La lettera che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere (nell’immagine qui a fianco, ndr) non proviene dagli atti giudiziari ma è fondamentale per capire l’inadeguatezza del Ministero guidato da Angelino Alfano nel gestire la questione più importante dell’indagine: l’appalto da 100 milioni del Cara (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Mineo (Catania). Il 27 maggio scorso il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone scrive al ministro Alfano una lettera pesante: l’appalto del Cara di Mineo vinto nell’aprile 2014 da un raggruppamento di imprese che comprende la Cascina (i cui manager sono stati arrestati ieri) è illegittimo.
Alfano non ha ancora risposto. Cantone terminava le sue sette pagine segnalando la delibera del Consorzio di Comuni Calatino Terra di Accoglienza che confermava l’appalto del Cara nonostante un parere contrario dell’Anticorruzione nelle mani delle imprese che lo avevano vinto, in testa La Cascina. Cantone scrive anche ad Alfano: “Tale problematica sarà sottoposta da Anac al giudice contabile per eventuali
profili di danno erariale”.
Tutto inizia il 25 febbraio scorso quando Cantone firma un parere sulla gara vinta dal consorzio comprendente La Cascina, vicina a Luca Odevaine, arrestato a dicembre per vicende analoghe. La gara da 100 milioni per gestire il centro per rifugiati più grande d’Europa in Sicilia sembrava ritagliata su misura del consorzio che già gestiva il Cara. Cantone nel parere scrive che la gara è “illegittima” perché “in contrasto con i principi di concorrenza, proporzionalità, trasparenza, imparzialità e economicità”. La bacchettata lascia indifferente il Consorzio Calatino Terre di Accoglienza presieduto da Anna Aloisi, sindaco Ncd di Mineo, feudo elettorale del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, grande portatore di voti del partito di Alfano (oggi indagato dalla Procura di Catania per turbativa d’asta).
Un mese dopo il parere di Cantone, il 25 marzo, il prefetto Mario Morcone interviene davanti ai parlamentari del Comitato Schengen: “Dico una cosa che non piacerà: ho qualche dubbio sulla decisione del presidente Cantone, che peraltro conosco, apprezzo e stimo moltissimo”. Morcone si schiera con chi gestisce il centro: “A noi hanno detto sempre che il general contractor (come quello scelto da Odevaine e compagni per il Cara di Mineo, ndr) era la soluzione e che si risparmiava e ora improvvisamente per un contratto del 2013 si è stabilito che è stata impedita la partecipazione alle piccole e medie imprese”. Morcone chiude critico: “A certe situazioni bisogna fare attenzione perché ci sono sicuramente aspetti di opacità ma anche tanta gente per bene”. Forti anche delle parole di Morcone, il 13 aprile il direttore generale del Consorzio Calatino Giovanni Ferrera e la presidente Aloisi inoltrano a Cantone una “richiesta di riesame del parere”. Nell’istanza, Ferrera si fa forte di un parere del 10 aprile 2015 della Direzione centrale dei Servizi civili per l’immigrazione del Ministero che “ha confermato l’indirizzo assunto da questo consorzio nel 2014 e negli ultimi sette anni dalle Prefetture”. Effettivamente il 10 aprile il direttore centrale vicario, Maurilia Bove, scrive alla Prefettura di Catania una lettera che sembra un via libera alla strada scelta a Mineo. Dieci giorni dopo lo stesso viceprefetto Bove corregge un po’ il tiro con una seconda lettera alla Prefettura: specifica che la prima nota non faceva “riferimento al caso specifico” di Mineo.
Cantone comunque non si piega e il 6 maggio scrive al Consorzio Calatino che l’Anac non rivede il suo parere: la gara è illegittima. Il 15 maggio Ferrera, del Consorzio Calatino, firma e pubblica la determina che conferma l’appalto da 100 milioni e chiude la questione anche perché l’Anac ha solo un potere consultivo. Grazie alle lettere della direzione che dipende da Morcone e dopo l’audizione anti-Cantone del prefetto, l’appalto ne è salvo. Ora Angelino Alfano dovrà rispondere finalmente una volta per tutte alla domanda implicita della lettera del 27 maggio di Cantone: l’appalto di Mineo da 100 milioni, per il quale Luca Odevaine pretendeva mazzette di 10-20 mila euro mensili dai manager della Cascina arrestati ieri, assegnata grazie a una gara definita ‘illegittima’ da Cantone, al Ministro va bene?
Da Il Fatto Quotidiano del 5 giugno 2015
Giustizia & Impunità
Mafia Capitale, ‘illegittimo l’appalto al Cara di Mineo’. Ma Alfano ignorò Cantone
La gara da 100 milioni di euro dell'aprile 2014, al centro dell'inchiesta della Procura di Catania che vede indagato il sottosegretario Ncd Giuseppe Castiglione insieme ad altre 5 persone, era stata segnalata dall'Anticorruzione al ministero dell'Interno, che non è mai intervenuto
Alfano non ha ancora risposto. Cantone terminava le sue sette pagine segnalando la delibera del Consorzio di Comuni Calatino Terra di Accoglienza che confermava l’appalto del Cara nonostante un parere contrario dell’Anticorruzione nelle mani delle imprese che lo avevano vinto, in testa La Cascina. Cantone scrive anche ad Alfano: “Tale problematica sarà sottoposta da Anac al giudice contabile per eventuali
profili di danno erariale”.
Tutto inizia il 25 febbraio scorso quando Cantone firma un parere sulla gara vinta dal consorzio comprendente La Cascina, vicina a Luca Odevaine, arrestato a dicembre per vicende analoghe. La gara da 100 milioni per gestire il centro per rifugiati più grande d’Europa in Sicilia sembrava ritagliata su misura del consorzio che già gestiva il Cara. Cantone nel parere scrive che la gara è “illegittima” perché “in contrasto con i principi di concorrenza, proporzionalità, trasparenza, imparzialità e economicità”. La bacchettata lascia indifferente il Consorzio Calatino Terre di Accoglienza presieduto da Anna Aloisi, sindaco Ncd di Mineo, feudo elettorale del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, grande portatore di voti del partito di Alfano (oggi indagato dalla Procura di Catania per turbativa d’asta).
Un mese dopo il parere di Cantone, il 25 marzo, il prefetto Mario Morcone interviene davanti ai parlamentari del Comitato Schengen: “Dico una cosa che non piacerà: ho qualche dubbio sulla decisione del presidente Cantone, che peraltro conosco, apprezzo e stimo moltissimo”. Morcone si schiera con chi gestisce il centro: “A noi hanno detto sempre che il general contractor (come quello scelto da Odevaine e compagni per il Cara di Mineo, ndr) era la soluzione e che si risparmiava e ora improvvisamente per un contratto del 2013 si è stabilito che è stata impedita la partecipazione alle piccole e medie imprese”. Morcone chiude critico: “A certe situazioni bisogna fare attenzione perché ci sono sicuramente aspetti di opacità ma anche tanta gente per bene”. Forti anche delle parole di Morcone, il 13 aprile il direttore generale del Consorzio Calatino Giovanni Ferrera e la presidente Aloisi inoltrano a Cantone una “richiesta di riesame del parere”. Nell’istanza, Ferrera si fa forte di un parere del 10 aprile 2015 della Direzione centrale dei Servizi civili per l’immigrazione del Ministero che “ha confermato l’indirizzo assunto da questo consorzio nel 2014 e negli ultimi sette anni dalle Prefetture”. Effettivamente il 10 aprile il direttore centrale vicario, Maurilia Bove, scrive alla Prefettura di Catania una lettera che sembra un via libera alla strada scelta a Mineo. Dieci giorni dopo lo stesso viceprefetto Bove corregge un po’ il tiro con una seconda lettera alla Prefettura: specifica che la prima nota non faceva “riferimento al caso specifico” di Mineo.
Cantone comunque non si piega e il 6 maggio scrive al Consorzio Calatino che l’Anac non rivede il suo parere: la gara è illegittima. Il 15 maggio Ferrera, del Consorzio Calatino, firma e pubblica la determina che conferma l’appalto da 100 milioni e chiude la questione anche perché l’Anac ha solo un potere consultivo. Grazie alle lettere della direzione che dipende da Morcone e dopo l’audizione anti-Cantone del prefetto, l’appalto ne è salvo. Ora Angelino Alfano dovrà rispondere finalmente una volta per tutte alla domanda implicita della lettera del 27 maggio di Cantone: l’appalto di Mineo da 100 milioni, per il quale Luca Odevaine pretendeva mazzette di 10-20 mila euro mensili dai manager della Cascina arrestati ieri, assegnata grazie a una gara definita ‘illegittima’ da Cantone, al Ministro va bene?
Da Il Fatto Quotidiano del 5 giugno 2015
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.