Cambio di rotta in Parlamento. Dopo anni in cui si è assistito ad una progressiva riduzione della soglia limite per l’utilizzo del denaro contante, ora si torna a chiederne una revisione al rialzo. Vanno in questa direzione le cinque mozioni approvate ieri dalla Camera e alle quali il governo ha espresso parere favorevole. Non è una sorpresa d’altra parte, visto che lo stesso premier Matteo Renzi, appena tre mesi fa, si era già dichiarato pronto ad elevare la soglia a 3.000 euro. Oltre a quella del Partito democratico, primo firmatario Sergio Boccadutri, sono passate le mozioni di Maurizio Lupi (Nuovo Centrodestra), Renato Brunetta (Forza Italia), Salvatore Matarrese (Scelta civica) e Daniel Alfreider (gruppo misto). Tutte schierate per l’aumento della cifra massima. Lupi, Brunetta e Alfreider, però, per ottenere il parere favorevole del governo hanno dovuto riformulare i testi sottoposti a votazione. L’esecutivo, rappresentato dal vice ministro dell’Economia Enrico Morando, si è dichiarato favorevole ma non ha voluto accettare vincoli quantitati. Impegno a ritoccare in alto il limite di utilizzo, dunque, ma, come spiega a ilfattoquotidiano.it Morando, «solo dopo l’introduzione a livello comunitario e a livello nazionale di una regolazione che consenta di ridurre drasticamente i costi della carta elettronica».
ALTI E BASSI Le restrizioni all’uso del contante hanno due finalità: tracciare i movimenti finanziari per contrastare il riciclaggio di capitali illeciti e combattere l’evasione e l’elusione fiscale. Attualmente il limite all’uso del denaro contante è di 1.000 euro, tetto introdotto dal governo di Mario Monti con il decreto Salva Italia. Una cifra a cui si è arrivati dopo anni di rialzi e ribassi. L’introduzione della prima soglia risale al 1991, quando si stabilì che si potevano effettuare pagamenti in contanti fino a 20 milioni di lire, convertiti poi con decreto ministeriale del 2002 in 12.500 euro. Nel 2008 c’è stata la prima sostanziale riduzione approvata dal governo di Romano Prodi che ha portato la soglia di utilizzo del contante a 5.000 euro, presto rialzata a 12.500 euro dal successivo governo di Silvio Berlusconi. In seguito, però, il tetto è stato più volte rivisto al ribasso, tornando nel 2010 a 5.000 euro per poi scendere l’anno successivo a 2.500. Pochi mesi prima dell’arrivo del governo Monti, che l’ha portato al minimo storico di 1.000 euro. Con una deroga volta a evitare ricadute sul settore turistico: per i non residenti in Italia, infatti, il limite è elevato a 15.000 euro.
MOZIONI AL RIALZO Di mozioni ne erano state presentate nove. Di queste sei puntavano a un innalzamento della soglia. A parte quella del Pd e l’altra di Scelta civica, che non lo quantificavano, limitandosi a chiedere un adeguamento al livello degli altri paesi europei, le altre, prima di essere riformulate come suggerito dal governo, proponevano diverse soluzioni. Se la mozione Alfreider optava per un ritorno al limite di 2.500 euro e la Lega, senza un accordo in sede Ue, riteneva giusto eliminare qualsiasi tetto, sia il Nuovo centrodestra che Forza Italia fissavano a 3.000 euro la nuova soglia. Entrambe le mozioni sottolineavano che «non c’è una stretta correlazione tra l’uso della carta moneta e l’evasione fiscale», facendo un confronto con la situazione europea, dove si contano 11 paesi che non hanno fissato alcun limite, 4 con una soglia più alta rispetto all’Italia (1.500 euro in Grecia, 2.500 in Spagna, 3.000 in Belgio e Francia) e solo uno, il Portogallo, con il limite a 1.000 euro. Inoltre, le due mozioni ricordavano che lo scorso febbraio anche il premier Matteo Renzi aveva aperto alla possibilità di un innalzamento della soglia a 3.000 euro, precisando però che era prima necessario varare la misura relativa alla fatturazione elettronica, di cui ad aprile è stato approvato in via preliminare il decreto legislativo. Questo, concludeva la mozione forzista, mette il governo nelle condizioni di dare seguito all’intenzione espressa da Renzi. E in effetti, nella mozione presentata dai deputati del Pd, primo firmatario Sergio Boccadutri, oltre ad essere evidenziato proprio l’aspetto relativo alla diffusione di strumenti di pagamento tracciabili e fatturazione elettronica, si impegnava il governo «a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici e a ridurne il costo» e a «rivedere la disciplina vigente in tema di uso del contante, ponendo l’Italia in linea con gli altri Stati europei che adottano restrizioni sulla circolazione della carta moneta». In altre parole, pur non quantificando la nuova soglia, se ne propone un innalzamento.
MENO CONTANTE In direzione diametralmente opposta la mozione di Sel. Bocciata dal governo e respinta dall’Aula, proponeva di ridurre il limite dei pagamenti in contanti a 499 euro, intervenendo contestualmente anche sulla riduzione delle commissioni e dei costi di gestione della moneta elettronica per imprese e cittadini. Come spiega a ilfattoquotidiano.it il capogruppo di Sel in commissione Finanze alla Camera e primo firmatario della mozione, Giovanni Paglia, «premesso che il limite di 499 euro al denaro contante è più che adeguato, visto che si tratta di una cifra sufficiente per gli acquisti quotidiani, limitare l’uso del contante è necessario per far emergere l’economia sommersa». Per Paglia, poi, «è errato il presupposto alla base delle proposte che puntano a elevare la soglia sostenendo che, sia per l’utente che per l’esercente, i costi della moneta elettronica sono più elevati di quella cartacea». Come evidenziato nella mozione, i contanti hanno un alto costo dovuto alla stampa delle banconote e al conio delle monete, alla distribuzione, al controllo e alla conservazione. Un costo calcolato in circa 10 miliardi di euro l’anno. E a chi sostiene, invece, che un limite troppo basso abbia delle ripercussioni sui consumi, fa notare che «questo aspetto riguarda unicamente i beni di lusso verso i quali si indirizza chi eventualmente abbia denaro contante sommerso da investire in un bene di valore». Anche la mozione della componente del gruppo Misto Alternativa libera, che riunisce ex esponenti del M5S e che andava nella stessa direzione, chiedendo di ridurre o mantenere la soglia attualmente in vigore e di azzerare o ridurre le commissioni sulle transazioni con carte di pagamento, ha ricevuto una doppia bocciatura.
M5S IN STAND BY Proprio come la mozione del M5S, che riproponeva un testo presentato già un anno fa sull’obbligo di accettare pagamenti effettuati con carte di debito. Ma senza entrare nel merito della soglia di utilizzo dei contanti. «Ci riserviamo di poter intervenire in futuro», spiega Ferdinando Alberti, primo firmatario, spiegando che «prima è necessario concentrarsi su una riforma del sistema bancario, poi si potrà valutare un abbassamento o un innalzamento del limite di utilizzo dei contanti». Con una maggiore propensione verso quest’ultima ipotesi, ammette Alberti, perché «limitando eccessivamente la carta moneta si incentiva l’utilizzo della moneta bancaria, quindi si favorisce ancora una volta il sistema bancario».
BOCCIATURA NETTA Non condivide l’ipotesi di innalzare la soglia di utilizzo del contante l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, ricordato per la sua azione di contrasto all’evasione fiscale. «Il limite all’uso del contante serve essenzialmente a fini antiriciclaggio, quindi è necessario avere una soglia ragionevole che renda difficile riciclare denaro sporco», spiega. Ecco perché, secondo lui, pensare di alzare il limite di 1.000 euro è sbagliato. «È una soglia adeguata visto che la maggior parte dei pagamenti che noi effettuiamo quotidianamente è inferiore a tale cifra, eventualmente più che alzarla potrebbe essere ragionevole abbassarla a 500 euro, il valore della banconota più alta di cui disponiamo». Parallelamente, conclude Visco, «è necessario incentivare gradualmente i pagamenti elettronici, ma non mi sembra che il governo stia andando nella giusta direzione, come dimostra il decreto sulla trasmissione telematica delle fatture».
Palazzi & Potere
Uso del contante, il governo dice sì a innalzamento limite oltre mille euro
Il tetto fissato fissato dopo un anni di confronto in Parlamento per combattere il riciclaggio del denaro sporco e contrastare l'evasione fiscale. Partiti divisi a Montecitorio a colpi di mozioni. Ma il premier Renzi si era già dichiarato favorevole alla revisione della soglia. L'ex ministro Visco: "Il governo non sta andando nella giusta direzione"
Cambio di rotta in Parlamento. Dopo anni in cui si è assistito ad una progressiva riduzione della soglia limite per l’utilizzo del denaro contante, ora si torna a chiederne una revisione al rialzo. Vanno in questa direzione le cinque mozioni approvate ieri dalla Camera e alle quali il governo ha espresso parere favorevole. Non è una sorpresa d’altra parte, visto che lo stesso premier Matteo Renzi, appena tre mesi fa, si era già dichiarato pronto ad elevare la soglia a 3.000 euro. Oltre a quella del Partito democratico, primo firmatario Sergio Boccadutri, sono passate le mozioni di Maurizio Lupi (Nuovo Centrodestra), Renato Brunetta (Forza Italia), Salvatore Matarrese (Scelta civica) e Daniel Alfreider (gruppo misto). Tutte schierate per l’aumento della cifra massima. Lupi, Brunetta e Alfreider, però, per ottenere il parere favorevole del governo hanno dovuto riformulare i testi sottoposti a votazione. L’esecutivo, rappresentato dal vice ministro dell’Economia Enrico Morando, si è dichiarato favorevole ma non ha voluto accettare vincoli quantitati. Impegno a ritoccare in alto il limite di utilizzo, dunque, ma, come spiega a ilfattoquotidiano.it Morando, «solo dopo l’introduzione a livello comunitario e a livello nazionale di una regolazione che consenta di ridurre drasticamente i costi della carta elettronica».
ALTI E BASSI Le restrizioni all’uso del contante hanno due finalità: tracciare i movimenti finanziari per contrastare il riciclaggio di capitali illeciti e combattere l’evasione e l’elusione fiscale. Attualmente il limite all’uso del denaro contante è di 1.000 euro, tetto introdotto dal governo di Mario Monti con il decreto Salva Italia. Una cifra a cui si è arrivati dopo anni di rialzi e ribassi. L’introduzione della prima soglia risale al 1991, quando si stabilì che si potevano effettuare pagamenti in contanti fino a 20 milioni di lire, convertiti poi con decreto ministeriale del 2002 in 12.500 euro. Nel 2008 c’è stata la prima sostanziale riduzione approvata dal governo di Romano Prodi che ha portato la soglia di utilizzo del contante a 5.000 euro, presto rialzata a 12.500 euro dal successivo governo di Silvio Berlusconi. In seguito, però, il tetto è stato più volte rivisto al ribasso, tornando nel 2010 a 5.000 euro per poi scendere l’anno successivo a 2.500. Pochi mesi prima dell’arrivo del governo Monti, che l’ha portato al minimo storico di 1.000 euro. Con una deroga volta a evitare ricadute sul settore turistico: per i non residenti in Italia, infatti, il limite è elevato a 15.000 euro.
MOZIONI AL RIALZO Di mozioni ne erano state presentate nove. Di queste sei puntavano a un innalzamento della soglia. A parte quella del Pd e l’altra di Scelta civica, che non lo quantificavano, limitandosi a chiedere un adeguamento al livello degli altri paesi europei, le altre, prima di essere riformulate come suggerito dal governo, proponevano diverse soluzioni. Se la mozione Alfreider optava per un ritorno al limite di 2.500 euro e la Lega, senza un accordo in sede Ue, riteneva giusto eliminare qualsiasi tetto, sia il Nuovo centrodestra che Forza Italia fissavano a 3.000 euro la nuova soglia. Entrambe le mozioni sottolineavano che «non c’è una stretta correlazione tra l’uso della carta moneta e l’evasione fiscale», facendo un confronto con la situazione europea, dove si contano 11 paesi che non hanno fissato alcun limite, 4 con una soglia più alta rispetto all’Italia (1.500 euro in Grecia, 2.500 in Spagna, 3.000 in Belgio e Francia) e solo uno, il Portogallo, con il limite a 1.000 euro. Inoltre, le due mozioni ricordavano che lo scorso febbraio anche il premier Matteo Renzi aveva aperto alla possibilità di un innalzamento della soglia a 3.000 euro, precisando però che era prima necessario varare la misura relativa alla fatturazione elettronica, di cui ad aprile è stato approvato in via preliminare il decreto legislativo. Questo, concludeva la mozione forzista, mette il governo nelle condizioni di dare seguito all’intenzione espressa da Renzi. E in effetti, nella mozione presentata dai deputati del Pd, primo firmatario Sergio Boccadutri, oltre ad essere evidenziato proprio l’aspetto relativo alla diffusione di strumenti di pagamento tracciabili e fatturazione elettronica, si impegnava il governo «a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici e a ridurne il costo» e a «rivedere la disciplina vigente in tema di uso del contante, ponendo l’Italia in linea con gli altri Stati europei che adottano restrizioni sulla circolazione della carta moneta». In altre parole, pur non quantificando la nuova soglia, se ne propone un innalzamento.
MENO CONTANTE In direzione diametralmente opposta la mozione di Sel. Bocciata dal governo e respinta dall’Aula, proponeva di ridurre il limite dei pagamenti in contanti a 499 euro, intervenendo contestualmente anche sulla riduzione delle commissioni e dei costi di gestione della moneta elettronica per imprese e cittadini. Come spiega a ilfattoquotidiano.it il capogruppo di Sel in commissione Finanze alla Camera e primo firmatario della mozione, Giovanni Paglia, «premesso che il limite di 499 euro al denaro contante è più che adeguato, visto che si tratta di una cifra sufficiente per gli acquisti quotidiani, limitare l’uso del contante è necessario per far emergere l’economia sommersa». Per Paglia, poi, «è errato il presupposto alla base delle proposte che puntano a elevare la soglia sostenendo che, sia per l’utente che per l’esercente, i costi della moneta elettronica sono più elevati di quella cartacea». Come evidenziato nella mozione, i contanti hanno un alto costo dovuto alla stampa delle banconote e al conio delle monete, alla distribuzione, al controllo e alla conservazione. Un costo calcolato in circa 10 miliardi di euro l’anno. E a chi sostiene, invece, che un limite troppo basso abbia delle ripercussioni sui consumi, fa notare che «questo aspetto riguarda unicamente i beni di lusso verso i quali si indirizza chi eventualmente abbia denaro contante sommerso da investire in un bene di valore». Anche la mozione della componente del gruppo Misto Alternativa libera, che riunisce ex esponenti del M5S e che andava nella stessa direzione, chiedendo di ridurre o mantenere la soglia attualmente in vigore e di azzerare o ridurre le commissioni sulle transazioni con carte di pagamento, ha ricevuto una doppia bocciatura.
M5S IN STAND BY Proprio come la mozione del M5S, che riproponeva un testo presentato già un anno fa sull’obbligo di accettare pagamenti effettuati con carte di debito. Ma senza entrare nel merito della soglia di utilizzo dei contanti. «Ci riserviamo di poter intervenire in futuro», spiega Ferdinando Alberti, primo firmatario, spiegando che «prima è necessario concentrarsi su una riforma del sistema bancario, poi si potrà valutare un abbassamento o un innalzamento del limite di utilizzo dei contanti». Con una maggiore propensione verso quest’ultima ipotesi, ammette Alberti, perché «limitando eccessivamente la carta moneta si incentiva l’utilizzo della moneta bancaria, quindi si favorisce ancora una volta il sistema bancario».
BOCCIATURA NETTA Non condivide l’ipotesi di innalzare la soglia di utilizzo del contante l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, ricordato per la sua azione di contrasto all’evasione fiscale. «Il limite all’uso del contante serve essenzialmente a fini antiriciclaggio, quindi è necessario avere una soglia ragionevole che renda difficile riciclare denaro sporco», spiega. Ecco perché, secondo lui, pensare di alzare il limite di 1.000 euro è sbagliato. «È una soglia adeguata visto che la maggior parte dei pagamenti che noi effettuiamo quotidianamente è inferiore a tale cifra, eventualmente più che alzarla potrebbe essere ragionevole abbassarla a 500 euro, il valore della banconota più alta di cui disponiamo». Parallelamente, conclude Visco, «è necessario incentivare gradualmente i pagamenti elettronici, ma non mi sembra che il governo stia andando nella giusta direzione, come dimostra il decreto sulla trasmissione telematica delle fatture».
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Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il conto in Olanda dove sono stati sequestrati i soldi versati da Massimo Moratti, nell'ambito di una truffa in cui è stato usato il nome del ministro della Difesa Massimo Crosetto, risulta intestato a più persone straniere su cui ora sono in corso gli accertamenti per verificarne l'esistenza e anche per capire eventuali collegamenti con altri soggetti. E' quanto si apprende da fonti investigative.
In particolare, da quanto emerge, sul conto olandese risultano versati i 980mila euro della truffa al presidente di Saras, soldi che il gruppo avrebbe tentato di spostare altrove, ma la tempistica non ha giocato a loro favore e il 'congelamento' del denaro è arrivato prima.
In attesa degli esiti delle rogatorie, si attendono già domani, in procura a Milano si continua a lavorare anche sui numeri telefonici usati per mettere a segno i plurimi tentativi di truffa - ora usando il nome del ministro o del suo staff - nei confronti del gotha dell'imprenditoria e della finanza.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Sicurezza negli stadi, contrasto alla criminalità e prevenzione dei comportamenti illeciti. Sono le tematiche al centro del tavolo presieduto dai ministri dell’Interno e per lo Sport e i giovani, Matteo Piantedosi e Andrea Abodi che hanno incontrato i presidenti di Figc Gabriele Gravina, Lega serie A, Ezio Simonelli, Lega nazionale professionisti serie B, Paolo Bedin, Lega italiana calcio professionistico, Matteo Marani, Lega nazionale dilettanti, Giancarlo Abete. Presenti anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Mario Improta.
La riunione è stata l’occasione per proseguire il confronto già avviato su proposte e iniziative da mettere in campo congiuntamente. L’obiettivo rimane quello di tutelare le tifoserie sane e di individuare in maniera chirurgica coloro che vanno allo stadio per attuare comportamenti criminali e violenti, assicurando un ambiente più sicuro e vivibile per tutti gli appassionati. Il tavolo ha anche discusso di azioni concrete per contrastare le scommesse illegali e per arginare il fenomeno della pirateria audiovisiva, sanzionando i fruitori dei contenuti illegali. Prossimo incontro tra un mese. Così una nota congiunta dei ministri dell'Interno e per lo Sport e i giovani.
Londra, 12 feb. (Adnkronos) - Non sarà consentito l'alcol ai Mondiali del 2034 in Arabia Saudita. Lo ha dichiarato l'ambasciatore saudita nel Regno Unito, il principe Khalid bin Bandar Al Saud. I tifosi che assisteranno al torneo non potranno trovare bevande alcoliche negli hotel, nei ristoranti o negli stadi. L'Arabia Saudita è un paese differente dal Qatar, dove l'alcol era disponibile in alcuni posti durante i Mondiali del 2022, e non ci saranno eccezioni per questo torneo. "Al momento, non consentiamo l'alcol", ha detto Al Saud a LBC.
"Ci si può divertire molto senza alcol, non è necessario al 100% e se vuoi bere dopo essere andato via, sei il benvenuto, ma al momento non abbiamo alcol. Un po' come il nostro clima, è un paese secco". L'Arabia Saudita è stata confermata come paese ospitante della Coppa del Mondo a dicembre, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani. Alla domanda se i tifosi gay di calcio sarebbero stati al sicuro nel paese, Al Saud ha aggiunto: "Daremo il benvenuto a tutti in Arabia Saudita. Non è un evento saudita, è un evento mondiale. E in larga misura, daremo il benvenuto a chiunque voglia venire".
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Le attiviste del Referendum Cittadinanza hanno lanciato un appello via social alle artiste e agli artisti che in questi giorni si esibiranno sul palco del Festival di Sanremo: dire Sì all’Italia che riconosce tutte le sue figlie e tutti i suoi figli direttamente dall’Ariston. La cantante Giorgia e Brunori Sas sono stati i primi a rispondere all'appello e, insieme alle attiviste di ActionAid Utibe Joseph e Kejsi Hodo, hanno cantato il celebre brano di Toto Cutugno L'Italiano.
Gli artisti, poi, hanno ricevuto in dono un ciuccio con un nastrino tricolore da portare con sé sul palco, come simbolo di tutti quei figli e figlie d'Italia che non hanno ancora il riconoscimento della cittadinanza. Il referendum cittadinanza ha ricevuto l'ok dalla Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio insieme agli altri 4 quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Andrà al voto in primavera.
Dopo la bocciatura del quesito sull'Autonomia la sfida del quorum si fa più ardua, ed è per questo che i promotori partono proprio dal più popolare spettacolo televisivo italiano per richiamare l'attenzione del Paese sull'appuntamento referendario. Il referendum cittadinanza è stato promosso da +Europa, Possibile, Dalla Parte Giusta della Storia, ActionAid, Libera, Arci, Italiani senza Cittadinanza, Conngi, insieme a una grande rete di oltre 70 organizzazioni.
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - La competenza territoriale si radica a Milano, da qualunque lato si inquadri la questione. Lo sostiene la Cassazione nelle motivazioni sul caso Visibilia che vede indagata, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè con l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid. Nel provvedimento, che segue la decisione dello scorso 29 gennaio, si rigetta la richiesta della difesa di considerare singole ipotesi di truffa (e non una truffa continuata) e di radicare la competenza a Roma.
Per il collegio della seconda sezione penale presieduta da Anna Petruzzellis - chiamato a rispondere alla questione sollevata dalla giudice delle indagini preliminari di Milano Tiziana Gueli - dato che la procura meneghina ha rilevato che l'ultima erogazione dei contributi è stata pagata a un dipendente in una banca nel Milanese, "deve essere affermata la competenza territoriale del Tribunale di Milano". Nell'indagine, coordinata dai pubblici ministeri Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo (e quindi continuando a lavorare) causando un 'danno' di oltre 126 mila euro versati dall'Inps.
"La soluzione - si legge nella decisione della Cassazione - non cambia nel caso in cui si voglia ancorare la competenza territoriale al momento della richiesta della cassa integrazione, posto che dalla documentazione prodotta in atti risulta che la richiesta è stata inviata alla sede Inps di Milano e che sempre la sede Inps di Milano ha autorizzato la cassa integrazione". Infine, a rafforzare la competenza territoriale il fatto che "avendo le società sede a Milano, il delitto di truffa si è comunque consumato a Milano, al momento della acquisizione dell’ingiusto profitto da parte delle società, che si realizza in concomitanza con la percezione dei contributo da parte dei lavoratori". L'udienza preliminare sul caso Visibilia riprenderà come da calendario il 26 marzo prossimo.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - L'aula della Camera ha approvato la proposta di legge recante 'modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma'. I voti favorevoli sono stati 140, 84 quelli contrari e 3 gli astenuti.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - "Ho visto Sanremo ieri sera, erano anni che non lo vedevo, ma sono rimasto sveglio fino alle 2 per vedermelo tutto. Mi è piaciuto per la qualità espressa, è una vetrina italiana vera. Come ha detto Jovanotti è un po’ come Natale, capodanno, carnevale". Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci Spa, ha commentato così con l'Adnkronos la prima serata del 75esimo Festival di Sanremo e gli outfit del conduttore Carlo Conti creati dalla maison.
Che emozione è stata vedere Carlo Conti con i vostri abiti in apertura del 75esimo Festival della Canzone italiana?
"Siamo abituati a palcoscenici internazionali, ma è la prima volta che saliamo con rispetto sul palco dell'Ariston, tra l'altro con il conduttore e direttore, e quindi è stata una bella emozione. Ero un po' in apprensione che questo outfit gli tornasse bene addosso in una serata movimentata. E' fatto tutto al 100% in Italia, su misura per Carlo, e c'è stato dietro un lavoro di ricerca, insieme a lui, dei tessuti e della costruzione dei modelli in questi mesi, quindi è stato parte proattiva della ricerca e dello sviluppo degli outfit per queste cinque serate", ha spiegato Filippo Ricci.
Che idea avete avuto nello sviluppo degli outfit? Ne utilizzerà uno a serata?
"L'idea che abbiamo avuto, sin dall'inizio, è stata quella di fare un percorso di sartorialità. Noterete che sono tutti outfit abbastanza rigorosi, anche se la qualità dei tessuti conferisce un senso di morbidezza. L'idea era di dare un concetto di eleganza senza tempo perché Sanremo appartiene alla cultura del Paese. Poi ieri sera abbiamo giocato con il colore, il midnight blu, questo blu notte che è ben diverso dal classico nero, anche se ci saranno degli outfit scuri in seguito. Non conosco la sequenza, visto che la deciderà lui con il proprio staff ogni sera. Sono tutti pronti e a disposizione, con un nostro sarto dedicato dietro le quinte. Carlo ha più scelte, ma credo userà un outfit a serata perché da quello che ho visto ieri, nel movimento veloce tra uno spazio e l'altro credo che voglia mantenere un ritmo serrato per le tempistiche sceniche sue".
Quali emozioni ci sono state durante la prima serata del Festival?
"E' stato bello vedere Papa Francesco e ascoltare il suo messaggio, credo che sia la prima volta nella storia del Festival, quindi anche solo quella è stata un'immagine potente. Poi Jovanotti ha provocato una scarica d’energia positiva, da re dell'entertainment", ha spiegato il direttore creativo della Stefano Ricci Spa.
Carlo Conti era preoccupato di non riuscire a valorizzare la classe e la modernità degli smoking, ci è riuscito?
"Ci è riuscito assolutamente, ha un bel portamento, e gli ho detto 'sei proprio un bel modello'. E' un uomo che sa stare sul palcoscenico e vestire dei capi sartoriali. Quello di ieri non era un capo semplicissimo, è una giacca smoking in velluto blu, tra l'altro quello è un jersey di velluto, quindi più morbido, ma lo vestiva molto bene, con i tre pezzi, e sotto aveva un gilet in lana coordinato con il pantalone mohair. Abbiamo voluto fare proprio il tocco estremo di sartorialità con tutto il bordino in raso che è stato fatto su tutto il revere. L'idea era quella di rispettare un percorso abbastanza classico della sartorialità italiana e fiorentina, perché se si va a vedere la spalla, è una vecchia scuola fiorentina il modo di realizzarla in maniera morbida, quindi la giacca è molto leggera".
Queste sera la seconda serata con nuove sorprese?
"Gli abiti sono smoking oppure giacche da cocktail, quindi ci sarà un'alternanza dove Carlo ha possibilità di scelta anche tra cravatta o papillon. Ci hanno scritto in molti sui social, anche dall’estero a conferma di una vetrina internazionale come Sanremo, proprio per avere questa informazione, ed è molto divertente. La cosa interessante è che ci arrivano messaggi da tutto il mondo, perché è il Festival della canzone italiana, è italianissimo, ma lo guardano in America, lo guardano gli italo-americani, lo guardano in Sud America, lo guardano a Est, e comunque la visibilità internazionale è importante. Questo è un palcoscenico di italianità che richiama la musica italiana in generale ma non solo", ha spiegato Filippo Ricci la cui maison vende in tutto il mondo.
I nostri mercati principali?
"Noi produciamo tutto in Italia, ma in Italia vendiamo poco. Noi vendiamo a clienti in tutto il mondo, con le nostre 82 boutique e in Italia ne abbiamo due a Firenze dove è anche la sede dell'azienda, due a Milano, uno a Porto Cervo. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti, le capitali del continente europeo come Londra e Parigi, al Middle East, Dubai, fino alla Cina. A Carlo Conti abbiamo fornito tutto l'outfit, dalle scarpe, alle camicie, e abbiamo anche fatto diversi capi sportivi per le conferenze stampa e gli altri impegni del Festival. Dalle giacche in maglia sportive con le sneaker più casual e abbiamo lavorato insieme per fargli provare un po' di tessuti anche particolari"ha concluso Filippo Ricci. (di Emanuele Rizzi)