Consiglieri nei municipi di Roma e dipendenti delle cooperative controllate da Salvatore Buzzi. Un caso? Secondo la Procura di Roma, no. Nessuno di loro è indagato: tutti però ricoprono o ricoprivano un ruolo nelle istituzioni di Roma Capitale e al contempo lavorano o lavoravano nella galassia del ras delle cooperative, braccio operativo del sodalizio criminale che secondo la Procura di Roma fa capo a Massimo Carminati e si è spartita fino a dicembre gli appalti in Campidoglio e in Regione. Una rete di consiglieri legati da un rapporto lavorativo al sodalizio e quindi – è la tesi degli inquirenti – pronti a mettersi a disposizione in caso di necessità. Undici politici locali, tutti e undici appartenenti al centrodestra: nella stragrande maggioranza esponenti di Forza Italia, ma anche de La Destra o eletti in liste civiche gravitanti nella medesima area.
Nell’ordinanza di custodia cautelare alla base della seconda ondata di arresti a inizio giugno, si legge che Nicola Paride Alampi è stato”assunto dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi“. Però è anche consigliere del XII municipio, esponente de La destra di Francesco Storace, cui è approdato proveniente dalle file del Pdl (dopo 10 anni di militanza in Alleanza Nazionale“, rivendica orgoglioso nel proprio curriculum). Lo stesso municipio in cui si dedica alla politica attiva Antonio Aumenta, capogruppo di Forza Italia, anch’egli proveniente dalle file di AN, “assunto – scrivono gli inquirenti – dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi”. A Roma Sud c’è Paolo Rendina, presidente del circolo di Forza Italia della Magliana, “assunto dal 20/05/2014 al 30/09/2014 presso la 29 Giugno”.
Fuoriporta il sodalizio può contare su Andrea Volpi, assessore ai Lavori pubblici nel comune di Lanuvio e consigliere di Forza Italia nell’Area Metropolitana, che secondo i pm era stato assunto dalla 29 giugno di Buzzi “con contratto co.co.pro dal 08.10.2014 al 31.12.2014”.
Della lista fa parte, scrive Il Messaggero, anche Andrea Liburdi, consigliere del II Municipio ed ex capogruppo di Forza Italia, che il 5 dicembre, all’indomani dello scoppi dello scandalo di Mafia Capitale, desiderava “esprimere la mia piena e totale solidarietà e vicinanza a Luca Gramazio (capogruppo Pdl in Campidoglio, ndr) e Giovanni Quarzo (nominato dalla cupola con una manovra di palazzo presidente della commissione Trasparenza in Campidoglio, ndr). Con loro condivido da anni un rapporto di reciproco rispetto. Sono convinto che la giustizia farà il suo corso e che verrà dimostrata la loro totale estraneità ai fatti. La capacità dimostrata nel corso della nostra storia politica è caratterizzata da serietà, onestà, passione e trasparenza. Quanto sta accadendo non fermerà la nostra azione politica a disposizione della cittadinanza”.
Nella lista stilata dagli inquirenti, secondo il Messaggero, ci sono anche Stefano Aloisi, già capogruppo del Pdl al IX municipio, Alessia Petrucci, consigliere comunale a Valmontone – Lista civica “Per Valmontone”, Cristiano Rasi consigliere di Forza Italia al X municipio, Alessandro Pretini, dalla fine del 2014 consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia a di Tivoli, eletto a ottobre nella Direzione nazionale del movimento giovanile azzurro, ed Emanuele Cagiola, capo della commissione Bilancio a Ladispoli, eletta nella lista civica Realtà Nuova, appartenente all’area di centrodestra.
C’è anche Matteo Guidoni, coordinatore di Forza Italia Giovani nel Lazio, che secondo i pm ha lavorato nella 29 giugno “dal 20.05.2014 al 30.09.2014”. Giusto due anni prima, ll’indomani dello scoppio dello scandalo Fiorito alla Regione Lazio, firmava un comunicato dal titolo “Ridare dignità alla politica”: “Siamo stanchi – spiegava di dover giustificare agli occhi dei nostri elettori e militanti le nefandezze di una classe dirigente che ormai, diciamolo chiaramente, non ci rappresenta più. E’ ora di invertire questa rotta e di dare spazio a chi ha idee e propositi rivolti al bene del Paese”.
La rotta evidentemente è rimasta la stessa, nella migliore delle ipotesi. Le assunzioni, scrivono gli inquirenti, erano decise dalle alte sfere del sodalizio criminale, “richieste da Luca Gramazio e Giovanni Quarzo”. A cosa servivano? Lo spiega Fabrizio Testa, testa di ponte tra Carminati e la politica, in un dialogo con Buzzi e Carminati: le assunzioni servono a Gramazio, che “deve sistemare tutto il Consiglio Municipio, tutti i suoi Consiglieri perché lui giustamente, dice ‘io tra un anno vado a votare con le preferenze. (…) Se c’ho tutti a… me lavorano più sereni.. allora che cosa voglio fare io..mi metto questi qua e gli do lo stipendio’…”. In modo che, quando serve, si mettano a disposizione.
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In una nota inviata alla redazione, l’avvocato di Paride Alampi sostiene: “La Vostra testata giornalistica ha fatto intendere ai lettori che il Sig. Alampi, Consigliere municipale del XII municipio di Roma, fosse in qualche modo coinvolto nell’inchiesta giudiziaria nota come Mafia Capitale”. Il legale afferma, poi, che “il Sig. Alampi non ha intrattenuto alcun rapporto con la suddetta cooperativa”, riferendosi alla ’29 Giugno Servizi’ citata nell’articolo.
Come chiaramente specificato nelle prime righe dell’articolo, Nicola Paride Alampi non è indagato. Ma il suo nome figura, insieme a quello di altri, nella seconda ordinanza di custodia cautelare, datata 29 maggio 2015 e firmata dal Gip Flavia Costantini, in cui si legge: “Ulteriore forma di erogazione di utilità a contenuto economico verso Gramazio è l’assunzione di persone presso le cooperative riconducibili a Buzzi, al fine di sostenere la sua attività e la sua figura politica”. Riguardo il signor Paride Alampi nello specifico, l’ordinanza recita testualmente: “Nicola Paride ALAMPI, nato a Roma il 08.06.1982, consigliere del XII Municipio di Roma, assunto dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi”.
M.P.
Aggiornamento della redazione
Giovanni Quarzo, indagato per concorso in associazione a delinquere, è stata archiviato dal Gip in data 6 febbraio 2017
Giustizia & Impunità
Mafia capitale, Buzzi “assumeva” politici nei municipi: Forza Italia fa il pienone
Undici consiglieri delle circoscrizioni di Roma Capitale o nelle amministrazioni di alcuni comuni limitrofi che lavorano o lavoravano nella galassia del ras delle cooperative: tutti appartenenti al centrodestra: 7 militano tra le file azzurre, uno ne La Destra, poi un ex Pdl e due eletti in liste civiche della medesima area
Consiglieri nei municipi di Roma e dipendenti delle cooperative controllate da Salvatore Buzzi. Un caso? Secondo la Procura di Roma, no. Nessuno di loro è indagato: tutti però ricoprono o ricoprivano un ruolo nelle istituzioni di Roma Capitale e al contempo lavorano o lavoravano nella galassia del ras delle cooperative, braccio operativo del sodalizio criminale che secondo la Procura di Roma fa capo a Massimo Carminati e si è spartita fino a dicembre gli appalti in Campidoglio e in Regione. Una rete di consiglieri legati da un rapporto lavorativo al sodalizio e quindi – è la tesi degli inquirenti – pronti a mettersi a disposizione in caso di necessità. Undici politici locali, tutti e undici appartenenti al centrodestra: nella stragrande maggioranza esponenti di Forza Italia, ma anche de La Destra o eletti in liste civiche gravitanti nella medesima area.
Nell’ordinanza di custodia cautelare alla base della seconda ondata di arresti a inizio giugno, si legge che Nicola Paride Alampi è stato”assunto dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi“. Però è anche consigliere del XII municipio, esponente de La destra di Francesco Storace, cui è approdato proveniente dalle file del Pdl (dopo 10 anni di militanza in Alleanza Nazionale“, rivendica orgoglioso nel proprio curriculum). Lo stesso municipio in cui si dedica alla politica attiva Antonio Aumenta, capogruppo di Forza Italia, anch’egli proveniente dalle file di AN, “assunto – scrivono gli inquirenti – dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi”. A Roma Sud c’è Paolo Rendina, presidente del circolo di Forza Italia della Magliana, “assunto dal 20/05/2014 al 30/09/2014 presso la 29 Giugno”.
Fuoriporta il sodalizio può contare su Andrea Volpi, assessore ai Lavori pubblici nel comune di Lanuvio e consigliere di Forza Italia nell’Area Metropolitana, che secondo i pm era stato assunto dalla 29 giugno di Buzzi “con contratto co.co.pro dal 08.10.2014 al 31.12.2014”.
Della lista fa parte, scrive Il Messaggero, anche Andrea Liburdi, consigliere del II Municipio ed ex capogruppo di Forza Italia, che il 5 dicembre, all’indomani dello scoppi dello scandalo di Mafia Capitale, desiderava “esprimere la mia piena e totale solidarietà e vicinanza a Luca Gramazio (capogruppo Pdl in Campidoglio, ndr) e Giovanni Quarzo (nominato dalla cupola con una manovra di palazzo presidente della commissione Trasparenza in Campidoglio, ndr). Con loro condivido da anni un rapporto di reciproco rispetto. Sono convinto che la giustizia farà il suo corso e che verrà dimostrata la loro totale estraneità ai fatti. La capacità dimostrata nel corso della nostra storia politica è caratterizzata da serietà, onestà, passione e trasparenza. Quanto sta accadendo non fermerà la nostra azione politica a disposizione della cittadinanza”.
Nella lista stilata dagli inquirenti, secondo il Messaggero, ci sono anche Stefano Aloisi, già capogruppo del Pdl al IX municipio, Alessia Petrucci, consigliere comunale a Valmontone – Lista civica “Per Valmontone”, Cristiano Rasi consigliere di Forza Italia al X municipio, Alessandro Pretini, dalla fine del 2014 consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia a di Tivoli, eletto a ottobre nella Direzione nazionale del movimento giovanile azzurro, ed Emanuele Cagiola, capo della commissione Bilancio a Ladispoli, eletta nella lista civica Realtà Nuova, appartenente all’area di centrodestra.
C’è anche Matteo Guidoni, coordinatore di Forza Italia Giovani nel Lazio, che secondo i pm ha lavorato nella 29 giugno “dal 20.05.2014 al 30.09.2014”. Giusto due anni prima, ll’indomani dello scoppio dello scandalo Fiorito alla Regione Lazio, firmava un comunicato dal titolo “Ridare dignità alla politica”: “Siamo stanchi – spiegava di dover giustificare agli occhi dei nostri elettori e militanti le nefandezze di una classe dirigente che ormai, diciamolo chiaramente, non ci rappresenta più. E’ ora di invertire questa rotta e di dare spazio a chi ha idee e propositi rivolti al bene del Paese”.
La rotta evidentemente è rimasta la stessa, nella migliore delle ipotesi. Le assunzioni, scrivono gli inquirenti, erano decise dalle alte sfere del sodalizio criminale, “richieste da Luca Gramazio e Giovanni Quarzo”. A cosa servivano? Lo spiega Fabrizio Testa, testa di ponte tra Carminati e la politica, in un dialogo con Buzzi e Carminati: le assunzioni servono a Gramazio, che “deve sistemare tutto il Consiglio Municipio, tutti i suoi Consiglieri perché lui giustamente, dice ‘io tra un anno vado a votare con le preferenze. (…) Se c’ho tutti a… me lavorano più sereni.. allora che cosa voglio fare io..mi metto questi qua e gli do lo stipendio’…”. In modo che, quando serve, si mettano a disposizione.
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In una nota inviata alla redazione, l’avvocato di Paride Alampi sostiene: “La Vostra testata giornalistica ha fatto intendere ai lettori che il Sig. Alampi, Consigliere municipale del XII municipio di Roma, fosse in qualche modo coinvolto nell’inchiesta giudiziaria nota come Mafia Capitale”. Il legale afferma, poi, che “il Sig. Alampi non ha intrattenuto alcun rapporto con la suddetta cooperativa”, riferendosi alla ’29 Giugno Servizi’ citata nell’articolo.
Come chiaramente specificato nelle prime righe dell’articolo, Nicola Paride Alampi non è indagato. Ma il suo nome figura, insieme a quello di altri, nella seconda ordinanza di custodia cautelare, datata 29 maggio 2015 e firmata dal Gip Flavia Costantini, in cui si legge: “Ulteriore forma di erogazione di utilità a contenuto economico verso Gramazio è l’assunzione di persone presso le cooperative riconducibili a Buzzi, al fine di sostenere la sua attività e la sua figura politica”. Riguardo il signor Paride Alampi nello specifico, l’ordinanza recita testualmente: “Nicola Paride ALAMPI, nato a Roma il 08.06.1982, consigliere del XII Municipio di Roma, assunto dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi”.
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Giovanni Quarzo, indagato per concorso in associazione a delinquere, è stata archiviato dal Gip in data 6 febbraio 2017
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.