Si allarga l’inchiesta Dirty soccer che ha travolto nelle scorse settimane il calcio italiano. Cinque avvisi di garanzia e altrettanti decreti di perquisizione sono stati notificati stamattina dagli agenti della squadra mobile di Catanzaro su richiesta del procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, dell’aggiunto Giovanni Bombardieri e del sostituto Elio Romano.
Nel mirino l’incontro tra il Savona e il Teramo, valido per il campionato di Lega Pro, che lo scorso 2 maggio ha visto gli abruzzesi vincere in trasferta e ottenere la promozione in serie B.
I nuovi indagati perquisiti dagli uomini del capo della mobile Rodolfo Ruperti sono i dirigenti delle due squadre. Ma non solo. Nel decreto di perquisizione compaiono i nomi dell’ex direttore sportivo della Ternana Giuliano Pesce (oggi collaboratore tecnico del Parma), del calciatore del San Paolo Padova Davide Matteini, del direttore sportivo del Teramo Marcello Di Giuseppe, il presidente del Teramo Luciano Campitelli e il ds del Savona Marco Barghigiani.
Ai dirigenti viene contestato di aver alterato il risultato della partita che ha consentito al Teramo di guadagnare la promozione diretta in Serie B con una giornata di anticipo rispetto alla conclusione del campionato. Dall’indagine è emerso un intreccio di frodi sportive. L’uomo chiave è sempre Ercole Di Nicola, l’ex direttore sportivo de L’Aquila già arrestato nel primo troncone dell’inchiesta. A lui si sarebbero rivolti i dirigenti del Teramo per assicurarsi il risultato. Un mandato per il quale Di Nicola si sarebbe fatto aiutare dall’allenatore del Barletta, Ninni Corda e dal collaboratore tecnico del Parma Giuliano Pesce.
Trentamila euro il prezzo accertato delle combine per far ottenere la promozione della compagine abruzzese. La gara si era svolta con una giornata di anticipo rispetto alla chiusura del calendario ed era terminata con i festeggiamenti della squadra abbruzzese sul campo ligure che, per la prima volta nella sua storia, passava in serie B. Trentamila euro che il presidente Campitelli e il ds Di Giuseppe avevano versato per remunerare l’opera prestata dagli indagati ricompensandoli dell’alterazione della partita in favore del Teramo.
Al termine delle perquisizioni, la squadra mobile ha sequestrato computer e cellulari ai cinque indagati. Supporti informativi sui quali adesso saranno svolti approfondimenti investigativi e non è escluso che il sistema delle combine possa avere riguardato altre partite del Teramo.