Quasi 800 euro lordi di rimborso una tantum ad agosto (per il periodo gennaio 2012- agosto 2015) per un pensionato che percepisce un assegno da 1.500 euro (sempre lordi), poi il trattamento mensile salirà a 1.525 euro circa per arrivare a 1.541 euro dal 2016. Questo il contenuto della circolare Inps che, confermando le simulazioni pubblicate nelle scorse settimane, fornisce le istruzioni applicative del “bonus Poletti”, cosi come ha definito Matteo Renzi l’articolo 1 del decreto 65 con cui il governo ha messo una toppa dopo la sentenza della Consulta che ha definito incostituzionale il blocco dell’indicizzazione per gli assegni superiori a tre volte il minimo voluta dal tandem Monti-Fornero.

Il rimborso, aveva già avuto modo di spiegare già il presidente dell’Inps Tito Boeri, è automatico e i 3,7 milioni di pensionati coinvolti se lo vedranno quindi aggiungere all’assegno previdenziale di agosto, senza bisogno di fare domanda. Ma ora l’Istituto di previdenza descrive in dettaglio anche la misura della rivalutazione automatica per gli anni 2012, 2013 e 2014 e che interessa solo le pensioni da 3 volte il minimo fino a 6 volte. Meglio, però, non sottovalutare che il calcolo dei rimborsi è sempre al lordo. Così le somme restituite negli anni 2012-14 saranno assoggettate a tassazione separata e, quindi, più favorevole perché calcolate sulla base dell’aliquota media senza applicare le addizionali locali. Ma, invece, le somme maturate dal 2015 saranno assoggettate a tassazione ordinaria. In questo caso, ipotizzando un’aliquota media del 27%, per ogni 10mila euro erogati, 2mila e 7oo euro andranno in imposte.

Come funziona il rimborso
Per il 2012 e 2013 i pensionati percepiranno un reintegro del 100% per tutti i trattamenti di importo complessivo fino a tre volte il minimo. Percentuale che scende al 40% per gli assegni superiori a 3 volte il minimo e fino a 4 volte, al 20% per quelli tra 4 e 5 volte il minimo, per poi toccare quota 10% per quelli tra 5 e 6 volte il minimo.
Per il 2014 e il 2015, invece, la rivalutazione sarà riconosciuta a partire dalle pensioni superiori a 3 volte il minimo e fino a 6 volte e sarà pari al 20% della percentuale assegnata per ogni fascia di reddito per gli anni 2012-2013.
pensioni 1Esempio
Le pensioni superiori a 3 volte il minimo e pari o inferiori a 4 volte il minimo (cioè la classe più popolosa degli aventi diritto a rimborso) percepiranno dal primo agosto una rivalutazione complessiva una tantum di 796,27 euro calcolando gli arretrati 2012-2015. In particolare saranno restituiti 210,6 euro per il 2012 e 447,2 per il 2013. Per il 2014 e 2015, invece, la restituzione sarà pari rispettivamente a 89,96 euro e 48,51 euro.

Il meccanismo di calcolo dell’Inps
Riservato agli amanti dei calcoli complessi, si basa tutto sull’incremento del primo biennio che costituisce la base di calcolo per gli anni successivi e viene riconosciuto in misura pari: al 20% dell’aumento ottenuto nel biennio 2012-2013 per gli anni 2014 e 2015; al 50% dell’aumento ottenuto nel biennio 2012-2013, relativamente al 2016.

Quindi, numero alla mano, alle pensioni il cui importo è superiore a tre volte il trattamento minimo verrà attribuita la percentuale di perequazione prevista per il 2012 (pari al 2,7%) nella seguente misura: il 20% del 40% fino a quattro volte il minimo (1.500-2.000 euro circa), il 20% del 20% fino a cinque volte (2.000-2.500 euro circa) e il 20% del 10% fino a sei volte (2.500-3.000 euro circa).
Nella stessa misura verrà attribuita alle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo la percentuale di perequazione previsita per il 2013, pari al 3%.

Pertanto, in base a questi nuovi incrementi si determina il valore del rimborso e il nuovo assegno pensionistico a partire dal 2016. In particolare, le percentuali di perequazione per gli anni 2012 e 2013 vengono incrementate con queste modalità: il 50% del 40% fino a quattro volte il minimo, il 50% del 20% fino a cinque volte e il 50% del 10% fino a sei volte. pensioni 2

Rimborso anche agli eredi
Il rimborso è esteso anche gli eredi che avranno diritto ai rimborsi delle pensioni superiori a tre volte il minimo. L’Inps precisa, infatti, che i pagamenti riguarderanno “anche le pensioni che al momento della lavorazione risulteranno eliminate” e che “il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a domanda nei limiti della prescrizione”. In questo caso, quindi, il rimborso non è automatico ma va presentata una domanda all’Inps prima che scatti la prescrizione.

I conti tornano?
Durante l’audizione parlamentare del 16 giugno, il presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, ha spiegato che “la fascia di pensionati con assegni tra le tre e le quattro volte il minimo (tra 1.500 e 2.000 euro) riceverà solo circa i due terzi delle risorse stanziate dal governo”, vale a dire il 12%, confermando che “il totale delle risorse messe a disposizione dal governo – pari a 2,2 miliardi di euro – sono stati attinti in larga parte dal tesoretto contenuto nel Def e dato dalla differenza tra deficit/Pil tendenziale e programmatico”

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