Eccola, la nuova Giulia. Rossa, grande, aggressiva, finalmente “nuda” di fronte agli occhi degli appassionati: “Direi che è un’auto perfetta, ma la bellezza non fa mai coppia con la perfezione”, dice Sergio Marchionne. L’erede della 159 s’è fatta attendere parecchio – la produzione del vecchio modello è terminata nel 2011 – ma dopo tanti annunci oggi, nel giorno del 105esimo compleanno del marchio, è realtà: l’hanno svelata i vertici di FCA al museo Alfa Romeo di Arese. Ha aperto lo show Harald Wester, capo del marchio, promettendo un’auto “che mette il guidatore al centro“, seguito dai responsabili di meccanica e design. “Per Alfa Romeo l’auto non è un elettrodomestico su ruote, ma un proseguimento dell’anima“, ha detto l’ex capo dello stile Lorenzo Ramaciotti. Poi sul palco è salito Andrea Bocelli, che ha intonato la romanza pucciniana “Nessun dorma”, che termina non a caso con l’esaltante “vincerò”.
La Giulia, infatti, per Fiat-Chrysler è più di una macchina. È l’inizio del lungo cammino verso il rilancio dell’Alfa che, come ha stabilito l’amministratore delegato Sergio Marchionne, deve diventare un marchio sportivo di lusso, capace di competere con le tedesche “perfette ma noiose”, per usare le parole di Wester. Per mettersi in corsa con BMW e Mercedes servono alcuni ingredienti che fino a oggi mancavano sui modelli di grande serie (quindi escludendo la 4C in produzione limitata) a causa anche della parentela troppo stretta con la Fiat: la trazione posteriore, motori potenti e un’assemblaggio impeccabile.
La nuova Giulia, forse, va persino oltre le concorrenti, almeno sulla carta: tutti i motori proposti sono d’alluminio, compreso un V6 biturbo di 3.0 litri da 510 derivato da quello che Ferrari costruisce per Maserati. Ha albero motore, cofano e tetto di fibra di carbonio. Quanto alla qualità costruttiva dovrebbe fare da garante la produzione 100% italiana, ormai diventata troppo costosa per molti modelli “basso di gamma”, ma adeguata alle ambizioni dell’Alfa Romeo e della Maserati. La Giulia è anche questo, una promessa di rilancio per gli operai della fabbrica di Cassino, che con la fine della Bravo hanno vissuto anni difficili.
Il piano industriale di Marchionne per FCA – che prevede la vendita di 7 milioni di automobili l’anno entro il 2018 partendo dai 4,4 milioni del 2013 – poggia su due colonne, ossia le performance dei marchi Jeep e Alfa Romeo. A quest’ultimo spetta il compito di passare dalle 70.000 unità dello scorso anno alle 400.000 nel 2018, una crescita forse insostenibile se si pensa che la Giulia entrerà in produzione a fine anno e dunque nel 2015 saranno ancora le sole MiTo e Giulietta (più qualche esemplare della 4C) a trainare il carro. E considerando che 7 degli 8 nuovi prodotti Alfa – fra cui un paio di Suv – annunciati nell’ultimo piano industriale non saranno svelati prima del 2016.
“In un percorso di crescita normale sarebbe impossibile anche per i più ottimisti sostenere e giustificare queste previsioni”, ha detto Marchionne concludendo la conferenza stampa di Arese, “ma noi crediamo che siano alla portata di pochi marchi al mondo, fra cui Alfa Romeo e Jeep”. Secondo Marchionne, un vero rilancio dell’Alfa era impossibile prima di oggi a causa dell’impegno finanziario richiesto, delle capacità tecniche in gioco e dell’assenza di una rete di distribuzione a livello globale. “Le abbiamo ottenute tutte grazie alla fusione con Chrsyler”.

Alfa Romeo Giulia 2015, le informazioni tecniche diffuse finora:
– nuova piattaforma a trazione posteriore denominata “Giorgio” con tecnologia Torque Vectoring che, grazie alla doppia frizione, consente al differenziale posteriore di controllare separatamente la coppia per ciascuna ruota
– distribuzione dei pesi 50/50 fra assale anteriore e posteriore
– sospensione posteriore multilink, anteriore a doppio braccio oscillante con asse di sterzo semi-virtuale
– tutti i motori realizzati in alluminio
– fibra di carbonio per l’albero di trasmissione, il cofano e il tetto
– selettore Alfa DNA che modifica il comportamento dinamico del veicolo. Modalità Dynamic, Natural, Advanced Efficient (nuova modalità di risparmio energetico) e Racing (sulle versioni ad alte prestazioni)
– l’Active Aero Splitter gestisce in modo attivo la deportanza
– l’Integrated Brake System combina il controllo di stabilità con il tradizionale servofreno
– versione Quadrifoglio Verde: turbo benzina 6 cilindri di origine Ferrari da 510 CV, accelerazione “0-100” in 3,9 secondi, rapporto peso/potenza 2,99
Auto & moto
Nuova Alfa Romeo Giulia 2015, le foto ufficiali. “Il guidatore torna al centro”
Accompagnata dal "Vincerò" di Andrea Bocelli, la nuova berlina sportiva è finalmente svelata ad Arese. "Direi che è un'auto perfetta, ma la bellezza non fa mai coppia con la perfezione", dice Marchionne, annunciando "un piano produttivo aggressivo di cui la Giulia è solo l'inizio". E quanto agli incredibili obiettivi di crescita che ha imposto, l'ad di FCA dice "che sono alla portata di pochi marchi al mondo, fra cui Alfa e Jeep"
Eccola, la nuova Giulia. Rossa, grande, aggressiva, finalmente “nuda” di fronte agli occhi degli appassionati: “Direi che è un’auto perfetta, ma la bellezza non fa mai coppia con la perfezione”, dice Sergio Marchionne. L’erede della 159 s’è fatta attendere parecchio – la produzione del vecchio modello è terminata nel 2011 – ma dopo tanti annunci oggi, nel giorno del 105esimo compleanno del marchio, è realtà: l’hanno svelata i vertici di FCA al museo Alfa Romeo di Arese. Ha aperto lo show Harald Wester, capo del marchio, promettendo un’auto “che mette il guidatore al centro“, seguito dai responsabili di meccanica e design. “Per Alfa Romeo l’auto non è un elettrodomestico su ruote, ma un proseguimento dell’anima“, ha detto l’ex capo dello stile Lorenzo Ramaciotti. Poi sul palco è salito Andrea Bocelli, che ha intonato la romanza pucciniana “Nessun dorma”, che termina non a caso con l’esaltante “vincerò”.
La Giulia, infatti, per Fiat-Chrysler è più di una macchina. È l’inizio del lungo cammino verso il rilancio dell’Alfa che, come ha stabilito l’amministratore delegato Sergio Marchionne, deve diventare un marchio sportivo di lusso, capace di competere con le tedesche “perfette ma noiose”, per usare le parole di Wester. Per mettersi in corsa con BMW e Mercedes servono alcuni ingredienti che fino a oggi mancavano sui modelli di grande serie (quindi escludendo la 4C in produzione limitata) a causa anche della parentela troppo stretta con la Fiat: la trazione posteriore, motori potenti e un’assemblaggio impeccabile.
La nuova Giulia, forse, va persino oltre le concorrenti, almeno sulla carta: tutti i motori proposti sono d’alluminio, compreso un V6 biturbo di 3.0 litri da 510 derivato da quello che Ferrari costruisce per Maserati. Ha albero motore, cofano e tetto di fibra di carbonio. Quanto alla qualità costruttiva dovrebbe fare da garante la produzione 100% italiana, ormai diventata troppo costosa per molti modelli “basso di gamma”, ma adeguata alle ambizioni dell’Alfa Romeo e della Maserati. La Giulia è anche questo, una promessa di rilancio per gli operai della fabbrica di Cassino, che con la fine della Bravo hanno vissuto anni difficili.
Il piano industriale di Marchionne per FCA – che prevede la vendita di 7 milioni di automobili l’anno entro il 2018 partendo dai 4,4 milioni del 2013 – poggia su due colonne, ossia le performance dei marchi Jeep e Alfa Romeo. A quest’ultimo spetta il compito di passare dalle 70.000 unità dello scorso anno alle 400.000 nel 2018, una crescita forse insostenibile se si pensa che la Giulia entrerà in produzione a fine anno e dunque nel 2015 saranno ancora le sole MiTo e Giulietta (più qualche esemplare della 4C) a trainare il carro. E considerando che 7 degli 8 nuovi prodotti Alfa – fra cui un paio di Suv – annunciati nell’ultimo piano industriale non saranno svelati prima del 2016.
“In un percorso di crescita normale sarebbe impossibile anche per i più ottimisti sostenere e giustificare queste previsioni”, ha detto Marchionne concludendo la conferenza stampa di Arese, “ma noi crediamo che siano alla portata di pochi marchi al mondo, fra cui Alfa Romeo e Jeep”. Secondo Marchionne, un vero rilancio dell’Alfa era impossibile prima di oggi a causa dell’impegno finanziario richiesto, delle capacità tecniche in gioco e dell’assenza di una rete di distribuzione a livello globale. “Le abbiamo ottenute tutte grazie alla fusione con Chrsyler”.
Alfa Romeo Giulia 2015, le informazioni tecniche diffuse finora:
– nuova piattaforma a trazione posteriore denominata “Giorgio” con tecnologia Torque Vectoring che, grazie alla doppia frizione, consente al differenziale posteriore di controllare separatamente la coppia per ciascuna ruota
– distribuzione dei pesi 50/50 fra assale anteriore e posteriore
– sospensione posteriore multilink, anteriore a doppio braccio oscillante con asse di sterzo semi-virtuale
– tutti i motori realizzati in alluminio
– fibra di carbonio per l’albero di trasmissione, il cofano e il tetto
– selettore Alfa DNA che modifica il comportamento dinamico del veicolo. Modalità Dynamic, Natural, Advanced Efficient (nuova modalità di risparmio energetico) e Racing (sulle versioni ad alte prestazioni)
– l’Active Aero Splitter gestisce in modo attivo la deportanza
– l’Integrated Brake System combina il controllo di stabilità con il tradizionale servofreno
– versione Quadrifoglio Verde: turbo benzina 6 cilindri di origine Ferrari da 510 CV, accelerazione “0-100” in 3,9 secondi, rapporto peso/potenza 2,99
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.