I leader dei Paesi più industrializzati, riuniti in Baviera per il G7, hanno deciso che occorre accelerare i colloqui sul discusso trattato di libero scambio transatlantico Ttip con l’obiettivo di approvarlo quanto prima. “Accelereremo immediatamente tutto il lavoro sui temi del Ttip assicurando progressi su tutti gli elementi del negoziato, con l’obiettivo” di arrivare ad un accordo “al più presto possibile, preferibilmente entro la fine dell’anno”, si legge nella bozza del comunicato finale del summit di Elmau.
La decisione dei sette “grandi” di stringere i tempi per l’approvazione del trattato, che secondo gli oppositori mette a repentaglio la sicurezza dei consumatori europei, è una chiara sponda al presidente statunitense Barack Obama. Che su questo tema, e in particolare sulla necessità di una corsia preferenziale per i negoziati, si sta scontrando al Congresso con l’opposizione di buona parte del Partito Democratico. Obama ha infatti chiesto l’autorità di concludere i negoziati commerciali in corso velocizzando i passaggi e poi presentando il testo chiuso per l’approvazione ai deputati, senza possibilità di emendamenti.
Immediata la reazione via Twitter di Stefano Fassina: per l’esponente della minoranza Dem “il G7 da ok a Ttip, trattato che colpisce lavoratori e piccole imprese europee. Come per la Grecia, Hollande e Renzi sempre dietro alla Merkel”. Il premier italiano, infatti, ha sempre sostenuto il Ttip e ancora domenica ha ribadito che Roma spinge per una conclusione positiva dei negoziati. A stretto giro, a Fassina ha risposto il deputato Pd Ernesto Carbone: “Fassina ma ti stai riferendo al Ttip o ti sei confuso col tip tap? Ti consiglio di rivedere quanto vale l’export per noi”.
Intesa sul riscaldamento globale – I capi di Stato hanno raggiunto un’intesa anche sul tema del cambiamento climatico, dopo le pressioni di Angela Merkel. Risultato: come auspicato dalla Cancelliera, nel testo finale sarà inserito un passaggio dedicato al contenimento di due gradi della temperatura globale rispetto ai livelli preindustriali. Un obiettivo sul quale, secondo indiscrezioni, Giappone e Canada hanno invece fatto resistenza.
Più sanzioni alla Russia? “Pronti, ma non lo vogliamo” – Per quanto riguarda le sanzioni alla Russia per l’annessione della Crimea, la Merkel durante la conferenza stampa conclusiva non si è sbilanciata: “Siamo pronti, nel caso sia necessario, a rafforzare le sanzioni”, ha affermato, “ma non lo vogliamo”. Anche perché il conflitto ucraino “si può risolvere soltanto con una soluzione politica“. Insomma, sì a mantenere le restrizioni commerciali nei confronti di Mosca – che nel frattempo peraltro ha peggiorato la propria situazione stilando una lista di personalità europee sgradite nel Paese -, ma la Ue vuole evitare di aggravare le perdite già subite dalle aziende esportatrici.
La Cancelliera ha parlato anche della crisi greca, inevitabilmente al centro dei lavori del G7. Poche parole e nessuna novità sulle trattative: “Ogni giorno conta per la soluzione della questione”, si è limitata a dire Merkel. “Abbiamo detto che vogliano che resti nell’Eurozona, ma che deve anche fare delle proposte“.