Bandierine ovunque, strade tappezzate con le sigle dei vari partiti che si presenteranno alle elezioni del 7 giugno: AKP, CHP, MHP, HDP. Il partito democratico dei popoli (HDP), secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe essere la vera rivelazione: se supererà la soglia del 10% potrà entrare in Parlamento e creare non pochi problemi al partito di Erdogan, l’AKP. Secondo gli ultimi sondaggi riportati da diverse compagnie turche (Sonar, Akam, Gezici), l’HDP conquisterebbe oltre il 10% dei voti, conquistando così 62 seggi in Parlamento. In questo caso il partito di Erdogan non raggiungerebbe i 276 seggi che servono per poter governare da solo.
Velo verde, giacca rosa pallido, sguardo triste e compassionevole. Si chiama Huda Kaya, nota attivista turca per i diritti umani, oggi candidata al Parlamento con l’HDP. Chiarisce subito l’importanza del suo coinvolgimento politico: “Sotto la nostra sigla si riuniscono tutte le etnie e religioni minoritarie del Paese. L’HDP- conosciuto anche come il ‘partito dei curdi’- ha come principale obiettivo quello di salvaguardare i diritti di tutti i cittadini: vogliamo che tutte le etnie abbiano una voce in Parlamento. I cosiddetti ‘diversi’ e ‘inferiori’- così Erdogan spesso ci dipinge- non sono soli, noi combattiamo per loro.” Altro tema cruciale è l’uguaglianza tra i sessi: “L’uomo e la donna – aggiunge Kaya – sono uguali e devono ricoprire gli stessi ruoli, anche nel mondo lavorativo”.
L’incontro si svolge a Fatih, quartiere conservatore di Istanbul, serbatoio di voti del partito di Erdogan. “In Turchia gli uomini dominano la politica. Negli altri partiti le donne sono poche e non hanno voce in capitolo. Nel nostro, invece, il 38% dei candidati sono donne. Dobbiamo ascoltare la le loro necessità e bisogni, spesso oppressi e sottaciuti. La mia candidatura assume oggi questo significato: rappresentare chi non è rappresentato nella società”. Ricorda gli incontri durante la sua campagna elettorale, e mentre parla le si spezza la voce: “Alcune donne mi abbracciano per strada e mi raccontano le loro vicissitudini; altre condividono con me dolori e preoccupazioni. Sono la loro speranza”. Poi conclude con un filo di voce: “A volte, quando mi rivelano le loro miserabili storie personali, non riusciamo a trattenere le lacrime e finiamo a piangiamo insieme”.
Huda Kaya da due anni è attiva politicamente, ma ha un passato da attivista che non nasconde: “Sono stata in carcere per tre anni. Portata in Tribunale con l’accusa di “tentare di sciogliere con forza la Repubblica turca” – processo che poteva terminare con la pena di morte – per aver partecipato a manifestazioni contro il divieto del governo di indossare il velo islamico nelle università.” Il tema dei diritti, da sempre al centro dei sui interessi, è preponderante nella sua campagna elettorale: “Non è vero, come dice Erdogan, che i musulmani che ci votano sono ‘cattivi musulmani’. Il presidente fa leva sui sentimenti religiosi per manipolare la gente. Io sono musulmana, ma rispetto tutte le altre religioni” Poi porta un esempio, a suo dire molto calzante: “Gli Alawiti sono una ‘minoranza’ composta da dieci milioni di persone nel paese, ma non vengono riconosciuti. Io combatto anche per loro”.
Poi spiega che molti cittadini hanno timore di votare il suo partito per motivi pratici: “Chi ha accumulato privilegi con questo governo, ha paura di perderli, se voltassero le spalle al dittatore”. Poi si blocca, alza leggermente il tono di voce e mette subito in chiaro una cosa: “ Erodgan è molto scorretto: ci dipinge come una partito violento e la gente che lo ascolta, sull’onda dalle sue parole, spesso aggressive e razziste, ci attacca per strada.” Poi scende nel dettaglio: “Giorni fa, prima di un comizio, sono stata aggredita. La polizia ci ha dovuto scortare via.” Improvvisamente si blocca, prende il cellulare, mostra foto e video degli aggressori ed indica l’immagine della sua macchina con il vetro infranto: “Mi hanno lanciato pietre e sassi. Come si vede chiarimenti dalle immagini, queste sono le persone che ci hanno attaccato. Purtroppo nonostante abbia le prove, rimarranno a piede libero”.
Il clima è pesante e potrebbe degenerare in qualsiasi momento, sottolinea più volte la candidata del partito curdo. Bisogna abbassare i toni e parlare dei temi veri. Kaya non ha dubbi sulle motivazioni reali dietro le dichiarazioni del Presidente: “La verità è che gli facciamo paura: se superiamo la soglia del 10% alle prossime elezioni, entreremo in Parlamento e bloccheremo il suo progetto folle di cambiare la costituzione a suo piacimento per avere più poteri nelle sue mani” Infine lancia un monito: “Una cosa è certa: siamo noi oggi la vera e unica opposizione al governo, le altre sono blande e non hanno un vero interesse nell’ostacolare l’uomo solo al comando. Se i turchi lo vogliono fermare, sanno che devono votare il nostro partito”.
Infine mette in guardia sulle irregolarità che, secondo lei, non mancheranno: “Una settimana fa, un membro dell’Akp mi ha detto, senza mezzi termini: ‘voi del partito curdo, dovreste stare il più possibile attenti, perché potrebbero esserci diverse irregolarità sulla conta dei voti.’ Questa frase viene proprio da una persona del partito di Erdogan. E’ per questo che chiedo a tutti i cittadini, che hanno a cuore la democrazia, di controllare i seggi e di denunciare tutte le violazioni a cui assisteranno”.
Su questo argomento, l’Organizzazione non governativa turca ‘Human Rights Association’ (IHD) spiega quali sono i casi più frequenti di irregolarità. A parlare è Kivan Sert: “In questa Ong siamo tutti avvocati e proteggiamo in tribunale chi subisce violazioni prima e durante le elezioni. Diversi candidati del partito HDP hanno denunciato il fatto che in alcune zone della Turchia non riescono a fare campagna elettorale perché il governo non gli accorda questo permesso, mentre il partito di Erdogan può fare tutto.” Ma ci sono tanti altri casi all’ordine del giorno elencati da Kivan Sert: “ Succede spesso che se il partito di Erdogan fa comizi pubblici, anche le preghiere vengono posticipate nelle moschee, per favorire l’affluenza. Oppure le autorità obbligano gli impiegati statali a partecipare agli eventi politici, se vogliono salvaguardare il loro posto di lavoro: un vero e proprio ricatto.” Infine una decina sono i casi di poliziotti corrotti su cui sta lavorando l’Organizzazione “ vanno ad arrestare gli attivisti dentro le loro abitazioni e proibiscono così a tante persone persone di andare a votare il 7 giugno”.
A pochi metri da pizza Taksim, l’incontro con Garo Paylan, candidato armeno del partito HDP. Lui ha una storia diversa alle spalle, ma anche il suo attivismo è tangibile: “Erdogan è un opportunista, non è sincero sulla questione degli armeni: quelle piccole aperture che ha fatto nei mesi scorsi sono ad uso e consumo della campagna elettorale!” Durante l’intervista ordina un tè e mentre lo sorseggia, aggiunge, con aria impassibile: “Essere armeno in Turchia vuol dire essere inferiore, così vuole il governo. Il mio partito ha riconosciuto il genocidio, Erdogan non lo farà mai.” E’ molto coinciso e preciso nelle sue dichiarazioni, quasi telegrafico: “Non siamo terroristi, come veniamo definiti dal Presidente. Vogliamo che i nostri diritti non vengano calpestati”.
Secondo Garo Paylan, l’intelligence turca è dietro le ultime bombe fatte esplodere negli uffici del suo partito e la stampa turca, suddita e legata a doppio filo col Presidente, è complice: “Potrei essere attaccato in qualsiasi momento. Erdogan controlla i giornali e di conseguenza le menti delle persone. Noi siamo contro la sua onnipotenza”. E riguardo al superamento della soglia del 10%, aggiunge: “Utilizzeranno tutti i mezzi, soprattutto sleali, per non farcela fare. Il primo e sotto gli occhi di tutti è la strumentalizzazione dell’Islam.” Poi affonda: “E’ tempo di cambiare. Noi siamo l’unica speranza per il cambiamento”.
Nelle vicinanze di Taksim, c’è un quartiere che ha fatto molto discutere ultimamente, si chiama Tarlabasi. E’ uno delle zone più povere della città: lì vivono zingari, curdi e armeni. Il governo sta buttando giù tutte le case, alcune storiche, per costruire nuovi palazzi. La polizia caccia la gente di casa e stacca l’elettricità per costringerli a lasciare le loro abitazioni, spiega Garo Payan: “Erdogan vuole fare diventare Tarlabasi il quartiere dei nuovi ricchi a discapito delle povere persone che ci abitano da generazioni. Dobbiamo proteggere le persone che ci vivono, ma anche la tradizione e le diverse culture di questo Paese. Non solo il dio denaro”.
Poi alla domanda se prende ispirazioni da altri partiti in Europa, aggiunge: “Il partito greco Syriza mi piace molto. Conosco bene Tsipras. Sono andato ad Atene diverse volte. L’unica differenza è che loro stanno al governo e possono cambiare le cose. Noi stiamo lavorando per questo avvenga”. Infine punta il dito su quello che, secondo lui, è il vero problema del Paese: “Dobbiamo rivedere il sistema educativo. C’è tanta ignoranza in giro, nel senso che la gente ignora la Storia perché nessuno gliela ha insegnata. Oppure viene insegnata nelle scuole tramandando falsità su falsità. La mia generazione, di quarantenni, ad esempio, non si può salvare, sono stati già indottrinati. Gli anziani hanno troppe barriere ideologiche. Però i giovani si possono e si devono salvare: sono più aperti e più tolleranti. Dobbiamo investire sul sistema educativo per riappropriarci del nostro futuro”.
di Giovanna Loccatelli
Mondo
Turchia, sondaggi: partito dei curdi al 10%. “Così Erdogan non potrebbe governare da solo e cambiare la Costituzione”
REPORTAGE DA ISTANBUL - Domenica le elezioni: secondo le ultime rilevazioni, l’Hdp conquisterebbe 62 seggi, mentre l'Akp del presidente non raggiungerebbe i 276 che servono per la maggioranza. Huda Kaya, attivista candidata con l'Hdp: "Noi vogliamo che tutte le etnie e le religioni abbiano una voce". Ma il clima è pesante: "Le autorità obbligano gli impiegati statali a partecipare agli eventi politici per salvaguardare il loro posto" denuncia Human Rights
Bandierine ovunque, strade tappezzate con le sigle dei vari partiti che si presenteranno alle elezioni del 7 giugno: AKP, CHP, MHP, HDP. Il partito democratico dei popoli (HDP), secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe essere la vera rivelazione: se supererà la soglia del 10% potrà entrare in Parlamento e creare non pochi problemi al partito di Erdogan, l’AKP. Secondo gli ultimi sondaggi riportati da diverse compagnie turche (Sonar, Akam, Gezici), l’HDP conquisterebbe oltre il 10% dei voti, conquistando così 62 seggi in Parlamento. In questo caso il partito di Erdogan non raggiungerebbe i 276 seggi che servono per poter governare da solo.
Velo verde, giacca rosa pallido, sguardo triste e compassionevole. Si chiama Huda Kaya, nota attivista turca per i diritti umani, oggi candidata al Parlamento con l’HDP. Chiarisce subito l’importanza del suo coinvolgimento politico: “Sotto la nostra sigla si riuniscono tutte le etnie e religioni minoritarie del Paese. L’HDP- conosciuto anche come il ‘partito dei curdi’- ha come principale obiettivo quello di salvaguardare i diritti di tutti i cittadini: vogliamo che tutte le etnie abbiano una voce in Parlamento. I cosiddetti ‘diversi’ e ‘inferiori’- così Erdogan spesso ci dipinge- non sono soli, noi combattiamo per loro.” Altro tema cruciale è l’uguaglianza tra i sessi: “L’uomo e la donna – aggiunge Kaya – sono uguali e devono ricoprire gli stessi ruoli, anche nel mondo lavorativo”.
L’incontro si svolge a Fatih, quartiere conservatore di Istanbul, serbatoio di voti del partito di Erdogan. “In Turchia gli uomini dominano la politica. Negli altri partiti le donne sono poche e non hanno voce in capitolo. Nel nostro, invece, il 38% dei candidati sono donne. Dobbiamo ascoltare la le loro necessità e bisogni, spesso oppressi e sottaciuti. La mia candidatura assume oggi questo significato: rappresentare chi non è rappresentato nella società”. Ricorda gli incontri durante la sua campagna elettorale, e mentre parla le si spezza la voce: “Alcune donne mi abbracciano per strada e mi raccontano le loro vicissitudini; altre condividono con me dolori e preoccupazioni. Sono la loro speranza”. Poi conclude con un filo di voce: “A volte, quando mi rivelano le loro miserabili storie personali, non riusciamo a trattenere le lacrime e finiamo a piangiamo insieme”.
Huda Kaya da due anni è attiva politicamente, ma ha un passato da attivista che non nasconde: “Sono stata in carcere per tre anni. Portata in Tribunale con l’accusa di “tentare di sciogliere con forza la Repubblica turca” – processo che poteva terminare con la pena di morte – per aver partecipato a manifestazioni contro il divieto del governo di indossare il velo islamico nelle università.” Il tema dei diritti, da sempre al centro dei sui interessi, è preponderante nella sua campagna elettorale: “Non è vero, come dice Erdogan, che i musulmani che ci votano sono ‘cattivi musulmani’. Il presidente fa leva sui sentimenti religiosi per manipolare la gente. Io sono musulmana, ma rispetto tutte le altre religioni” Poi porta un esempio, a suo dire molto calzante: “Gli Alawiti sono una ‘minoranza’ composta da dieci milioni di persone nel paese, ma non vengono riconosciuti. Io combatto anche per loro”.
Poi spiega che molti cittadini hanno timore di votare il suo partito per motivi pratici: “Chi ha accumulato privilegi con questo governo, ha paura di perderli, se voltassero le spalle al dittatore”. Poi si blocca, alza leggermente il tono di voce e mette subito in chiaro una cosa: “ Erodgan è molto scorretto: ci dipinge come una partito violento e la gente che lo ascolta, sull’onda dalle sue parole, spesso aggressive e razziste, ci attacca per strada.” Poi scende nel dettaglio: “Giorni fa, prima di un comizio, sono stata aggredita. La polizia ci ha dovuto scortare via.” Improvvisamente si blocca, prende il cellulare, mostra foto e video degli aggressori ed indica l’immagine della sua macchina con il vetro infranto: “Mi hanno lanciato pietre e sassi. Come si vede chiarimenti dalle immagini, queste sono le persone che ci hanno attaccato. Purtroppo nonostante abbia le prove, rimarranno a piede libero”.
Il clima è pesante e potrebbe degenerare in qualsiasi momento, sottolinea più volte la candidata del partito curdo. Bisogna abbassare i toni e parlare dei temi veri. Kaya non ha dubbi sulle motivazioni reali dietro le dichiarazioni del Presidente: “La verità è che gli facciamo paura: se superiamo la soglia del 10% alle prossime elezioni, entreremo in Parlamento e bloccheremo il suo progetto folle di cambiare la costituzione a suo piacimento per avere più poteri nelle sue mani” Infine lancia un monito: “Una cosa è certa: siamo noi oggi la vera e unica opposizione al governo, le altre sono blande e non hanno un vero interesse nell’ostacolare l’uomo solo al comando. Se i turchi lo vogliono fermare, sanno che devono votare il nostro partito”.
Infine mette in guardia sulle irregolarità che, secondo lei, non mancheranno: “Una settimana fa, un membro dell’Akp mi ha detto, senza mezzi termini: ‘voi del partito curdo, dovreste stare il più possibile attenti, perché potrebbero esserci diverse irregolarità sulla conta dei voti.’ Questa frase viene proprio da una persona del partito di Erdogan. E’ per questo che chiedo a tutti i cittadini, che hanno a cuore la democrazia, di controllare i seggi e di denunciare tutte le violazioni a cui assisteranno”.
Su questo argomento, l’Organizzazione non governativa turca ‘Human Rights Association’ (IHD) spiega quali sono i casi più frequenti di irregolarità. A parlare è Kivan Sert: “In questa Ong siamo tutti avvocati e proteggiamo in tribunale chi subisce violazioni prima e durante le elezioni. Diversi candidati del partito HDP hanno denunciato il fatto che in alcune zone della Turchia non riescono a fare campagna elettorale perché il governo non gli accorda questo permesso, mentre il partito di Erdogan può fare tutto.” Ma ci sono tanti altri casi all’ordine del giorno elencati da Kivan Sert: “ Succede spesso che se il partito di Erdogan fa comizi pubblici, anche le preghiere vengono posticipate nelle moschee, per favorire l’affluenza. Oppure le autorità obbligano gli impiegati statali a partecipare agli eventi politici, se vogliono salvaguardare il loro posto di lavoro: un vero e proprio ricatto.” Infine una decina sono i casi di poliziotti corrotti su cui sta lavorando l’Organizzazione “ vanno ad arrestare gli attivisti dentro le loro abitazioni e proibiscono così a tante persone persone di andare a votare il 7 giugno”.
A pochi metri da pizza Taksim, l’incontro con Garo Paylan, candidato armeno del partito HDP. Lui ha una storia diversa alle spalle, ma anche il suo attivismo è tangibile: “Erdogan è un opportunista, non è sincero sulla questione degli armeni: quelle piccole aperture che ha fatto nei mesi scorsi sono ad uso e consumo della campagna elettorale!” Durante l’intervista ordina un tè e mentre lo sorseggia, aggiunge, con aria impassibile: “Essere armeno in Turchia vuol dire essere inferiore, così vuole il governo. Il mio partito ha riconosciuto il genocidio, Erdogan non lo farà mai.” E’ molto coinciso e preciso nelle sue dichiarazioni, quasi telegrafico: “Non siamo terroristi, come veniamo definiti dal Presidente. Vogliamo che i nostri diritti non vengano calpestati”.
Secondo Garo Paylan, l’intelligence turca è dietro le ultime bombe fatte esplodere negli uffici del suo partito e la stampa turca, suddita e legata a doppio filo col Presidente, è complice: “Potrei essere attaccato in qualsiasi momento. Erdogan controlla i giornali e di conseguenza le menti delle persone. Noi siamo contro la sua onnipotenza”. E riguardo al superamento della soglia del 10%, aggiunge: “Utilizzeranno tutti i mezzi, soprattutto sleali, per non farcela fare. Il primo e sotto gli occhi di tutti è la strumentalizzazione dell’Islam.” Poi affonda: “E’ tempo di cambiare. Noi siamo l’unica speranza per il cambiamento”.
Nelle vicinanze di Taksim, c’è un quartiere che ha fatto molto discutere ultimamente, si chiama Tarlabasi. E’ uno delle zone più povere della città: lì vivono zingari, curdi e armeni. Il governo sta buttando giù tutte le case, alcune storiche, per costruire nuovi palazzi. La polizia caccia la gente di casa e stacca l’elettricità per costringerli a lasciare le loro abitazioni, spiega Garo Payan: “Erdogan vuole fare diventare Tarlabasi il quartiere dei nuovi ricchi a discapito delle povere persone che ci abitano da generazioni. Dobbiamo proteggere le persone che ci vivono, ma anche la tradizione e le diverse culture di questo Paese. Non solo il dio denaro”.
Poi alla domanda se prende ispirazioni da altri partiti in Europa, aggiunge: “Il partito greco Syriza mi piace molto. Conosco bene Tsipras. Sono andato ad Atene diverse volte. L’unica differenza è che loro stanno al governo e possono cambiare le cose. Noi stiamo lavorando per questo avvenga”. Infine punta il dito su quello che, secondo lui, è il vero problema del Paese: “Dobbiamo rivedere il sistema educativo. C’è tanta ignoranza in giro, nel senso che la gente ignora la Storia perché nessuno gliela ha insegnata. Oppure viene insegnata nelle scuole tramandando falsità su falsità. La mia generazione, di quarantenni, ad esempio, non si può salvare, sono stati già indottrinati. Gli anziani hanno troppe barriere ideologiche. Però i giovani si possono e si devono salvare: sono più aperti e più tolleranti. Dobbiamo investire sul sistema educativo per riappropriarci del nostro futuro”.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Occorre costruire un solido pilastro europeo della Nato". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. - (Adnkronos) - La comunità energetica nazionale copre l’intero territorio italiano sfruttando la trasparenza della blockchain: un milione è l’investimento dal 2018 fino ai giorni nostri in cui Rete Verde Italia inizia a vedere la luce. Il progetto ideato da Western CO e Western Engineering - si spiega in una nota - ha la sua peculiarità non solo nelle dimensioni delle comunità che avranno una rete collegata da cabine primarie Enel ma nella certezza che i dati saranno visibili e tracciabili.
Grazie ad un sistema innovativo si avrà la conoscenza in tempo reale dell’energia consumata e scambiata dagli impianti i cui dati verranno registrati su blockchain in modo da essere visibili sulla piattaforma Westernchain. La comunità potrà vantare a regime di massimo equilibrio un risparmio di energia pari al 40%. Rete Verde Italia E.T.S. per indirizzare la sua attività nel terzo settore si è costituita in Fondazione di partecipazione con iscrizione al Runts.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - "Il nostro programma di investimenti di 6 miliardi per le infrastrutture per la mobilità potrà esser messo a terra nei prossimi 3 anni. Pensiamo di aver aperto un ciclo". Lo ha detto oggi il presidente di Edizione, Alessandro Benetton, durante il suo intervento al convegno di Affari & Finanza'L'Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell'era di Trump', in corso a Milano.
Nel corso degli ultimi 3 anni (2022-2024), il Gruppo Mundys ha realizzato investimenti organici per oltre 4,4 miliardi di euro, di cui 1,4 circa in Italia, per il potenziamento e l'ampliamento delle infrastrutture in concessione, per l'introduzione di innovazioni tecnologiche, per l'erogazione di nuovi servizi digitali agli utenti e per la riduzione in modo significativo le emissioni delle proprie infrastrutture, anche generando energia tramite fonti rinnovabili.
Dal punto di vista della crescita inorganica, nel periodo 2022-2025 Mundys ha effettuato investimenti per oltre 2,5 miliardi di euro (pari a 7 miliardi di ev 100%) per acquisire nuovi assets in Francia, Spagna, Porto Rico, Cile.
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.