Silvio Berlusconi smetterà di percepire il vitalizio da 8mila euro. Marcello dell’Utri non riceverà più il suo assegno da 4.985 euro. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza del Senato, che ha revocato la pensione a vita a 8 ex senatori condannati a titolo definitivo per reati gravi. Tra questi anche l’ex premier, il suo braccio destro, il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori, il regista Pasquale Squitieri, l’ex senatore Dc Giorgio Moschetti. E ancora Franco Righetti, ex Margherita, l’ex dc Enzo Inzerillo e l’ex Forza Italia Franco Girfatti, che hanno perso la rendita in base alla delibera approvata lo scorso 7 maggio, che prevede la sospensione delle pensioni a vita per gli eletti in Parlamento condannati in via definitiva per reati di mafia, terrorismo e contro la P.A. con pene superiori a 2 anni di reclusione. Forza italia ha abbandonato i lavori: aveva fatto la stessa cosa il 7 maggio, dicendo che “serviva una legge ad hoc“. Hanno votato a favore Pd, Ap e Sel. Lega e M5S si sono astenuti.
Non è stato possibile valutare per mancanza di dati la posizione di 268 ex senatori che hanno superato gli 80 anni, età al compimento del quale – in base Testo Unico sui casellari del 2002 – viene eliminata l’iscrizione al casellario giudiziale. Per questo motivo il presidente del Senato Pietro Grasso ha scritto al presidente della Cassazione allo scopo di ottenere la situazione dei singoli ex inquilini di palazzo Madama condannati in via definitiva. Non appena queste posizioni arriveranno, anche per loro scatterà la misura della revoca del vitalizio.
In mattinata era stata la Camera a comunicare di aver revocato 10 pensioni a vita. Anche a Montecitorio Forza Italia ha deciso di non partecipare ai lavori in compagnia del Nuovo Centrodestra. Il vitalizio viene attualmente percepito da 1.548 deputati, dei quali 346 hanno più di 80 anni. Su questi ultimi non è stato possibile un accertamento, che ha quindi riguardato solo 1.202 ex deputati. Anche la presidente della Camera ha chiesto alla Cassazione una ricerca di eventuali condanne nei suoi archivi relativi a tali ex onorevoli ‘over 80’.
A non percepire più il vitalizio tra gli ex deputati saranno Massimo Abbatangelo (ex deputato di Msi), Giancarlo Cito (ex sindaco di Taranto, ex Msi, oggi in Fi), Robinio Costi (ex Psdi); Massimo De Carolis (ex Dc); Francesco De Lorenzo (ex ministro della Sanità, ex Pli); Giulio Di Donato (Ex Psi); Pietro Longo (Ex Psdi, ministro del Bilancio nel primo governo Craxi); Raffaele Mastrantuono (Ex Psi); Gianstefano Milani (ex Psi) e Gianmario Pellizzari (ex Dc). I nomi degli ex parlamentari condannati è stato trasmesso alle Camere dal Dipartimento affari giuridici del ministero della Giustizia. Sono in corso ulteriori accertamenti su un undicesimo ex deputato. “L’impegno del Parlamento continua“, commenta su Facebook Laura Boldrini, presidente della Camera.
Un risultato che però non pare in linea con le dichiarazioni della vigilia e i toni trionfalistici con cui l’approvazione della delibera venne salutata a maggio. “E’ un segnale netto ed inequivocabile di moralizzazione della politica”, esultava la Boldrini. Una “moralizzazione”, che tuttavia riguarda solo 10 ex onorevoli e 8 ex senatori e che non produce effetti apprezzabili nemmeno dal punto di vista economico: il risparmio complessivo per lo Stato sarà di soli 36.900 euro al mese per gli assegni tagliati alla Camera e 30.000 per quelli ritirati al Senato.
Ma la delibera del 7 maggio prevede la riabilitazione
Camera e Senato avevano deciso di far cessare il vitalizio per gli ex deputati condannati lo scorso 7 maggio. La delibera approvata quel giorno dagli uffici di Presidenza prevede la sospensione delle pensioni a vita per gli eletti in Parlamento condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica amministrazione con pene superiori a 2 anni di reclusione. Ma il testo esclude l’abuso d’ufficio, prevede la modifica in senso restrittivo per i delitti non colposi da 4 a 6 anni e inserisce la riabilitazione: nel caso in cui questa venga richiesta dall’interessato (potrà farlo dopo 10 anni dalla fine della condanna per i reati più gravi e dopo 3 anni nei casi meno gravi) e questa venga concessa dal giudice, comportando la cancellazione della condanna dalla fedina penale, il vitalizio potrà essere riassegnato. De Lorenzo ha annunciato ricorso il giorno stesso: “Chiederò ai giudici la riabilitazione. La chiederò perché dopo 20 anni io non mi sento ancora un condannato. Perché la stessa Corte Costituzionale stabilì che all’epoca subii un processo ingiusto”.
Risparmio per lo Stato con i tagli alla Camera: 36mila euro al mese
Scorrendo gli elenchi dei vitalizi elargiti da Camera agli ex parlamentari, si scopre che Massimo Abbatangelo prendeva dallo Stato 4.965 euro al mese. Giancarlo Cito ne percepiva 2.139, Robinio Costi 2.124, Massimo De Carolis 3.016, Francesco De Lorenzo 4.013, Giulio Di Donato 4.035, Pietro Longo 4.992, Raffaele Mastrantuono 3.884, Gian Stefano Milani 2.276, Gian Mario Pellizzari 5.481. Totale: 36.925 euro al mese. Cosa si può fare con i circa 400 mila euro risparmiati ogni anno da Montecitorio? La cifra corrisponde grosso modo alla spesa del servizio di smaltimento dei rifiuti speciali prodotti dai deputati nelle diverse sedi, meno di una stampante a quattro colori che è in corso di acquisizione (560mila euro totali iva inclusa), l’equivalente di quanto messo a gara per la gestione del servizio di parcheggio delle auto dei deputati (420mila euro). Ancora: la cifra risparmiata equivale alla spesa annuale per toner e cartucce (400mila Iva inclusa), alla spesa per il vestiario (divisa di servizio, 2 camice di cotone per uomo/donna, 3 paia di calze-collant-scarpe) destinato agli assistenti parlamentari e al personale addetto ai reparti della Camera dei Deputati (342.320 euro).
…e al Senato i risparmi arrivano a 30mila euro
Questi gli importi dei vitalizi tagliati agli 8 senatori: Vittorio Cecchi Gori 3.408 euro, Pasquale Squitieri 2.381, Antonio Franco Girfatti 3.408, Vincenzo Inzerillo 2.381, Franco Righetti 3.408, Giorgio Moschetti 2.381, Marcello Dell’Utri 4.985, Silvio Berlusconi, 8.000. Totale: 30.352 euro.
Di Maio: “Revocato solo a 10 sfigati”
“Ricordate la sospensione del vitalizio agli ex parlamentari condannati? – scrive su Facebook Luigi Di Maio (M5s), vicepresidente della Camera, relativamente alla revoca dei 10 vitalizi decisi dall’ufficio di Presidenza di Montecitorio – oggi abbiamo saputo quanti saranno coloro a cui si applicherà quella norma. Su 1.543 ex deputati che stanno percependo ingiustamente un vitalizio, anche oltre i 3.000 euro al mese, solo 10 avranno il vitalizio sospeso. Dieci sfigati che non avevano nessun partito a proteggerli, mentre tanti altri condannati – i cui reati non furono inseriti nella delibera – sono tutti salvi. Quei 10 mi fanno quasi pena“. “Quella ridicola delibera che fu festeggiata come la fine di tutte le ingiustizie, riguarda solo lo 0,6 % di tutti quei politici che con tre giorni in Parlamento si sono guadagnati una pensione da sceicco!”, scrive il membro del direttorio dei Cinque Stelle nel post, dal titolo “L’abolizione dei vitalizi ai condannati è una farsa” e rilanciato su Twitter anche da Beppe Grillo.
Vittime dei Georgofili: “Ora ci sono i fondi per i risarcimenti”
“La Camera dei deputati avrebbe revocato il vitalizio a dieci soggetti non aventi diritto”, “considerando che le vittime invalide all’80% della capacità lavorativa rese tali dal tritolo stragista eversivo e oggi senza pensione sono tre, non dovrebbe essere difficile trovare le coperture, sempre negate fin dal 2004, affinché il Governo faccia fronte ai propri impegni presi con la legge 190 del 23 dicembre 2014”. Lo scrive in una nota Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili.