Un genio criminale. È la definizione che il sostituto procuratore di Torino Giancarlo Avenati Bassi ha fatto di Davide Vannoni, l’inventore del metodo Stamina, la discussa cura a base di cellule staminali. “È un genio, ma questo non vuol dire che non sia un criminale”, ha detto il pm nella sua requisitoria recitata alla fine del processo che vede Vannoni imputato per tentata truffa alla Regione Piemonte per un finanziamento di 500mila euro prima concesso e poi ritirato. La pubblica accusa ha chiesto per Vannoni una pena pari a due anni di reclusione, senza che la corte conceda le attenuanti generiche.
Durissime le parole del pm Bassi che ha descritto il progetto presentato da Vannoni nel 2007 alla Regione come “disarmante, grossolano e privo di qualsiasi serietà, così scalcagnato che è stato preparato prima, impostando un atteggiamento di psicologia del marketing che è l’unica materia di cui Vannoni sa qualcosa”.
Secondo il pm ci sarebbe stata l’intenzione di fare un’operazione truffaldina: “La richiesta di finanziamento – ha spiegato – è fuffa non è ingenuità perché non c’è niente di scientifico dietro. Allora senza alcuna base scientifica poteva giocarla solo sul livello emozionale. Se il progetto fosse andato in porto avremmo contestato una truffa consumata”.
Dopo la requisitoria la palla è passata ai legali di Vannoni per le arringhe difensive. L’avvocato Liborio Cataliotti ha chiesto alla corte l’assoluzione perché il fatto non sussiste, e in ogni caso il reato sarebbe ormai prescritto. “Anche se vi fosse stata tentata truffa – ha detto l’avvocato – l’ultimo atto compiuto da Vannoni in questa vicenda fu compiuto il 14 settembre 2007 e quindi sono ampiamente trascorsi i sette anni e mezzo necessari per la prescrizione”. Il legale ha poi provato a smontare le accuse del pm. “La requisitoria- ha attaccato – poggia su un substrato di partenza tecnicamente e giuridicamente sbagliato. Il fatto non sussiste per mancanza degli artifizi o per mancanza della condotta. Vannoni era convinto di attribuire la sua guarigione eziologicamente a quella cura e abbiamo portato in aula la prova documentale del fatto che fosse convinto che i casi di guarigione presentati nel progetto fossero veri”.
“Sono assolutamente innocente miro all’assoluzione completa e non certo ala prescrizione. Ho semplicemente fatto una richiesta alla Regione che l’ente ha accolto dopo che ho consegnato tutta la documentazione in merito. Quando la Regione ha cambiato idea, io non avevo percepito nessuna cifra, anzi avevo anticipato le spese per gli strumenti necessari per il progetto”, è l’autodifesa di Vannoni al termine dell’udienza. “In un futuro neanche troppo lontano ci sarà una rivincita scientifica”, spiega l’inventore del metodo Stamina. Nel marzo scorso Vannoni aveva già patteggiato una condanna ad un anno e dieci mesi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa.