L’Europa si allinea con la Germania. E al premier greco Alexis Tsipras che ha lanciato un nuovo appello per il no agli elettori in vista del referendum del 5 luglio, l’Eurogruppo che si è riunito in videoconferenza nel tardo pomeriggio di mercoledì primo luglio per decidere se accettare o meno le nuove richieste avanzate martedì sera dal leader di Syriza, ha risposto stabilendo di aspettare il risultato della consultazione sulle proposte dell’ex troika “prima di ogni nuovo negoziato“. I contatti sono dunque di nuovo congelati. E, con il secondo piano di aiuti scaduto alla mezzanotte di martedì, la Grecia dovrà arrivare fino a domenica senza poter contare sull’assistenza finanziaria dei creditori. Ma solo sulla liquidità d’emergenza che la Bce, dopo una lunga riunione, ha confermato alle banche elleniche chiuse da lunedì mantenendola invariata sul livello massimo di 89 miliardi.
“Votate ‘no’ al referendum: non significa dire no all’Europa o uscire dall’euro, ma tornare a un’Europa di valori“, ha chiesto Tsipras in diretta tv ai connazionali, ribadendo che “è un passo decisivo verso un accordo migliore”, come dimostra il fatto che “già dopo l’annuncio della consultazione abbiamo ricevuto proposte migliori, soprattutto riguardo alla ristrutturazione del debito“. Rinegoziazione che il premier greco, almeno per quanto riguarda i 130 miliardi accumulati dal Paese nei confronti del fondo Efsf, sollecita nella lettera inviata ai creditori martedì (LEGGI LA LETTERA che chiede l’intervento dell’Esm).
Come ha già detto lo scorso fine settimana, Tsipras ha ribadito la sua convinzione che sarà più facile ottenere quelle concessioni se domenica prossima vincerà il no. Su una cosa dunque il leader greco e i creditori sono apparentemente d’accordo: prima di discutere di nuovi aiuti bisogna attendere l’esito del referendum. Posizione che questi ultimi hanno raggiunto allineandosi al cancelliere tedesco Angela Merkel, che l’ha ribadito da Berlino – dove era in visita il premier italiano Matteo Renzi – parlando in contemporanea con la diretta tv dell’omologo greco.
Nella serata di martedì però il primo ministro ellenico aveva inviato alla ex troika un’altra lettera, in cui accettava quasi tutte le condizioni dei creditori internazionali che erano sul tavolo dei negoziati lo scorso weekend con pochi cambiamenti minori (LEGGI QUI LA LETTERA). Concessioni cui nel discorso alla nazione Tsipras non ha fatto cenno, promettendo anzi di fare “il possibile per avere condizioni migliori, più positive, e rifiutare quello che il memorandum ci chiede”. Nel documento si legge che Atene accetterà in toto la riforma dell’Iva tranne che su un punto: il mantenimento dello sconto speciale del 30% per le isole greche, molte delle quali si trovano in regioni remote e con difficoltà di approvvigionamento. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, il governo greco chiede che “slitti a ottobre”, anziché partire subito, l’innalzamento dell’età di uscita a 67 anni entro il 2022. Tsipras parla anche del sussidio per i pensionati più poveri (Ekas), che promette di eliminare entro il 2019, ma più gradualmente di quanto richiesto dai creditori. I tagli alla spesa militare dovrebbero poi limitarsi a 200 milioni di euro, contro i 400 proposti dalla ex troika. Nella lettera non si fa cenno alla tassazione degli armatori: il premier accetterebbe quindi di aumentare la tassa sul tonnellaggio e ridimensionare le speciali concessioni fiscali di cui godono dagli anni Sessanta.
La missiva sarebbe dovuta servire a ottenere anche una proroga del secondo programma di assistenza, che è però scaduto nella notte insieme al debito nei confronti dell’Fmi che non è stato pagato da una Grecia ormai insolvente, come ufficializzato il portavoce del Fondo Gerry Rice. In pratica, quindi, l’unico salvagente al momento è appeso all’adesione dei Paesi Ue alla raccomandazione della Commissione di non chiedere il default di Atene prima di una decisione definitiva dell’Eurogruppo. “La Commissione europea ha fatto agli Stati membri la raccomandazione di non prendere azioni immediate, ma di aspettare fino alle decisioni dell’Eurogruppo sul prossimo programma”, ha fatto sapere il vicepresidente Valdis Dombrovskis riferendosi appunto all’ipotesi che, dopo il mancato rimborso al Fmi da parte della Grecia, i paesi dell’Eurozona creditori della Grecia possano chiedere il rimborso immediato dei prestiti in corso, accelerando il percorso della dichiarazione di default di Atene. Un tema sul quale si è soffermata anche l’agenzia Moody’s che 24 ore dopo Fitch ha tagliato il rating della Grecia sottolineando che “senza il sostegno dei creditori ufficiali, Atene farà default sul debito detenuto dai privati“. Secondo l’agenziae l’annuncio del referendum ha aumentato ulteriormente il rischio per i creditori privati e una vittoria del no al referendum ”aumenterebbe probabilmente il rischio di un’uscita” della Grecia “dall’area euro, il che si tradurrebbe in significative perdite per i creditori del settore privato”. Se la Grecia vuole continuare a mantenere gli obblighi con i creditori ufficiali e privati nei prossimi anni, ha “bisogno di raggiungere un accordo duraturo con i suoi creditori ufficiali”.
Il sì avanza nei sondaggi, ma il no resta in vantaggio – Nei sondaggi sulla cruciale consultazione, intanto, resta in testa il no, ma il sì sta recuperando. Secondo l’istituto Prorata in una rilevazione per il giornale Efimerida ton synatkton, prima dell’annuncio della chiusura delle banche, da lunedì, i sì erano al 30% e i no al 57%. Dopo l’introduzione di tetti ai prelievi bancomat e lo stop alle transazioni verso l’estero, i sì sono saliti al 37% e i no sono scesi al 46%, riducendo il divario dal 27 al 9 per cento. Circa l’86% degli intervistati ha detto che domenica andrà a votare: secondo gli analisti è un segnale che i greci ritengono cruciale l’esito della consultazione sull’ultima proposta , che in caso di vittoria del no potrebbe sfociare nell’uscita del Paese dall’Eurozona.
I mercati – Le Borse del Vecchio Continente, che in scia alle attese positive della serata di martedì hanno aperto tutte in positivo, hanno archiviato la seduta prima della comunicazione dell’Eurogruppo e non hanno risentito dei botta e risposta sull’asse Atene-Berlino. Piazza Affari ha chiuso a +2,15%, maglia rosa insieme a Francoforte. Ancora meglio sul fronte dei titoli di Stato, con il Btp decennale che ha registrato un calo degli interessi pagati dal 2,32 al 2,29 per cento. Il che ha portato a una riduzione da 156 a 146 punti del differenziale di rendimento con gli omologhi titoli tedeschi, il temuto spread.
CRONACA ORA PER ORA
23.30 – Anche Moody’s taglia il rating di Atene
Dopo Fitch, anche l’agenzia Moody’s ha tagliato il rating della Grecia a ‘Caa3’ da ‘Caa2’. La valutazione rating resta sotto osservazione per un ulteriore possibile taglio.
20.46 – La Bce conferma la liquidità di emergenza alle banche elleniche
Francoforte ha lasciato invariato il livello massimo stabilito per l’erogazione di liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche, che era fissato a 89 miliardi.
18.54 – Eurogruppo: “Stop ai negoziati fino al referendum”
L’Eurogruppo è unito nella decisione di aspettare il risultato del referendum greco prima di nuovi negoziati: lo ha scritto su twitter il ministro slovacco dell’economia Peter Kazimir al termine dell’Eurogruppo.
18.10 – Juncker: “Commissione non avrà contatti con Atene fino al referendum”
“La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum”. E’ quanto avrebbe detto Jean Claude Juncker alla riunione del Ppe, secondo l’Ansa. “Ho dato mandato che nessun Commissari intervenga su un quesito che riguarda la politica greca”.
18.05 – Dijsselbloem: “Poche possibilità di progressi dopo il discorso di Tsipras”
I ministri delle Finanze dell’eurozona discuteranno le proposte inviate da Atene, ma ci sono “poche possibilità” di progressi dopo il discorso pronunciato dal premier greco Alexis Tsipras. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. “Parleremo delle proposte, ma con quell’ultimo discorso vedo poca prospettiva di progresso”, ha detto parlando ai giornalisti.
17.44 – Hollande vuole accordo con la Grecia prima del referendum
Il presidente francese, Francois Hollande, ha invocato oggi un accordo con la Grecia prima del referendum del 5 luglio, per evitare di sprofondare la zona euro “nel vuoto”.
16.44 – Merkel: “Porte aperte al colloquio, ma Atene faccia le riforme”
“Lasciamo aperte le porte al colloquio con la Grecia ma abbiamo bisogno che Atene realizzi le riforme per una crescita sostenibile come hanno fatti altri paesi europei”. Lo ha detto Angela Merkel in una conferenza stampa con Matteo Renzi. “Insieme possiamo costruire questa casa europea e cercare di tenere conto delle diverse posizioni”. “Oggi è mercoledì, domenica c’è il referendum”, ha continuato la Cancelliera. “Riteniamo che prima debba aver luogo il referendum, se ci sarà qualche situazione nuova la valuteremmo, ma per il momento non c’è nessuna situazione nuova”.
16.30 – Tsipras parla alla nazione: “Votate no al referendum, non è sulla permanenza o meno nell’euro. Noi restiamo al tavolo del negoziato”
“Il referendum non è sulla permanenza o meno nell’euro. Un voto negativo al referendum non significherebbe dire no all’Europa, ma tornare a un’Europa di valori”. Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras in diretta tv, invitando i cittadini a esprimersi contro la proposta europea. “Il no (al referendum, ndr) è un passo decisivo verso un accordo migliore. Dire no non è solo una parola, ma è una azione specifica per raggiungere gli obiettivi. Dire no non significa dire no all’Europa, ma tornare a una Europa di valori, valori che abbiamo concordato e hanno un significato. Non esiste nessun piano segreto per una Grexit, chi dice questo mente. In passato ci sono state forze che hanno influito negativamente, ma di fronte agli europei noi dobbiamo prendere posizione. Da parte nostra noi faremo il possibile per avere condizioni migliori, più positive, e rifiutare quello che il memorandum ci chiede. Vogliamo un accordo con i partner europei, ma che sia sostenibile“.
“Mi assumo la responsabilità di una soluzione immediata”, ha continuato Tsipras, “ma contemporaneamente vi chiedo di aiutarmi dicendo no ai memorandum europei e aprendo una nuova pagina della democrazia. I creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima. Ci dicono, o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà. Certe misure devono essere bloccate, il programma di austerità imposto alla Grecia è fallito e bisognerà garantire la democrazia“.
Infine il premier ha voluto ringraziare i connazionali per come hanno affrontato la crisi e la situazione difficile che si è creata con la chiusura delle banche e rassicurarli, per quanto possibile, sulla sorte dei loro risparmi. “Cari greci, voglio dirvi che vi ringrazio di cuore per la calma che avete saputo mantenere e il coraggio che avete dimostrato in questa settimana. Questa situazione non continuerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi. I depositi di chi non ha ritirato i soldi dalle banche sono al sicuro”.
16.26 – Il Tesoro Usa: “L’Fmi verrà ripagato interamente”
Il Tesoro americano prevede che la Grecia ripagherà per intero il Fondo monetario internazionale. “Anche se è al momento in arretrato, ci aspettiamo che il Fmi venga ripagato interamente”, ha detto un rappresentante al New York Times. Gli Stati Uniti sono il maggiore azionista del Fmi e contribuiscono al 18% dei suoi fondi, oltre ad avere il potere di veto su alcune delle maggiori decisioni. In base alla regole del Fmi, il mancato pagamento di 1,6 miliardi di euro da parte della Grecia avrà alcuni effetti immediati. Atene non sarà in grado di accedere ai finanziamenti del Fondo fino a quando non avrà risanato la sua posizione. Il mancato pagamento si tradurrà inoltre in una serie di notifiche e procedure che potrebbero culminare nella perdita dei diritti di voto della Grecia nel Fmi o, nel caso più estremo, nella sua uscita dall’istituto di Washington.
15.12 – Consiglio d’Europa: “Il referendum di domenica non rispetta standard internazionali”
Il capo del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale che vigila sul rispetto dei diritti fondamentali, ha detto che il referendum convocato dal Parlamento greco per il 5 luglio non rispetta gli standard internazionali perché è stato convocato con troppo poco anticipo. Thorbjorn Jagland, che ne è segretario generale, ha detto all’agenzia Ap che i principi internazionali prevedono che la consultazione sia annunciata con almeno due settimane di anticipo, in modo da dare agli elettori tempo sufficiente per la discussione. Al contrario, nel caso greco c’è stato un preavviso di soli 9 giorni. Inoltre il quesito posto dev’essere chiaro, mentre in Grecia “c’è stata confusione sul fatto che un no comporti l’uscita del Paese dall’Eurozona”. Infine il voto dovrebbe essere monitorato da osservatori internazionali.
13.20 – Dombrovskis: “Il referendum indetto da Tsipras non è valido”
“Il referendum non è veramente valido perché si chiede di votare su un programma che non esiste più e su una proposta vecchia, quindi è più un segnale politico”: lo ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
13.11 – La Commissione Ue valuta le richieste di Tsipras
“La Commissione europea sta valutando in via preliminare le richieste del governo greco e presenterà le proprie analisi all’Eurogruppo di oggi”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea con delega all’Euro, Valdis Dombrovskis, sull’ultima proposta del governo greco.
13.10 – Merkel: “Bisogna aspettare esito del referendum”
Gli aiuti alla Grecia sono sospesi dopo che Atene ha unilateralmente abbandonato il negoziato, e ora bisogna aspettare l’esito del referendum. Lo dice la cancelliera tedesca Angela Merkel.
12.43 – Il ministro Lafazanis: “La Grecia ha un piano B e non ha bisogno dei soldi dell’Ue”
La Grecia ha un piano B e non ha bisogno dei soldi dell’Unione europea. E’ quello che ha detto il ministro greco alla Ricostruzione produttiva, Ambiente ed Energia Panagiotis Lafazanis. In un’intervista a Russia 24 ripresa dai media ellenici, il ministro ha sostenuto che “la situazione è molto difficile, ma non dobbiamo offrire (ai creditori) la possibilità di sfruttarci” e ha aggiunto che il governo di Atene ha un piano B nel caso in cui la Bce blocchi la liquidità alle banche elleniche. Lafazanis si è rifiutato però di fornire dettagli su questo presunto piano affermando che è troppo presto per rivelarli. “La mancanza di fondi da parte dell’Ue non è la fine del mondo. Ci sono altre fonti di finanziamento”, ha detto il ministro, assicurando che “le banche sono chiuse, ma si può vedere che ad Atene e in altre città la vita va avanti come al solito. Sì, abbiamo chiuso le banche, ma non per un capriccio. Negli ultimi anni, l’Europa ha usato la politica sbagliata verso la Grecia”.
12.11 – Schaeuble: “Lettera di Tsipras non è una base per parlare di misure serie”
Il negoziato con la Grecia non può tornare allo “status quo: siamo in una situazione completamente nuova”. Lo dice il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, spegnendo gli entusiasmi dopo l’ultima lettera del premier ellenico Alexis Tsipras che “non è una base per parlare di misure serie”.
11.49 – Renzi: “C’è terza via tra irresponsabilità e austerity”
“C’è una terza via tra irresponsabilità e austerity”. Lo ha detto a Berlino, intervenendo all’Università Humboldt, il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Questa terza via non sta nella scheda del referendum greco ma deve stare nell’agenda del Consiglio europeo”. Il premier ha sottolineato la necessità di trovare “il coraggio della crescita e non solo il totem dell’austerity”.
11.19 – Financial Times: “Tsipras vicino al sì”
Il premier greco Alexis Tsipras “accetterà tutte le condizioni dei creditori che erano sul tavolo nel weekend con solo alcuni cambiamenti minori”. Lo scrive il Financial Times che cita la lettera inviata da Tsipras ai creditori la notte passata. “La Repubblica ellenica è pronta ad accettare questo accordo tecnico con i seguenti emendamenti, addizioni e chiarimenti, nell’ambito di un’estensione del programma Efsf e del nuovo prestito Esm per il quale è stata avanzata richiesta oggi, 30 giugno”, si legge nella missiva di Tsipras di due pagine risalente alla scorsa notte.
10.32 – S&P: “In caso di Grexit rischio di contagio meno elevato rispetto al 2010-2011”
L’agenzia di rating Standard &Poor’s ritiene che “nello scenario peggiore, di un’uscita della Grecia dall’eurozona i rischi di contagio ad altri paesi della zona euro siano meno elevati rispetto al 2010-2011. Tuttavia, un tale impatto potrebbe portare a una maggiore avversione al rischio da parte degli investitori, finanziatori, e dei consumatori”.
10.14 – Dbrs taglia il rating greco da CCC a CC: “Senza accordo Grexit sempre più probabile”
L’agenzia di rating Dbrs ha ridotto la valutazione sulla Grecia a ‘CC’ da ‘CCC (high)’. “Il downgrade – spiega una nota – è stato alimentato dal recente fallimento dei negoziati tra la Grecia e i creditori internazionali circa i termini del programma di sostegno finanziario che avrebbe potuto tamponare la grave crisi di liquidità della Grecia”. In assenza di un accordo e di un nuovo sostegno finanziario Dbrs vede “un’uscita della Grecia dalla zona euro e un default del debito del settore privato come uno scenario sempre più probabile”.
9.36 – Deputato opposizione: “Pronto team per ritorno a dracma”
Haris Theoaris, deputato del partito di opposizione greco To Potami, ha detto che il governo ha creato una squadra che sta preparando il ritorno del paese alla dracma. Un’affermazione che è stata seccamente smentita da un esponente dell’esecutivo, che ha parlato di “fantasie” e di affermazioni “irresponsabili” e “vergognose”.
8.33 – Atene: “Referendum costerà 20 milioni”
Il referendum sugli accordi tra i creditori internazionali e la Grecia costerà “fino a 20 milioni di euro”: lo ha detto il ministro dell’Interno Nikos Voutsis, spiegando che nell’approssimarsi del voto, una commissione informale ‘bipartisan’ si è incontrata ieri con i rappresentanti di tutti i partiti, inclusi quelli rappresentati all’Europarlamento. Voutsis ha detto che non ci sarà alcun finanziamento pubblico ai partiti impegnati nella campagna referendaria. Il ministro ha ricordato che per essere valido, il referendum deve essere votato da almeno il 40% degli aventi diritto. Circa 8 milioni di greci sono chiamati ad esprimersi, su una popolazione attorno agli 11 milioni.
00.35 – Fmi: “Richieste Grecia saranno esaminate a tempo debito”
Il Fondo monetario internazionale conferma di aver ricevuto una richiesta da parte della autorità greche per una proroga dei pagamenti che Atene avrebbe dovuto versare all’Fmi entro la mezzanotte di ieri. Tale richiesta – ha quindi sottolineato il portavoce del Fondo, Gerry Rice – “andrà al board esecutivo dell’Fmi a tempo debito”.
00.21 – Fmi conferma: “Grecia non ha pagato”
Il pagamento della Grecia che era oggi in scadenza non è arrivato: la conferma ufficiale arriva dall’Fmi, che sottolinea come ora Atene non potrà ricevere nuovi finanziamenti fino a che non avrà pagato gli arretrati. “Confermo – scrive in una nota il portavoce del Fondo monetario, Gerry Rice – che il pagamento di 1,2 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di euro) dovuto nella giornata di oggi dalla Grecia all’Fmi non è stato ricevuto”. “Abbiamo informato il nostro board esecutivo – aggiunge il portavoce – che la Grecia è ora in arretrato e potrà ricevere finanziamenti dall’Fmi solo se gli arretrati saranno pagati”.
Zonaeuro
Grecia, Tsipras: “Creditori ci stanno ricattando”. Eurogruppo: “Stop a negoziati fino a referendum”
CRONACA ORA PER ORA - Il premier greco ha negato che il referendum sia sulla permanenza nell'Eurozona e ha chiesto di nuovo ai connazionali di votare no, sostenendo che così riuscirà a ottenere dai creditori nuovi aiuti a condizioni migliori. I ministri delle Finanze dell'Eurozona si allineano a Berlino e sospendono il giudizio. Ora Atene deve arrivare a domenica senza l'assistenza finanziaria della ex troika contando solo sulla liquidità d'emergenza che la Bce ha confermato dopo un lungo meeting. Anche Moody's taglia il rating del Paese
L’Europa si allinea con la Germania. E al premier greco Alexis Tsipras che ha lanciato un nuovo appello per il no agli elettori in vista del referendum del 5 luglio, l’Eurogruppo che si è riunito in videoconferenza nel tardo pomeriggio di mercoledì primo luglio per decidere se accettare o meno le nuove richieste avanzate martedì sera dal leader di Syriza, ha risposto stabilendo di aspettare il risultato della consultazione sulle proposte dell’ex troika “prima di ogni nuovo negoziato“. I contatti sono dunque di nuovo congelati. E, con il secondo piano di aiuti scaduto alla mezzanotte di martedì, la Grecia dovrà arrivare fino a domenica senza poter contare sull’assistenza finanziaria dei creditori. Ma solo sulla liquidità d’emergenza che la Bce, dopo una lunga riunione, ha confermato alle banche elleniche chiuse da lunedì mantenendola invariata sul livello massimo di 89 miliardi.
“Votate ‘no’ al referendum: non significa dire no all’Europa o uscire dall’euro, ma tornare a un’Europa di valori“, ha chiesto Tsipras in diretta tv ai connazionali, ribadendo che “è un passo decisivo verso un accordo migliore”, come dimostra il fatto che “già dopo l’annuncio della consultazione abbiamo ricevuto proposte migliori, soprattutto riguardo alla ristrutturazione del debito“. Rinegoziazione che il premier greco, almeno per quanto riguarda i 130 miliardi accumulati dal Paese nei confronti del fondo Efsf, sollecita nella lettera inviata ai creditori martedì (LEGGI LA LETTERA che chiede l’intervento dell’Esm).
Come ha già detto lo scorso fine settimana, Tsipras ha ribadito la sua convinzione che sarà più facile ottenere quelle concessioni se domenica prossima vincerà il no. Su una cosa dunque il leader greco e i creditori sono apparentemente d’accordo: prima di discutere di nuovi aiuti bisogna attendere l’esito del referendum. Posizione che questi ultimi hanno raggiunto allineandosi al cancelliere tedesco Angela Merkel, che l’ha ribadito da Berlino – dove era in visita il premier italiano Matteo Renzi – parlando in contemporanea con la diretta tv dell’omologo greco.
Nella serata di martedì però il primo ministro ellenico aveva inviato alla ex troika un’altra lettera, in cui accettava quasi tutte le condizioni dei creditori internazionali che erano sul tavolo dei negoziati lo scorso weekend con pochi cambiamenti minori (LEGGI QUI LA LETTERA). Concessioni cui nel discorso alla nazione Tsipras non ha fatto cenno, promettendo anzi di fare “il possibile per avere condizioni migliori, più positive, e rifiutare quello che il memorandum ci chiede”. Nel documento si legge che Atene accetterà in toto la riforma dell’Iva tranne che su un punto: il mantenimento dello sconto speciale del 30% per le isole greche, molte delle quali si trovano in regioni remote e con difficoltà di approvvigionamento. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, il governo greco chiede che “slitti a ottobre”, anziché partire subito, l’innalzamento dell’età di uscita a 67 anni entro il 2022. Tsipras parla anche del sussidio per i pensionati più poveri (Ekas), che promette di eliminare entro il 2019, ma più gradualmente di quanto richiesto dai creditori. I tagli alla spesa militare dovrebbero poi limitarsi a 200 milioni di euro, contro i 400 proposti dalla ex troika. Nella lettera non si fa cenno alla tassazione degli armatori: il premier accetterebbe quindi di aumentare la tassa sul tonnellaggio e ridimensionare le speciali concessioni fiscali di cui godono dagli anni Sessanta.
La missiva sarebbe dovuta servire a ottenere anche una proroga del secondo programma di assistenza, che è però scaduto nella notte insieme al debito nei confronti dell’Fmi che non è stato pagato da una Grecia ormai insolvente, come ufficializzato il portavoce del Fondo Gerry Rice. In pratica, quindi, l’unico salvagente al momento è appeso all’adesione dei Paesi Ue alla raccomandazione della Commissione di non chiedere il default di Atene prima di una decisione definitiva dell’Eurogruppo. “La Commissione europea ha fatto agli Stati membri la raccomandazione di non prendere azioni immediate, ma di aspettare fino alle decisioni dell’Eurogruppo sul prossimo programma”, ha fatto sapere il vicepresidente Valdis Dombrovskis riferendosi appunto all’ipotesi che, dopo il mancato rimborso al Fmi da parte della Grecia, i paesi dell’Eurozona creditori della Grecia possano chiedere il rimborso immediato dei prestiti in corso, accelerando il percorso della dichiarazione di default di Atene. Un tema sul quale si è soffermata anche l’agenzia Moody’s che 24 ore dopo Fitch ha tagliato il rating della Grecia sottolineando che “senza il sostegno dei creditori ufficiali, Atene farà default sul debito detenuto dai privati“. Secondo l’agenziae l’annuncio del referendum ha aumentato ulteriormente il rischio per i creditori privati e una vittoria del no al referendum ”aumenterebbe probabilmente il rischio di un’uscita” della Grecia “dall’area euro, il che si tradurrebbe in significative perdite per i creditori del settore privato”. Se la Grecia vuole continuare a mantenere gli obblighi con i creditori ufficiali e privati nei prossimi anni, ha “bisogno di raggiungere un accordo duraturo con i suoi creditori ufficiali”.
Il sì avanza nei sondaggi, ma il no resta in vantaggio – Nei sondaggi sulla cruciale consultazione, intanto, resta in testa il no, ma il sì sta recuperando. Secondo l’istituto Prorata in una rilevazione per il giornale Efimerida ton synatkton, prima dell’annuncio della chiusura delle banche, da lunedì, i sì erano al 30% e i no al 57%. Dopo l’introduzione di tetti ai prelievi bancomat e lo stop alle transazioni verso l’estero, i sì sono saliti al 37% e i no sono scesi al 46%, riducendo il divario dal 27 al 9 per cento. Circa l’86% degli intervistati ha detto che domenica andrà a votare: secondo gli analisti è un segnale che i greci ritengono cruciale l’esito della consultazione sull’ultima proposta , che in caso di vittoria del no potrebbe sfociare nell’uscita del Paese dall’Eurozona.
I mercati – Le Borse del Vecchio Continente, che in scia alle attese positive della serata di martedì hanno aperto tutte in positivo, hanno archiviato la seduta prima della comunicazione dell’Eurogruppo e non hanno risentito dei botta e risposta sull’asse Atene-Berlino. Piazza Affari ha chiuso a +2,15%, maglia rosa insieme a Francoforte. Ancora meglio sul fronte dei titoli di Stato, con il Btp decennale che ha registrato un calo degli interessi pagati dal 2,32 al 2,29 per cento. Il che ha portato a una riduzione da 156 a 146 punti del differenziale di rendimento con gli omologhi titoli tedeschi, il temuto spread.
CRONACA ORA PER ORA
23.30 – Anche Moody’s taglia il rating di Atene
Dopo Fitch, anche l’agenzia Moody’s ha tagliato il rating della Grecia a ‘Caa3’ da ‘Caa2’. La valutazione rating resta sotto osservazione per un ulteriore possibile taglio.
20.46 – La Bce conferma la liquidità di emergenza alle banche elleniche
Francoforte ha lasciato invariato il livello massimo stabilito per l’erogazione di liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche, che era fissato a 89 miliardi.
18.54 – Eurogruppo: “Stop ai negoziati fino al referendum”
L’Eurogruppo è unito nella decisione di aspettare il risultato del referendum greco prima di nuovi negoziati: lo ha scritto su twitter il ministro slovacco dell’economia Peter Kazimir al termine dell’Eurogruppo.
18.10 – Juncker: “Commissione non avrà contatti con Atene fino al referendum”
“La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum”. E’ quanto avrebbe detto Jean Claude Juncker alla riunione del Ppe, secondo l’Ansa. “Ho dato mandato che nessun Commissari intervenga su un quesito che riguarda la politica greca”.
18.05 – Dijsselbloem: “Poche possibilità di progressi dopo il discorso di Tsipras”
I ministri delle Finanze dell’eurozona discuteranno le proposte inviate da Atene, ma ci sono “poche possibilità” di progressi dopo il discorso pronunciato dal premier greco Alexis Tsipras. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. “Parleremo delle proposte, ma con quell’ultimo discorso vedo poca prospettiva di progresso”, ha detto parlando ai giornalisti.
17.44 – Hollande vuole accordo con la Grecia prima del referendum
Il presidente francese, Francois Hollande, ha invocato oggi un accordo con la Grecia prima del referendum del 5 luglio, per evitare di sprofondare la zona euro “nel vuoto”.
16.44 – Merkel: “Porte aperte al colloquio, ma Atene faccia le riforme”
“Lasciamo aperte le porte al colloquio con la Grecia ma abbiamo bisogno che Atene realizzi le riforme per una crescita sostenibile come hanno fatti altri paesi europei”. Lo ha detto Angela Merkel in una conferenza stampa con Matteo Renzi. “Insieme possiamo costruire questa casa europea e cercare di tenere conto delle diverse posizioni”. “Oggi è mercoledì, domenica c’è il referendum”, ha continuato la Cancelliera. “Riteniamo che prima debba aver luogo il referendum, se ci sarà qualche situazione nuova la valuteremmo, ma per il momento non c’è nessuna situazione nuova”.
16.30 – Tsipras parla alla nazione: “Votate no al referendum, non è sulla permanenza o meno nell’euro. Noi restiamo al tavolo del negoziato”
“Il referendum non è sulla permanenza o meno nell’euro. Un voto negativo al referendum non significherebbe dire no all’Europa, ma tornare a un’Europa di valori”. Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras in diretta tv, invitando i cittadini a esprimersi contro la proposta europea. “Il no (al referendum, ndr) è un passo decisivo verso un accordo migliore. Dire no non è solo una parola, ma è una azione specifica per raggiungere gli obiettivi. Dire no non significa dire no all’Europa, ma tornare a una Europa di valori, valori che abbiamo concordato e hanno un significato. Non esiste nessun piano segreto per una Grexit, chi dice questo mente. In passato ci sono state forze che hanno influito negativamente, ma di fronte agli europei noi dobbiamo prendere posizione. Da parte nostra noi faremo il possibile per avere condizioni migliori, più positive, e rifiutare quello che il memorandum ci chiede. Vogliamo un accordo con i partner europei, ma che sia sostenibile“.
“Mi assumo la responsabilità di una soluzione immediata”, ha continuato Tsipras, “ma contemporaneamente vi chiedo di aiutarmi dicendo no ai memorandum europei e aprendo una nuova pagina della democrazia. I creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima. Ci dicono, o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà. Certe misure devono essere bloccate, il programma di austerità imposto alla Grecia è fallito e bisognerà garantire la democrazia“.
Infine il premier ha voluto ringraziare i connazionali per come hanno affrontato la crisi e la situazione difficile che si è creata con la chiusura delle banche e rassicurarli, per quanto possibile, sulla sorte dei loro risparmi. “Cari greci, voglio dirvi che vi ringrazio di cuore per la calma che avete saputo mantenere e il coraggio che avete dimostrato in questa settimana. Questa situazione non continuerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi. I depositi di chi non ha ritirato i soldi dalle banche sono al sicuro”.
16.26 – Il Tesoro Usa: “L’Fmi verrà ripagato interamente”
Il Tesoro americano prevede che la Grecia ripagherà per intero il Fondo monetario internazionale. “Anche se è al momento in arretrato, ci aspettiamo che il Fmi venga ripagato interamente”, ha detto un rappresentante al New York Times. Gli Stati Uniti sono il maggiore azionista del Fmi e contribuiscono al 18% dei suoi fondi, oltre ad avere il potere di veto su alcune delle maggiori decisioni. In base alla regole del Fmi, il mancato pagamento di 1,6 miliardi di euro da parte della Grecia avrà alcuni effetti immediati. Atene non sarà in grado di accedere ai finanziamenti del Fondo fino a quando non avrà risanato la sua posizione. Il mancato pagamento si tradurrà inoltre in una serie di notifiche e procedure che potrebbero culminare nella perdita dei diritti di voto della Grecia nel Fmi o, nel caso più estremo, nella sua uscita dall’istituto di Washington.
15.12 – Consiglio d’Europa: “Il referendum di domenica non rispetta standard internazionali”
Il capo del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale che vigila sul rispetto dei diritti fondamentali, ha detto che il referendum convocato dal Parlamento greco per il 5 luglio non rispetta gli standard internazionali perché è stato convocato con troppo poco anticipo. Thorbjorn Jagland, che ne è segretario generale, ha detto all’agenzia Ap che i principi internazionali prevedono che la consultazione sia annunciata con almeno due settimane di anticipo, in modo da dare agli elettori tempo sufficiente per la discussione. Al contrario, nel caso greco c’è stato un preavviso di soli 9 giorni. Inoltre il quesito posto dev’essere chiaro, mentre in Grecia “c’è stata confusione sul fatto che un no comporti l’uscita del Paese dall’Eurozona”. Infine il voto dovrebbe essere monitorato da osservatori internazionali.
13.20 – Dombrovskis: “Il referendum indetto da Tsipras non è valido”
“Il referendum non è veramente valido perché si chiede di votare su un programma che non esiste più e su una proposta vecchia, quindi è più un segnale politico”: lo ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
13.11 – La Commissione Ue valuta le richieste di Tsipras
“La Commissione europea sta valutando in via preliminare le richieste del governo greco e presenterà le proprie analisi all’Eurogruppo di oggi”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea con delega all’Euro, Valdis Dombrovskis, sull’ultima proposta del governo greco.
13.10 – Merkel: “Bisogna aspettare esito del referendum”
Gli aiuti alla Grecia sono sospesi dopo che Atene ha unilateralmente abbandonato il negoziato, e ora bisogna aspettare l’esito del referendum. Lo dice la cancelliera tedesca Angela Merkel.
12.43 – Il ministro Lafazanis: “La Grecia ha un piano B e non ha bisogno dei soldi dell’Ue”
La Grecia ha un piano B e non ha bisogno dei soldi dell’Unione europea. E’ quello che ha detto il ministro greco alla Ricostruzione produttiva, Ambiente ed Energia Panagiotis Lafazanis. In un’intervista a Russia 24 ripresa dai media ellenici, il ministro ha sostenuto che “la situazione è molto difficile, ma non dobbiamo offrire (ai creditori) la possibilità di sfruttarci” e ha aggiunto che il governo di Atene ha un piano B nel caso in cui la Bce blocchi la liquidità alle banche elleniche. Lafazanis si è rifiutato però di fornire dettagli su questo presunto piano affermando che è troppo presto per rivelarli. “La mancanza di fondi da parte dell’Ue non è la fine del mondo. Ci sono altre fonti di finanziamento”, ha detto il ministro, assicurando che “le banche sono chiuse, ma si può vedere che ad Atene e in altre città la vita va avanti come al solito. Sì, abbiamo chiuso le banche, ma non per un capriccio. Negli ultimi anni, l’Europa ha usato la politica sbagliata verso la Grecia”.
12.11 – Schaeuble: “Lettera di Tsipras non è una base per parlare di misure serie”
Il negoziato con la Grecia non può tornare allo “status quo: siamo in una situazione completamente nuova”. Lo dice il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, spegnendo gli entusiasmi dopo l’ultima lettera del premier ellenico Alexis Tsipras che “non è una base per parlare di misure serie”.
11.49 – Renzi: “C’è terza via tra irresponsabilità e austerity”
“C’è una terza via tra irresponsabilità e austerity”. Lo ha detto a Berlino, intervenendo all’Università Humboldt, il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Questa terza via non sta nella scheda del referendum greco ma deve stare nell’agenda del Consiglio europeo”. Il premier ha sottolineato la necessità di trovare “il coraggio della crescita e non solo il totem dell’austerity”.
11.19 – Financial Times: “Tsipras vicino al sì”
Il premier greco Alexis Tsipras “accetterà tutte le condizioni dei creditori che erano sul tavolo nel weekend con solo alcuni cambiamenti minori”. Lo scrive il Financial Times che cita la lettera inviata da Tsipras ai creditori la notte passata. “La Repubblica ellenica è pronta ad accettare questo accordo tecnico con i seguenti emendamenti, addizioni e chiarimenti, nell’ambito di un’estensione del programma Efsf e del nuovo prestito Esm per il quale è stata avanzata richiesta oggi, 30 giugno”, si legge nella missiva di Tsipras di due pagine risalente alla scorsa notte.
10.32 – S&P: “In caso di Grexit rischio di contagio meno elevato rispetto al 2010-2011”
L’agenzia di rating Standard &Poor’s ritiene che “nello scenario peggiore, di un’uscita della Grecia dall’eurozona i rischi di contagio ad altri paesi della zona euro siano meno elevati rispetto al 2010-2011. Tuttavia, un tale impatto potrebbe portare a una maggiore avversione al rischio da parte degli investitori, finanziatori, e dei consumatori”.
10.14 – Dbrs taglia il rating greco da CCC a CC: “Senza accordo Grexit sempre più probabile”
L’agenzia di rating Dbrs ha ridotto la valutazione sulla Grecia a ‘CC’ da ‘CCC (high)’. “Il downgrade – spiega una nota – è stato alimentato dal recente fallimento dei negoziati tra la Grecia e i creditori internazionali circa i termini del programma di sostegno finanziario che avrebbe potuto tamponare la grave crisi di liquidità della Grecia”. In assenza di un accordo e di un nuovo sostegno finanziario Dbrs vede “un’uscita della Grecia dalla zona euro e un default del debito del settore privato come uno scenario sempre più probabile”.
9.36 – Deputato opposizione: “Pronto team per ritorno a dracma”
Haris Theoaris, deputato del partito di opposizione greco To Potami, ha detto che il governo ha creato una squadra che sta preparando il ritorno del paese alla dracma. Un’affermazione che è stata seccamente smentita da un esponente dell’esecutivo, che ha parlato di “fantasie” e di affermazioni “irresponsabili” e “vergognose”.
8.33 – Atene: “Referendum costerà 20 milioni”
Il referendum sugli accordi tra i creditori internazionali e la Grecia costerà “fino a 20 milioni di euro”: lo ha detto il ministro dell’Interno Nikos Voutsis, spiegando che nell’approssimarsi del voto, una commissione informale ‘bipartisan’ si è incontrata ieri con i rappresentanti di tutti i partiti, inclusi quelli rappresentati all’Europarlamento. Voutsis ha detto che non ci sarà alcun finanziamento pubblico ai partiti impegnati nella campagna referendaria. Il ministro ha ricordato che per essere valido, il referendum deve essere votato da almeno il 40% degli aventi diritto. Circa 8 milioni di greci sono chiamati ad esprimersi, su una popolazione attorno agli 11 milioni.
00.35 – Fmi: “Richieste Grecia saranno esaminate a tempo debito”
Il Fondo monetario internazionale conferma di aver ricevuto una richiesta da parte della autorità greche per una proroga dei pagamenti che Atene avrebbe dovuto versare all’Fmi entro la mezzanotte di ieri. Tale richiesta – ha quindi sottolineato il portavoce del Fondo, Gerry Rice – “andrà al board esecutivo dell’Fmi a tempo debito”.
00.21 – Fmi conferma: “Grecia non ha pagato”
Il pagamento della Grecia che era oggi in scadenza non è arrivato: la conferma ufficiale arriva dall’Fmi, che sottolinea come ora Atene non potrà ricevere nuovi finanziamenti fino a che non avrà pagato gli arretrati. “Confermo – scrive in una nota il portavoce del Fondo monetario, Gerry Rice – che il pagamento di 1,2 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di euro) dovuto nella giornata di oggi dalla Grecia all’Fmi non è stato ricevuto”. “Abbiamo informato il nostro board esecutivo – aggiunge il portavoce – che la Grecia è ora in arretrato e potrà ricevere finanziamenti dall’Fmi solo se gli arretrati saranno pagati”.
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Il fratello di Musk incontra Giuli a Chigi: “Abbiamo un progetto”. Pd: “Governo ormai è una dépendance”
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Palermo presieduto dal prefetto Massimo Mariani ha disposto oggi di assegnare una scorta all'inviato di Repubblica Salvo Palazzolo, oggetto di minacce per le sue inchieste sui boss scarcerati. Nei giorni scorsi al giornalista era stato comunicato dalla Squadra mobile di essere oggetto di "gravi ostilita'" emerse nel corso di alcune indagini.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Meloni si dice coerente su tutto, ma è la campionessa mondiale di incoerenza". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "L'atteggiamento di Giorgia Meloni in questi giorni è insopportabile. A dicembre 2024 Meloni va ad Atreju e dice che i centri migranti funzioneranno, perchè bisogna sconfiggere la mafia dei trafficanti di migranti. E cosa accade ora? Accade che la scorsa settimana uno di quei criminali, che la Corte Penale Internazionale definisce trafficante e torturatore, viene arrestato dai poliziotti e la Meloni lo libera, con un volo di Stato, a spese nostre". Così Matteo Renzi in una diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Se il governo abbassa le tasse, io sono contento. Ma quando hai un livello di ipocrisia come quello che abbiamo visto, mi arrabbio e lo dico. C'è un governo indecente con un sottosegretario alla Giustizia condannato, un ministro dei Trasporti che va benino sulle dirette di Tik Tok, ma non nella gestione dei trasporti". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram. "Se vogliono cacciare la Santanchè perchè rinviata a giudizio, allora devono mandare a casa anche Delmastro che è rinviato a giudizio. Meloni ha due pesi e due misure".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione", vista come "prospettiva compatibile con le richieste della nostra comunità", quindi un’opzione su cui "è possibile un confronto". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
(Adnkronos) - Per il pm De Tommasi le indagate avrebbero 'imbeccato' l'imputata - anche usando protocolli con "punteggi già inseriti" - affinché ottenesse una perizia psichiatrica in grado di accertarle un deficit, un'attività difensiva non lecita e che non è andata a buon fine. Le psicologhe sarebbero andate oltre il loro compito, somministrando test "incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta" e con colloqui "falsamente annotati nel diario clinico", mentre lo psichiatra Garbarini, consulente di parte, l'avrebbe "eterodiretta" nelle risposte da fornire, sostiene l'accusa.
Nell'avviso di conclusione indagini, infine, il pubblico ministero - che ha sentito la compagna di cella Tiziana Morandi, meglio conosciuta come 'la Mantide della Brianza' - sottolinea come l'avvocata Pontenani "invitava Pifferi a simulare in carcere comportamenti e atteggiamenti idonei a far apparire, contrariamente al vero, come una 'fuori di testa' e come una 'mongoloide', al fine di indurre in errore il perito e la Corte che avrebbero dovuto valutarla e giudicarla ed essere ritenuta quantomeno parzialmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto".
La chiusura delle indagini arriva a cinque giorni dal processo d'appello, dopo che il primo grado - la perizia disposta dai giudici ha certificato la piena capacità di intendere e volere della 39enne - ha sentenziato l'ergastolo per l'accusa di omicidio della piccola Diana di soli 2 anni.