà a Tokyo la comunità italiana. Poi martedì l'incontro con l'imperatore Naruhito e l'imperatrice Masako e i colloqui con gli speaker, rispettivamente, della Camera dei Rappresentanti e della Camera dei Consiglieri. Quindi il concerto del tenore Vittorio Grigolo, offerto dall'Italia alla presenza dei rappresentanti della Casa imperiale.
Mercoledì 5 alle 11 (le 3 di notte in Italia) è previsto un confronto del presidente della Repubblica con rappresentanti della Confindustria giapponese ed esponenti dell'imprenditoria italiana, mentre alle 18 Mattarella vedrà il premier giapponese, Shigeru Ishiba.
Nelle giornate di giovedì e venerdì il Capo dello Stato sarà invece a Kyoto, dove sono in programma appuntamenti di carattere artistico e culturale e l'incontro con i nostri connazionali. Particolarmente significativa, anche per i risvolti legati alla attuale e delicata situazione internazionale, l'ultima tappa a Hiroshima, prevista sabato 8 marzo, con la visita al Museo della Pace e l'incontro con l'Associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari e con l'organizzazione Nihon Hidankyo, impegnata per l'abolizione delle armi nucleari e insignita lo scorso anno del Premio Nobel per la pace. Domenica 9 il rientro a Roma.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Mentre la vigilanza resta bloccata dal ricatto della maggioranza, gli ascolti della Rai continuano a precipitare, soprattutto nel settore dell’informazione, dove assistiamo a una vera e propria desertificazione. Un tempo i programmi di approfondimento erano punti di riferimento, oggi vengono sistematicamente penalizzati da scelte di palinsesto incomprensibili". Lo dicono i parlamentari del M5s della commissione di Vigilanza Rai.
"Un esempio? Fiction di grande successo, capaci di catalizzare milioni di spettatori, vengono mandate in onda in diretta concorrenza con trasmissioni storiche d’informazione. È successo con Rocco Schiavone contro Chi l’ha visto?, e si ripete con Imma Tataranni opposta a Report -proseguono-. Chi ha interesse a sabotare l’informazione di qualità? Come se non bastasse, la Rai autorizza con leggerezza la partecipazione di suoi volti di punta sulle reti concorrenti, depotenziando i propri programmi".
"Domani sera, Stefano De Martino sarà ospite di Fabio Fazio: un conduttore che già raccoglie ottimi ascolti, ha bisogno di fare promozione sul Nove? Ma a chi serve davvero questa ospitata, a De Martino o a Fazio? È solo una coincidenza che entrambi abbiano lo stesso agente? Di certo, non si può pensare di premiare chi è responsabile di tutto questo affidandogli la supergestione dei palinsesti. Per salvare la Rai serve competenza, non amichettismo", concludono gli esponenti M5s.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Tra l’invasore Putin e il bullo Trump, noi stiamo con Zelensky, con l’Ucraina e con l’Unione europea, ormai unico argine al neocolonialismo e al neo imperialismo di Usa e Russia. Per questo +Europa parteciperà alle piazze per l’Ucraina che si stanno organizzando in tutta Italia, comprese quelle di oggi a Milano davanti al consolato USA e di domani in piazza dei Mercanti, così come a Roma in Piazza Santi Apostoli sempre domani. Non possiamo più stare a guardare. È il momento che tutti coloro che credono nell’Europa Unita e nella democrazia si schierino dalla parte di Kiev, dell’Europa, dei diritti e della libertà”. Lo annuncia il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Apprezzabile la manifestazione in favore dell’Ucraina, domani pomeriggio. Ridicolo però che venga da Carlo Calenda, che ha distrutto il progetto Stati Uniti d’Europa non aderendo alla lista e regalando posti al parlamento europeo ai sovranisti filo Putin". Lo scrive sui social il senatore di Iv Ivan Scalfarotto.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Le immagini di ieri dallo Studio ovale hanno sconvolto il mondo. Siamo in una situazione internazionale senza precedenti e il comunicato della premier Meloni, giunto ben ultimo dopo altri leader europei, non fa chiarezza sulla posizione dell’Italia". Lo dicono Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera e al Senato.
"Meloni deve spiegare al paese se ha intenzione di abbandonare l’Ucraina al suo destino, se pensa di distinguersi dal resto dell’Europa e come intende rispondere all’arroganza degli Stati Uniti e di Trump. Non può continuare a nascondersi e a scansare la questione di fondo: dove colloca l’Italia nel mondo in questo drammatico frangente. Basta video e comunicazioni tardive, venga in Parlamento già prima del vertice europeo straordinario del 6 marzo", aggiungono Braga e Boccia.