Peter Doohan, George Bastl, Sergiy Staskhovsky. E Dustin Brown: da ieri nell’elenco dei grandi carneadi eroi per un giorno sul prato di Wimbledon c’è anche il tennista tedesco di origini giamaicane. Che a colpi di treccine, rasta e volèe, ha eliminato dal torneo il campione spagnolo Rafa Nadal. Proprio come i suoi predecessori avevano fatto con altri mostri sacri, quali Boris Becker, Pete Sampras o Roger Federer. In realtà, l’esito della partita di ieri è forse meno sorprendente di altri precedenti. Perché Nadal, che sull’erba inglese non è mai stato particolarmente a suo agio, attraversa un periodo di crisi prolungata: ormai è scivolato al decimo posto del ranking mondiale ed è l’ombra del giocatore imbattibile su ogni superficie di qualche anno fa. Mentre Brown sul veloce si trova a meraviglia, ed era già riuscito a battere lo spagnolo lo scorso anno a Halle, torneo tedesco di preparazione al Championship. Ma la favola del Bob Marley del tennis merita di essere raccontata ugualmente.
Dustin “Dreddy” Brown è uno dei (pochi) giocatori che nel piatto e monocorde tennis moderno val sempre la pena guardare. Non solo per il suo look atipico, con la folta chioma rasta, l’immancabile smanicato un po’ attillato e un enorme tatuaggio sul fianco dedicato ai genitori. Cuore e trasgressione. Decisamente fuori dal comune è tutto il suo modo da giocare: sempre all’attacco, anche quando la logica lo sconsiglierebbe; sempre alla ricerca del colpo ad effetto, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. L’importante è divertirsi e divertire, più che vincere. E infatti Brown non ha vinto molto: appena quattro trofei Challenger (la categoria inferiore a quella Atp). Si è dovuto costruire una carriera a fatica, viaggiando tra i tornei minori col suo camper (dove per qualche anno ha anche vissuto), fino a quando l’anno scorso non è riuscito ad entrare nei primi cento. Ma la sua storia è cambiata ieri, con la vittoria contro Nadal sul centrale di Wimbledon. “Appena entrato sul campo mi sono sentito in un ambiente familiare”, ha raccontato.
Ed in effetti “Dreddy tennis” ci sta bene sul centrale del Championship. Molto più di Nadal, che quel campo non l’ha mai troppo amato e adesso probabilmente non vorrebbe più neanche vederlo. Il campione spagnolo aveva già collezionato altre figuracce sull’erba nel recente passato; quella di ieri non è la caduta più rovinosa, ma fotografa il momento difficile che potrebbe essere anche irreversibile. I problemi fisici del maiorchino sono sempre più evidenti. Wimbledon 2015 ha perso subito una delle sue stelle, ma nessuno la dava più tra i favoriti.
Per trovare il prossimo campione bisogna guardare altrove. A Djokovic, il favorito numero uno. A Wawrinka, fresco vincitore del Roland Garros. All’idolo di casa Andy Murray. E ovviamente a Roger Federer. Lui la crisi l’ha vissuta nel 2013 (quando fu eliminato da Stakhovsky) e superata. Lo svizzero, che ad agosto compirà 34 anni, sull’erba è ancora re: pallonetti da sotto le gambe, volèe mozzafiato, colpi da sogno. Dal suo ultimo Slam sono passati ormai tre anni: era proprio Wimbledon, nel 2012. Un suo ennesimo successo sarebbe
di tennis. Proprio come quella del carneade rasta Dustin Brown. I due potrebbero anche incontrarsi in semifinale. Quella sì che sarebbe una partita da vedere.