Dopo alcune ore di silenzio, non passate inosservate, parla Matteo Renzi. Durante il suo viaggio di ritorno in aereo dall’Afghanistan il presidente del Consiglio commenta i così l’esito del voto amministrativo: “Il risultato è molto positivo. Oggi – afferma il premier – sono cinque le regioni guidate dal PD. Si è passati in un anno dal 6 a 6 ad un sonoro 10 a 2 sul centrodestra”. Renzi ha poi aggiunto, di ritorno da Herat: “Dopo il voto di ieri andiamo avanti, dunque, con ancora maggiore determinazione nel processo di rinnovamento del partito e di cambiamento del Paese”. Nelle scorse ore sul tema erano intervenuti solo gli alti dirigenti del partito, il premier non aveva dato segnali.
“Soddisfatti per il 5 a 2, ma c’è amarezza per il risultato della Liguria: è figlio di una scelta irresponsabile della sinistra che oggi festeggia una vittoria della destra”. Matteo Renzi il giorno dopo il risultato delle elezioni manda in prima fila a commentare il voto i dirigenti del partito Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani mentre lui visita i militari in Afghanistan. Per parlare non è ancora il momento. “Il M5S”, ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia, “è totalmente irrilevante, contrariamente a quello che dice Grillo il Pd è il primo partito in tutte le regioni tranne il Veneto. Grillo e Salvini cavalcano la paura, noi invece ci dobbiamo impegnare a fare le riforme”. Insomma gli ambasciatori del partito cercano di dire l’ultima parola e archiviare il capitolo, ma lo scontro interno al partito è appena cominciato. Il leader riformista Gianni Cuperlo mette il dito nella piaga: “Solo uniti si vince”. Ancora più duro il deputato Stefano Fassina: “Scuse patetiche”.
La rivendicazione, la critica interna, il mal comune che diventa mezzo gaudio. All’indomani delle elezioni regionali, con lo spoglio ancora in corso ma a risultati ormai acquisiti, le reazioni dei partiti sono tutti contro Renzi. Nel Pd non mancano accuse all’operato del presidente del consiglio, la Lega approfitta dell’ottimo esito per proporsi come “unica alternativa”, Forza Italia sottolinea l’altrui sconfitta prima delle proprie pene. All’interno del Partito democratico i risultati sono percepiti per quello che sono: una mezza vittoria.
Beppe Grillo ha scelto il blog per ringraziare gli elettori che “hanno ridimensionato i voti di Renzi”. E ha respinto ogni proposta di alleanza della sinistra: “Gli inciuci non ci appartengono”. Il risultato è comunque sotto le aspettative per i grillini che non riescono a strappare la vittoria in Liguria e Campania. Chi esulta è la Lega Nord: “Ora puntiamo alla vittoria delle elezioni politiche”, ha detto il leader Matteo Salvini. Ma festeggia anche Giovanni Toti che porta il centrodestra alla vittoria in Liguria: “Il renzismo è durato solo un anno”.
Impresentabili, Bindi: “Chiedo le scuse del Pd”
“Chiedo le scuse al mio partito, ritengo di aver diritto ad un risarcimento“. Lo ha detto intervenendo a Piazza Pulita il presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, parlando delle accuse mossegli dopo la pubblicazione della lista degli “impresentabili“. “Ho combattuto molte battaglie ma sempre a viso aperto. Non si può arrivare a diffamare così una persona che sta svolgendo il proprio ruolo istituzionale. Il Pd ha sbagliato a reagire in quel modo. La linea sarebbe dovuta essere quella di difendere De Luca, non di delegittimare il lavoro della Commissione Antimafia”. “Obiettivo del mio lavoro non è stato né quello di favorire né di danneggiare il Pd o altre formazioni politiche – ha proseguito la Bindi – non c’è stata nessuna valutazione discrezionale di tipo politico, abbiamo inserito tutte le persone che – secondo il codice etico approvato all’unanimità da tutti i partiti – dovevano esserci”. Riguardo, poi, le polemiche per la pubblicazione della lista a ridosso del voto, “avrei preferito che la lista arrivasse prima – ha detto ancora l’ex ministro della Sanità – ma meno male che è arrivata l’ultimo giorno o ci sarebbe stata campagna elettorale solo sulla lista dell’Antimafia”. Quindi una stoccata al presidente del Consiglio: “Questo risultato deve far riflettere Renzi, perché in un anno si è passati dal 40% delle Europee al 25% di Bersani”.
Pd, Speranza cerca la mediazione: “Il posto giusto della sinistra è nel Pd
In casa Pd è guerra libera. Chi ha cercato ancora una volta di mediare è Roberto Speranza, ex capogruppo dimissionario dopo la fiducia sull’Italicum: “Solo se unito il Pd vince. Estromettere la sinistra è un errore e il posto giusto della sinistra è esattamente nel Pd. No alle scissioni”. Anche Speranza era alla sede del Nazareno a guardare i risultati insieme ai fedelissimi di Renzi (c’era anche il bersaniano Nico Stumpo) e mentre cerca di tenere unita il partito, sa che l’umore del presidente del Consiglio è tutt’altro che sereno. Critico anche l’ex presidente Pd Gianni Cuperlo: “Serve una riflessione seria che deve partire da Renzi. Se ci troviamo in questa condizione qualche domanda dobbiamo farcela”. Chi è già più di là che di qua è Stefano Fassina: “Dopo questo risultato, Renzi deve fermarsi e cambiare rotta. Se non lo farà vorrà andare avanti su questa strada fallimentare, io uscirò dal Pd”. Il voto ligure? “Un clamoroso autogol del Pd di Renzi. Siamo di fronte a errori clamorosi, serve un cambiamento radicale”.
“I nostri voti sono voti di chi non avrebbe mai votato per la Paita” ha detto invece Luca Pastorino, replicando al Pd che lo accusa di aver “sabotato” la corsa di Raffaella Paita a governatore della Liguria. “Siamo usciti dal Pd e lavoriamo a costruire un nuovo partito di sinistra” ha continuato Pastorino, sottolineando di esser stati “denigrati in vari modi e liquidati con un tweet da Renzi: questo è il risultato, il pessimo risultato della Paita. Noi ripartiamo dal 10%”.
Forza Italia, Brunetta: “Sconfitta di Renzi e del renzismo”
Di “sconfitta netta di Renzi e del renzismo” ha parlato invece Renato Brunetta, secondo cui “il premier si dimetterà”. A sentire l’esponente di Forza Italia “l’ effetto Renzi delle Europee non c’ è più. Mister 40% è morto, ci saranno gravi ripercussioni nel Pd e nel governo. Voglio vedere se ora Renzi insisterà sull’Italicum, il renzismo è scoppiato, siamo tornati al Pd che se la gioca con il centrodestra come ai tempi di Bersani”. Secondo Brunetta, non ci sarà bisogno di chiedere le dimissioni del premier, “si dimetterà da solo. Un anno e mezzo di renzismo ha prodotto il nulla”. Festeggia Giovanni Toti, l’eurodeputato di Forza Italia che un po’ a sorpresa regala la vittoria a Silvio Berlusconi in Liguria: “Il Pd non è imbattibile, l’onda renziana è durata solo un anno. La Liguria ha dimostrato che gli elettori sanno scegliere, quando le forze politiche si presentano bene vincono, quando governano male perdono. Oggi la Liguria non è più il feudo di un partito ma è contendibile, l’abbiamo riportata alla normalità'”.
Movimento 5 Stelle, Grillo: “Grazie a chi ha ridimensionato il partito dell’innominabile”
Beppe Grillo ha scelto di rispondere con un post sul blog: “Grazie a chi ha ridimensionato il partito dell’innominabile e lo ha portato a percentuali più consone (metà rispetto alle Europee) alla sua (non) azione di governo”. Il leader 5 Stelle dice che il Movimento è primo partito (sì lo chiama proprio così) in tre Regioni: Campania, Liguria e Puglia. In realtà i dati a scrutinio quasi concluso sono diversi e il M5S si attesta seconda forza. Poi Grillo, come da copione rispedisce al mittente le proposte di alleanza che arrivano da sinistra: “Le sirene della sinistra che ci vorrebbero assessori o alleati. Il M5S voterà in consiglio regionale (e in Parlamento) ogni proposta contenuta nel suo programma o che porti beneficio ai cittadini. Le alleanze e gli inciuci non ci appartengono”. I candidati governatore grillini hanno poi fatto una conferenza stampa a Roma e hanno risposto agli attacchi della Serracchiani: “Non ci vede dalla paura”, ha detto Roberto Fico.
Lega Nord, Salvini: “Renzi bocciato: se continuiamo così vinciamo le politiche”
“Spero che Renzi prenda atto che la sua politica, quella del suo governo, è stata bocciata”, ha detto Matteo Salvini. “Se non è questo (l’esito del voto, ndr) qualche segnalino d’allarme per il messia Renzi…sottovalutino pure la Lega e andiamo a vincere le prossime elezioni politiche”.