Un anno fa l’invito era finito nel vuoto: “No, grazie”, aveva risposto Matteo Renzi, preferendo ai volontari di Comunione e liberazione i boyscout dell’Agesci. In 12 mesi però qualcosa è cambiato: mandata in soffitta la rottamazione, quest’anno il presidente del Consiglio ha deciso di non rinunciare alla platea del Meeting di Rimini, l’appuntamento agostano del movimento fondato da Don Luigi Giussani. Sarà ospite in un convegno dal titolo “L’Italia e la sfida nel mondo”. Il programma della 36esima edizione, dedicata al tema della mancanza, è stato presentato, come da tradizione, in conferenza stampa a Roma: la settimana è quella che va dal 20 al 26 agosto, e il discorso del premier è messo in agenda per martedì 25.
Passerella politica estiva preferita da ministri ed esponenti bipartisan, l’anno scorso il Meeting, già messo in ombra da guai giudiziari della Fondazione per l’amicizia tra i popoli era rimasto orfano dell’ospite più illustre, il presidente del Consiglio. Pur chiamato a parlare, Renzi disertò l’inaugurazione, creando con la sua assenza un vero e proprio caso: per prima volta da molto tempo l’apertura non fu affidata a un rappresentante delle istituzioni. I seguaci di Don Luigi Giussani si dovettero accontentare di un’intervista al leader Pd, fatta uscire sul settimanale Tempi in concomitanza con l’avvio dell’evento. E insieme a quella di una folta truppa di ministri. Praticamente mezza squadra di governo, da Maurizio Martina a Giuliano Poletti, mandati da Roma in riviera in rappresentanza dell’esecutivo.
Quest’anno invece Renzi ha fatto marcia indietro, e scelto di presentarsi in prima persona davanti al popolo di Cl, fatto di militanti, volontari, famiglie ma anche esponenti religiosi, della politica e del mondo dell’imprenditoria. Adeguandosi in questo modo a una prassi rispettata da tutti i suoi predecessori, da Enrico Letta a Mario Monti. Quello di agosto sarà il suo debutto alla kermesse, da sempre utile serbatoio di applausi, ma soprattutto di consenso, di voti e di relazioni. A fare da ambasciatore del verbo renziano ci sarà poi anche il manager e imprenditore Marco Carrai, atteso lunedì 24 agosto a un dibatitto sulla tecnologia. Oltre a loro, sfileranno alla Fiera di Rimini parecchi volti della politica e dell’economia. Previsti il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, quello dell’Economia Pier Carlo Padoan, quello degli Esteri Paolo Gentiloni, quello dell’Agricoltura Maurizio Martina e quello dei Trasporti Graziano Delrio. Ci saranno poi l’amministratore delegato di Finmeccanica Mauro Moretti, il presidente dell’Anci Piero Fassino, l’ad di Enel Francesco Starace, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, tutte vecchie conoscenze al Meeting. E’ poi l’annunciata la partecipazione dell’ex segretario di Rifondazione comunista ed ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, non proprio vicino all’universo ciellino. Bertinotti parlerà in qualità di presidente della fondazione “Cercare ancora”.
E per un nome che si aggiunge ce ne sono due che spariscono. Definitivo il divorzio con Roberto Formigoni. Fino a pochi anni fa era padrone di casa, ma dopo le inchieste giudiziarie, il suo nome è stato depennato dal programma per la terza volta consecutiva. Pure i rapporti con Maurizio Lupi, che a Cl è legato da un rapporto lungo vent’anni, sembrano non avere più lo smalto di un tempo, quando l’ex ministro si muoveva come un organizzatore tra i padiglioni della Fiera. Anche lui manca dall’elenco degli ospiti della prossima edizione.