Su WhatsApp imperversa la diffusione di un volantino che sta terrorizzando le mamme di tutta Italia. Qualcuno afferma che la fantomatica e inesistente ideologia gender sarebbe il primo passo per l’inferno, consentirebbe l’infiltrazione dell’ateismo negli animi dei bambini, e guai a pensare che dei bimbi possano comunque essere liberi di scegliere la propria religione da grandi, quando sono consapevoli. Il gender poi provocherebbe un’altra serie di cose apocalittiche, inclusi terremoti, tsunami, la pioggia acida, l’invasione delle cavallette e l’atterraggio degli alieni in navigazione per l’universo su una navicella spaziale chiamata gay.
Che altro è scritto sul volantino? Ah si, ecco, è scritto che l’Oms, che viene erroneamente definita come organizzazione mondiale della salute (è della sanità) avrebbe rilasciato, in relazione ai corsi di educazione di genere, le seguenti linee guida:
– da zero a quattro anni, masturbazione infantile precoce.
– dai 4 ai 6 anni, masturbazione, significato della sessualità, il mio corpo mi appartiene. Amore tra persone dello stesso sesso, scoperta del proprio corpo e dei propri genitali.
– dai 6 ai 9 anni, masturbazione, autostimolazione, relazione sessuale, amore verso il proprio sesso, metodi contraccettivi.
– dai 9 ai 12 anni, masturbazione, eiaculazione, uso di preservativi. La prima esperienza sessuale. Come fare l’amore con il partner dello stesso sesso.
– dai 12 ai 15 anni, riconoscere i segni della gravidanza, procurarsi contraccettivi dal personale sanitario, fare coming out.
– a partire dai 15 anni, diritto all’aborto, pornografia, omosessualità, bisessualità, asessualità.
C’è dell’altro: si insiste con la balla che i bambini sarebbero obbligati a frequentare corsi di educazione al rispetto dei generi, quelli che in realtà non solo sono facoltativi, se ne esiste traccia nella programmazione scolastica, ma servono a prevenire il bullismo. Naturalmente si dice anche che i bambini sarebbero obbligati a fare le cose deliranti e assurde descritte nel volantino.
Mi chiedo quale delirante e morbosa mente abbia concepito una simile distorsione. Come fanno le mamme a credere a tante e tali idiozie? Come si fa a pensare anche solo lontanamente che a scuola si possa consentire la masturbazione, gli approcci sessuali e via dicendo?
Questa è una vera e propria caccia alle streghe ed è condita di tutti gli elementi che sono soliti in ogni zona inquisitoria che si rispetti. Presunzione di colpevolezza, fabbricazione prove false per condannare la strega e diffusione del timore attraverso il terrore psicologico per fare restare le pecorelle tutte all’interno dello stesso gregge e dunque averne ancora il pieno controllo.
Vorrei seriamente capire quale sia l’adulto che immagina che queste calunnie siano vere. È una allucinazione collettiva. Si tratta di qualcosa che non dovrebbe esistere nel 2015. Invece siamo in pieno oscurantismo e questo, a me, personalmente, fa molta paura.
Davvero si ritiene che cercare di difendere i diritti delle persone di altro genere costituisca un pericolo per le persone etero? C’è mai stata una persona etero aggredita da un gay, da una lesbica? Quante sono le persone glbt aggredite da persone etero e anche piuttosto e solitamente naziste?
Il vero pericolo sociale è la violenza che si scaglia contro persone inermi, contro chi tenta di fare evolvere la cultura in direzione di una maggiore tolleranza per la diversità. Il vero pericolo sociale siete voi che inventate queste stronzate e le diffondete a chi, per pregiudizio o ignoranza, finisce perfino per crederci.
L’associazione Scosse, a ragione, parla di una campagna diffamatoria contro la scuola pubblica. Ricorda che la scuola è fatta di inclusione e non di esclusione. È fatta di rispetto per l’altr@ e non di istigazione all’odio, e questa crociata portata avanti a suon di bufale, per generare confusione e legittimare l’omofobia quando c’è, non è che il segno tangibile di una sempre più precaria capacità di praticare coerentemente democrazia.
Ricordate cosa? Quella in cui tutti valgono uguale. Ma proprio tutti. E su questo non si discute.