La Corte Costituzionale ha stabilito, con una sentenza pronunciata a fine giugno, l’inclusione dei cittadini stranieri residenti in Italia nel Servizio civile nazionale (Scn). A seguito di questa decisione le maggiori organizzazioni del settore hanno rilanciato il tema. Chiedendo maggiore impegno da parte del Governo.”E’ necessario aumentare le risorse per il Servizio civile“, dice Licio Palazzini, presidente della Conferenza nazionale enti per il servizio civile (Cnesc), che sottolinea il problema delle cifre al momento disponibili, ritenute “del tutto insufficienti”.
“Il Governo – spiega Palazzini a Ilfattoquotidiano.it – dovrebbe stabilizzare, una volta per tutte, le risorse destinate. Sono mesi che chiediamo di stanziare almeno 300 milioni di euro per il bando Scn 2016″. La Corte Costituzionale con la sentenza n.119 del 25 giugno 2015, ha stabilito che anche i giovani stranieri residenti in Italia possono partecipare ai bandi. Con questa decisione, l’istituzione giuridica con sede a Roma ha evidenziato due questioni fondamentali che dovranno essere al più presto risolte dalla politica: l’inclusione sociale, a prescindere dalla nazionalità, e il capitolo degli investimenti pubblici da destinare al servizio volontario di difesa pacifica della patria e tutela del patrimonio ambientale e culturale italiano.
“Con il giudizio di legittimità espresso dalla Corte, che ha sancito la fine al problema della discriminazione che risaliva ad alcuni anni fa – spiega il portavoce del Forum nazionale del Terzo settore Pietro Barbieri – viene evidenziata l’importanza fondamentale della capacità di accoglienza nel nostro Paese. Il diritto all’inclusione deve riguardare tutti, anche perché in questo modo i giovani stranieri, che aderiscono al servizio volontario, saranno una risorsa preziosa per accrescere la coesione sociale, una necessità sempre più evidente con la crisi odierna. Si tratta – ha aggiunto Barbieri – di un’ottima opportunità per centinaia di giovani stranieri di sentirsi parte di una stessa comunità e di lavorare insieme per il bene comune”.
E’ dello stesso avviso anche il presidente della Cnesc Palazzini. “La sentenza è stata la legittimazione giuridica di quello che noi sosteniamo dagli anni Novanta: l’inclusione anche degli stranieri nei nostri progetti. E’ stato riconosciuto il nostro approccio culturale, oltre che tecnico, di estendere i diritti e sviluppare il senso di un impegno consapevole per aiutare la collettività. Se il governo non aumenterà gli investimenti nella legge di Stabilità 2015, ci sembra inoltre quasi impossibile – conclude il presidente del Cnesc – che Renzi possa realizzare la sua promessa di istituzione di un Servizio civile nazionale universale nel 2017, che dovrebbe coinvolgere a regime 100mila giovani”. In effetti il premier disse nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2015 che “il Governo ha mantenuto gli impegni assunti approvando nei tempi previsti la legge Delega per la riforma del Terzo settore, dell´impresa sociale e – per l’appunto – del Servizio civile universale”. Il nuovo progetto dovrebbe prevedere il coinvolgimento di 100mila giovani volontari, per un periodo di otto mesi, che potranno usufruire anche di crediti universitari e tirocini professionali. Il Servizio potrebbe essere svolto in parte anche in altri paesi dell’Unione europea.